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l’ agriColtura soCiale nelle reti pubbliChe di protezione soCiale

11.1 l’orizzonte culturale

La Società della Salute in Toscana nasce per cercare una nuova forma di mutualità di tipo solidale e territoriale a condotta pubblica, che sia centrata sulle idee di salute e di benessere.

Fonda la sua ragione d’essere in una concezione olistica della salute, come affermato nella Carta di Ottawa del 1986, e sulla centralità della persona a cui si cerca di far corrispondere l’unitarietà e l’integrazione delle risposte (Inncenzi e Vecchiato, 2009).

11.1.1 inquadramento normativo

La Società della Salute è un consorzio pubblico di funzioni costituito con la Legge Regionale n. 40 del 2005 e sue successive modifiche ed integrazioni dalla Regione Toscana con l’obiettivo di unire le competenze sociali dei Comuni e quelle

socio–sanitarie delle Aziende Sanitarie Locali per governare e programmare in maniera integrata le attività sociali, socio-sanitarie e sanitarie territoriali aven- do per base la Zona-distretto. E’ formato dai Comuni facenti parte di una Zona- distretto e dall’Azienda USL territorialmente competente.

La Società della Salute della Valdera è composta da quindici Comuni: Bien- tina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, Santa Maria a Monte, Terricciola e dall’A- zienda USL 5 di Pisa, Zona Valdera. La popolazione complessiva è di 120.638.23

11.1.2 integrazione socio-sanitaria

Tra le finalità della Società della Salute troviamo: «(…) a) consentire la piena integrazione delle attività sanitarie e socio–sanitarie con le attività assistenziali di competenza degli Enti Locali, evitando duplicazione di funzioni (…) e) sviluppare l’attività e il controllo sia sui determinanti di salute che sul contrasto alle disugua- glianze (…)» .24

Tra le sue funzioni troviamo: «a) indirizzo e programmazione strategica del- le attività ricomprese nel livello essenziale di assistenza territoriale previsto dal piano sanitario e sociale integrato nonché di quelle del sistema integrato di inter- venti e servizi di competenza degli EELL. (…) e) controllo monitoraggio e valutazio- ne in rapporto agli obiettivi programmati (…)»

In sintesi possiamo dire che la Società della Salute diventa il soggetto isti- tuzionale che ha la finalità di influire sui determinanti di salute e sul contrasto alle disuguaglianze in un determinato territorio, corrispondente alla Zona socio–sani- taria, e in relazione a questa finalità assume anche quella di integrare pienamente le attività sanitarie e socio–sanitarie territoriali con quelle assistenziali.

Lo strumento previsto per l’espletamento di queste funzioni è il Piano Inte- grato di Salute che è lo «strumento di programmazione integrata delle politiche sanitarie e sociali a livello di zona distretto»25 composta da una parte di analisi dei bisogni di salute territoriale, in forma oggettiva e soggettiva, e da una parte di programmazione di tutte le attività ricomprese nei tre livelli di cui si è accennato sopra. A fianco delle attività sono indicate le risorse necessarie per la loro realiz-

23 Dati ISTAT al 31.12.2009

24 Art. 71 bis comma 1 LRT n° 40/2005 e s.m.i. 25 Art. 21 LRT n° 41/2005 e s.m.i.

zazione.

In pratica, quindi, il Piano Integrato di Salute ottiene anche il risultato inno- vativo di programmare in maniera integrata le risorse di parte sociale provenienti dai Comuni e quelle di parte socio-sanitaria provenienti dalla Regione.

Se dunque il legittimo interesse della Società della Salute è quello, come indicato sopra, di influire sui determinanti di salute e ridurre le disuguaglianze, la Società della Salute Valdera ha assunto le pratiche di agricoltura sociale come determinanti per almeno tre elementi:

1. un elemento di carattere strettamente terapeutico, riguardante la possibi- lità di sperimentare nuove forme e contesti terapeutici per pazienti con di- sagio psico-fisico;

2. un elemento di carattere socio-economico e cioè la costruzione di oppor- tunità di occupazione e reddito per un gruppo di cosiddetti soggetti deboli, includendo in questa definizione non solamente gli utenti dei servizi ma an- che gli agricoltori, in quanto fascia di lavoratori a basso reddito e protezione; 3. un elemento di contesto riguardante l’ambiente fisico e, in particolare, il

mantenimento della stabilità dell’ecosistema, compreso il contrasto dello spopolamento della campagna, comprendendo quindi nel concetto di ecosi- stema anche l’elemento umano.

11.1.3 coinvolgimento delle comunità locali

La Società della Salute nell’esercizio delle sue funzioni assicura «(…) il coinvolgimento delle comunità locali, delle parti sociali e del terzo settore nella individuazione dei bisogni di salute e nel processo di programmazione (…)» attra- verso due organismi di partecipazione: la Consulta del terzo settore e il Comitato di partecipazione. Inoltre «al fine di promuovere la partecipazione di tutti i cittadini promuove due “agorà della salute” all’anno in cui è assicurata la presenza degli assessori regionali di riferimento»26.

Il coinvolgimento dei soggetti organizzati del terzo settore e di singoli citta- dini è la base per la costruzione di una governance partecipata che vede il coinvol- gimento allo stesso tavolo di programmazione istituzioni, enti pubblici e rappre- sentanti del territorio.

Con governance locale si deve intendere «l’insieme di interrelazioni che, su

scala locale, danno luogo a scelte di governo» ovvero, in un’accezione più econo- mica, «la soluzione dei problemi di coordinamento fra agenti socio-economici di un sistema in funzione della definizione e del raggiungimento di obiettivi»27. La scelta di basarsi su un sistema di governance partecipata si fonda sull’assunto che solo politiche e azioni largamente condivise con tutti i portatori di interesse pos- sono produrre risultati significativi ed effetti moltiplicatori e duraturi sul territorio.

11.2. il tavolo di Agricoltura sociale della valdera: dalla teoria alla