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Nel presente studio sarà proposta l’edizione di una porzione limitata dell’opera di Zosimo, volta soprattutto ad illustrare l’utilizzo, da parte del nostro autore, degli scritti alchemici pseudo-democritei come base per l’esposizione delle pratiche da effettuare e della relativa spiegazione teorica. Come abbiamo evidenziato nel capitolo precedente, anche questa sezione zosimiana è il frutto di un compendio, che purtroppo ci restituisce un testo spesso incerto, reso ancora più complesso dalla specificità degli

121 Come ricorda Mertens 1995, 115, non si conoscono oggi papiri che presentino simili

illustrazioni, che sono invece ben documentate nei codici medievali. Al Laurentianus Gr. 74,7, citato dalle studiosa, si può aggiungere il Bononiensis Gr. 3632 (cf. Mondrain 2004, 279-282).

122 Letrouit 1995, 43.

123 Von Staden 1998, 147-172.

argomenti tecnici trattati. Inoltre, sfugge spesso il rapporto tra le varie parti dell’epitome, che non sempre procede con continuità negli argomenti e nei ragionamenti proposti. In definitiva solo una nuova edizione di tutti gli estratti potrà forse dare ragione delle numerose incongruenze, tentando una ricostruzione più razionale e coerente dell’opera. Ai fini della presente dissertazione, sarà utile evidenziare un importante aspetto che emerge dalla lettura di questa sezione, legato alla contestualizzazione storica e sociale di Zosimo all’interno dell’entourage di alchimisti e sacerdoti ai quali spesso fa riferimento. Questi elementi permettono di accrescere le nostre conoscenze sulla figura dell’alchimista e sul ruolo di questa scienza nell’Egitto tra il III ed il IV secolo.

In tutta l’opera di Zosimo abbondano i riferimenti ad una certa Teosebia, interlocutrice abituale del Panopolitano, alla quale è indirizzata la maggior parte dei suoi estratti tramandati dai codici. Nulla sappiamo sull’identità di questa donna, tranne il fatto che la Suda (z 168 Adler, s.v. Zèsimoj) la indica come ¢delf» dell’alchimista: il termine, piuttosto che indicare una parentela di sangue, si riferirà verosimilmente ad un rapporto spirituale, indicando l’appartenenza al medesimo “gruppo alchemico”124. Zosimo, in genere, si rivolge a Teosebia per chiarirle delle questioni spesso da lei stessa sollevate (VII 3-5 Mertens), ed alla fine del trattato Sulla

lettera omega accenna ad uno scambio epistolare con la donna (I 190-192

Mertens). In qualche caso utilizza anche toni di rimprovero verso alcuni suoi comportamenti: la biasima, ad esempio, di aver criticato gli scritti di Democrito125e di essersi lasciata fuorviare dall’opinione di altri adepti126. Il

124 Cf. Mertens 1995, XVIII n. 33 con relativa bibliografia. A questi studi si potranno aggiungere

Letrouit 1995, 22 n. 49 (che scrive: «En fait, Zosime et Théosébie appartenait à une même confrérie initiatique syncrétique à très forte base judéo-chrétienne») e Fowden 2000, 245 (che ricorda come, in base al Corpus Syriacum, la donna fosse una sacerdotessa: cf. Berthelot-Duval 1893, 308).

125 Cf. IV 10-24 Mertens: T£ca dł kaˆ e„j kat£gnwsin Âkej toà filosÒfou [....]. Kaˆ

™gkÚyasa e„j ¢k£maton fqnÒnon, katšgnwj toà filosÒfou m£thn: oÙ g¦r ™nÒhsaj t… eŁpen, «Rapidamente sei giunta anche a biasimare il filosofo [i.e. Democrito] [...] e piegandoti ad una indefessa gelosia, hai biasimato il filosofo invano: infatti non hai capito che cosa egli ha detto».

126 Cf., ad es., CAAG II 190,10-13: SÝ dł, ð makar…a, paàsai ¢pÕ tîn mata…wn stoice…wn

tîn t¦j ¢kÒaj sou tarattÒntwn. ”Hkousa g¦r Óti met¦ Tafnout…hj [sic M : pafnout…aj CAP. II – PAR. 3: ZOSIMO E GLI SCRITTI AD EUSEBIA

rapporto paideutico tra i due non sembra veicolato da precise istituzioni o “scuole” nelle quali Zosimo, ad esempio, avrebbe potuto tenere delle lezioni. L’alchimista conversa personalmente con Teosebia, in una dialettica maestro-discepola che sembra improntata ad una certa riserva- tezza ed esclusività127. Se nell’opera pseudo-democritea il luogo in cui Ostane impartiva le proprie lezioni era il tempio, con Zosimo entriamo a contatto con un racconto più concreto, sulla cui veridicità sarà più difficile dubitare. A questo riguardo può essere istruttiva la lettura di VIII 1-3 Mertens:

'En to‹j Ømetšroij o‡koij, ð gÚnai, di¦ t¾n s¾n ¢ko»n pote diatr…bwn, ™qaÚmazon młn p©san t¾n toà par¦ soˆ kaloumšnou stroÚktwroj ™rgas…an.

«Mentre soggiornavo una volta nella vostra casa, o signora, avendomi voi dato udienza, sono rimasto colpito dalla grande maestria di quello che tu chiami “maestro-cuoco” 128».

Se la presenza dello stroÚktwr è un indizio dello statuto sociale di Teosebia, sicuramente appartenente ad una classe elevata, l’ambiente dell’o„k…a richiama le modalità tramite cui avveniva l’istruzione anche in settori sui quali siamo maggiormente informati. Ad esempio, per quanto riguarda le scuole filosofiche alessandrine del III sec. d.C., sappiamo che il rapporto maestro-discepolo variava a seconda delle intenzioni di chi si recava ad ascoltare le lezioni del did£skaloj: «schematizzando molto, si può dire che presso lo stesso maestro potevano recarsi allievi desiderosi di perfezionare un percorso culturale e allievi che avevano vissuto una

BeRu; cf. infra, n. 138] tÁj parqšnou kaˆ ¥llwn tinîn ¢paideÚtwn ¢ndrîn dialšgV kaˆ ¤per ¢koÚeij par' aÙtîn m£taia kaˆ ken¦ logÚdria pr£ttein ™pice…reij «Tu, o beata, allontanati dai vani elementi che turbano le tue orecchie. Sono venuto a sapere, infatti, che dialoghi con Taphnutia la vergine e con altri uomini non istruiti e che cerchi di mettere in pratica i vani e vuoti discorsetti che ascolti da costoro». Cf. Camplani 2006, 260.

127 Ad es., in VII 3 Mertens, Zosimo si mostra risentito poiché Teosebia ha letto gli scritti di altri

autori rispetto a quelli di Maria, su cui l’alchimista basava buona parte della sua dottrina.

128 Sulla resa di stroÚktwr si veda Mertens 1995, 26 n. 1.

profonda conversione alla filosofia»129. Sappiamo che Plotino rimase per ben undici anni presso il maestro Ammonio, con il quale si instaurò un profondo rapporto che andava ben al di là di un semplice insegnamento scolastico. Ancora Zambon scrive: «La formazione spirituale passa sostanzialmente attraverso quest’attività di scuola, anche se include una comunanza di vita che offre molte altre occasioni di scambio e di colloquio»130. Ritornando alla scienza alchemica, il rapporto di Zosimo con Teosebia si configura come un dialogo privato, basato sul continuo commento degli scritti dei più antichi maestri. Le informazioni in nostro possesso non ci permettono di circoscrivere con precisione i luoghi ed i modi di tale insegnamento: essi, comunque, sembrano slegati da qualsiasi istituzione, concependo la stessa pratica come “una via privata” di perfezionamento tecnico e, almeno nel caso di Zosimo, spirituale.

Tuttavia, accanto a questo rapporto in qualche modo esclusivo tra il nostro alchimista e Teosebia, le opere del Panopolita fanno più volte riferimento agli adepti di altri gruppi dediti all’arte alchemica131, con i quali il nostro entra in accesa polemica. Punto di partenza per una riflessione sull’argomento può essere la lettura di un passo tratto dall’estratto Perˆ

129 Zambon 2006, 168.

130 Zambon 2006, 171. Sebbene posteriore, si veda anche la pagina in cui Marino descrive i primi

insegnamenti ricevuti da Proclo ad Alessandria (Marin. Procl. 8,5-10): «Il sofista Leonade, isauro, credo, di stirpe e famoso fra la moltitudine di coloro che ad Alessandria esercitavano la sua stessa professione, non solo lo rese partecipe dei suoi discorsi, ma anche lo riteneva degno di abitare sotto il suo stesso tetto e lo fece vivere con sua moglie e i suoi figli, come fosse anch’egli suo vero figlio» (Trad. di Faraggiana 1985, 292).

131 In base ad una sezione dell’opera dello Pseudo-Democrito (CAAG II 46-48), anche il più antico

alchimista mostra di polemizzare contro i neo…, ai quali egli si oppone assieme ai suoi sumprofÁtai. Festugière 1950, 225s. considera questa parte un’aggiunta successiva, forse risalente al periodo in cui gli scritti pseudo-democritei furono epitomati. Tuttavia, il fatto che essa sia citata da autori sicuramente precedenti a questa fase, dimostra che almeno un nucleo di questa sia autentico (cf. Martelli 2007, 244-246 ). Del resto, proprio lo studio degli scritti di Zosimo mostra l’esistenza di una cospicua letteratura alchemica a lui precedente: non stupirà, dunque, che vi siano state rivalità e competizione tra differenti scuole. Per un tentativo di definizione di questi gruppi di alchimisti più antichi si veda, ad es., Taylor 1930, 113-118 e 1937, 36-42.

o„konom…aj toà tÁj magnhs…aj sèmatoj, «Sul trattamento del corpo della magnesia»132: M 158v 27-159r 16; B 147v 9-148r 9; V 108v 15-109r 22; A 133r 10-133v 4 = CAAG II 191,3-18 1 5 10 15

`O oân lÒgoj de…kthj ™stˆn p£ntwn tîn ¢gaqîn, kaqëj poÚ fhsin <Ð filÒsofoj>: ¹ filosof…a gnîsij ™stˆn ¢lhqe…aj, Î Ônta ™st…n: kaˆ ™£n tij tÕn lÒgon dšxhtai, ›xei aÙtÕn deikÚonta aÙtù ™n to‹j Ñfqalmo‹j ke…menon tÕn crusÒn. Oƒ dł m¾ ¢necÒmenoi tîn lÒgwn p£ntote kenembatoàsin, gšlwtoj „scurÒtera œrga ™piceiroàntej: oŒÒn pote gšlwta ™k…nhse Ne‹loj Ð sÕj ƒereÚj, molubdÒcalkon ™n klib£nJ Ñptîn: éste ™¦n b£lVj ¥rtouj ka…wn kwbaq…oij panhmšrioj tÚcoij. Kaˆ tufloÚmenoj toÝj swmatikoÝj Ñfqal- moÚj, oÙk õeto tÕ blanhsÒmenon, ¢ll¦ kaˆ ™fusioàto, kaˆ met¦ tÕ yugÁnai ¢nenšgkaj, ™pede…knuen t¾n tšfran. Kaˆ ™perw- tèmenoj poà ¹ leÚkwsij, ¢por»saj œlegen ™n tù b£qei aÙt¾n dedukšnai. EŁta ™pšballe calkÒn, œbapten spodÒn: oÙdłn g¦r sterrÕn, diatrape…j ¢nšsth kaˆ œfugen aÙtÕj ™n tù b£qei, kaqëj ¹ leÚkwsij tÁj magnhs…aj. Taàta dł ¢koÚsaj par¦ tîn diaferÒntwn Tafnout…h ¢pÕ toà polloà gšlwtoj ™kakèqh, æj kaˆ Øme‹j kakoàsqe ¢pÕ ¢no…aj. ”Aspasai moi Ne‹lon tÕn kwbaqhkaÚsthn: pl»rhj <Ïj> perˆ o„konom…aj <toà> tÁj magnhs…aj sèmatoj.

1 ante kaqëj add. æj M ║ 2 Ð filÒsofoj addidi ║ Â BA : e„ MV ║ ™stˆn MBVA : e„sˆ BeRu ║ 3 aÙtù om. BA ║ 4 post Ñfqalmo‹j add. aÙtoà BA ║ tÕn om. MV ║ \\a [i.e. crusÕn BeRu] BA : a MV ║ 5 p£ntote MV : ¢eˆ BA ║ 6 molubdÒcalkon BeRu : § MBVA ║ 7 b£lhj M : -llhj BAV ║ 9 oÙk êeto BA : oÙk…eto M : oÙk ‡eto V ║ 10 ™perwtèmenoj B : -omenoj MVA ║ 11 post leÚkwsij add. kaˆ MBA ║ 12 ™pšballe BA : -ebalen MV ║ calkÕn BeRu : d MV : e BA ║ 13 ante diatrape…j add. eŁta V ║ 14 magnhs…aj BeRu : _ MBVA ║ dł MBA : goàn V ║ par¦ MV : perˆ BA ║ 15 tafnout…h MV : pafnout B : pafnout…ou A ║ 16 Øme‹j

132 Tramandato da M 157v-159r; B 145v-148r; V 106v-109r; A 131v-133v; edito in CAAG II 188-

191.

MBA : ¹- V ║ 17 kwbaqhkaÚsthn MV : kwbaqŽ- BA ║ post pl»rhj add. ı M, sed add. *perˆ — sèmatojı (eadem manu) : om. BVA ║ Ïj addidi ║ toà add. BeRu

«La ragione è rivelatrice133 di tutti i beni, come dice da qualche parte il filosofo134; la filosofia è conoscenza della verità, che comprende le cose che sono; e colui che accetterà la ragione, avrà la stessa ragione a mostrargli l’oro posto davanti agli occhi. Coloro che, invece, non si attengono ai ragionamenti135, sempre camminano nel vuoto, intraprendendo azioni che sono motivo di grande derisione. Ad esempio, suscitò il riso il tuo sacerdote Nilo, quando arrostì la lega rame-piombo in un fornello per pane: cosicché, se si gettano dei pani136, ci si ritrova a bruciare con cobhathia137 per un giorno intero. Ed egli con gli occhi del corpo accecati, non presagiva il suo insuccesso138, ma addirittura soffiava sul fuoco e, avendo preso la cenere dopo che si era raffreddata, la mostrava. E a chi gli domandava dove fosse l’imbianchimento, arrossendo rispondeva che era penetrato in profondità. Quindi gettava del rame, tingeva le scorie: nulla rimaneva, infatti, di consistente. Egli si allontanò perplesso e si rifugiò lui stesso nella profondità

133 Per l’utilizzo di de…kthj, cf. Orph. H. VIII,16: de‹kta dikaiosÚnhj.

134 La caduta di Ð filÒsofoj può essere stata causata dalla vicinanza di ¹ filosof…a. Si deve

notare che i codici interpungono: kaqëj poÚ fhsi ¹ filosof…a: gnîsij ktl. In genere con l’espressione ‘il filosofo’ si intende, negli scritti alchemici, lo Pseudo-Democrito.

135 Abbiamo, in questo punto, un interessante passaggio: Zosimo, che inizialmente ha utilizzato

l’espressione Ð lÒgoj quasi ad indicare un’entità autonoma, capace di mostrare l’oro della conoscenza, passa ora al plurale lÒgoi, ‘ragionamenti, processi razionali’, dal tono molto più concreto. Il discorso, del resto, tratta ora di questioni più pratiche, legate alle procedure che i vari adepti utilizzavano nel trattamento degli ingredienti.

136 Il termine ¢rtÕj è proprio anche del lessico metallurgico, per indicare ‘pani di metallo’. Nel

nostro caso, poiché Zosimo sta polemizzando sul tipo di forno usato da Nilo, l’utilizzo del termine acquisterà un valore aggiuntivo: Nilo getta i metalli come se fossero del pane (cf. CAAG III 187).

137 Si tratta probabilmente di solfuri di arsenico; cf. Martelli 2007, 275.

138 Lett. ‘ciò che sarebbe stato impedito’. In genere blabhsÒmenoj significa ‘che sarà

danneggiato, privato’; tuttavia, perché il participio possa avere anche nel nostro passo tale valore, bisognerebbe correggere tÕ in aÙtÕn.

dove risiedeva la bianchezza della magnesia. Taphnutia139 venne a sapere queste cose da alcuni che gliele riferirono e si afflisse per il loro gran ridere, come anche voi vi affliggete per la vostra poca intelligenza. Porta i miei saluti a Nilo, il bruciatore di cobathia140. Sii soddisfatta per quanto riguarda il trattamento del corpo della magnesia»141.

Dando prova di un’ironia piuttosto pungente, Zosimo presenta la figura del sacerdote Nilo, con cui la sua interlocutrice Teosebia era evidentemente in contatto. La causa della polemica sembra risiedere in una questione tecnica: il prete vuole imbiancare una lega rame-piombo con dei solfuri di arsenico, secondo una pratica invero abbastanza diffusa nei testi alchemici: tuttavia, forse a causa del forno utilizzato, il procedimento non riesce e Nilo viene deriso da chi assiste all’insuccesso. L’ambiente nel quale si svolge tale episodio non viene precisato da Zosimo, sebbene non si possa escludere che esso si sia consumato in una zona annessa a qualche santuario: lo stesso Panopolita, del resto, racconta di aver visto un forno nei pressi del tempio di Menfi142. La prima parte dell’estratto, tuttavia, insiste sulla razionalità che deve regolare chi si dedica alla pratica alchemica; questa sembra mancare al sacerdote che non conosce i giusti strumenti con cui compiere le operazioni di leÚkwsij. Lo stesso Nilo, inoltre, sarà l’oggetto di una polemica altrettanto interessante tramandata dal Corpus Syriacum:

Berthelot-Duval 1893, 228: «Les philosophes qui ont exécuté une préparation ont dit comment il fallait l’entendre. On fait des figures, des

139 La medesima adepta è citata anche al paragrafo precedente (CAAG II 190,11): su questo nome,

di matrice egiziana, si veda Letrouit 1995, 22 n. 49: tafnout…h proverrebbe da ta-pз-n¹r, ‘quella del dio’.

140 KwbaqhkaÚsthj è un hapax.

141 Gli estratti di Zosimo si concludono spesso ribadendo che si è detto tutto il necessario

sull’argomento trattato (cf. CAAG II 148,4s.; 153, 12s.; 177, 13s.; 183,23s.), secondo un modello che forse risale allo Pseudo-Democrito (cf. CAAG II 48,2s.). Anche in questo caso Zosimo si rivolgerà a Teosebia, la sua abituale interlocutrice.

142 VII 8-10 Mertens: `Eèraka e„j tÕ ƒerÕn Mšmfidoj ¢rca‹on kat¦ mšroj keimšnhn tin¦

k£minon ¿n oÙdł sunqe‹nai eáron oƒ mÚstai tîn ƒerîn, «Ho visto nell’antico tempio di Menfi un forno ridotto in pezzi che nemmeno gli iniziati alle cose sacre riuscivano a ricomporre».

statues, des images de serpents et d’animaux [...]. Je méprise les disciples de Nilos qui admiraient des choses indignes d’admiration; ils étaient en effet ignorants et on leur appliquait la parole qui dit: “Connais-toi toi- même”. Cette parole même, ils ne l’admiraient pas.

Telles sont les choses relatives à la teinture du cuivre et des alliages, ô femme...143 Je pense que les anciens, par suite de leur esprit de jalousie, n’écrivirent pas ces choses; mais il les firent connaître en secret aux prêtres seuls. Les hommes étaient saisis de crainte à la vue des images; ils pensaient qu’elles étaient animées et qu’elles tenaient leurs couleurs de la nature vivante; à tel point qu’ils n’osaient pas les regarder en face, pour crainte de la nature vivante des membres et de la figure de l’objet façonné. Peu nombreux étaient ceux qui pensaient qu’elles étaient faites par la composition et l’artifice des hommes; attendu que cela ne se disait qu’en secret et en cachette».

Il sacerdote Nilo viene nuovamente interpellato e criticato in questo passo intriso di elementi tipicamente egiziani, legati a credenze che affondano le proprie radici nell’età faraonica. Zosimo ricorda gli artigiani che lavorano per i templi, la manifattura di statue nella quale si cela il segreto delle manipolazioni metallurgiche. Queste tuttavia, non sono un fatto miracoloso o magico, ma il frutto del lavoro e della perizia degli uomini, che cono- scono le tecniche appropriate per colorare le statue e farle sembrare vere144. Al contrario, i sacerdoti sono i garanti di queste credenze per le quali tali simulacri sono vivi, immagini e presenza delle stesse divinità nel tempio: il fedele non osa guardarle negli occhi, pervaso da un timore reverenziale. Si delinea, in sostanza, una contrapposizione estremamente interessante tra la classe sacerdotale, legata alla cultura tradizionale, e la figura dell’alchi- mista che, con spirito per così dire scientifico, indaga i fenomeni metal- lurgici cercando di comprenderne e spiegarne i meccanismi. Alla base di una simile rottura si pone sicuramente la penetrazione della cultura greca in Egitto, che ormai nel III/IV secolo ha una tradizione secolare e forma lo

143 Nel passaggio dal f. 39v al f. 40r Berthelot-Duval inseriscono questi puntini ad indicare

l’omissione di qualche parola o riga (non viene specificato) non leggibili nel codice di Cambridge. Di questo testo i due studiosi riportano solo la traduzione, senza editare il testo siriaco.

144 Cf. Supra, pp. 71s.

spirito di chi cerca di studiare i fenomeni naturali nelle sue più diverse manifestazioni. L’atteggiamento di Zosimo nei confronti della classe sacerdotale non è certo sempre così fortemente polemico. A volte il Panopolitinano, infatti, introduce le sue critiche con toni meno espliciti, come nel passo di Sulla lettera omega al quale abbiamo già fatto riferimento, in cui vengono ricordati i due tipi di medicina praticati in Egitto: la contrapposizione tra i sacerdoti, che guarivano grazie ai metodi tradizionali, e gli esperti laici, che invece si formavano sullo studio dei manuali145, lascia solo intravedere l’adesione intellettuale del Panopolitano nei confronti di questi ultimi146. In questo senso, l’opera dell’alchimista può essere letta come un’interessante testimonianza del difficile dialogo tra la cultura religiosa egiziana, conservatrice, che legava le pratiche metallur- giche alla sfera cultuale del tempio, ed una nuova tendenza culturale e spirituale, della quale l’autore si fa portavoce. Solo un’indagine più approfondita sulla personalità di Zosimo, che ne cerchi di districare le differenti e svariate componenti, potrà delineare un quadro più completo dell’opera, che sembra prefigurarsi come una fonte importante per comprendere un’epoca nella quale tendenze razionalistiche e pulsioni

145 Su queste due scuole cf. Marganne 1985, 3-16, e Mertens 1995, 118 n. 107.

146 Nella descrizione dei metodi propri dei preti trapela, infatti, un velato tono critico (I 175-185

Mertens): Fšre e„pe‹n, kateagÒtoj Ñstšou, ™¦n eØreqÍ ƒereÝj Ñstodšthj, di¦ tÁj „d…aj deisidaimon…aj poiîn koll´ tÕ Ñstoàn éste kaˆ trismÕn ¢koàsai sunercomšnwn e„j ¥llhla tîn Ñstšwn. 'E¦n dł m¾ eØresqÍ ƒereÚj, oÙ m¾ fobhqÍ ¥nqrwpoj ¢poqane‹n, ¢ll¦ fšrontai „atroˆ œcontej b…blouj: [...] kaˆ ¢pÕ bibl…ou peridesme‹tai Ð ¥nqrwpoj mhcanikîj kaˆ zÍ crÒnon, t¾n Øge‹an poris£menoj kaˆ oÙ d»pou ™f…etai ¥nqrwpoj ¢poqane‹n di¦ tÕ m¾ eØrhkšnai ƒerša Ñstodšthn, «Si prenda il caso di una frattura ossea: se si trova un sacerdote ortopedico, egli, operando con la religiosità che gli è propria, rinsalda l’osso cosicché si sente lo stridore delle ossa che si ricompongono l’una con l’altra. Tuttavia, se non si trova un sacerdote, l’uomo non deve temere di morire, ma intervengono i medici con i loro libri; [...] e in base alle indicazioni del trattato, l’uomo è fasciato con apparecchi appropriati e continua a vivere, avendo recuperato la salute, e non si permette assolutamente che egli muoia per non aver trovato un sacerdote ortopedico». Il metodo dei santuari, basato su preghiere e tecniche più rudimentali, viene paragonato a quello più razionale degli „atro…. L’insistenza sullo stridore delle ossa che si ricompongono e la chiusura, che insiste ancora sulla non esclusività della medicina