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te fÒnia) e l'ossimoro mšlainan a‡glan che chiude l'antistrofe (v 549) conferiscono al quadro visivo profondità e ambiguità di tessuto concettuale, con l'epodo che esplora la

dimensione dell'intimità domestica nell'alternanza tra compiacimento pittorico e densità

espressiva

274

(cf. la sinestesia foin…a bo£ ai vv. 555s., la personificazione della guerra in

Ares che lÒcou d' ™xšbaine al v. 560, e inoltre la preziosità di iuncturae come sfagaˆ d'

¢mfibèmioi al v. 561, kar£tomoj ™rhm…a al v. 564). L'effetto chiaroscurale si staglia quale

cifra dell'imagery del II stasimo, a cui corrisponde una facies linguistico-sintattica che forza

all'estremo la lingua, nell'insistito utilizzo di aggettivazione lussureggiante

275

(Salamina è

omaggiata con due epiteti di conio euripideo, melissotrÒfoj e perikÚmwn ai vv. 799s.) e

attraverso una sorta di «autogerminazione dell'immagine»

276

, che si dispiega nell'accumulo di

quadri descrittivi

277

dai nessi non sempre perspicui: l'alternanza tra il ricordo della prima

274

La pregnanza che l'epodo indubbiamente detiene sul piano della funzionalità drammatica è segnalata da Dyson-Lee 2000, 18; con il I stasimo si ha un ampliamento prospettico del modulo trenodico, che dalla mera contemplazione dei propri mali («early in the play Euripides has presented the pain of Hecuba and the Chorus as chiefly a response to their own situations and not as a feeling of sympathy for the whole community», 17s.) si allarga ad abbracciare l'intera città e, dunque, la sofferenza dei bambini (vv. 57ss.): l'enfasi sul coinvolgimento dei piccoli, sublimato nello straziante quadro della separazione del tšknwn plÁqoj dalle braccia delle madri nel III stasimo (vv. 1089s. tšknwn dł plÁqoj ™n pÚlaij / d£krusi kat®ora stšnei), trova evidenza drammatica nella separazione forzata tra Andromaca ed Astianatte (vv. 782-785), in una sequenza che «has the appearance of a deliberate build-up, with the presence of children reserved until they can be introduced to the required effect».

275

Barlow 1986, 200 segnala l'occorrenza di «impressive compound epithets»: toxofÒrJ (v. 804), pontopÒron (v. 811), kallig£lana (v. 837), leukoptšrou (v. 847), teknopoiÒn (v. 852).

276

Di Benedetto 1971, 246: l'impiego di tale modulo espressivo «dimostra come il poeta accarezzi con l'immaginazione ciò che racconta e indugi nella descrizione senza curarsi troppo di spingere il discorso in avanti».

277

Cf. Burnett 1977, 299s.: interessante l'individuazione, nello stasimo, di un discrimen di genere sessuale tra la spedizione greca («imaged as exclusively masculine both in impulse and in composition»), immersa in un tessuto lessicale e visivo epico, e lo statuto ‘materno’ di Troia (di cui emergono quali unici caratteri distintivi «the original female water and earth»), cui viene meno qualsiasi forma di protezione da parte dell'universo maschile («the masculine towers and wall are gone and [...] there never was a male defense of Troy»); similmente Dyson-Lee 2000, 21s.: «the tragedy to which the natural environment responds is conceived in a new way, as if the whole community were women being torn from three generations of their families [...] Even the children who cry at the gates are girl (mÒnan, 1091)»; Burnett rileva inoltre (300 n.12) un contatto tra i vv. 810s., con la menzione del remo che l'¥nqoj `Ell£doj (immagine di matrice eschilea: cf. Pers. 59, 252, 925; Ag. 197) lascia cadere sul Simoenta, e i cacciatori armati che in Aesch. Ag. 695ss. inseguono la fuggitiva Elena kat' ‡cnoj plat©n ¥fanton / kels£ntwn SimÒentoj ¢-/kt¦j ™p' ¢exifÚllouj: la studiosa riconduce questo episodio di allusività ad un preciso intento euripideo di rapportarsi, con la trilogia troiana del 415, al modello rappresentato da Eschilo.

'Ilioupšrsij, capitanata da Eracle e Telamone, e l'indifferente e iperurania serenità di

Ganimede (prÒswpa kallig£lana, vv. 835ss., è la iunctura che dipinge l'espressione del

giovane coppiere degli dèi) di fronte alla distruzione di Troia e al grido di dolore del mare

(vv. 825s.) visualizza uno iato incolmabile tra la divinità e la stirpe di Dardano, una distanza

che la menzione dell'amore di Eos (la quale pure eŁde perg£mwn Ôleqron, v. 851) per Titono

può solo acuire (t¦ qeîn dł / f…ltra froàda Tro…v, vv. 857s.); pur in un impianto lirico di

sapore pindarico Euripide non rinuncia ad inserire un perspicuo segnale della funzionalità e

rilevanza che questo II stasimo detiene sul piano dell'imagery complessiva della pièce: l'enfasi

posta sulla vicenda delle mura della città è infatti un motivo che, sul doppio binario letterale-

metaforico, percorre l'intero arco delle Troiane

278

, e se la ricercata iunctura kanÒnwn

tuk…smata (v. 814) rimanda scopertamente, attraverso la figura di Febo, alla menzione

dell'edificazione della città da parte di Poseidone prolog…zwn (vv. 5s. Fo‹bÒj te k¢gë

la…nouj pÚrgouj pšrix / Ñrqo‹sin œqemen kanÒsin), quelle stesse mura (i te…ch del v.

817), simbolo dell'amore divino nei confronti della città (attraverso la valenza metaforica del

verbo purgÒw

279

, di cui è illuminante esempio il v. 843 æj tote młn meg£lwj Tro…an

™pÚrgwsaj), recideranno i riccioli

280

e la vita dell'ultima speranza di Troia, Astianatte (vv.

1173-1178 dÚsthne, kratÕj éj s' œkeiren ¢ql…wj / te…ch patrùa, Lox…ou purgèmata, /

Ön pÒll' ™k»peus' ¹ tekoàsa bÒstrucon / fil»masin t' œdwken, œnqen ™kgel´ / Ñstšwn

·agšntwn fÒnoj

281

). Di matrice ancora pindarica l'imagery sottesa alla seconda coppia

strofica della parodo (vv. 197-234), in un paradossale contrasto tra lo splendore pittorico del

quadro paesaggistico di un Occidente idealizzato, evocato dal Coro attraverso l'utilizzo del

278

La perfetta consequenzialità e transitività tra la sopravvivenza della città e la solidità delle sue mura emerge come un motivo di fondo della tragedia, le cui occorrenze in apertura (vv. 5s.), nel II stasimo (814-818) e in chiusura (vv. 1295ss.) ne richiamano la pregnanza, altresì riconducibile al dato per cui «they are the physical embodimentof the Trojan community» (Barlow 1971, 117).

279

Che conferisce alla gnome enunciata da Ecuba ai vv. 612s. un portato di tangibile significatività: Ðrî t¦ tîn qeîn, æj t¦ młn purgoàs' ¥nw / tÕ mhdłn Ônta, t¦ dł dokoànt' ¢pèlesan.

280

Cf. Battezzato 1995, 154s., in cui il taglio rituale dei capelli che Astianatte promette ad Ecuba per onorarne la futura dipartita (vv. 1182ss.) riceve compimento nella «singolarità della metafora usata per descrivere lo scempio provocato dalla caduta» del corpo del fanciullo dai bastioni di Troia: nel contesto della strategia euripidea di assunzione dei topoi trenodici all'interno del modulo monologico, il motivo della morte prematura del giovane «viene inserito in un gioco di rovesciamenti e attese perversamente realizzate».

281

Barlow 1971, 117 rimarca opportunamente le connotazioni sinestetiche (vista e suono) del verbo ™kgel£w: «the blood not only shines, but gurgles like the noise of laughter, as it gushes out from the gaping wound».

modulo espressivo dell'evasione verso terre lontane

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, e la cruda realtà di esilio e prigionia