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Oto-pameano

Nel documento Lingue senza consonanti bilabiali (pagine 83-91)

CAPITOLO 2. LA FAMIGLIA OTOMANGUEA

2.6 Oto-pameano

Il ceppo oto-pameano è il primo dei quattro ceppi occidentali che analizzeremo. Al loro interno il fenomeno in questione è molto più raro. Generalmente le bilabiali sono infatti presenti anche in parole native e, quantitativamente, non si distaccano in maniera significativa dalle altre consonanti, come invece accade in quelli orientali. Esso costituisce, inoltre, quello più settentrionale delle lingue otomanguee. Gli Stati messicani in cui esso è parlato sono soprattutto Hidalgo ma anche Veracruz, Puebla, Tlaxcala, Messico, Queretaro e Guanajuato (cfr. Voigtlander & Echegoyen 1985, p. 10).

Tutte le lingue di questo ramo presentano una quantità normale delle tre consonanti bilabiali prese in considerazione. Nei due paragrafi seguenti riporto a titolo d'esempio l'inventario fonemico di una lingua per ciascuno dei due rami.

2.6.1. Otomí

Esso si suddivide ulteriormente in quattro sotto-rami: otomí /ɔtɔˈmi/ (9 lingue), mazahua /maˈzawa/ (2), matlatzinca /matlaˈt͡siŋka/ (1) e ocuilteco /okwilˈtɛko/ (1), gli ultimi due talora unite in uno stesso sotto-ramo (cfr. Ethnologue). Le varietà dell’otomí in senso stretto sono suddivise in nord- orientale, nord-occidentale e sud-occidentale (cfr. Newman & Weitlaner 1950, p. 2). Il seguente inventario fonemico è tratto dalla descrizione di Voigtlander & Echegoyen, basata sull’otomí della Sierra. I possibili tipi di tono nell’otomí della Sierra in particolare sono quattro: alto, basso, ascendente e discendente. I proclitici possono avere solamente i primi due toni, ossia quelli costanti e non le loro combinazioni (cfr. Voigtlander & Echegoyen 1985, pp. 13-25).

Tavola 2.21. Sistema vocalico dell’otomí della Sierra.

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Chiuse Semichiuse Semiaperte Aperte i ĩ e ẽ u ũ o õ a ã ɨ ɘ ɑ

Bilabiali Alveolari Dentali Palatali Velari Glottidali Occlusive p b t d k g ʔ Fricative ɸ s z θ ʃ x h Nasali m n Laterali Vibranti r Approssimanti j

Tavola 2.22. Sistema consonantico dell’otomí della Sierra.

2.6.2 Pameano /pameˈano/

Questo ramo è parlato nello stato di San Luis Potosí ed è costituito dalle lingue pameana settentrionale, centrale, meridionale e dal chichimeco /t͡ʃit͡ʃiˈmɛko/. Per la precisione, il pameano meridionale, ad oggi estinto, si estendeva anche in altri stati, quali Messico e Hidalgo (cfr.

Ethnologue). L’inventario qui riportato è tratto dalla grammatica fonologica di Berthiaume e fa

riferimento al pameano settentrionale (cfr. Berthiaume 2012, pp. 20-37). La presenza di /o/ come fonema non è certa in questa lingua ma essa si riscontra tuttavia nel pameano centrale. Un particolare degno di nota è la mancanza, rispetto alla simmetria del sistema, dell’occlusiva bilabiale sorda glottidalizzata. Il pameano ha due tipi di tono, alto e ascendente, che sono contrastivi solo a livello di radice di parola (sede dell’accento tonico), che, salvo una eccezione, è sempre monosillabica. Il tono ascendente, nel caso in cui non vi sia una sillaba immediatamente successiva, causa un allungamento della sillaba stessa (cfr. ibidem, p. 33). Questi due tipi di tono possono essere estesi al resto della parola se esso è costituito da una sonorante o un’intera sillaba (cfr. ibidem, p. 37).

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Chiuse Semichiuse Semiaperte Aperte i ĩ e ẽ u ũ o a ã ɨ ǝ̃ ǝ æ ǣ ɑ ɑ̃

Tavola 2.23. Sistema vocalico del pameano settentrionale.

Bilabiali Alveolari Palatali Velari Glottidali

Occlusive p/pʰ b t /tʰ/t’ d k/kʰ/k’ g ʔ Fricative s ʃ h Affricate t͡s/t͡sʰ/t͡s’ t͡ʃ/t͡ʃʰ/t͡ʃ ‘ Nasali m/mʰ/m’ n/nʰ/n’ ɲ/ɲʰ/ɲ’ Laterali l/lʰ/l’ ʎ/ʎʰ/ʎ’ Vibranti ɾ ɾʲ Approssimanti j w

Tavola 2.24. Sistema consonantico del pameano settentrionale.

2.7 Chinanteco /t͡ʃinanˈtɛko/

Questo ceppo è il più vicino genealogicamente a quello oto-pameano. Esso è parlato nella zona nord-orientale dello stato di Oaxaca, dove mantiene spesso ancora una predominanza sullo spagnolo (cfr. SIL México). Sono state isolate in uno studio compiuto da Egland (1978 in Rensch 1989, pp. 3- 4) 14 varietà fra cui non esiste mutua intelligibilità:

1. Ojitlán /ɔxiˈtlan/ 2. Usila /uˈsila/

3. Tlacoatzintepec /tlakɔat͡sinteˈpek/, Mayultianguis /majulˈtjaŋgwis/, Quetzalapa /ket͡saˈlapa/ 4. Chiltepec /t͡ʃilteˈpek/

5. Sochiapan /sɔˈt͡ʃjapan/ 6. Tepetotutla /tepetɔˈtutla/ 7. Tlatepusco /tlateˈpuskɔ/ 8. Palantla /paˈlantla/

9. Valle Nacional /ˈbaje nasjoˈnal/ 10. Ozumacin /ɔzuˈmasin/

11. La Alicia /la aˈlisja/, Río Chiquito /ˈriɔ t͡ʃiˈkwitɔ/, Lalana /laˈlana/, Tepinapa /tepiˈnapa/ 12. Lealao /leaˈlao/

13. Quiotepec kjoteˈpek/ , Yolox /joˈloks/ 14. Comaltepec /komalteˈpek/

Per quanto riguarda una classificazione interna, esistono diverse proposte tutto sommato non particolarmente divergenti fra di loro, sebbene quelle precedenti a quella di Rensch (cfr. Rensch 1989, pp. 7-8) fossero basate principalmente su criteri antropologici piuttosto che linguistici. L’autore divide la chinanteca nelle seguenti cinque aree linguistiche, che coincidono in parte con le

aree identificate precedentemente da Bevan (1938): I (coincidente con l’area nord-occidentale di Bevan, comprendente le varietà elencate ai punti 1-5); II (parte dell’area centrale, punti 6-8); III (altra parte dell’area centrale, punti 9-10); IV (area sud-orientale, punti 11-12); (area delle Highlands, punti 13-14).

Anche dal punto di vista fonologico esistono alcune differenze. Riporto di seguito un sistema fonologico contenente i suoni presenti nella maggior parte delle varietà secondo Rensch (cfr. Rensch 1968, pp. 19-32).

Tavola 2.25. Sistema vocalico del chinanteco.

Bilabiali Alveolari Labio- dentali

Dentali Palatali Velari Glottidali

Occlusive p b t/tj d ç k g ʔ Fricative s z f θ h Affricate t͡s t͡ʃ Nasali m n ɲ ŋ Laterali l Vibranti r Appross. j w

Tavola 2.26. Sistema consonantico del chinanteco.

La fricativa labio-dentale è presente principalmente in ispanismi e talora può essere realizzata come fricativa bilabiale. La vocale centrale chiusa non arrotondata è descritta da alcuni autori come posteriore. Le approssimanti vengono considerate da alcuni autori solo come allofoni di /i/ e /u/. Il chinanteco di Quiotepec possiede un inventario più ricco delle altre varietà, includendo la vocale

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Chiuse Semichiuse Semiaperte Aperte i ĩ e ẽ u ũ o õ a ã ɘ̃ ɘ ɨ

anteriore chiusa arrotondata, le occlusive palatali sorda e sonora e la fricativa velare sonora (cfr. Robbins 1968, pp. 22-3). Per quanto riguarda il tono, riscontriamo la presenza di tre livelli nelle varianti di Palantla, Lalana e Sochiapan; quattro in quelle di Ojitlán, e Quiotepec e cinque in quella di Usila (cfr. Rensch 1968, p. 22). Un caso interessante è quello del chinanteco di Quiotepec, peraltro uno degli idiomi con il sistema fonologico più ampio, che in realtà viene descritto da Robbins, come una lingua con un sistema tonale in transizione da tre livelli più l’accento ad uno a quattro livelli (cfr. Robbins 1968, pp. 24-6). L’autore ha proposto una dettagliata analisi dei quattro toni descritti finora, osservando come in realtà la differenza fra i due intermedi sia dovuta ad una differenza di accento piuttosto che d’altezza. Sebbene, infatti, essi vengano talora realizzati anche con altezze diverse, questo sembra essere dipendente dal contesto. Del resto il ruolo chiave dell’accento in questo idioma appare evidente. L’autore esamina le possibili combinazioni dell’accento con i toni in riferimento ai tre tipi di sillaba libera (breve, lunga ed estesa). Su tutte e tre può esservi la presenza di toni combinati, anche se su quella breve l’unica combinazione possibile è da alto a medio, quando essa è accentata. Sulla sillaba estesa, in particolare, possono verificarsi tutte le possibili combinazioni (tono solo sul nucleo, solo sull’estensione, su entrambi o in nessuno dei due), sia nel caso di tono medio, sia nel caso di tono ascendente26. Il tono discendente

e quello discendente-ascendente non possono cadere su sillabe brevi e, dove presenti, non mostrano una precisa correlazione con l’accento. Per quanto riguarda, invece, le sillabe controllate, l’accento può comparire soltanto in quelle estese, che terminano sempre con il tono alto. Le sillabe interrotte, infine, non possono mai avere accento (cfr. ibidem, pp. 27-32).

Passiamo ora ad un’osservazione più dettagliata della presenza di bilabiali in questo ramo. Bilabiale nasale

È presente sia in parole native (mā hǟ ‘pranzo’) (cfr. Rupp 2012, p. 97), sia in prestiti (ami ‘amico’) (cfr. ibidem, p. 3) in tutte le varietà tranne che in quella di Temextitlán (Rensch 1968, p. 26). Esiste inoltre il prefisso ma- per indicare un’azione da poco compiuta o in atto (cfr. Rupp 2012, p. 97). Bilabiale sonora

Se ne riscontra una completa assenza nelle varietà di Ojitlán, Chiltepec, Tlacoatzintepec, Sochiapan, Quetzalapa, Zapotitlán, Mayultianguis (cfr. Rensch 1968, p. 19), sebbene in alcuni casi possa occorrere in prestiti. Nelle lingue in cui è presente, costituisce comunque la bilabiale meno frequente. Essa è tuttavia riscontrabile talora in prefissi come bi, che conferisce diversi significati ai verbi a seconda del tono. Altri esempi sono bay ‘forte’ e burro ‘asino’, prestito inalterato dallo spagnolo (cfr. Rupp & de Rupp 1996, pp. 3-4).

Bilabiale sorda

Esiste in tutte le varietà sia in parole native (peer ‘tanto’) sia in prestiti (pero ‘però’) (cfr. Rupp

2012, p. 121). Pur essendo più frequente della sonora, la sua presenza, al pari della nasale, risulta decisamente più limitata rispetto a quanto non accada negli altri tre ceppi occidentali.

2.8 Chiapaneco-mangue

Il ceppo chiapaneco-mangue, altrimenti detto chorotegano, è l’unico ceppo completamente estinto della famiglia otomanguea. Esso è suddivisibile in due rami, il chiapaneco e il chorotegano-mangue, quest’ultimo ulteriormente diviso in chorotegano e mangue, ritenuti tuttavia varianti dialettali di una stessa lingua. Le popolazioni parlanti tali idiomi si stanziarono in una zona del Nicaragua, provenendo dal Messico fra i secoli VIII e XIII d. C., dopodiché vi fu una migrazione verso il Costa Rica (cfr. Quirós Rodríguez 1999, p. 13). Chiaramente si tratta del ceppo otomangueo meno documentato ma è comunque possibile descriverne il sistema fonologico. Di seguito riporto l’inventario fonemico secondo Quirós Rodríguez riguardante in particolare il chorotegano (cfr.

ibidem, pp. 35-7 e 49-50). Esso potrebbe rappresentare un’eccezione all’interno di una famiglia con

una tonetica così complessa come l’otomangueo. Esiste, infatti, la possibilità, quantomeno secondo Kaufman, che esso non sia una lingua tonale. Se così non fosse, la distinzione prevista avrebbe comunque contato solamente due toni (cfr. Kaufman 2006 in Siddiqi et alii 2019, p. 354).

Tavola 2.27. Sistema vocalico del chorotegano.

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Chiuse Semichiuse Semiaperte Aperte i u a

Bilabiali Alveolari Palatali Velari Glottidali Occlusive p t k Fricative s h Nasali m n ɲ Laterali l’ Vibranti ɾ Approssimanti j w

Tavola 2.28. Sistema consonantico del chorotegano.

La presenza del più ridotto sistema vocalico esistente, in contrasto con gli altri ceppi, viene giustificata dall’autore come un fenomeno areale. Egli riferisce tuttavia la probabile esistenza di svariate varianti allofoniche.

Osserviamo la presenza di consonanti bilabiali nel dettaglio. Bilabiale nasale

È ampiamente presente in parole native (es. nasomeyamo ‘figlio’) (cfr. Quirós Rodríguez 1999, p. 45).

Bilabiale sonora

Risulta assente come fonema. Il grafema b è tuttavia largamente presente nel cluster consonantico

bm, realizzato però /pm/. È possibile che vi sia una sonorizzazione nel caso del cluster mb

(nambakuta ‘tavolo’) (cfr. Quirós Rodríguez 1999, p. 45). Alcune fonti riportate dallo stesso autore includono, però, alcune parole con questo grafema al di fuori dei cluster con la nasale (botupa ‘correre’) (cfr. ibidem 1999, p. 46).

Bilabiale sorda

Come accade per la nasale, essa è ampiamente presente in parole native (naripo ‘pomodoro’) (cfr. Quirós Rodríguez 1999, p. 46).

2.9 Tlapaneco-subtiaba

Si tratta dell’ultimo ceppo inserito dai linguisti nella famiglia otomanguea. Per molto tempo, infatti, esso venne escluso dagli studi svolti su questa famiglia perché considerato da Sapir (1925a, 1925b) appartenente all’hokan (cfr. Campbell E. W. 2017, p. 8). Fu poi Suárez (1986) a dimostrarne definitivamente l’appartenenza all’otomangueo, basandosi anche sulle intuizioni di Rensch (cfr.

ibidem, p. 9). Questo ceppo è suddiviso in due rami: il tlapaneco, ancora attualmente parlato in

Messico, e il subtiaba, estinto ma parlato precedentemente in Nicaragua (cfr. SIL México). Esaminiamo ora più dettagliatamente i due rami.

2.9.1 Tlapaneco

Conosciuto anche con il nome indigeno di Mè’phàà, il cui uso sta aumentando nettamente negli ultimi tempi, è un ramo costituito da diverse varietà parlate principalmente nello stato di Guerrero. Sebbene se ne possano distinguere almeno sette, sulla base dei principali centri in cui esso è parlato (Acatepec, Azoyú, Malinaltepec, Teocuitlapa, Tlacoapa, Zapotitlán Tablas e Zilacayotitlán) (cfr. SIL

México), Glottolog ammette l’esistenza di sole quattro lingue: Acatepec /akateˈpek/, Azoyú

/azɔˈju /, Malinaltepec /malinalteˈpek/, Tlacoapa /tlakɔˈapa/ (cfr. Glottolog 3.3). Occorre precisare che è molto difficile eseguire test di mutua intelligibilità in questo caso, dato che i parlanti spesso apprendono più di una varietà (cfr. SIL México). Riporto di seguito l’inventario fonemico del tlapaneco di Acatepec (cfr. Marlett & Neri Remigio, pp. 2-6).

Tavola 2.29. Sistema vocalico del tlapaneco di Acatepec.

Bilabiali Alveolari Palatali Velari Glottidali

Occlusive p b/ᵐb t d/ⁿd k/kʷ g/ɡʷ/ᵑɡ/ ᵑɡʷ ʔ Fricative s ʃ h/hʷ Affricate t͡s ͡ tʃ d͡ ʒ/ⁿ ͡dʒ Nasali m n ŋ Laterali l Vibranti r Approssimanti j w

Tavola 2.30. Sistema consonantico del tlapaneco di Acatepec.

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Chiuse Semichiuse Semiaperte Aperte i ĩ e ẽ u ũ o õ a ã

Oltre ad essere distinte in base al tratto di nasalizzazione, le vocali possono essere differenziate dalla lunghezza e dalla presenza o meno del colpo di glottide dopo di esse. Esistono tre tipi di tono, alto, medio e basso, che possono presentarsi singolarmente o in associazione, dando così origine alle combinazioni alto e medio, medio e alto, basso e medio, medio e basso (cfr. Marlett 2012, p. 8). Le consonanti bilabiali sono presenti in quantità decisamente normale rispetto alle altre.

2.9.2 Subtiaba

Questo ramo attualmente estinto era parlato in Nicaragua, nella città di León, dove esiste ancora un quartiere con questo nome. È presente tuttavia materiale su questa lingua, soprattutto nell’opera di Lehmann (1920) (cfr. Campbell L. 1975, pp. 80-1). In base al materiale presente si nota la sua stretta correlazione con il tlapaneco, rispetto a cui è persino ipotizzabile che il subtiaba fosse semplicemente un dialetto (cfr. Wheathers 1975, pp. 367-8). In questa lingua sono presenti tutte e tre le bilabiali prese in considerazione, come del resto accade per quanto riguarda l’altro ramo. Molto spesso possiamo riscontrare la presenza di tali consonanti proprio in parole imparentate delle due lingue. Osserviamo i seguenti esempi tratti da Wheathers (cfr. ibidem, p. 369), in cui riporto prima la versione in subtiaba e poi quella in tlapaneco: imbắ /mbá ‘uno’; ā́pū́/àhmà ‘due’;

dăgā́bă/ràgābā ‘rospo’; rūbắ/šúbà ‘ciotola di argilla’.

2.10 Ricostruzione degli antecedenti comuni

Nel documento Lingue senza consonanti bilabiali (pagine 83-91)

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