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10.MATERIALI E METOD

PAZIENTI 30-60 0-25% Ottimo

61-90 26-50% Buono 8 91-120 51-75% Soddisfacente 1 121-150 76-100% Scarso 0 Fig.21:Test dinamometrico.

12.DISCUSSIONE

Lo scopo del trattamento chirurgico delle fratture del radio distale è lo stesso di tutte le fratture articolari: ricostruzione delle congruità articolari, mantenimento della riduzione e preservazione della motilità e della funzione. L’approccio chirurgico per una frattura di polso articolare prevede due possibili vie d’accesso: volare e dorsale o eventualmente entrambe. L’approccio dorsale, come segnalato in letteratura, è, spesso, causa di complicanze. L’accesso volare è il più utilizzato, consente, infatti, un’esposizione migliore della rima di frattura e, soprattutto, evita le possibili rotture tendinee secondarie provocate, talvolta, dall’accesso dorsale. E’ per tale motivo che anche in caso di fratture articolari a scomposizione dorsale, si è diffuso l’approccio volare “allargato” riservando la via dorsale a casi selezionati. (9, 46, 50)

Alcuni studi retrospettivi, condotti prima da Frikman e Lindstrom a partire dalla fine degli anni ‘60 e poi da Cooney negli anni ’80, hanno dimostrato, con ampie casistiche, come i risultati negativi potevano raggiungere il 30% dei casi(19, 20, 21). Se però si confronta la valutazione clinica con quella radiografica, si osserva che tra di esse non si ha sempre una stretta corrispondenza: ad esempio, Altissimi(18), dopo una revisione di 297 fratture di polso trattate in modo incruento e con lungo follow-up, denota che i risultati clinici erano cattivi solo nel 13% dei casi, contro il 32% di quelli forniti dalla valutazione radiografica, e che la stretta correlazione era

recente studio effettuato da Fowler su 39 pazienti con fratture di EDR trattate chirurgicamente mediante placche di polso a stabilità angolare (VAVLP). Ad un follow up di un anno dall’intervento Fowler non ha notato differenze statisticamente significative ai controlli radiografici, nonostante ci fossero 4 casi di perdita di volar tilt. La forza di presa ad un anno era del 96% del polso controlaterale. Tra le complicanze evidenziate c’era una mobilizzazione di una vite ed una tenosinovite degli estensori (senza rotture tendinee) che hanno richiesto la rimozione del mezzo di sintesi. (31)

Le complicazioni incontrate nella fissazione volare ad angolo fisso sono poche e spesso sono legate alla tecnica chirurgica, infatti, questo tipo di fissazione(5) si è dimostrato in genere sicura ed efficace garantendo risultati funzionali eccellenti. Nonostante ciò, l’incidenza di complicanze varia notevolmente nelle diverse casistiche; le lesioni dei tendini flessori ed estensori, la compressione del nervo mediano, le sindromi algodistrofiche, i fallimenti del mezzo di sintesi rappresentano quelle di più frequente riscontro.

In letteratura la maggior parte degli studi effettuati negli ultimi 15 anni, su ampie casistiche di pazienti trattati chirurgicamente con placche di polso per fratture dell’EDR con approccio volare, con follow up medi non inferiori ai 4 anni, hanno riportato complicanze a carico prevalentemente dei tendini estensori e rottura dell’estensore lungo del pollice (ELP) in percentuali variabili dall’1% al 3 % dei pazienti revisionati. I sintomi riferiti in tali circostanze sono stati: il dolore, associato a gonfiore e il crepitio dorsale. Le radiografie hanno rilevato, in tutti i casi, un’eccessiva lunghezza di una o più viti della filiera distale della placca che sporgevano

attraverso la corteccia dorsale e nelle guaine dei tendini estensori. Frequente il riscontro, intraoperatorio, di una marcata ipertrofia delle guaine sinoviali tendinee e\o associato a parziale rottura dell’ELP. (5, 9, 48, 49,

50)

Drobetz e Toros, su uno studio di 50 pazienti trattati con placca volare Mathys (Synthes), riportavano la rottura del tendine flessore lungo del pollice (FLP) in 6 di loro. La causa principale è stato il posizionamento della placca oltre la linea spartiacque (Watershed line) con lesione diretta del tendine causata dalle viti poste troppo prossimali. Il preciso posizionamento dei “pegs”\viti distalmente nell’epifisi radiale in zona subcondrale, aumenta in modo significativo la stabilità della sintesi della frattura rispetto ad un posizionamento più prossimale. Lesione del FLP è stata documentata anche a seguito di mancata sutura del muscolo pronatore quadrato e, quindi, con conseguente meccanismo irritativo-lesivo diretto della placca sul tendine. (50, 51)

Sugun, in uno studio su 46 pazienti trattati con placche volari Synthes evidenzia, ad un attento esame radiografico, la presenza di 59 viti (su un totale di 230) che fuoriuscivano dalla corticale dorsale in misure variabili (minimo 0,5 mm e massimo 6,1 mm). 14 viti protrudenti su 59 avevano creato tenosinoviti sintomatiche dell’apparato estensorio. (53)

Tarallo e Adani in uno studio restrospettivo del 2012 valuta 20 pazienti con fratture di polso articolari trattati con ORIF con accesso volare e placca ad angolo fisso DVR Hand-Innovation. In nessuno di questi pazienti si sono avute complicanze post intervento e il sistema di sintesi volare DVR si è dimostrato tollerato dai pazienti non provocando nessun impingment sull’apparato flessore e\o estensore. (9)

Il conflitto dei tendini flessori può verificarsi se la frattura si re-disloca in una deformazione dorsale e la placca è quindi sollevata dalla superficie volare e si trova nel percorso dei tendini flessori. La re-dislocazione nella deformità dorsale deve essere rioperata presto per prevenire lesioni dei suddetti tendini. La rottura dell'impianto è rara; la rigidità e la distrofia simpatica riflessa (RSD) non sono di comune documentazione con questa tecnica, ma devono essere tenuti d'occhio ed il trattamento deve essere aggressivo nelle loro prime fasi. Il consentire al paziente di riprendere presto l'uso funzionale della mano è preventivo. In generale, la vigilanza e l’attenzione al dettaglio evitano più complicazioni.

Gli studi hanno, inoltre, mostrato un buon recupero dell’articolarità e della forza di presa palmare con dolore assente o moderato ed occasionale. Tuttavia, non in tutti i casi è stato possibile effettuare una precisa ricostruzione anatomica.

Il mancato raggiungimento della riduzione anatomica è di solito causato da un’esposizione chirurgica inadeguata, vale a dire, al mancato utilizzo dell’approccio esteso al FCR al fine dello sbrigliamento della frattura. Ciò avviene, solitamente, quando la lesione ha più di due settimane e\o quando vi è grave frammentazione e dislocazione articolare. La perdita di fissazione è rara ma può accadere, soprattutto nelle fratture più complesse, se sono utilizzate placche d’improprie dimensioni o se le viti sono troppo prossimali dall'osso subcondrale.

Secondo Knirk e Jupiter e analisi delle fratture di polso studiate attraverso gli esami radiografici hanno dato sempre risultati impietosi: l’incidenza radiografica di artrosi dopo frattura di polso sale al 65% se si osservano

giovani adulti a lungo termine, e di questi il 93% con sintomatologia clinica.(22)

Effettivamente risulta complesso predire i risultati a causa della difficoltà di poter uniformare le diverse classificazioni radiografiche con le lesioni associate, la qualità dell’osso, il tempo necessario ad ottenere la consolidazione e la volontà del paziente a seguire la riabilitazione; secondo le conclusioni di Trumble(23) le classificazioni AO e di Melone possono rappresentare un indice prognostico assai affidabile, infatti, con l’aumentare del numero di frammenti e l’interessamento della superficie articolare del radio, peggiora la prognosi.

Nella nostra casistica si è ricorsi sempre ad un approccio volare mediante applicazione di placche in titanio Myrmex tipo SVP-UHP utilizzando la via chirurgica di Henry.

Gli impianti applicati si sono dimostrati affidabili sia nei soggetti giovani che negli anziani con osteoporosi diffusa, permettendo una migliore ricostruzione anatomica del radio distale ed una precoce mobilizzazione. Il risultato finale è stato condizionato sia dal tipo di frattura che dall’esecuzione della tecnica chirurgica. Accanto ad una riduzione, la più anatomica possibile, si è rivelato indispensabile applicare la placca seguendo alcuni principi fondamentali. La componente distale della placca è stata posizionata al limite dell’osso subcondrale, subito sotto la faccetta articolare radiale. In questo modo le viti della porzione distale della placca vengono a formare una sorta di pilastro di sostegno, mantenendo la riduzione anche in caso di scarso “Bone Stock” come nel caso di pazienti osteoporotici.(9, 47)

Nella maggior parte di queste fratture, grazie alle caratteristiche biomeccaniche della placca (disegno anatomico a “basso profilo”, supefici e bordi arrotondati, sostegno ottimale fornito all’osso subcondrale ed ai frammenti articolari con “effetto mensola”), si è minimizzato il conflitto con le strutture tendinee e vascolo-nervose circostanti e l’ottima tollerabilità di questa placca è stata confermata dal fatto che raramente è stato necessario rimuovere il mezzo di sintesi impiantato.(10, 11, 46)

E’ certo che la prognosi delle fratture intra-articolari del radio distale dipende anche dalla concomitanza di possibili lesioni associate, quali lesioni capsulo-legamentose e\o condrali. In letteratura lesioni associate della fibrocartilagine triangolare (TFCC) sono riportate in percentuali variabili dal 6% al 78% dei casi, mentre le lesioni dei legamenti interossei del carpo concomitanti si aggirano dal 25% al 56% nelle differenti casistiche. (53)

13.CONCLUSIONI

La frattura dell’epifisi distale del radio è una delle lesioni più comuni dell’arto superiore. Le fratture di polso, al contrario di quanto si possa pensare, non sono una patologia che interessa esclusivamente le donne in età post-menopausale, che, a causa dell’elevata incidenza di osteoporosi, risultano essere fortemente a rischio, ma si manifestano con incidenza e frequenza elevate in tutte le età ed in entrambi i sessi. Le fratture complesse, conseguenti a traumi ad alta energia, colpiscono prevalentemente individui giovani mentre nei pazienti anziani possono verificarsi anche per traumi banali a minor energia. Si tratta per lo più di fratture di tipo B e C, secondo il sistema classificativo AO, con interessamento articolare e pluriframmentate a livello epifisario e metafisario. Il trattamento delle fratture complesse del radio distale è notevolmente cambiato negli ultimi anni, passando da un trattamento di tipo conservativo, che al giorno d’oggi non può essere considerato accettabile, ad uno di tipo chirurgico. Rappresentano, pertanto, una patologia traumatica di non facile trattamento il cui obiettivo principale è di ricostruire la congruenza della superficie articolare e ristabilire la giusta altezza del radio, la sua angolazione e l’inclinazione volare mediante una fissazione stabile, condizione necessaria per consentire una mobilizzazione precoce e una ripresa funzionale dell’articolazione del polso.

Tra le diverse metodiche di osteosintesi, presso la Clinica Ortopedica di Pisa, la riduzione a cielo aperto con fissazione interna (O.R.I.F.), mediante ausilio di placca volare a stabilità angolare in titanio Myrmex tipo Precise

Nella maggior parte di queste fratture, grazie alle caratteristiche biomeccaniche della placca (disegno anatomico a “basso profilo”, supefici e bordi arrotondati, sostegno ottimale fornito all’osso subcondrale ed ai frammenti articolari con “effetto mensola”), si è minimizzato il conflitto con le strutture tendinee e vascolo-nervose circostanti e l’ottima tollerabilità di questa placca è stata confermata dal fatto che, nel campione di pazienti revisionati, in un solo caso è stato necessario rimuovere il mezzo di sintesi impiantato. Bisogna, comunque, precisare che la rimozione della placca è avvenuta non per dolore e\o intolleranza al mezzo di sintesi per malposizione dello stesso, ma a seguito di ricaduta della paziente, con conseguente mobilizzazione e re-dislocazione del mezzo di sintesi.

L’impianto si è mostrato affidabile garantendo un’ottima stabilità della sintesi anche in fratture pluriframmentarie e con grave compromissione articolare. Non ha creato in nessun caso revisionato impegno dei tessuti adiacenti.

La riduzione ottenuta chirurgicamente si è mantenuta nel tempo e i parametri radiologici misurati, nel post operatorio e nei controlli successivi, si sono mostrati sostanzialmente sovrapponibili.

La riduzione a cielo aperto con successiva osteosintesi a placca volare, rappresenta una scelta di trattamento delle fratture di polso adottata soprattutto in caso di fratture non riducibili, che non possono essere efficacemente risolte con un tipo di trattamento meno invasivo.

Questo tipo di trattamento si è dimostrato negli anni un metodo affidabile che permette una rapida ripresa funzionale sia nei giovani che negli anziani. Ciò è un aspetto molto importante in quanto consente un rapido

ritorno alle attività lavorative, nel caso della popolazione giovane-adulta, e il mantenimento dell’indipendenza nella popolazione anziana.

Concludendo, possiamo dire che lo studio effettuato ha evidenziato risultati buoni nell’utilizzo della placca volare in pazienti di tutte le età, con il principale vantaggio della precoce ripresa funzionale dell’articolazione radio-carpica, fattore non trascurabile, nei pazienti giovani per la necessità di riprendere l’attività lavorativa, ma soprattutto in quelli anziani per far sì che possano mantenere la loro autonomia

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