• Non ci sono risultati.

c Nel periodo della Guerra Civile Libanese fino ad ogg

II. 1 c Dal 1842 fino al

II. 2. c Nel periodo della Guerra Civile Libanese fino ad ogg

La Guerra Civile Libanese assistette, durante i quindici anni, ai cambiamenti radicali nell’evoluzione di un conflitto armato di ritmo crescente. In ogni fase della guerra il conflitto armato aumentò in violenza e complessità nei suoi aspetti interni ed esterni, partendo dalla guerra che durò due anni (1975 - 1976), passando per l’invasione israeliana del 1982, per arrivare alle guerre multilaterali nella seconda metà degli anni ottanta. Ogni fase ebbe la sua caratteristica, sia in termini d’identità delle parti del conflitto, sia in termini della dinamica dei conflitti armati e dei loro obiettivi.

Il ruolo dei partiti fu molto attivo a livello popolare, ossia i partiti furono lo strumento che agitò quasi tutta la gente, facendola partecipare alla guerra armata. Il conflitto partì dalla capitale Beirut e si sviluppò in tutte le regioni del Libano, specialmente dove furono presenti le milizie. Tuttavia, il coinvolgimento dei partiti e delle milizie nella Guerra Civile Libanese non significò necessariamente il coinvolgimento di tutti i leaders e dei membri dei partiti nella guerra. Ci furono anche dei capi e dei membri di partiti contro la guerra, i quali lasciarono i partiti o il paese, a causa del loro rifiuto totale di partecipare al conflitto; per esempio, il Presidente del Blocco Nazionale, Raymond Edde, che nel 1976 preferì lasciare il

179

Libano e partire in Francia. Quindi, ci furono vari cambiamenti all`interno dei partiti e del loro ruolo durante la partecipazione al conflitto politico e militare.

La maggioranza dei partiti trasformò le loro attività politiche in militari e fondarono delle milizie, secondo le loro capacità. Il partito che fu il più organizzato e il più attivo durante il momento della pace, si trasformò in quello più organizzato e più attivo durante la guerra, e così tutti i desideri e i programmi politici si mutarono in militari al fine di vincere la guerra.

Durante la guerra, tanti partiti/milizie combatterono con lo scopo di resistere e di far sentire il loro peso nella politica, provando a dominare le regioni e a governare il paese. Perciò negli anni ottanta, notiamo che i quattro grandi partiti/milizie libanesi, Le Forze Libanesi501 (cristiani), il Movimento di Amal e

quello di Hizbullah502 (sciiti) e il Partito Socialista Progressista (druzo),

dominarono vari settori ed ebbero delle sedi fisse per guidare la guerra, condividendo l’autorità, rispettando i ruoli e accettando l’appoggio da parte delle altre nazioni loro sostentrici.

Nel dicembre del 1985 vi fu un accordo politico tra le tre milizie libanesi503

fuori dagli organismi ufficiali dello stato, cioè fuori dall’autorità legislativa (il Parlamento) e fuori dall’autorità esecutiva (il governo e il Presidente della Repubblica), che portò dei cambiamenti strutturali nel sistema politico libanese e nelle relazioni internazionali tra la Siria e il Libano. Damasco fu il moderatore principale di quest’accordo e favorì il processo politico siriano in Libano nella fase successiva all’invasione israeliana del Libano nel 1982.

501 Le Forze Libanese erano la milizia separata dal Partiti dei Falangi Libanesi e che si trasformò dopo in partito conosciuto dallo stato.

502 Hizbullah, ossia Partito di Dio, è un partito politico sciita del Libano fondato nel giugno 1982, dotato di un'ala militare.

503 Le tre milizie libanesi sono: Le Forze Libanesi, il Movimento di Amal e il Partito Socialista Progressista.

180

Non possiamo capire lo sviluppo del conflitto armato in Libano e neanche il ruolo dei partiti/milizie nella Guerra Civile Libanese fuori dall’ambiente dei conflitti regionali e anzitutto fuori di quello arabo – israeliano – palestinese dopo il 1967. La Guerra Civile Libanese scoppiò nell`aprile del 1975, ma i presupposti furono reali già dalla fine degli anni sessanta, dove le forti crisi politiche furono collegate alla presenza dei palestinesi armati in Libano. Benché a ogni crisi sia seguito un accordo tuttavia ciò, non evitò la guerra civile. Per esempio, dopo la crisi del governo libanese del 1969 che durò sette mesi, ci fu l’Accordo del Cairo; dopo la crisi del governo nel 1973 e il conflitto armato tra i soldati militari libanesi e le organizzazioni palestinesi ci fu un nuovo accordo che completò quello del Cairo. In ogni crisi, le nazioni arabe intervennero per appoggiare i palestinesi o per porre fine alla crisi. In ogni caso, quasi tutti i conflitti e le crisi libanesi assumevano una tendenza araba in cui era difficile sapere e conoscere le dimensioni interne ed esterne di ciascun avvenimento.

Ci furono vari problemi libanesi nazionali, in modo particolare nella metà degli anni settanta, che furono molto complessi a livello politico e armato. La maggior parte dei problemi libanesi negli anni settanta fu collegata alla presenza dei palestinesi armati in Libano. Ma questi problemi furono la causa indiretta dell`esplosione della guerra nel 1975.

Prima della Guerra Civile Libanese, è necessario soffermarci su alcuni eventi che indirettamente hanno influenzato e provocato lo scoppio di questa guerra. Tra questi eventi, sono degni di nota: a) il conflitto del 1969 tra i soldati libanesi e i palestinesi armati presenti in Libano, che terminò con l’Accordo del Cairo firmato nello stesso anno, dove si riconosceva ai palestinesi il diritto di difendersi e detenere delle armi nei loro campi all’interno del territorio libanese. b) Le manifestazioni palestinesi contro la Palestina occupata (Israele) e contro il

181

governo libanese presso alcune città libanesi per rivendicare i loro diritti durante una di quelle manifestazioni, dove fu assassinato il politico Nazionalista Arabo Libanese, Maʿruf Saʿed504, a Sidone il 6 marzo del 1975. c) Tra i cristiani e i

palestinesi si scatenarono scaramucce, in particolare nel campo palestinese di Tal al-Zaʿtar505 e di Keḥḥale506. d) Varie nazioni del mondo considerarono il Libano come un posto di rifugio per i kamikazi dopo la partenza di tanti terroristi palestinesi dal Paese verso la Palestina occupata, per realizzare atti di Kamikaze (terrorismo suicida) contro gli israeliani.

Tuttavia la causa diretta della Guerra Civile Libanese che scoppiò il 13 aprile del 1975 è da rintracciarsi nell’attentato, da parte di alcune persone non identificate, a un piccolo gruppo di persone, tra cui il presidente delle Falangi, Pierre Gemayel, che era presente alla consacrazione di una chiesa in un quartiere di Beirut in ʿAyn al-Remmeneh. Pierre Gemayel sopravvisse all’attentato ma altre quattro persone morirono, tra cui due sue guardie del corpo. Alcune ore dopo, 27 palestinesi armati appartenenti al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale, stipati su un autobus che transitava nella stessa zona con analoghe intenzioni, vennero uccisi da un gruppo di cristiani di ʿAyn al- Remmeneh, dopo uno scontro violentissimo. Quando la notizia del bus esploso si diffuse in tutto il Libano, e fu la scintilla che scatenò effettivamente la guerra tra i cristiani e i palestinesi.

Tutti i conflitti nazionali libanesi si svilupparono a livello interno ed esterno nello stesso momento. Gli scontri armati cominciarono a Beirut tra i militari

504 Maʿruf Saʿed (1910 – 1975) fu un politico libanese e appoggiò i palestinesi nella sua vita organizzando manifestazioni e fondando gruppi militari contro i mandati.

505 Il Campo di Tal al-Zaʿtar fu fondato in 1949 in Est – Beirut. 506 Keḥḥale è un paesino nel distretto di ʿAley in Libano.

182

libanesi e le organizzazioni palestinesi e finirono con una risoluzione armata non libanese tra la Siria e la Palestina nel 1976.

Israele entrò nella guerra libanese direttamente bombardando i luoghi dove si erano rifugiati i palestinesi all’inizio degli anni ottanta; e in seguito lo stato dell’Iran entrò nella guerra non soltanto come parte politica e armata, ma anche come parte musulmana. I conflitti libanesi interni furono tra i partiti stessi con un appoggio esterno da parte delle altre nazioni ai diversi partiti.

La maggior parte dei partiti/milizie che partecipò alla guerra civile ebbe delle divisioni interne fondamentali, per due motivi: il conflitto tra i membri dello stesso partito, specialmente dopo la dominazione di varie persone che succedettero ai fondatori politici dei partiti stessi, e dall’altro lato, la costituzione armata, cioè la formazione di una milizia dentro lo stesso partito. L’esempio più chiaro fu, all’inizio degli anni ottanta, la separazione delle Forze Libanesi (una milizia) dal Partito delle Falangi e la volontà di dominio e di avere potere sulle decisioni del partito, specialmente da parte del capo Bashir Gemayel. La divisione si ebbe anche dentro il Movimento Amal dopo la scomparsa dell’Imam Musa al-Ṣadr, nell’agosto del 1978, durante la sua visita in Libia. Anche il Partito Nazionale Siriano conobbe varie divisioni tra i suoi membri nella metà degli anni ottanta. Il conflitto per il potere del partito e per l’organizzazione a livello armato giocò un ruolo importante, anche da parte delle altre nazioni che parteciparono alla guerra.

I partiti di sinistra furono sostenuti in modo particolare, in varie fasi, dalle organizzazioni palestinesi, siriane, irachene, libiche; mentre le Forze Libanesi nella prima metà degli anni ottanta contarono sul sostegno di Israele.

Le milizie della sinistra musulmana erano disorientate e frustrate, anche per il senso di umiliazione che gli ultimi avvenimenti della guerra avevano generato tra le loro fila. L’intervento siriano ebbe, infatti, il permesso di ribaltare gli esiti degli

183

scontri a favore delle milizie della destra cristiana. Come se non bastasse, il loro leader, Kamal Jumblatt, fu assassinato nel marzo del 1977.

Jumblatt fu una figura di spicco e un punto di riferimento essenziale all’interno della sinistra libanese. Discendeva da una famiglia appartenente all’aristocrazia drusa che era stata per secoli protagonista della vita politica libanese. Jumblatt era depositario di un ricco patrimonio di tradizioni ma anche di privilegi. Forse proprio per queste ragioni fu sempre molto critico verso il sistema libanese e fin dall’inizio degli anni cinquanta si adoperò per riformarlo. Egli approntò un progetto per la graduale deconfessionalizzazione del paese che si basava sui principi delle moderne democrazie liberali dell’Occidente. La sua famiglia e la sua azione politica furono rivoluzionarie all’epoca e contribuirono in maniera decisiva a eleggerlo leader indiscusso della sinistra libanese507.

In un ennesimo tentativo di salvare l’Accordo del Cairo, i palestinesi si trovarono a dover accettare la nuova intesa raggiunta a Shitawra508 in Bekaa il 25

luglio 1977, nella quale, si ribadì la necessità di una riconciliazione dei combattenti palestinesi intorno ai campi profughi, di un loro disarmo e, in una seconda fase, della creazione di fasce smilitarizzate nel Sud del Paese. Israele si oppose alla realizzazione dell’Accordo a Shitawra e, verso la fine del 1977, sia lo Stato ebraico sia la Siria chiesero un completo ritiro delle forze palestinesi e di quelle del Movimento Nazionale dal Sud Libano, dove i combattimenti continuarono nonostante il cessate il fuoco.

Durante i primi mesi del 1978 il gioco di ridefinizione delle alleanze coinvolse anche il fronte cristiano. Questo, fortemente in disaccordo sul ruolo che avrebbe dovuto e avrebbe voluto la Siria nei suoi confronti, si spaccò e, durante maggio, aspri combattimenti videro confrontarsi la milizia della Falange e quella

507 R. Di PERI, op. cit., p. 71.

508 Shitawra è un paese libanese nel distretto di Zahle – Bekaa. È lontana 44 km dalla capitale Beirut, a metà strada tra Beirut e Damasco.

184

del presidente Suleiman Farangiyye509. L’uccisione del figlio di Farangiyye, Tony510, fu il pretesto per l’intervento della Siria. L’intervento, in realtà, fu

motivato dai continui attacchi subiti dai siriani nei mesi precedenti, da parte non solo delle Falangi ma anche della milizia di Kamil Chamoun.

Le violenze e i conflitti che scoppiarono dentro lo stesso partito ebbero un grande impatto sulla base popolare del partito. Quasi tutti i partiti/milizie utilizzarono nei loro scontri violenti nella Guerra Civile Libanese, tutti i tipi di armi dentro le città, i paesini e anche nei quartieri popolari. Ci furono vari scontri tra i partiti appartenenti alla stessa religione e confessione; per esempio i conflitti che scoppiarono nella Beirut Orientale511 tra il Partito delle Falangi e il Partito al- Marada512, tra il Partito delle Falangi e il Partito Nazionale Liberale nel 1981.

Anche nel Sud Libano, scoppiarono battaglie armate tra il Movimento di Amal e il Partito di Hizbullah alla fine degli anni ottanta, nonostante tutti i membri di entrambi i partiti professeranno la religione musulmana sciita. Così, pure le rivolte che coinvolsero la milizia delle Forze Libanesi negli anni ottanta, dove esplose una guerra tra i membri del Movimento Amal e i palestinesi, che furono pro – ʿArafat. Negli anni 1986 – 1987, ci furono delle battaglie feroci tra i quartieri di Beirut occidentale, il movimento di Amal, il Partito Socialista Progressista, il Partito

509 Suleiman Farangiyye (15 giugno 1910 – 23 luglio 1992) fu un politico libanese, cristiano maronita, Presidente della Repubblica del Libano dal 1970 al 1976. La sua presidenza ha visto l'esplodere della Guerra Civile Libanese, che è durata dal 1975 al 1990, come pure una protratta occupazione militare israeliana nel Sud Libano e (sotto l'etichetta delle FAD siriana nel resto del paese, finita quest'ultima solo nel 2005).

510 Tony Farangiyye (1 settembre 1941 – 13 luglio 1978) fu un politico, ministro e deputato (1970 – 1972) libanese. È il padre dell’attuale presidente del Partito Marada, Suleiman Tony Farangiyye.

511 Nel 1978 durante la Guerra Civile Libanese, vi fu la guerra dei quartieri tra musulmani e cristiani, e Beirut fu divisa in due parti: Beirut Orientale e Beirut Occidentale. La prima parte era la zona cristiana e la secondo parte era la zona musulmana.

512 Il Partito dell’al-Marada è una organizzazione libanese di maggioranza militare maronita, fondata nel 1968 come reazione alle armi palestinesi presenti in Libano.

185

Nazionale e il Partito Comunista. A Tripoli in Libano, ci furono anche dei conflitti armati tra il Movimento di Unificazione Islamica e il Partito Comunista in cui parteciparono le fazioni palestinesi513.

Negli anni ottanta, cioè durante la guerra civile, possiamo notare che ci furono delle nuove fondazioni, sia dei gruppi sia dei partiti, che assisterono alle guerre e ai cambiamenti di forze tra i partiti, specialmente dentro la confessione sciita, dove nel 1982 apparve il Partito di Hizbullah in maniera chiara e forte, anche se fu ufficializzato solo nel 1985, come una forza politica e armata in concorrenza al Movimento Amal. La guerra cancellò vari movimenti/partiti per motivi politici o per gli armamenti; per esempio, il Movimento del Murabiṭun514 e il Movimento del 24 ottobre515 che operarono nelle zone musulmane sunnite; e alla

fine della guerra, il Partito delle Guardie dei Cedri516 che operò nelle zone

cristiane.

Alcune milizie più organizzate furono il punto di riferimento per i cittadini della propria zona, riuscendo a creare una struttura parallela all’organo dello stato. Esse approfittarono della situazione non disciplinata e del caos nel Paese per rubare le risorse finanziare dello stato, obbligando le persone e le aziende a pagare tasse salate. Alcune di queste milizie istituirono delle aziende, dei mass - media e sociali come il Partito di Hizbullah, il Partito Socialista Progressista e le Forze Libanesi.

513 Le fazioni palestinesi sono i due movimenti palestinesi: al-Fataḥ e Ḥamas.

514 Il Movimento del Murabiṭun è un movimento politico armato libanese, seguiva l’ideologia di Ğamal ʿAbd al-Naṣer. Nel 1984 fermò le sue attività.

515 Il Movimento del 24 ottobre è un gruppo di giovani armati fondato a Tripoli – Libano il 24 ottobre 1969 da parte di Faruq al-Mukaddam.

516 Il Movimento delle Guardie dei Cedri è un partito politico libanese, fu fondato nel 1975 come movimento laico ma era vicino ai maroniti.

186

Durante la guerra nessuno dei partiti/milizie provò a uscire della guerra o a trovare altre soluzioni più pacifiche, specialmente dopo i ripetuti scontri tra i partiti stessi negli anni ottanta. Questa situazione lasciò il paese in balìa della violenza.

Il 22 settembre 1988, con la fine del mandato del Presidente libanese uscente, Amin Gemayel, che diede l’incarico al generale Michel Aoun di formare un nuovo governo, ristabilendo in Libano l’autorità dello Stato, quando il mandato di quest'ultimo stava per scadere. Oltre a questo, Amin nominò sei ufficiali, tre cristiani e tre musulmani, che avrebbero dovuto essere agli ordini di Aoun, ma costoro si rifiutarono di entrare in carica. Allo stesso tempo, il Parlamento libanese che fu in carica dal 1972, si auto - proclamò Stato, sotto la leadership del primo ministro, Salim al-Ḥoṣ517. In questo stato di cose, dopo la scadenza del mandato del

Presidente libanese Gemayel, il Libano si ritrovò dunque con due governi: quello del Ḥoṣ e l’altro di Aoun.

Si sciolsero formalmente le milizie armate. Nonostante questo, il generale Aoun cominciò ad attaccare le stesse milizie cristiane restie alla consegna delle armi, come le Forze Libanesi guidate da Samir Geagea. Scoppiò così una guerra tutta interna alla comunità cristiana com’era già accaduto fra le file dei musulmani. Il generale Aoun, intraprese quella guerra che secondo alcuni commentatori, rappresentò una guerra di liberazione del Libano dalla Siria, con un ampio coinvolgimento popolare518; e secondo altri analisti, invece, questa guerra fu solo

una spregiudicata manovra del generale Aoun per ottenere il sostegno popolare519.

517 Salim al-Ḥoṣ (20 dicembre 1929 -) è un deputato libanese per tanti anni musulmano sunnita e fu cinque volte premier del governo libanese (1976 - 1980, 1987 - 1990, 1988 - 1989 (nello stesso momento del generale Michel Aoun, 1989 - 1990, 1998 - 2000).

518 Le document d’entente nationale: un commentaire, in “Cahiers de l’Orient”, s.e., s.l., s.a, pp. 135 - 217.

519 AA. VV., Il mondo arabo in conflitto. Dal dramma libanese all’invasione del Kuwait, Jaca book, Milano 2005.

187

Il 14 marzo 1989, Aoun lanciò la sua guerra di liberazione contro l’esercito siriano in Libano. I Siriani risposero bombardando la zona cristiana di Beirut (Beirut Orientale) e il palazzo presidenziale. Per più di un anno, Aoun combatté contro l'esercito siriano per allontanarlo dal territorio libanese e ristabilire l’Indipendenza del Libano; e per fare questo si fece aiutare dall'Iraq, lo storico nemico della Siria, accettando armi e altri rifornimenti per combattere contro quest`ultima.

Fu in questo clima, che il 22 ottobre 1989 fu firmat l’Accordo di Ṭa’if520 in

Arabia Saudita che misero fine al lungo periodo di guerra civile. Non tutti i politici e i libanesi approvarono l’Accordo del Ṭa’if. Perciò si divisero in due gruppi: un pro Ṭa’if e l’altro contro Ṭa’if. L’opposizione del Ṭa’if era guidata dal Generale Michel Aoun che li rifiutò totalmente e disse che: «i deputati non sono legittimati a stipulare trattati con paesi stranieri. Cio è compito del governo». Anche le comunità musulmane sciite e druse furono deluse dall’Accordo del Ṭa’if. In linea di massima l’Accordo non suggerì alcuna evoluzione, in senso migliorativo, che facesse uscire il Libano dal suo sistema politico basato sulle confessioni religiose, dove la ripartizione dei poteri politici e di quelli militari dipendeva da una struttura organizzativa che i politologi libanesi stessi definivano arcaica. Secondo il deputato cristiano, Raymond Edde, che fu in esilio a Parigi: «nel 1976, il Libano fu passato sotto il Mandato Siriano. Poiché nell documento di Ṭa’if si parla dell’Accordo Nazionale; e il Libano diventò allora una colonia siriana».

520 L’Accordo di Ṭa’if costituisce un trattato inter - libanese destinato a mettere fine alla Guerra Civile Libanese che si è sviluppata tra il 1975 e il 1990. Negoziati a Ṭa’if in Arabia Saudita, essi sono stati il risultato degli sforzi politici di un comitato composto da re Ḥassan II del Marocco, di re Fahd dell’Arabia Saudita e del presidente algerino Shadhli Benğedid, col sostegno ufficioso della diplomazia degli Stati Uniti d'America. L’accordo venne stipulatio il 22 ottobre 1989 e ratificati dal Parlamento libanese il 5 novembre dello stesso anno.

188

Subito dopo la firma di quest’Accordo, il 13 ottobre del 1989, il deputato maronita, Rene Muʿawwaḍ 521, fu eletto Presidente della Repubblica dai deputati

libanesi riunitisi a Ṭa’if in Arabia Saudita il 30 ottobre, ma qualche ora più tardi, Aoun sciolse il Parlamento libanese, con lo scopo di rendere incostituzionale l’elezione del Presidente. Diciassette giorni dopo, però, mentre Muʿawwad tornò dalle celebrazioni del giorno dell'Indipendenza libanese, il 22 novembre 1989, una bomba di 250 kg fu fatta detonare mentre transitava l'autovettura presidenziale a Beirut, uccidendo il Presidente e altre 23 persone.

Il 25 novembre dello stesso anno, fu eletto un nuovo Presidente, Elias al-Al- Harawi522, e due mesi più tardi si giocò l’ultimo atto del confronto tra l’esercito