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Il periodo di riproduzione, che alle nostre latitudini va approssimativamente da Aprile ad Ottobre, rappresenta il periodo dell’anno caratterizzato dalla piena capacità sessuale nelle fattrici e negli stalloni (Daels e Hughes, 1993). Durante questo periodo le cavalle non gravide presentano numerosi cicli estrali ad intervalli di 21±3 giorni (Ginther, 1979); ciascun ciclo estrale corrisponde all’intervallo di tempo compreso tra l’inizio di un estro e l’inizio dell’estro successivo (Daels e Hughes, 1993) e può essere suddiviso in due fasi:

- Fase luteinica o diestro, - Fase follicolare o estro.

La fase luteinica è caratterizzata dalla presenza del corpo luteo e dalla secrezione di progesterone (Daels e Hughes, 1993). L’inizio di questa fase è segnato dall’ovulazione, con la formazione del corpo luteo e termina con la regressione di quest’ultimo (Daels e Hughes, 1993). Durante questa fase l’apparato genitale è pronto ad accogliere e nutrire l’embrione. La durata del diestro rimane costante ed è di 15±1 giorni (Daels e Hughes, 1993).

La fase follicolare segue il diestro, inizia con la regressione del corpo luteo, ed è caratterizzata dalla crescita follicolare (Daels e Hughes, 1993) e dalla produzione di estrogeni, che influenzano il comportamento della fattrice, rendendola disponibile ad accettare il maschio. In questa fase l’apparato genitale è pronto ad accettare e trasportare gli spermatozoi verso l’ovidotto per la fecondazione. La durata dell’estro nella cavalla è variabile, potendo durare da 2 a 12 giorni o più (Daels e Hughes, 1993); normalmente è più breve nel periodo estivo e più lunga all’inizio della stagione, a causa della minore produzione di LH durante questo periodo. Un altro fattore che influenza la durata dell’estro è la dimensione del follicolo dominante al momento della regressione del corpo luteo (Daels e Hughes, 1993).

Il ciclo estrale è sotto il controllo ormonale dell’asse ipotalamo-ipofisi ed inizia con la secrezione del GnRH da parte dell’ipotalamo (Daels e Hughes, 1993). Sotto lo stimolo del GnRH, l’ipofisi secerne le gonadotropine (FSH e LH) (Daels e

Hughes, 1993). L’FSH stimola la crescita follicolare fino all’emergenza di un follicolo dominante, che rilascia quantità proporzionalmente crescenti di estrogeni nel circolo ematico (Daels e Hughes, 1993). L’aumento della concentrazione di estrogeni nel sangue stimola la scarica ipofisaria di LH che promuove la maturazione finale del follicolo, l’ovulazione e la formazione del corpo luteo (Daels e Hughes, 1993). Ad ogni ciclo si realizza un accrescimento follicolare che interessa diversi follicoli ovarici e che si conclude con una o al massimo due ovulazioni (Daels e Hughes, 1993). La cavità follicolare che residua sull’ovaia dopo l’ovulazione, si riempie di sangue, formando il corpo luteo emorragico. Dall’evoluzione di questa struttura origina il corpo luteo vero e proprio, che è una ghiandola endocrina transitoria, secernente progesterone (Daels e Hughes, 1993). Questo ormone steroideo, mantiene il rilascio di GnRH e quindi anche quello di gonadotropine a livelli basali (Daels e Hughes, 1993). Se la fecondazione non è avvenuta, il corpo luteo va incontro a regressione per effetto della Prostaglandina F2α, ad azione luteolitica, prodotta dall’utero non gravido. La diminuzione della progesteronemia rimuove l’inibizione al rilascio di grosse quantità di GnRH e quindi di gonadotropine, permettendo la ripresa della fase follicolare (Daels e Hughes, 1993).

Con l’eccezione delle ovaie, che sono controllate dalle gonadotropine, i cambiamenti nel resto degli organi genitali (ovidotti, utero, cervice, vagina e vulva) sono principalmente controllati da due classi di ormoni steroidei ovarici: progesterone e estrogeni (Daels e Hughes, 1993).

I cambiamenti nel tono uterino percepibili alla palpazione, sono utilizzati nella clinica per determinare lo stadio del cilclo estrale in cui una cavalla si trova (Daels e Hughes, 1993); durante l’estro, le alte concentrazioni di estrogeni in assenza di secrezione di progesterone, fanno sì che il tono uterino risulti ridotto (Daels e Hughes, 1993). La presenza dell’edema uterino, caratteristico della fase estrale, conferisce all’utero una consistenza pastosa (Hughes et al., 1987). Le secrezioni uterine, cervicali e vaginali sono, in questa fase, abbondanti e acquose (Daels e Hughes, 1993). Dopo 2 o 3 giorni dall’ovulazione, il tono inizia ad aumentare e l’edema a diminuire (Daels e Hughes, 1993). Il progesterone da solo od in combinazione con l’estrogeno, causa l’aumento del tono uterino e la diminuzione

dell’edema (Hayes e Ginther, 1985). Durante la fase luteinica, alcune cavalle presentano un’elevata turgidità uterina, sebbene sia osservata maggiormente nelle cavalle gravide (Daels e Hughes, 1993). Le secrezioni uterine, cervicali e vaginali sono scarse quando la cavalla si trova sotto l’influsso del progesterone (Daels e Hughes, 1993). Questi cambiamenti macroscopici sono accompagnati da variazioni della struttura dell’utero dal punto di vista istologico (Kenney, 1978). Cambiamenti caratteristici durante il ciclo estrale coinvolgono anche la cervice (Hughes et al., 1977; Hughes et al., 1980); subito prima o al momento dell’inizio dell’estro, la cervice comincia progressivamente a diventare più morbida e rilassata (Daels e Hughes, 1993). Con il progredire dell’estro, la mucosa vaginale attorno alla cervice diviene iperemica, assumendo una colorazione rosa, aumenta l’edema cervicale, e le secrezioni che attraversano la cervice divengono più abbondanti e di consistenza più fluida (Daels e Hughes, 1993); le modificazioni più rilevanti della cervice (colore, edema e rilassamento) avvengono in prossimità dell’ovulazione, ma a causa delle ampie variazioni in questi parametri riscontrabili nelle cavalle, queste caratteristiche non possono essere utilizzate per poter prevedere l’avvento dell’ovulazione (Daels e Hughes, 1993). Il rilassamento cervicale ed altri cambiamenti sono indotti dall’aumento delle concentrazioni di estrogeni in assenza di progesterone (Daels e Hughes, 1993). Durante il diestro, le elevate concentrazioni di progesterone fanno sì che la cervice sia strettamente chiusa, di colore pallido e ricoperta solo da uno scarso strato di muco (Daels e Hughes, 1993).

Anche i cambiamenti che si riscontrano a livello della vagina e della vulva, nel corso del ciclo estrale, sono notevoli (Daels e Hughes, 1993). Durante l’estro la vagina diviene più rilasciata e flaccida. Le variazioni di tono della vulva durante la fase follicolare, variabili in base al soggetto, comprendono un rilassamento e un aumento dell’edema (Daels e Hughes, 1993). Un fluido chiaro e filante lubrifica la vagina; talvolta tale fluido in eccesso si accumula a livello della parte craniale della vagina stessa (Daels e Hughes, 1993). Durante il diestro la vagina appare secca e asciutta e la vulva è piccola e saldamente chiusa; infine, la mucosa vaginale assume una colorazione pallida (Daels e Hughes, 1993).

All’esplorazione rettale, durante la fase estrale le ovaie presentano follicoli di notevole diametro (Daels e Hughes, 1993). Con l’avvicinarsi dell’ovulazione, il follicolo cresce in diametro e cambia di consistenza, diventando più morbido (Daels e Hughes, 1993); oltre il 95% delle cavalle ovula dopo che il follicolo ha superato i 35 mm di diametro (Duchamp et al., 1987), anche se non è raro riscontrare follicoli ovarici di diametro maggiore di 45 mm. Nelle prime 24 ore dopo l’ovulazione è possibile percepire sull’ovaia una depressione molle e dolente alla palpazione corrispondente al corpo luteo emorragico (Daels e Hughes, 1993); successivamente il corpo luteo si organizza ed assume una consistenza simile allo stesso parenchima ovarico diventando praticamente indistinguibile all’esplorazione rettale (Daels e Hughes, 1993). Se non si instaura una gravidanza il corpo luteo diminuisce progressivamente di volume fino al ciclo successivo. All’ecografia transrettale, la sezione trasversale dell’utero durante la fase estrale si presenta con la forma di ruota di carro, i cui raggi, prodotti da zone iperecogene, corrispondono alle pliche uterine edematose, mentre le zone ipoecogene, comprese tra i raggi, sono prodotte da raccolte di liquido (Daels e Hughes, 1993); durante il diestro le pliche scompaiono (Daels e Hughes, 1993). L’immagine ecografica delle ovaie in fase preovulatoria presenta generalmente una zona rotondeggiante ipoecogena di diverso diametro, corrispondente al follicolo in via di sviluppo (Daels e Hughes, 1993); in fase postovulatoria precoce, si evidenzia una zona ad ecogenicità più o meno omogenea corrispondente al corpo luteo emorragico (Daels e Hughes, 1993); in fase postovulatoria tardiva, si rileva spesso una zona uniformemente iperecogena, riferibile al corpo luteo maturo (Daels e Hughes, 1993).