V. IL TESTO FINALE DELLA DIRETTIVA 2016/801: UNA PRIMA
5.3 Le novità relative alle condizioni di ingresso e soggiorno degli studenti: una prima
5.3.2 La permanenza in UE degli studenti cittadini di Stati terzi dopo gl
In questo paragrafo, cercheremo di sintetizzare i dati emersi dall’indagine effettuata dall’EMN il 26 maggio 2017 riguardo alla permanenza degli studenti cittadini di Paese terzo all’interno del territorio dell’unione dopo gli studi.234
Come osservato dalla Commissione europea nell’Agenda europea sulla migrazione235 nel maggio 2015, la migrazione per motivi di studio e ricerca continua a svolgere un ruolo chiave nel guidare lo sviluppo economico a lungo termine e nell'affrontare in presente e in futuro sfide demografiche all’interno del territorio dell’Unione. In questo quadro generale, la gestione dei
229 Cfr. art. 24, par 1, direttiva 2016/801/UE. 230 Cfr. art. 24, par 3, direttiva 2016/801/UE. 231
Cfr. art. 31, par 1, direttiva 2016/801 del7UE. 232
Si noti che in tali casi, il secondo Stato membro consente di effettuare la notifica. La procedura prevista è molto lunga e dettagliata, v. art. 31, par 2, 3, 4, 5, 6, 7 della direttiva 2016/801/UE.
233 Cfr. art. 31, par 8, direttiva 2016/801/UE.
234 V. EMN Ad-Hoc Query n. 2017.1189 on AHQ on Retaining Third Country National Students. Le Nazioni che hanno risposto al sondaggio di EMN sono: Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Svezia e Regno Unito.
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flussi migratori regolari in UE negli anni passati ha avuto come obiettivo quello di rendere gli Stati membri dell'UE interessanti per i cittadini di Stati terzi. L'UE è già meta per molti studenti internazionali, con oltre 0,6 milioni di primi permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio nel 2016.236 Tuttavia, secondo l'OECD,237 la percentuale dei laureati che resta all’interno del territorio dell’Unione oscilla tra il 16% e il 30%. Al fine di mantenere un numero più elevato di studenti cittadini di Stati terzi dopo la laurea, è stata adottata la direttiva 2016/801/UE oggetto di questo studio. Come già ampiamente trattato, è possibile riassumere che per quanto riguarda gli studenti, la direttiva permette loro di rimanere almeno nove mesi dopo aver terminato gli studi per cercare un lavoro o avviare un'impresa. Inoltre, la mobilità degli studenti all'interno dell'UE è stata semplificata, in quanto è richiesto solo di notificare allo Stato membro in cui si stanno trasferendo, invece di presentare un nuovo visto o permesso di soggiorno. Infine, la direttiva offre agli studenti il diritto di lavorare per un minimo di 15 ore a settimana. Il termine per il recepimento è maggio 2018.
Dai dati forniti dai 19 Stati membri per il 2015 e 2016, si nota che quindici Stati hanno visto un aumento nel numero di permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio nel 2016. L'aumento più consistente si è verificato in Germania (97,7%), Cipro (85,7%), Regno Unito (59,5%),238 Croazia (35,9%), Portogallo (31,1%), Lituania (23,0%) e Repubblica Slovacca (18,9%). Cinque Stati membri (Austria, Belgio, Italia, Lussemburgo e Svezia) hanno invece segnalato un calo nel numero di permessi di soggiorno per motivi di studio rilasciati nel 2016.
Per quanto riguarda gli studenti cittadini di Paesi terzi che sono rimasti legalmente nello Stato membro scelto dopo gli studi, sono stati undici gli Stati membri che hanno fornito dati per il 2015 e il 2016. Di questi, dieci (Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo e Svezia) ha registrato un aumento nel numero di ex studenti rimasti legalmente nel Paese nel 2016 rispetto al 2015. L'aumento maggiore si è verificato in Estonia (96,2%), in Lituania (70,4%), Ungheria (46,1%) e Germania (24,8%).
Per quanto riguarda i motivi della permanenza, la Rete Europea per le Migrazioni non fornisce dati. Tuttavia, alcune conclusioni possono essere tratte: sembra che gli ex studenti cittadini di Stati terzi abbiano ricevuto perlopiù un permesso di soggiorno ai fini di un'attività remunerata nel 2016. In Repubblica Ceca, Francia, Germania e Regno Unito, la maggior parte
236 V. Eurostat, migr_resfirst (consultato il 17/01/2018).
237 OECD (2016), How attractive is the European Union to skilled migrants? in Recruiting Immigrant
Workers: Europe 2016, OECD Publishing, Paris. V. s: Europe 2016, OECD Publishing, Paris.
http://dx.doi.org/10.1787/9789264257290-en (consultato il 17/01/2018).
238 Il dato sul Regno Unito viene riportato solo ai fini dell’indagine svolta dall’EMN. Si ricordi che la Gran Bretagna non è vincolata dalla direttiva in esame.
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dei permessi è stata rilasciata per questo motivo. In quattro Stati membri (Belgio, Cipro, Francia e Ungheria), gli ex studenti cittadini di Stati terzi sono obbligati a soddisfare tutti i requisiti regolari per i lavoratori altamente qualificati e devono seguire le regolari procedure per chiedere
un'autorizzazione per soggiornare nel territorio dello Stato membro.239
Quindici Stati membri hanno adottato incentivi speciali per trattenere sul territorio gli ex studenti cittadini di Paesi terzi. Tra questi ci sono procedure di domanda semplificate al fine di rilascio di un'autorizzazione per soggiorno per motivi di lavoro. Questo incentivo è utilizzato in otto Stati membri (Austria, Estonia, Finlandia, Francia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Repubblica Slovacca).
Gli studenti cittadini di Paesi terzi non devono dimostrare di avere esperienza lavorativa nel ambito lavorativo in cui si candidano, né sono sottoposti ad un’indagine del segmento del mercato del lavoro se intendono lavorare nello stesso campo in cui hanno studiato. Inoltre, i datori di lavoro sono esentati dal condurre la valutazione delle esigenze del mercato del lavoro, qualora assumessero un cittadino di Stato terzo laureatosi in un istituto di istruzione nel loro territorio (Estonia, Finlandia, Lituania, Repubblica Slovacca). In Lussemburgo, gli studenti non sono soggetti a indagini sul mercato del lavoro se presentano una Carta blu UE e soddisfano le soglie retributive. Inoltre, ad uno studente che ha terminato i suoi studi, è consentito di intraprendere la carriera come lavoratore indipendente.
Altro incentivo emerso dall’indagine svolta dall’EMN è il pieno accesso al mercato del lavoro dopo la laurea che non sia limitato dal campo di studio nel quale si è conseguito il titolo, né limitato da orari di lavoro ridotti: opportunità di questo tipo sono previste in sette Stati membri (Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Lituania, Portogallo e Svezia). In Lussemburgo, non vi è alcuna limitazione di accesso al settore del mercato del lavoro una volta che il permesso di soggiorno viene rinnovato. Tuttavia, ciò non impedisce al diritto dello Stato membro di riservare specifiche posizioni nella pubblica amministrazione esclusivamente ai propri cittadini e/o ai cittadini dell'UE.
Per quanto riguarda la possibilità di rimanere nello Stato membro per la ricerca di un lavoro o per avviare un'impresa, sette Stati membri (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Olanda e Portogallo) consentono agli studenti cittadini di Paesi terzi di rimanere nel loro territorio per un periodo minimo di nove mesi dopo il completamento degli studi, quindi sono già conformi alle disposizioni della direttiva 2016/801/UE. Altri sei Stati membri (Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Svezia e Regno Unito) hanno disposizioni simili in vigore,
239 V. direttiva 2009/50/CE del Consiglio, del 25 maggio 2009, sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati.
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ma hanno ancora tempo per prolungare il periodo a un minimo di nove mesi, col fine di conformarsi alla direttiva. In Repubblica Ceca, al momento non è in vigore alcun periodo transitorio.
Va notato che in seguito al recepimento della direttiva 2016/801/UE, tutti gli Stati membri dovrebbero consentire agli studenti che completano con successo gli studi universitari di rimanere nel Paese per cercare un'ulteriore occupazione.
Alcuni Stati membri riducono il numero regolare di anni in cui gli ex studenti devono risiedere nel proprio territorio per ottenere un permesso di soggiorno permanente (Germania, Estonia).
In Olanda, un cittadino di Paese terzo con una buona formazione (dottorato di ricerca) in cerca di lavoro ha la possibilità di presentare domanda per un anno di formazione entro tre anni dalla laurea. Durante quest'anno, la persona ha libero accesso al mercato del lavoro e ha diritto a un permesso di soggiorno.
Per quanto riguarda la concessione dei permessi di soggiorno per lo scopo di ricerca ed imprenditorialità, è importante sottolineare che la direttiva rifusa del 2016 consente, ma non obbliga, gli Stati membri a stabilire condizioni favorevoli per gli ex studenti cittadini di Paesi che intendono richiedere un permesso di soggiorno a fini di lavoro, ricerca e imprenditorialità. Per quanto riguarda le condizioni relative alle qualifiche di formazione richieste negli Stati membri, ritenute necessarie al fine di concedere un'autorizzazione per la ricerca di un lavoro e la creazione di un'impresa, gli Stati membri spesso richiedono il conseguimento di un master (Lusseburgo) o un diploma di laurea (Austria, Germania, Francia, Irlanda , Olanda, Portogallo). La maggior parte degli Stati membri non limita la scelta della posizione lavorativa agli studi intrapresi; solo tre Paesi richiedono di perseguire l'occupazione o l'imprenditorialità nel campo del titolo di studio conseguito (Germania, Francia e Lussemburgo).
Da questo studio emerge che nella maggior parte dei casi non esiste una strategia nazionale per far sì che gli studenti cittadini di Paesi terzi restino sul territorio, né tale responsabilità è stata assegnata a una singola istituzione (anche se è bene ricordare che diverse istituzioni sono attivamente coinvolte in questo campo, come il Ministero dell'Interno in Austria, Germania, Francia, Ungheria, Irlanda e Italia e il ministero dell'Istruzione in Germania e Irlanda). Da queste prime statistiche si può notare come di fatto ad oggi la direttiva 2016/801/UE non abbia contribuito ad armonizzare le legislazioni nazionali almeno sul piano del soggiorno post laurea degli studenti cittadini di Stato terzo.