Il valore morale attribuito alla persona è cruciale nella filosofia dell’azione di Capitini. Al centro dell’agire si pone l’individuo come soggetto morale. “Al porsi come centro di azione, decisione, creazione, e cioè come soggetto morale, in tutta la sua vastità e responsabilità che l’autodeterminazione gli conferisce, si aggiunge la
Giuliana Mannu
La filosofia dell’azione e della libertà di Aldo Capitini. Con un carteggio inedito con Augusto Del Noce.
Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali. Indirizzo in Filosofia, psicologia, pedagogia Università degli Studi di Sassari
34 coscienza religiosa che a tale centro sono individui, anime, intriseci
elementi di presenza”67.
La persona porta in sé i caratteri distintivi di presenza e tensione nell’azione morale e rappresenta il primum nella filosofia della prassi di Capitini.
L’atto di unità-amore su cui si fonda la pronuncia del tu accoglie l’esistenza dell’altro e la trasforma in presenza, che, a sua volta, interiorizza l’altro e lo avverte nel proprio intimo come presenza. “Appassionandoci per l’esistenza dei singoli esseri, noi a poco a poco li interiorizziamo talmente che li sentiamo presenti per sempre dall’esistenza alla presenza. Il primo atto sta a noi, di amare”68.
Il riconoscimento dell’Altro come valore morale, nella proposta capitiniana, mostra una stretta sintonia con quella di uno dei filosofi francesi più autorevoli del Novecento, Emmanuel Lévinas.
Nel Volto levinassiano si dà l’evidenza fenomenologica dell’io come soggetto morale. L’appello che il Volto rivolge all’io ne determina la responsabilità nei confronti dell’Altro. L'Altro non è un dato o un fatto, ma un valore; mi riguarda in quanto ha senso di per sé. Dichiara Lévinas in “ Totalità e Infinito”: “Noi chiamiamo volto il modo in cui si presenta l'Altro. Questo modo non consiste nel mostrarsi come un insieme di qualità che formano un'immagine. Il volto d'Altri distrugge ad ogni istante e oltrepassa l'immagine plastica che mi lascia”69.
Il Volto dell'Altro “parla e mi invita ad una relazione che non ha misura comune con un potere che si esercita. Il volto dell'Altro, dunque, mi coinvolge, mi pone in questione, mi rende immediatamente responsabile”70.
La responsabilità nei confronti dell'Altro si configura, nel pensiero di Lévinas e in quello di Capitini, come struttura originaria del soggetto.
67 A. Capitini, Note di etica e religione, Estratto dalla Rivista di filosofia, Anno
XXX, n° 4, ottobre-dicembre 1939, Milano, p.7.
68 Cfr. A. Capitini, Religione aperta, Parma, Guanda, 1955, p.482. 69 Cfr. E. Levinas, Totalità e infinito, Jaca Book, Milano, 1994, p. 48.
70 Cit. E. Lévinas, Altrimenti che essere o al di là dell’esistenza, Jaca Book, Milano,
Giuliana Mannu
La filosofia dell’azione e della libertà di Aldo Capitini. Con un carteggio inedito con Augusto Del Noce.
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35 Osserva su questo il filosofo francese: “L’estraneo che non ho né
concepito, né partorito, l'ho già in braccio. La mia responsabilità nei confronti dell'Altro arriva fino al punto che io mi debba sentire responsabile anche della responsabilità degli altri”71.
La tematica della riscoperta e della valorizzazione dell’Altro nella filosofia di Capitini racchiude significative riflessioni per comprendere la valenza attribuita all’agire pratico.
La teoria della compresenza, la categoria dell’apertura religiosa e politica sono le premesse per una radicale apertura all’individualità; aspetto che contraddistingue la filosofia della prassi di Capitini per il significato conferito all’intersoggettività e che implica l’uscita dell’individuo dalla chiusura e dall’isolamento. Pertanto, in questa prospettiva, l’individuo è intrinsecamente e intimamente in rapporto con tutti gli esseri. “Il singolo è intrinsecamente connesso nella compresenza con tutti gli esseri, la connessione del singolo con la compresenza è intrinseca. L’apertura religiosa al tu-tutti vede l’affluire della compresenza a lui come singolo, a pervadere la sua vita, ad aiutarlo ai valori, a compensare le sue insufficienze; insomma egli non è una monade nello spazio e nel tempo, ma è aperto ed intrecciato con la compresenza. Nasce così un’idea di persona o anima diversa da quella cara alla tradizione greco-europea: il singolo nella realtà di tutti è singolo ed è partecipe con singolare contributo della coralità e dell’iniziativa unitaria della compresenza”72.
La relazione aperta con l’altro è prassi, in quanto finalizzata alla produzione del valore. Il valore non sovrasta l’autenticità e la centralità della persona, anzi esiste in funzione di esse.
Gli individui, infatti, sono più importanti dei fatti, perché sono portatori di una carica relazionale, comunicativa, di una compartecipazione alla creazione dei valori che non finisce con la morte, ma vive in eterno nella compresenza.
71 Ivi.
72 Cit. A.Capitini, La compresenza dei morti e dei viventi, Il Saggiatore, Milano,
Giuliana Mannu
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36 Il punto di partenza dell’apertura alla compresenza è che l’individuo è
sempre con altri, tutto ciò che fa, è fatto con gli altri.
Condizioni e momenti fondamentali della apertura alla compresenza sono “l’attenzione agli altri esseri come singoli, l’“apertura” all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di tutti (che è prassi di nonviolenza); il criterio dell’agire come aggiunta, e non come dominio, cioè non mortificare gli altri, ma dare loro ciò che crediamo il bene; la speranza, fondata sulla convinzione che la realtà assecondi sempre la compresenza, si trasformi secondo la compresenza, e vengano altre forme di realtà più conformi all’intima compresenza73.
È in questo modo che l’individuo sperimenta la compresenza, “una realtà più larga e più vera” e si innalza ad un orizzonte di universalità e di totalità. La realtà dell’immortalità degli individui, si legge ne La compresenza dei morti e dei viventi, “non può uscire da me affermata che in rapporto al tu, all’atto di apertura […] al tu.
Il concetto di compresenza fonde insieme due elementi, entrambi pratici, l’infinita apertura a tutti e l’impegno nella produzione dei valori in perpetuo incremento74.
8. Il valore della libertà nell’azione morale e religiosa di