4. Pianificazione dei rischi, piani di emergenza all’interno di una pianificazione
4.2 Pianificazione e Beni culturali
Il modello pianificatorio dei beni culturali rispetto ad altri tipi di pianificazione deve tenere conto di un dato basilare, che ha ad oggetto beni che presentano caratteristiche peculiari di insostituibilità, elevatissimo valore culturale ed identificativo di una comunità e di un territorio e di cui deve esserne garantita la fruibilità.
La tipologia di piano tracciata dall’UNESCO e dal WHC è stato pensato e in riferimento ai siti a cui è stato riconosciuto valore universale, ma utilizzabile come tipologia di base per altri siti di interesse culturale o come modello da integrare in una più ampia pianificazione.
Il piano di gestione deve essere orientato come una guida chiara e flessibile e non consistere solo in una lista di attività da fare, ma come un complesso sistema che dovrebbe essere costruito tenendo conto di alcuni passaggi essenziali:
- Identificare le responsabilità ed azioni chiaramente senza creare sovrapposizioni e confusione di ruoli e funzioni. I soggetti istituzionali principalmente coinvolti sono le strutture responsabili della gestione dei disastri, come la protezione civile, il servizio meteorologico o antisismico o idrogeologico, ma anche quelle a protezione dei beni
82 Henztz M.D., Hagemeier-Klose M., Wagner K. Towards a Risk Governance Culture in Flood
Policy – Findings from the implementation of the “Flood Directive” in Germany in www.mdpi- com/journal/water (2012)
115 culturali, come il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo attraverso la rete territoriale delle soprintendenze;
- Identificare i soggetti interessati e coinvolti, i cosiddetti stakeholders, le comunità locali, l’istruzione e la ricerca;
- Identificare e valutare i principali rischi che potrebbero avere effetti negativi e compromettere il valore del bene. L’elenco dei rischi dovrebbe comprendere oltre ai principali rischi, terremoti, idrogeologico, vulcani, ecc., anche i “fattori nascosti” e gli effetti secondari. Inoltre identificare i processi di causazione degli eventi e la sequenza del loro verificarsi, gli effetti della combinazione fra rischio principale e fattori nascosti e secondari, il rapporto causa-effetto. I fattori nascosti o secondari, talvolta, potrebbero provocare più danni del rischio principale in se, in quanto amplificano il danno che se limitato a se stesso potrebbe essere più facilmente controllato e addirittura non causare danni. Basti pensare al verificarsi dell’esondazione di un fiume in un’area dove sono state create pianure alluvionali e non insistono insediamenti urbani o industriali sulle rive, risulta abbastanza evidente come l’area sia palesemente meno esposta a subire danni;
- Indicare i mezzi, i metodi, le misure e le strategie per la prevenzione, la mitigazione dei rischi, e la gestione delle emergenze (prontezza, risposta, ricovero, riabilitazione, manutenzione e monitoraggio).
Anche nella predisposizione dei piani nei beni culturali una delle principali sfide è il coordinamento con altri piani, o meglio l’inserimento del piano di gestione dei beni culturali in una pianificazione d’area o territoriale o nei piani specificatamente predisposti ed approvati per la gestione dei beni culturali.
Un Disaster Risk Management Plan (DRM plan) dei beni culturali dovrebbe collocarsi fra il piano di gestione delle aree urbane o rurali e quello di gestione dei beni culturali.
Gli elementi caratterizzanti un DRM Plan dei beni culturali non sono diversi da quelli dei piani di gestione dei rischi, come si deduce dall’elencazione precedentemente indicata, dalla mappatura fino all’imputazione delle responsabilità, il fattore caratterizzante aggiuntivo è rappresentato solo dal valore del bene, ed in caso di danneggiamento dalla perdita di questo valore, per cui diventa un principio che guida tutte le azioni e le procedure di contenimento del rischio ed anche gli orientamenti.
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4.2.1 Pianificazione e Beni culturali: il complesso sistema
Italia
E proprio sulla scia di questo orientamento si basa l’adozione di alcune direttive ed iniziative nel nostro ordinamento che tengono conto della problematiche dei rischi nei beni culturali, cercando di colmare quel vuoto fra due aspetti che incidono fortemente sul nostro sistema giuridico-sociale: i beni culturali ed una estesa vulnerabilità al rischio di molte aree del territorio nazionale.
Il nostro Paese è lo Stato con la maggiore presenza di beni culturali al mondo e nello stesso tempo ha un territorio con caratteristiche geomorfologiche particolarmente fragile ed esposto a diversi rischi (sismici, idrogeologici, vulcanici, ecc.).
Un tale stato di fatto ha originato un complesso di norme, regolamenti e prassi che di rado hanno posto in correlazione la tutela dei beni culturali con prescrizioni in tema di protezione dai rischi. Sono, infatti, state emanate leggi specifiche sulle costruzioni antisismiche in zone a rischio, esistono leggi quadro e normative di dettaglio regionali e locali, accanto ad una lunga cronologia sulla protezione dei beni culturali, dal primo dopoguerra fino al Codice Urbani del 2004. Quest’ultimo ha dedicato un solo comma in cui è stato menzionato il rischio sismico, e peraltro rinviando ad una direttiva di tipo tecnico, che è la Direttiva sulla valutazione della vulnerabilità al rischio sismico degli edifici storici.
Ma da
Le principale da considerarsi ai fini di questa ricerca sono riconducibili a: - carta del rischio;
La "Carta del Rischio" è un sistema informativo territoriale di supporto scientifico e amministrativo agli Enti statali e territoriali preposti alla tutela del patrimonio culturale.
Il SIT Carta del Rischio, messo a punto dall'Istituto Superiore per la Conservazione (già ICR) è un sistema di sperimentazione e ricerca sul territorio, per la conoscenza sul rischio di danno dei beni immobili.
Il SIT è un sistema di banche dati, alfanumeriche e cartografiche, in grado di esplorare, sovrapporre ed elaborare informazioni intorno ai potenziali fattori di rischio che investono il patrimonio culturale.
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sulla cui base i singoli beni sono valutati come "unità" di una "popolazione statistica" di cui si mira a valutare il livello di vulnerabilità e quindi di rischio.
I Fattori di Rischio sono stati suddivisi in:
- Vulnerabilità Individuale (V), ossia una funzione che indica il livello di esposizione di un dato bene all'aggressione dei fattori territoriali ambientali
- Pericolosità Territoriale (P), ossia una funzione che indica il livello di potenziale aggressività di una data area territoriale, indipendentemente dalla presenza o meno dei beni
A tale scopo i dati inseriti nel sistema sono stati acquisiti in tempi e modalità diverse a secondo dei progetti che si sono succeduti nel corso degli anni, quindi in banca dati sono stati inseriti, attraverso le campagne di acquisizione presso le
soprintendenze territoriali, beni monumentali con decreto di vincolo emessi fino al 2004 oppure con progetti di ricerca in collaborazione con varie università italiane e enti istituzionali, o con l'acquisizione del rilevamento dei danni sui beni provenienti dal terremoto delle Marche e dell'Umbria del 1997.
In tal proposito, data la disparità delle fonti di acquisizione, si sottolinea che i dati presenti nel sistema non sono certificati e ovviamente non sono esaustivi di tutti i beni presenti sul territorio.
Da questo sito è possibile:
visualizzare la cartografia del territorio con il posizionamento dei beni immobili, i dati sulla pericolosità territoriale e sullla vulnerabilità e rischio sismico
consultare ed aggiornare (inserimento, modifica, cancellazione) il repertorio dei beni mobili ed immobili
consultare ed aggiornare (inserimento, modifica, cancellazione) gli originali dei decreti di vincolo sui beni immobili emessi ex leggi 364/1909,
1089/1939 e 490/1999 e D. L.vo 42/2004
consultare ed aggiornare (inserimento, modifica) le schede di vulnerabilità dei beni mobili ed immobili
consultare le schede Maris dei beni immobili consultare le schede terremoto dei beni immobili
consultare, validare ed aggiornare (inserimento, modifica) le schede di vulnerabilità sismica dei beni immobili
effettuare delle statistiche sui beni immobili
- direttiva dei
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