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Il Piano Generale del Traffico Urbano

IL CASO PALERMO: STRUMENTI SULLA MOBILITA’ NON MOTORIZZATA

8.4 Il Piano Generale del Traffico Urbano

L’Art. 36 del Codice della Strada prevede la redazione dei ―Piani urbani del traffico e piani del traffico per la viabilità extraurbana‖ cui dovranno

Il caso Palermo: strumenti sulla mobilità non motorizzata

adempiere obbligatoriamente i comuni con popolazione residente superiore a trentamila abitanti, è fatto obbligo dell'adozione del piano urbano del traffico e ―i comuni con popolazione residente inferiore a trentamila abitanti i quali registrino, anche in periodi dell'anno, una particolare affluenza turistica, risultino interessati da elevati fenomeni di pendolarismo o siano, comunque, impegnati per altre particolari ragioni alla soluzione di rilevanti problematiche derivanti da congestione della circolazione stradale‖. In ogni caso l'elenco dei comuni interessati viene predisposto dalla regione e pubblicato, a cura del Ministero dei lavori pubblici, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. I Piani “sono finalizzati ad ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità e i tempi di attuazione degli interventi. Il piano urbano del traffico prevede il ricorso ad adeguati sistemi tecnologici, su base informatica di regolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica del rallentamento della velocità e di dissuasione della sosta, al fine anche di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale che si rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire‖ (comma 4). Vengono aggiornati ogni due anni e la loro redazione

―deve essere predisposta nel rispetto delle direttive emanate dal Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dell'ambiente e il Ministro per i problemi delle aree urbane, sulla base delle indicazioni formulate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nel trasporto‖

(comma 5) Il Ministero dei Lavori Pubblici ha emanato le relative ―Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico. (Art. 36 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Nuovo codice della strada)‖.

Capitolo 8

Nelle Direttive, in ―Premessa‖ leggiamo: Il nuovo Codice della strada (nuovo Cds), all'articolo 36, fa obbligo della redazione del Piano urbano del traffico (PUT) ai comuni con popolazione residente superiore a trentamila abitanti, ovvero comunque interessati da rilevanti problematiche di circolazione stradale. Il PUT costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione dell'inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento dei consumi energetici, nel rispetto dei valori ambientali. Esso deve essere coordinato, oltre che con i Piani del traffico per la viabilità extraurbana previsti dallo stesso articolo 36, per i quali saranno emanate apposite direttive, con gli strumenti urbanistici, con i Piani di risanamento e tutela ambientale e con i Piani di trasporto. Piani - questi - che costituiscono gli strumenti di valenza strategica per il governo del sistema della mobilità, dell'ambiente, dell'assetto urbanistico e della programmazione economica di un determinato ambito territoriale. Tale governo è finalizzato al conseguimento, tra l'altro, dei medesimi obiettivi perseguiti dal PUT.

Le direttive trattano sia la fase della redazione del PUT, per la quale hanno valenza di prescrizioni, sia le fasi dell'adozione e dell'attuazione dello stesso, intendendo rispettare, in ogni caso, l'autonomia degli enti locali nella determinazione delle procedure interne e nell'organizzazione degli uffici.

Sempre nel contesto delle Direttive viene fatta l’opportuna distinzione tra PUT e Piano dei Trasporti, il primo connesso alla gestione della mobilità, il secondo connesso prioritariamente alla definizione di interventi fisici di carattere infrastrutturale: “Il Piano urbano del traffico (PUT) è costituito da un insieme coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale nell'area urbana, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati, realizzabili nel breve periodo - arco temporale biennale -

Il caso Palermo: strumenti sulla mobilità non motorizzata

e nell'ipotesi di dotazioni di infrastrutture e mezzi di trasporto sostanzialmente invariate. In particolare il PUT deve essere inteso come

"piano di immediata realizzabilità", con l'obiettivo di contenere al massimo -mediante interventi di modesto onere economico- le criticità della circolazione; tali criticità - specialmente nelle aree urbane di maggiori dimensioni- potranno infatti essere interamente rimosse solo attraverso adeguati potenziamenti sull'offerta di infrastrutture e di servizi del trasporto pubblico collettivo, che costituiscono l'oggetto principale del Piano dei trasporti, realizzabile nel lungo periodo -arco temporale decennale-. (…)Nel processo di pianificazione e governo del sistema dei trasporti a scala urbana, il PUT costituisce in definitiva lo strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, che mediante successivi aggiornamenti (piano-processo) rappresenta le fasi attuative di un disegno strategico -di lungo periodo espresso dal Piano dei trasporti, da elaborare in genere a scala comprensoriale (bacino di traffico) e con riferimento anche a tutte le altre modalità di trasporto non stradale.

Quest'ultimo Piano, infatti, è costituito da un insieme articolato di interventi relativi allo sviluppo dell'offerta di infrastrutture e servizi di trasporto, congiunti a politiche di controllo delle modalità di soddisfacimento della domanda di mobilità (politiche di controllo della domanda) ed ad indirizzi per la pianificazione territoriale ed urbanistica; il Piano dei trasporti costituisce, pertanto, uno strumento di fondamentale valenza strategica per l'ordinato sviluppo delle aree urbane.”

Gli interventi proposti nel PGTU della città di Palermo, in termini generali, sono:

di tipo essenzialmente fisico, localizzati in punti specifici della rete, aventi l’obiettivo di risolvere nel breve termine criticità puntuali della circolazione;

Capitolo 8

1.2 Limitazione circolazione veicolare waterfront Mondello e Sferracavallo e fruizione pedonale e ciclabile

2.2 Limitazione circolazione veicolare waterfront Mondello e Sferracavallo e fruizione pedonale e ciclabile

2.3 Tariffazione

2.4 Razionalizzazione trasporto pubblico su gomma 2.5 interventi di fluidificazione della circolazione stradale;

2.6 interventi sul viale Regione Siciliana;

2.12 Sistema di controllo e informazione del traffico 3 Sicurezza

3.2 Limitazione circolazione veicolare waterfront Mondello e Sferracavallo e fruizione pedonale e ciclabile

3.3 Tariffazione

3.4 Controllo dei transiti nelle corsie riservate interventi di fluidificazione della circolazione stradale;

3.12 Sistema di controllo e informazione del traffico 4 Ambiente

Urbano Qualità della

vita

4.1 ZTL 1 e 2 e ZTL Mercati storici

4.2 Limitazione circolazione veicolare waterfront Mondello e Sferracavallo e fruizione pedonale e ciclabile

4.12 Sistema di controllo e informazione del traffico

Tabella 8.1 Finalità del piano generale del traffico urbano

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tali interventi sono collegati tra loro nell’ottica di fluidificare selettivamente soprattutto gli itinerari di transito e di scorrimento interni;

- di tipo fisico ed organizzativo, destinati ad incrementare i livelli di sicurezza, e ad indurre una distribuzione della mobilità tra i diversi modi di trasporto meglio rispondente agli obiettivi generali;

- normativi, destinati prevalentemente, nelle zone critiche, a limitare la presenza aggressiva dell’auto a favore delle utenze più deboli.

Dall’analisi dell’ambiente urbano, in riferimento agli obiettivi ambientali insiti nel Piano Traffico e alla modalità di monitoraggio tipica dello strumento e con soluzioni locali prospettate, emerge il quadro propositivo espresso nella tabella 8.1 :

8.5 Il Piano Strategico per la Mobilità sostenibile del Comune