3. FASE 2: DESCRIZIONE DEL PIANO
3.4 Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione
3.4.1 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto
Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato adottato il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004, n.11 (art. 25 e 4).
Il percorso che ha portato al nuovo Piano si è articolato a partire da un primo quadro di riferimento con la pubblicazione dei “Fondamenti del Buon Governo del Territorio – Carta di Asiago”, del “Documento Programmatico Preliminare per le Consultazioni”, del volume “Questioni e lineamenti di progetto” e con numerose indagini settoriali presentate durante l’incontro di Asiago del 2 marzo 2007 “Verso il nuovo PTRC; confronto su temi e idee”. Sentiti Enti Locali e associazioni di categoria interessate, è stato definito il quadro sinottico degli obiettivi del PTRC e le tavole di vision ad essi associate, che hanno costituito parte integrante del “Documento Preliminare al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC)”, adottato con deliberazione di Giunta Regionale n. 2587 del 7 agosto 2007, unitamente alla relativa Relazione Ambientale prevista dalla procedura di valutazione ambientale strategica, sulla quale si era espressa la Commissione Regionale VAS con il parere n. 59 del 19.07.2007. Fasi di consultazione a concertazione hanno poi portato alla definizione delle linee strategiche e alla traduzione negli elaborati tecnici di cui si prenderà visione.
Il nuovo PTRC si pone come quadro di riferimento generale e non intende rappresentare un ulteriore livello di normazione gerarchica e vincolante, quanto invece costituire uno strumento articolato per direttive, su cui impostare in modo coordinato la pianificazione territoriale dei prossimi anni, in raccordo con la pluralità delle azioni locali.
Vi è da rilevare come gran parte degli obiettivi in essere nel PTRC sono ampiamente condivisibili in quanto molto generici, tuttavia mancando un’identificazione degli strumenti per attuare tali obiettivi o lo stabilire delle priorità sulle azioni da svolgere, risulta alquanto complesso individuare le ricadute effettive e gli indirizzi concreti che il territorio assimilerà, a partire proprio dal sistema del paesaggio.
Per questo si riporta una descrizione sintetica degli obiettivi che il documento preliminare del PTRC ha previsto per la zona di Malo:
Uso del suolo
azioni di piano volte a gestire il processo di urbanizzazione, attraverso specifiche misure per gli spazi aperti e la “matrice agricola” del territorio e del sistema insediativo;
specifiche tutele per gli ambiti collinari;
si individuano le aree con problemi di frammentazione paesaggistica a dominanza insediativa ed agricola, da assoggettare a specifiche azioni di piano. Nel caso specifico della frammentazione insediativa, tipica dell’area centro–veneta (città diffusa), si prevede una estesa opera di riordino territoriale, volta a limitare l’artificializzazione e l’impermeabilizzazione dei suoli.
Biodiversità
azioni di piano volte a tutelare e accrescere la diversità biologica attraverso l’individuazione e la definizione di sistemi ecorelazionali (corridoi ecologici) estesi all’intero territorio regionale e connessi alla rete ecologica europea;
specifiche misure per potenziare il contributo delle attività agricole alla biodiversità;
in connessione al sistema insediativo sono indicati gli ambiti di agricoltura periurbana e le aree “urbano-rurali” di cui valorizzare le caratteristiche di multifunzionalità;
Riqualifica ambintale delle aree di cava dimesse.
Energia, risorse, ambiente
azioni di piano volte a razionalizzare e migliorare l’uso delle risorse, anche per contrastare il “cambiamento climatico”;
è incentivato l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia;
sono promossi il risparmio e l’efficienza energetica negli insediamenti (abitativi, industriali, commerciali, ecc.);
si prevedono interventi per il risparmio e la conservazione della risorsa acqua (anche attraverso la predisposizione di idonee aree di laminazione) e per la riduzione degli inquinamenti;
sono oggetto di specifiche politiche gli ambiti interessati dalle maggiori concentrazioni di inquinanti del suolo, dell’aria e dell’acqua (nitrati, CO2, ecc.), così come le aree interessate dalla risalita del cuneo salino;
si prevedono specifiche misure di tutela per le acque superficiali e profonde;
sono individuate le aree interessate dalla presenza dei principali corridoi energetici, dove proporre interventi di riordino;
Mobilità
Definire sistemi coerenti tra la distribuzione delle funzioni e l’organizzazione della mobilità;
Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilità delle diverse tipologie di trasporto;
Migliorare l’accessibilità delle aree;
Sviluppo economico
elementi e contesti da valorizzare e tutelare, al fine di sviluppare armonicamente i diversi turismi ridefinendo il legame tra ospitalità e l’armatura culturale e ambientale del territorio;
si prevedono azioni di valorizzazione del sistema delle ville venete, delle città storiche e delle città murate;
Crescita sociale e culturale
possibili scenari di piano per disegnare il Terzo Veneto che si riconosce così attraverso progetti d’ampia rilevanza e riflesso, capaci di mettere in figura un nuovo stile di vita e politiche imprenditive.
Andando poi ad esaminare relazione e tavole, si possono specificare ulteriormente i contenuti del PTRC che riguardano il territorio di Malo:
Paesaggio e biodiversità
“La decisione di attribuire valenza paesaggistica al PTRC, come da articolo 6 della L.
R. 2006, n. 18 e articolo 3 della LR 2004, n.11, è opportuna, non tanto per evitare l’ulteriore incremento degli strumenti di piano a rischio della loro efficacia, quanto per il riconoscimento, in essa sotteso, dello stretto legame esistente tra paesaggio e territorio”.
La valenza paesaggistica attribuita al PTRC contribuisce ad esplicitare lo stretto legame esistente tra paesaggio e territorio, e fa comprendere come sia oggi impensabile scindere la pianificazione territoriale da quella paesaggistica. Il PTRC si pone il problema di come inserire ciò che serve alla modernità in un contesto complesso, di volta in volta centro storico, campagna o montagna, rispettandone i valori identitari, storici ed ambientali.
In termini di politiche, si tratta di limitare il ricorso a strumenti regolativi con finalità prevalentemente vincolistiche, elaborando invece politiche attive. Infatti, accanto alla salvaguardia dei paesaggi compromessi, è necessario costruire o rigenerare i paesaggi della quotidianità (la casa, la fabbrica, le infrastrutture, il centro commerciale), quelli dell’abbandono (la montagna marginale, gli spazi rurali, i centri storici) e del degrado (le aree produttive dismesse), con particolare attenzione alla loro funzionalità e alla qualità estetico-architettonica.
Il PTRC ha elaborato uno specifico Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio che definisce un’articolazione spaziale che suddivide il territorio veneto in trentanove ambiti di paesaggio, cui sono dedicate altrettante schede. Il territorio del comune di Malo viene inquadrato in due ambiti: quello delle Prealpi Vicentine (n° 14) e quello dell’Alta Pianura Vicentina (n° 23).
PTRC: Ambito 14 delle Prealpi Vicentine PTRC: Ambito 23 dell’Alta Pianura Vicentina
Se l’ambito 14, che si caratterizza per la contrapposizione tra aree di montagna prealpina e di dorsale collinare, identifica la parte del territorio maladense di collina, l’ambito 23, area di intensa urbanizzazione avvenuta principalmente lungo la fascia pedemontana, comprende la parte di pianura del comune. Da questa differenziazione si riportano gli obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica comuni per entrambi gli ambiti e dunque interessanti tutto il territorio comunale e quelli specifici per le due aree:
Validi per entrambi gli ambiti Æ intero territorio del comune di Malo 1. Integrità delle aree ad elevata naturalità ed alto valore ecosistemico 3. Funzionalità ambientale dei sistemi fluviali e lacustri
8. Spessore ecologico e valore sociale dello spazio agrario 9. Diversità del paesaggio agrario
21. Qualità del processo di urbanizzazione 22. Qualità urbana degli insediamenti
24. Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici 26. Qualità urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi nei fondovalle 37. Integrità delle visuali estese
38. Consapevolezza dei valori naturalistico-ambientali e storico-culturali Ambito 14 delle Prealpi Vicentine Æ ambito di collina del comune di Malo
10. Valore ambientale e funzione sociale delle aree agricole a naturalità diffusa 11. Integrità e qualità ecologica dei sistemi prativi
12. Valore ambientale della copertura forestale 16. Conservazione dei paesaggi terrazzati storici
18. Valore storico-culturale dell’edilizia rurale tradizionale
Ambito 23 dell’Alta Pianura Vicentina Æ ambito di pianure del comune di Malo 4. Integrità del sistema delle risorgive e dei biotopi ad esso associati
5. Funzionalità ambientale delle zone umide
14. Integrità, funzionalità e connessione della copertura forestale in pianura 15. Valore storico-culturale dei paesaggi agrari storici
27. Qualità urbanistica ed edilizia e vivibilità dei parchi commerciali e delle strade mercato
32. Inserimento paesaggistico e qualità delle infrastrutture
33. Inserimento paesaggistico delle infrastrutture aeree e delle antenne 35. Qualità dei “paesaggi di cava” e delle discariche
Le considerazioni riportate sono valide ed utili per ampliare la conoscenza analitica ed inquadrare il sistema complesso del paesaggio nella giusta dimensione di area vasta e secondo le tipologie caratteristiche proprie del territorio veneto e possono essere utilizzate come tratti generali ed individuazione di priorità ma in esse non compaiono prescrizioni o vincoli.
In relazione alla biodiversità, il Piano sostiene la tutela e l’accrescimento della diversità biologica, attraverso misure per potenziare il contributo delle attività agricole alla biodiversità, tutelare i prati, pascoli e praterie esistenti ed individuare le aree urbano-rurali di cui valorizzare le caratteristiche di multifunzionalità.
“….la realizzazione della Rete Ecologica della Regione del Veneto, come prefigurato dal nuovo PTRC, contribuirà all’integrazione della rete ecologica pan-europea e avrà, al medesimo tempo, il ruolo di interfaccia per favorire l’armonizzazione delle reti locali, anche in considerazione dell’accentuata ricchezza e diversità degli ambienti naturali e le realtà socio-economiche della nostra regione ... “.
Tra le varie tavole elaborate dal piano si riporta la tav. 9 che tratta il Sistema del territorio rurale e della rete ecologica che mette in evidenza alcune peculiarità del territorio in esame.
PTRC Tav. 9 Sistema del territorio rurale e della rete ecologica (tavola non in scala)
Riguardo al consumo e degrado delle risorse fisiche, il Piano mette in evidenza come le dinamiche di sviluppo della società veneta in questi ultimi anni abbiano raggiunto, nel loro rapporto con la risorsa territoriale, soglie quantitative veramente elevate tali da non rendere più desiderabile una prosecuzione di tali trend e da imporre di ripensare il futuro dell’assetto insediativo.
E’ forte la consapevolezza degli effetti di una crescita in larga parte non governata, non solo nei termini di un elevato consumo di spazio, ma anche di disordine degli insediamenti e di congestione delle reti, sia all’interno, che all’esterno delle aree urbane.
Ai fattori interni si è sommata, peraltro, la ulteriore pressione dovuta alla notevolissima attrattività della regione sia in relazione alla forza lavoro (soprattutto straniera), che ai vari segmenti generatori dei flussi turistici nazionali ed internazionali (turismo culturale, balneare, montano, termale, religioso).
Beni cultuali e società
Per quanto riguarda la crescita sociale e culturale, il PTRC delinea possibili scenari per disegnare il Terzo Veneto. Nelle piattaforme di Treviso e Vicenza si individuano due specializzazioni di eccellenza, la prima legata a metodi lenti di fruizione del territorio
attraverso l’acqua, la natura e il gusto, la seconda legata alla creazione di luoghi dei giovani e dell’armonia. Si individuano inoltre gli interventi strutturali della nuova organizzazione spaziale regionale e le misure volte a potenziare i percorsi ciclopedonali.
Diffuso su tutto il territorio è l’effetto del Progetto Architettura del Novecento nel Veneto per cui è vietata la demolizione e l’alterazione significativa dei valori architettonici, costruttivi e tipologici, ma il Primo elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel Veneto1 non riporta edifici interessati nel comune di Malo.
Città ed uso del suolo
Fino ad ora, città e territorio sono parsi animati da un certo antagonismo, non dialoganti su obiettivi di organizzazione di medio periodo ma ciascuno alla ricerca di un solitario equilibrio. Tale situazione non è di difficile comprensione se pensiamo alla storia del territorio e delle città venete. Negli ultimi decenni, infatti, il quadro urbano si è andato progressivamente deteriorando, appesantito dalla crisi della mobilità e contemporaneamente svuotato dalle attività produttive e residenziali. Non meno rilevanti sono stati i cambiamenti interni alla città densa, con l’abbandono di aree industriali, il depotenziamento delle località intraurbane minori ed i ritardi nell’ammodernamento del patrimonio edilizio. E’ chiaro come questa situazione non sia vantaggiosa né per la città, né per il territorio, visto che l’assenza di strategie comuni implica l’incertezza nei progetti e negli investimenti.
In questo contesto, le politiche pubbliche coordinate possiedono un grande effetto moltiplicatore e il PTRC si propone come cornice per l’elaborazione di interventi di ricapitalizzazione delle città, riqualificazione ed ampliamento della loro offerta, rinnovamento della loro organizzazione ed attrazione di risorse.
La sfida per il futuro è, ancora e sempre, in grandissima parte riconducibile alle città, né può essere elusa. Il nuovo orizzonte metropolitano veneto per la competizione in Italia, in Europa e nel mondo emerge dalle dinamiche sociali, economiche e territoriali che investono soprattutto Venezia, Padova e Verona. Quindi, tra gli obiettivi di fondo del PTRC esiste quello di delineare percorsi coerenti con le specificità dei territori che ospitano le grandi città metropolitane, ideare una strategia di rafforzamento dell’armatura urbana regionale, migliorare la qualità ambientale del territorio per attirare capitale umano dall’esterno e trattenere quello esistente e rafforzare il sistema infrastrutturale .
Per quanto riguarda l’uso del suolo, il Piano mira a gestire il processo di urbanizzazione attraverso misure specifiche per proteggere gli spazi aperti, la buona terra e la matrice agricola del territorio, interventi di tutela per gli spazi montani e collinari, azioni volte alla salvaguardia dei varchi liberi da edificazione ed un’estesa opera di riordino territoriale e di insediamento sostenibile.
La tavola 8 del PTRC prende in considerazione la Città motore del futuro e colloca Malo all’interno dell’ambito pedemontano, senza includerlo in specifiche indicazioni strategiche se non nell’ambito di riequilibrio territoriale di Schio, Thiene e Valdagno.
In relazione si trova invece, relativamente allo specifico ambito dell’Altovicentino:
“…si incrociano con queste visioni che afferiscono a dinamiche economiche e territoriali alcune nuove infrastrutture destinate a segnare il territorio e a sostenere modelli e direttrici del sistema di città. Si tratta della pedemontana veneta, strada che non solo è destinata ad alleggerire l’asse centrale, ma a sostenere i processi economici e territoriali
1 Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC.
andando ad affermare la città estesa. Diverse le tematiche da affrontare in relazione alla città estesa, la terza città, che si innerva a partire dai nodi di Vicenza, Treviso e comprende i comuni a nord dei due capoluoghi tra i quali, di fatto storicamente e geograficamente, si è ormai creata una completa continuità urbana, in relazione alla residenzialità, ai servizi e alla produzione. Questo ambito può essere considerato come un’unica area metropolitana, derivante dalla sintesi di nuclei urbani, non tanto nel senso che non sussista più un’identità e un’autonomia di ciascuno come sistema urbano, bensì per il fatto che è l’insieme che sostanzia la dimensione, la tipologia e il livello qualitativo delle caratteristiche e delle problematiche per le quali si ritiene appropriato l’attributo della metropolitanità. Questa terza città contiene un alto livello di trasformabilità che è legato alla capacità del sistema di accrescere la propria produttività. Non è più pensabile infatti che il sistema cresca attraverso incrementi di dotazioni fattoriali fatte di accumulazioni di capitale che generano più strutture, più infrastrutture, più densità. La crescita del futuro deve essere legata molto alla qualità ambientale del territorio che è fondamentale per attirare capitale umano dall’esterno ma anche per trattenere quello già esistente. Ecco quindi che questa terza città deve migliorare il proprio sistema infrastrutturale che comprende oltre che alla mobilità anche l’istruzione, la cultura e la sanità. Il sistema della mobilità e del trasporto pubblico, in particolare, costituiscono la base sulla quale appoggiare, dare forma e rendere efficiente il sistema multipolare. Il miglioramento dell’accessibilità, la localizzazione dei nodi di interfaccia tra reti lunghe e reti brevi che garantiranno i collegamenti internazionali e quelli intraregionali, l’integrazione tra politiche di settore consentiranno di mettere in atto la struttura sulla quale appoggiare le scelte e le prospettive del sistema insediativo …”.
PTRC Tav. 8 Città, motore del futuro (tavola non in scala)
L’opportunità densa di possibili aperture nei confronti dell’efficacia dei piani è stata rappresentata dal tentativo sistematico in tutto il PTRC di “mettere in rete” vocazioni e risorse naturalistico-ambientali, culturali, produttive, infrastrutturali, turistiche, nella consapevolezza, maturata nel percorso, che solo il superamento dei confini, e un sistema di concertazione delle scelte, consentono di realizzare azioni di governo del territorio sempre più efficaci rispetto al soddisfacimento delle esigenze della collettività.
La co-pianificazione o “amministrazione condivisa” esalta il ruolo e la responsabilità delle autonomie locali, coinvolte direttamente e pariteticamente nella coalizione decisionale e, d’altro canto, porta al superamento del ruolo gerarchico-istituzionale della Regione, chiamata a condividere esigenze e sollecitazioni di realtà territoriali, non sempre interpretabili con una “visione lontana”.
In una prospettiva in cui il ruolo dei diversi soggetti istituzionali non è rigido, ma flessibile e non sempre predeterminato, il governo del territorio richiede nuovi approcci, che affrontino problemi e obiettivi in un’ottica di “mediazione” fra globale e locale. E’
all’interno di questa mediazione esperta che è stato creato lo spazio d’incontro e la definizione delle politiche di sistema territoriali, necessarie per dialogare e avere peso nei rapporti con lo Stato e la Comunità Europea.
Sviluppo economico
Per quanto riguarda lo sviluppo economico, il PTRC tende ad aumentarne la portata e la competitività. Gli interventi proposti includono la valorizzazione dei parchi polifunzionali e commerciali di rango regionale e l’invenzione di nuovi nodi di servizio in grado di affiancare le imprese nelle loro attività produttive. Si vuole poi valorizzare e tutelare i diversi turismi, ridefinendo il legame tra ospitalità ed armatura culturale e ambientale del territorio.
Nella “Tavola 05b Sviluppo economico turistico” viene riportato:
il sistema delle polarità turistiche principali;
il sistema del turismo sulla neve;
il sistema del turismo naturalistico e rurale;
il sistema del turismo della memoria e delle tradizioni;
il sistema del turismo fieristico e congressuale;
il sistema del turismo termale;
il sistema del turismo balneare;
il sistema del turismo sportivo;
il numero delle produzioni DOC, DOP, IGP per comune;
gli elementi territoriali di riferimento;
con la finalità di promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività turistiche anche attraverso forme di integrazione tra settori economici diversi e tra azioni di qualificazione e diversificazione dell’offerta turistica delle imprese e dei soggetti pubblici; con l’obiettivo di creare una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre una offerta diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa.
Per il territorio del comune di Malo non sono evidenziati particolari indirizzi, emergono le sole presenze di ville venete e di siti archeologici.
PTRC Tav. 5b Sviluppo economico turistico (tavola non in scala)
Energia e altre risorse naturali
L’energia, le risorse e l’ambiente sono direttrici del PTRC che mira a razionalizzare e migliorarne l’uso, anche per contrastare il cambiamento climatico. Gli interventi proposti comprendono l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia, il risparmio e la conservazione dell’acqua, la riduzione degli inquinamenti di suolo, aria e acqua ed il riordino dei principali corridoi energetici.
Inoltre, riguardo allo specifico tema dei cambiamenti climatici il PTRC afferma che “il disegno pianificatorio del “Terzo Veneto” non può prescindere da una profonda riflessione sulle politiche più idonee per contrastare gli effetti del fenomeno cambiamento climatico”.
Mobilità
Con riferimento alla mobilità, il PTRC sottolinea come sia necessario governare il rapporto tra le infrastrutture e il sistema insediativo, cogliendo l’opportunità di razionalizzare il territorio urbanizzato sulla base della presenza dei corridoi plurimodali, del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) e dell’asse viario della Pedemontana.
Non compaiono specifiche modifiche riguardanti il territorio in esame che saranno invece da ricercare nei Piani di scala locale (PTCP o altri Piani del Traffico locali).
Verso la sostenibilità
“Nell’Alto Vicentino puntare verso la sostenibilità significa valorizzare la disponibilità di biomassa da destinare a scopi energetici; corsi d’acqua già sfruttati all’inizio dell’industrializzazione potrebbero essere oggi riutilizzati per scopi energetici rafforzando l’azione di recupero già intrapresa da alcune realtà locali (es. la Comunità Montana LeograTimonchio); spazi idonei all’installazione di mulini eolici , spazi adeguati per l’insediamento di impianti fotovoltaici (le serre energetiche) o di smaltimento liquami per la produzione di biogas. Bisogna incentivare una edilizia residenziale pubblica e privata ecocompatibile che diventi esempio da imitare; riuscire ad aumentare la quota di energia (elettrica e termica) prodotta da fonti rinnovabili; incentivare il risparmio energetico ed il miglioramento dell’efficienza degli impianti; realizzare progetti dimostrativi per la promozione del risparmio energetico legati alla certificazione”.
Il sistema delle Contrade
“Buona parte del territorio dell’Alto Vicentino è caratterizzata da una realtà collinare
“Buona parte del territorio dell’Alto Vicentino è caratterizzata da una realtà collinare