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i pit come strumenti di sviluppo per le aree rural

Nel documento L'approccio integrato nel PSR 2007/2013 (pagine 72-75)

i progetti integrati territoriaL

3.4 i pit come strumenti di sviluppo per le aree rural

nelle altre Regioni, i Pit attivati propongono uno strumento di intervento teso a favorire lo sviluppo di aree rurali e, in termini di obiettivi, procedure adottate e modalità di funzionamento hanno fatto ampiamente tesoro dell’esperienza ma- turata con l’approccio leader.

Molta ampia è la scelta di misure cui possono attingere i Pit di questa na- tura (tabella 14) che in regioni come lombardia e Friuli possono contare su tutte (o quasi) le misure previste nel PSR; su tutte quelle degli assi 1 e 2 in liguria dove promuovono azioni di sviluppo rurale per territori fortemente urbanizzati; tutte le misure dell’asse 3 in lazio e in Veneto dove il Pit ha obiettivi legati alla diversifi- cazione delle attività e al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali.

Veneto, liguria e lazio attivano i Pit per dare possibilità di avviare strategie di sviluppo locale in territori non ammissibili (aree a e B del PSR) o in cui non sono state attivati piani leader. in lombardia e Friuli Venezia Giulia essi sono attivati con l’intento di mettere a disposizione delle comunità locali un ulteriore strumento d’intervento con cui affrontare le problematiche delle aree rurali.

in tutti i casi regionali si prevede che la strategia di progettazione integrata sia presentata da un partenariato pubblico-privato rappresentativo degli interessi economici e sociali del territorio di riferimento. il ruolo del partenariato è quello di presentare un progetto concordato e concertato con le popolazioni locali che risponda ai fabbisogni dell’area.

Tabella 14 – PIT “per lo sviluppo delle aree rurali”: modalità di funzionamento

Regione Strumento Aree

eleggibili Partenariato Soggetto Capofila Misure ammissibili Risorse disponibili Friuli Venezia Giulia PIT Tutto il territorio regionale Pubblico- privato Un qualsiasi membro del partenariato 121, 122, 123, 124, 125, 133, 214, 216, 221, 223, 226, 227, 311, 312, 321, 323 19.331.000

Lazio PIT Aree C e D Pubblico-

privato

Enti locali, Enti pubblici, Università

agrarie, Distretti, Strade del vino o

dell'olio, Altri

Asse 3 41.000.000

Liguria PIT Aree A e B del PSR Pubblico- privato Partenariato giuridicamente riconosciuto Assi 1 e 2 6.398.089

Lombardia PC d'area Tutto il territorio regionale Pubblico- privato Un qualsiasi membro del partenariato Tutte le misure del PSR 17.444.074

Umbria PIT Aree

individuate dalla regione Privati Partenariato giuridicamente riconosciuto 121, 311, 313 7.050.000

Veneto PIA Rurali Aree non Leader Pubblico- privato Partenariato giuridicamente riconosciuto o ATS Asse 3 15.392.000

Fonte: elaborazioni su dati PSR e Bandi regionali Pit

il Veneto si spinge oltre, attribuendo al partenariato del Pit la facoltà di at- tuare gli interventi previsti attraverso bando pubblico. il partenariato Pit, proprio come il Gal, attua indipendentemente la propria strategia di sviluppo bandendo e selezionando le singole iniziative attivabili. l’approccio leader e quello Pit si presentano come iniziative complementari, con funzioni analoghe in territori diffe- renti. non a caso le aree Pit, secondo il bando della Regione, non devono assoluta- mente coincidere con quelle soggette a Piani di sviluppo locale (PSl)12 del leader.

12 il PSl rappresenta il programma di attuazione della strategia leader da parte di ogni singolo Gruppo di azione locale (Gal) approvato e finanziato.

la Regione Veneto è quella che sembra aver meglio inteso le possibilità offerte dall’art.59 del Regolamento 1698/05 che, nell’ambito dell’asse 3, prevedeva la possibilità di finanziare partenariati pubblico-privati, diversi da quelli leader, per l’attivazione delle misure di sviluppo rurale inerenti la diversificazione delle attività rurali e la qualità della vita nelle aree rurali. infatti, la procedura di attiva- zione dei Progetti integrati d’ambito rurale (Pia-R) parte proprio dalla selezione di questi partenariati per l’attivazione della misura 341 – animazione e acquisizione di competenze finalizzate a strategie di sviluppo locale del PSR Veneto. Per acce- dere alla misura il partenariato deve interessare un area regionale classificata dal PSR come B o C non leader e promuovere il consolidamento e lo sviluppo di spe- cifici ambiti territoriali, omogenei in quanto caratterizzati da situazioni ed esigenze comuni, attraverso un insieme coordinato di misure o azioni mirate alla soluzione di particolari problematiche e criticità o al rafforzamento di effettive opportunità di sviluppo considerate mature o comunque chiaramente riconosciute e condivise. il Pia-R può attivare, oltre alla misura 341, misure a regia del partenariato essen- zialmente rivolte a beneficiari pubblici coinvolti nel partenariato e misure a bando per i beneficiari privati.

anche i Pit del lazio, se pure con una procedura differente da quella atti- vata in Veneto, si presentano come uno strumento complementare al leader per attivare misure dell’asse 3 in aree non soggette all’approccio dell’asse 4. in questo caso, però, al Pit viene assegnato un puro ruolo di regia, mentre la responsabili- tà di selezionare i beneficiari degli interventi previsti dal progetto rimane in capo all’adG del PSR.

nel caso ligure il Pit oltre ad avere un ambito territoriale d’intervento diffe- rente da quello leader - i Pit sono destinati ai poli urbani - ammette l’attivazione solo di misure attinenti gli assi 1 e 2 visto che le misure dell’asse 3, secondo il PSR di questa Regione, non possono essere attivate in territori a basso grado di ruralità. la Progettazione integrata della liguria ha avuto un iter alquanto particola- re, è nata in ambito di selezione dei Gal. nell’avviso pubblico era prevista, infatti, la possibilità di presentare anche altre strategie (quelle previste dal sopracitato art.59 del Regolamento 1698/05), non esclusivamente collegate ai criteri previsti per i PSl, che dimostrassero di perseguire efficacemente gli obiettivi del Piano di sviluppo rurale. tali strategie potevano prevedere misure afferenti gli assi 1 e 2 del PSR o l’utilizzo di altri strumenti finanziari. Poiché, dall’invito a manifestare interesse nell’ambito leader sono emerse delle progettazioni integrate qualitati- vamente rilevanti, la Regione ha deciso di prendere in considerazione tale proget- tualità e premiarla attraverso l’emanazione di un apposito bando per la selezione

di progetti integrati riservati alle zone urbane che avessero già preso parte alla manifestazione d’interesse leader.

i progetti integrati territoriali di Friuli e lombardia presentano una procedu- ra più snella rispetto a quanto previsto dalle altre Regioni e, soprattutto, una mag- giore flessibilità di obiettivi e di attori potenzialmente coinvolgibili. PiF e Pit, in queste due Regioni, hanno procedure di attivazioni del tutto simili. è il partenariato che può scegliere un obiettivo d’intervento a forte caratterizzazione territoriale e coinvolgere, nella definizione delle strategie d’intervento, i soggetti che possono garantire la riuscita dell’iniziativa. i Pit possono attivare un gran numero di misure del PSR e riguardare ambiti territoriali ritenuti adeguati alle esigenze di sviluppo del partenariato.

tra i progetti territoriali volti allo sviluppo locale possono essere annoverati anche i Progetti integrati collettivi per la “promo-commercializzazione turistica di prodotti tematici o prodotti d’area” attivati in umbria. a differenza delle procedure attivate nelle altre Regioni, i progetti integrati umbri hanno la finalità di completa- re o sistematizzare gli itinerari turistici della Regione attraverso progetti integrati multifondo (utilizzano, infatti, le risorse dei PoR FeSR e FSe, quelle del FaS e del PSR) che finalizzano gli interventi turistici cofinanziati con Fondi europei e naziona- li alla più generale strategia di sviluppo del settore attuata dalla Regione. i progetti integrati collettivi possono essere attivati per la costruzione o la valorizzazione di itinerari a favore del turismo religioso, culturale, enogastronomico, congressuale o sportivo. il PSR contribuisce a finanziare alcuni degli itinerari individuati13 dalla

strategia regionale mettendo a disposizione risorse per gli investimenti aziendali (misura 121), per l’agriturismo (misura 311) e per l’incentivazione delle attività turistiche (misura 313).

Nel documento L'approccio integrato nel PSR 2007/2013 (pagine 72-75)