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d i m e Gianfranco Bettettini, Stefania Garassini, Barbara Gasparini, Nicoletta Vittadini I N U O V I S T R U M E N T I DEL C O M U N I C A R E pp. 338, € 14,98, Bompiani, Milano 2001 Stefano Cristante A Z Z A R D O E C O N F L I T T O INDAGINI SULL'OPINIONE PUBBLICA NELL'ERA DELLA COMUNICAZIONE GLOBALE

pp. 206, € 12,91, Manni, Lecce 2001

N

ell'evoluzione che le tec-nologie elettroniche han-no impresso alle forme e ai modi dei processi della co-municazione, sorprende che l'attenzione verso i new me-dia appaia scontare ancora il fascino catturante che ema-nano le straordinarie

flessibilità e poten-zialità di queste stru-mentazioni, rischian-do di tardare a perce-pire nella sua com-plessa integrità il va-lore fortemente inno-vativo che il sistema proietta sulla defi-nizione e percezio-ne del messaggio, sul rapporto tra modelli di enunciazione ed

enunciato, sulla stessa formazio-ne di un'opinioformazio-ne pubblica qua-le prodotto diretto della costru-zione dell'agenda setting (è que-sta costruzione che i new media condizionano in ragione della loro "specificità" linguistica). La relazione tra

usa-bilità e consumo si frantuma sotto il peso della "magia" che, inevitabilmente, na-sce dalle meraviglie rese possibili con i nuovi strumenti, e le categorie sulle quali venivano definiti i modi della conoscen-za - le categorie dello spazio e del tempo,

soprattutto - sono messe violen-temente in crisi, al punto di do-versi proporre una loro ridefi-nizione.

I percorsi lungo i quali si avventura l'analisi più interes-sante appaiono quelli della rico-gnizione della Rete come terri-torio simbolico di una globaliz-zazione della comunicazione, e quelli relativi alla determinazio-ne di un "nuovo statuto dell'im-magine" nel tempo che segna l'affermazione (parrebbe defini-tiva) dell'immagine come forma tedenzialmente egemone per la trasmissione della conoscenza. La Realtà Virtuale diventa l'o-rizzonte dentro cui sempre più tende a navigare la rappresenta-zione del nostro quotidiano, in un progetto drammatico di in-differenza verso la distinzione

- necessaria, e comunque possi-bile sempre - tra la realtà e la Realtà Virtuale.

Proprio in quest'ambito, lo studio collettivo pubblicato dal-la Bompiani segnadal-la come stia emergendo con chiarezza una tendenza verso il radicamento di quella forma di combinazione tra immagini reali e immagini virtua-li che due studiosi americani vol-lero chiamare, già nel 1992,

Aug-mentedReality, usando una

iper-bole efficace a rendere il senso della costruzione che sta interve-nendo a sovrapporre alla perce-zione di un ambiente presunta-mente "naturale" parcelle di ar-tificialità programmata. La di-gitalizzazione della realtà - Being

Digitals, cioè Essere digitali, era il

titolo del celebre testo di Nicho-las Negroponte (Sperling & Kupfer, 1995; cfr. "L'Indice",

1995, n. 11) - non è soltanto un affare tecnico: "analogico e digi-tale rappresentano due diverse dimensioni della capacità cogni-tiva ed espressiva umana, due di-verse attitudini di organizzazio-ne mentale e di rappresentazioorganizzazio-ne simbolica", scrive Carla Ravaioli in. un saggio apparso in

Media-morfosi (Rubbettino, 2000).

Questa distinzione rischia di venire marginalizzata dalla qualità alta, accattivante, del-la proposta di Realtà Virtuale

e Augmented Reality, e il coinvolgimento dei giornalisti nel supe-ramento della distin-zione è già più che un'ipotesi, se si tie-ne conto delle nuove forme che alla Colum-bia University si van-no sperimentando per dotare il reporter d'u-na attrezzatura che prevede l'intervento sul campo con stru-mentazioni che consentono in tempo reale di aggiungere in-formazioni alla lettura dell'am-biente. L'interazione uomo-mac-china si fa fluida, e questo è cer-tamente un risultato interessan-te; restano però alcuni dubbi,

perché "una digitaliz-zazione spinta non può non comportare una drastica riduzione di ciò che 'umano' si-gnifica ed è" (ancora Ravaioli).

La necessità di pro-cedere alla ricognizio-ne di un territorio do-ve la distinzione possa sopravvivere senza su-bire gli arretramenti di un luddismo cieco, e suicida, fa già parte del dibattito che s'è aperto all'interno del mondo dei media. Quando Cristante nel-l'introduzione del suo saggio

Az-zardo e confronto scrive che "la

distanza tra l'evento-attentato al-le torri di New York e un evento-filmico pescato tra i tanti prodot-ti della recente cinematografia americana era minimo", non sol-tanto disegna i contorni netti di una reazione che ha coinvolto larga parte del nostro mondo, ma traccia anche i primi caratteri di una interpretazione esclusiva-mente mediatica della nostra realtà. E il suo progetto è soste-nuto da una strategia ben chiara, la consapevolezza di qual è oggi il potere dei media.

Il superamento della vecchia definizione di "quarto potere",

per l'assunzione, invece, della consapevolezza che "il potere dei media è potere in sé, né quarto né secondo", individua cosi un cambio di campo molto significativo, perché trasporta la centralità della comunicazio-ne comunicazio-nel cuore stesso della società contemporanea, avviando la ge-nesi di un'identità simbiotica come forma nuova della relazio-ne tra il sistema dei media e l'e-sercizio del potere politico. Se, con Simmel e la sua "sociazio-ne", oggi il potere è costituito "dalla selezione dei contenuti, dalla selezione delle forme e dei modi, dalla selezione dei com-portamenti", ne consegue che il sistema dei media - controllando quei processi di selezione -finisce per essere esso stesso la faccia altra del potere.

La dimensione mediatica è, insomma, la dimensione della definizione della realtà, e del suo controllo. E 1'"opinione pubblica" diventa il terreno d'esercizio privilegiato di quella dimensione, che riprende Ha-bermas ma va anche oltre. Però se in questo terreno i new media provocano quella dislocazione della conoscenza che il saggio collettivo della Bompiani mette bene in luce, allora una nuova visione "politica" dei processi della comunicazione appare l'o-biettivo obbligato, e necessario, per tentare di sottrarre agli ap-prendisti stregoni delle tecnolo-gie informatiche la playstation dove si gioca il nostro futuro

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