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POLITICA/ATTUALITà

Nel documento PAG 1 (pagine 75-97)

COSTI DELLA POLITICA: “BASTA CON LO SCANDALO DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE UMBRE” - PER NEVI (FORZA ITALIA) SERVE PIANO DI DISMISSIONE E PRIVATIZZA-ZIONE

Il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea legi-slativa dell'Umbria, Raffaele Nevi, interviene in merito ai costi delle società partecipate umbre.

Per Nevi è necessario “dire basta alla scandalosa situazione”, che costerebbe 145 euro ad ogni cittadino, inoltre annuncia una proposta di legge

“per un grande piano di dismissione e privatizza-zione di queste partecipazioni pubbliche”.

Perugia, 6 febbraio 2014 - “Forza Italia dice ba-sta alla scandalosa situazione delle società parte-cipate umbre utilizzate per scopi politico-partitici.

E annuncia una proposta di legge per un grande piano di dismissione e privatizzazione di queste partecipazioni pubbliche che costa 145 euro ad ogni umbro contro una media nazionale di 90 euro”. È quanto dichiara il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea legislativa dell'Umbria, Raf-faele Nevi, in merito all'indagine del dipartimento della funzione pubblica sulle società partecipate, pubblicata sulla stampa di oggi. “L'analisi – spie-ga Nevi - mette in luce una realtà che, come diciamo da anni, produce debiti ed enormi flussi di risorse pubbliche (il più alto valore tra tutte le Regioni italiane) verso aziende che non sono gestite come vere e proprie imprese che stanno sul mercato, ma come strumenti per aumentare il consenso politico dell'azionista di riferimento. E chi le gestisce non sono manager di comprovata esperienza, chiamati a rispondere dei risultati che portano, ma politici di professione, spesso in pensione, che non rispondono mai dei danni che fanno alle casse pubbliche. Forse perché sono bravissimi ad utilizzare per scopi politico – parti-tici queste aziende in cui, infatti, troviamo grandi quantità di consulenti, fornitori, dipendenti as-sunti a chiamata diretta, collegati a doppio filo a chi governa i maggiori Comuni e la Regione”.

“Tutto ciò – prosegue Raffaele Nevi - provoca lo scandalo di un costo pro-capite che, come evi-denzia l'indagine, in Umbria è di 145 euro contro un dato medio nazionale che si attesta a 90 eu-ro. Si tratta del terzo valore più alto d'Italia dopo Liguria e Trentino Alto Adige. Anche il numero delle partecipate per Comune (ogni Comune 7 partecipazioni) è sopra la media nazionale”. “Alla luce di questa scandalosa situazione, che inseri-rei a pieno titolo nella voce 'costi della politica', Forza Italia dice basta e propone un grande pia-no di dismissione e privatizzazione di queste partecipazioni pubbliche. Ho dato mandato di studiare una proposta di legge che consenta alla Regione di avere uno strumento normativo ade-guato ad evitare che tutto ciò possa continuare.

Spero vivamente che Forza Italia non rimanga una voce isolata ma sia aiutata in questa

batta-glia per “più mercato e meno” stato da chi ha veramente a cuore il futuro di questa terra e il benessere di chi ci vive” conclude Nevi.

AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA: “RI-CHIESTA SCONCERTANTE, LE ISTITUZIONI E LA POLITICA UMBRA DICANO NO” - BAR-BERINI (PD) SULLA RICHIESTA DEGLI EX PRESIDENTI DI 200MILA EURO COME IN-DENNITÀ DI FINE MANDATO

Il consigliere regionale del Partito democratico, Luca Barberini, presenterà una interrogazione alla Giunta regionale sui compensi aggiuntivi agli ex presidenti degli Ambiti territoriali di caccia (Atc), in seguito alla notizia della loro richiesta di 200mila euro come “ulteriori indennità suppleti-ve”. Secondo Barberini, “la politica umbra deve prendere una posizione forte e dire no con fer-mezza a richieste intollerabili. Su questioni del genere non sono ammissibili silenzi imbarazzan-ti”.

Perugia, 7 febbraio - “In un periodo di crisi come quello attuale la politica umbra deve prendere una posizione forte e dire no con fermezza alla richiesta di 200 mila euro degli ex presidenti Atc”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito democratico, Luca Barberini, annun-ciando di volere presentare una nuova interroga-zione all’Esecutivo di Palazzo Donini sui compensi aggiuntivi agli ex presidenti degli Ambiti territo-riali di caccia (Atc), dopo quella dello scorso di-cembre e la risposta fornita in merito dall’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, e in seguito alla notizia della richiesta di “ulteriori indennità suppletive” da parte degli ex presidenti. “L’assessore all’agricoltura – spie-ga Barberini – ha spiespie-gato che la Giunta regiona-le si è limitata ad adottare esclusivamente atti di propria competenza e quindi a stabilire soltanto i compensi mensili spettanti ai presidenti degli Atc per lo svolgimento della loro funzione. Il parere tecnico dell’ufficio legale della Regione ha poi evidenziato che la normativa regionale in materia non legittima in alcun modo il pagamento di in-dennità di fine mandato, stabilendo quindi un punto fermo secondo il quale gli ex presidenti Atc dovrebbero restituire i 15mila euro che si sono già attribuiti come compensi aggiuntivi di fine mandato”. “A fronte di tutto ciò – aggiunge il consigliere regionale del Pd – in questi giorni è emerso che gli ex presidenti degli Atc, sarebbero pronti a chiedere ulteriori 200mila euro a testa a titolo di arretrati e di indennità suppletiva, ricor-rendo alle vie legali. Se tali voci venissero con-fermate, è opportuna una presa di posizione for-te da parfor-te della politica regionale che non lasci alcuno spazio a simili e sconcertanti pretese: su questioni del genere non sono ammissibili silenzi imbarazzanti”. “In questo periodo di

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to della spesa pubblica, in cui vengono chiesti grandi sacrifici ai cittadini – evidenzia Barberini – comportamenti del genere non sono tollerabili, soprattutto se provenienti da soggetti che per anni hanno gestito associazioni che utilizzano risorse pubbliche. Sarà la magistratura a giudica-re – conclude -, ma cgiudica-redo che la classe politica e le istituzioni regionali abbiano il dovere morale di dare un segnale chiaro ai cittadini, adottando iniziative specifiche che dicano con fermezza che tali somme non sono dovute e che la politica umbra non avallerà mai richieste simili”.

RIFORMA DEL SENATO: “NO AL MODELLO RENZI, SÌ INVECE AD UN RUOLO DEI CON-SIGLIERI REGIONALI” - NOTA DI LIGNANI MARCHESANI (FD'I)

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesa-ni (Fratelli d'Italia) critica il modello di riforma del Senato della Repubblica proposto dal segre-tario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi. Per Lignani, le Assemblee legislative re-gionali potrebbero delegare tre consiglieri, di cui uno di opposizione, con un incarico di due anni e mezzo e con l’incompatibilità con qualsiasi altro incarico istituzionale, in un Senato composto anche dai sindaci dei capoluoghi di regione e dai governatori.

Perugia, 7 febbraio 2014 - “La riforma del Senato proposta dal segretario PD è un misto tra la de-magogia di un presunto 'rottamatore' e la defor-mazione professionale di un sindaco in carica”: è la critica che il consigliere regionale Andrea Li-gnani Marchesani (Fratelli d'Italia) rivolge alla proposta di riforma del Senato teorizzata da Mat-teo Renzi. “È sicuramente giusto – afferma Li-gnani - eliminare il bicameralismo perfetto e tra-sformare la Camera Alta nel luogo delle autono-mie, con competenze specifiche e a costi ridotti.

Ma la proposta di Renzi, che non perde occasione nel criminalizzare i consiglieri regionali, è ecces-sivamente 'sindaco-centrica'. È vero che i Sindaci sono “frontiera del territorio”, ma non si com-prende come possano svolgere il doppio incarico proficuamente viste le estese competenze che hanno. Inoltre, Renzi propone che diventino sin-daci i 108 primi cittadini delle città capoluogo di Provincia, dimenticando che a breve le Province potrebbero non esistere più”. “Sul modello dell’elezione dei 'grandi elettori' del presidente della Repubblica - prosegue il consigliere regio-nale - le Assemblee legislative regionali potreb-bero invece delegare tre consiglieri, di cui uno di opposizione, con un incarico di due anni e mezzo e con l’incompatibilità con qualsiasi altro incarico istituzionale o di governo nell’istituzione regiona-le, per meglio dedicarsi al ruolo di membro della Camera Alta, con evidentemente l’obbligo di rife-rire semestralmente all’Assemblea legislativa. Il Senato potrebbe quindi essere composto anche dai sindaci dei capoluoghi di regione e dai

gover-natori, assorbendo le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, senza ovviamente costi aggiuntivi.

Questo sembra un modello più equilibrato anche dal punto di vista politico, considerando che i Municipi italiani hanno una tradizione diffusa di centrosinistra ed il Senato di proposta renziana sarebbe scontatamente di maggioranza prede-terminata”. “Infine – conclude Lignani - gradi-remmo che il sindaco Renzi si dedicasse ai pro-blemi di trasparenza legati al suo ruolo di sinda-co e alla racsinda-colta-fondi dei suoi sostenitori, oltre che andare a scavare nei meandri dei privilegi parlamentari. È insopportabile la sua polemica continua contro i consiglieri regionali che, ricor-diamolo, sono eletti e non 'nominati', con la sola eccezione proprio della Toscana, dove vige un Porcellum in salsa regionale per l’ennesimo ac-cordo-vergogna tra il suo partito e l’onorevole Verdini”.

“A DUE MESI DALLE ELEZIONI IL SINDACO DI PERUGIA SI ACCORGE CHE LE ISTITU-ZIONI DEVONO FAR SENTIRE LA LORO PRE-SENZA SUL TERRITORIO” - ROSI (NCD):

“SERVE UNA SVOLTA”

Maria Rosi, consigliere regionale del Nuovo cen-trodestra, critica le dichiarazioni del sindaco di Perugia riguardanti un “tour” degli amministrato-ri in mezzo alla gente e si appella ai cittadini per un cambiamento. Per Rosi questa è una presa di posizione tardiva ed urge ormai una “svolta epo-cale”, con il centro destra che “può adesso vince-re”.

Perugia, 10 febbraio 2014 - “A due mesi dalle elezioni politiche il sindaco di Perugia si accorge che nella nostra città c'è bisogno che le istituzio-ni siano accanto ai cittadiistituzio-ni e facciano sentire la loro presenza sul territorio. Oggi più che mai il centrodestra ha l'occasione di vincere”. Così il consigliere regionale Maria Rosi (Nuovo centro-destra) che vuol lanciare un appello “a tutti i cittadini che negli anni si sono sempre lamentati ma poi non hanno mai avuto il coraggio di non rispondere all'ordine di scuderia, pur sapendo che non era giusto. C'è bisogno di una svolta epocale per i nostri figli e per la nostra città, realizziamola tutti insieme”. Rosi affida ad una nota la sua riflessione sull'operato dell'ammini-strazione di centrosinistra del capoluogo di re-gione, dopo le dichiarazioni fatte dal sindaco Boccali in questi giorni, riguardanti appunto una maggiore presenza degli amministratori pubblici sul territorio . “E' dall'inizio della legislatura – scrive Rosi - che i perugini vivono in una situa-zione di forte disagio. Lui lancia il tour solo ora a febbraio 2014, a ridosso della scadenza del suo mandato. Spero che i perugini non siano cosi sciocchi da credere alle favole puramente pre-elettorali. Perugia è la capitale della droga euro-pea e il nostro amato sindaco cosa ha fatto oltre che chiacchiere e tavoli infiniti? Cosa ha fatto per il problema della sicurezza? I perugini hanno bisogno di persone che si impegnino per

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re i programmi e lo facciano con passione e dedi-zione verso la città. Basta con comunicati sterili che riempiono solo le pagine dei giornali o dei volantini. Oggi c'è bisogno di concretezza: occor-re ritornaoccor-re alla politica di servizio e di rinuncia.

Basta – aggiunge - con i politicanti che fanno questo di mestiere e che, non avendo altri lavori, hanno bisogno di una poltrona”. “Dobbiamo rivi-talizzare il centro storico – continua Rosi – per ridarlo non solo ai perugini, ma anche ai com-mercianti, che hanno speso parte della loro vita per mantenere vive le tradizioni della nostra cit-tà, anche a costo di rimetterci. La sinistra non solo ha fallito come amministrazione della città, ma ha fallito come amministratore della parteci-pate pubbliche: basta vedere i problemi emersi con Umbria Mobilità, Gesenu e Umbria Acque. E' il momento di realizzare le idee e di ricostruire sulle macerie del Pd. Ai perugini e più in generale agli umbri non interessano le lotte interne ai partiti che monopolizzano da giorni i giornali, probabilmente vorrebbero che da entrambe le parti si facesse un confronto leale sui temi im-portanti”. “Oggi – conclude Rosi - il centrodestra ha l'opportunità di fare la differenza, di scegliere in maniera unitaria un programma serio e sce-gliere la persona che sia la più giusta non per una logica di partito, ma per la passione e l'amo-re che sono indispensabili a l'amo-realizzal'amo-re finalmente cose concrete per il capoluogo dell'Umbria.

Grande responsabilità spetta ai perugini, che devono dimostrare coraggio nello scegliere, non pensando alla propria pratica o al posto di lavo-ro, ma valutando la persona e le idee”.

LEGGE ELETTORALE: “UN FURTO DI DEMO-CRAZIA” - GORACCI (CU) SULLA RIFORMA DEL SISTEMA DI VOTO NAZIONALE E RE-GIONALE

Il consigliere regionale Comunista umbro Orfeo Goracci interviene in merito alla riforma della legge elettorale, osservando che “l'intento di Berlusconi e Renzi è di escludere dal Parlamento tutti i soggetti non omologati e non esecutori delle politiche della Banca Europea”. Per Goracci la legge elettorale regionale dovrebbe essere di rappresentanza proporzionale pura, dato che “già la riduzione a 20 membri porterebbe ad una so-glia di sbarramento automatica del 4-6 percen-to”.

Perugia, 11 febbraio 2014 - “Nelle prossime set-timane anche la Regione Umbria dovrebbe ap-provare la sua legge elettorale. Tutto lascia pen-sare che Roma insegnerà molto, e che solo tre saranno i soggetti politici che siederanno nel prossimo Consiglio regionale. E vorremmo spera-re che non esistano i nominati, ma dopo Roma non è escluso che le aspirazioni di listino non riprendano forza anche qui”. Lo afferma il consi-gliere Orfeo Goracci (Comunista umbro), espri-mendo “alcune brevi considerazioni mentre alla Camera dei Deputati sono in svolgimento

dibatti-to e votazioni sulla nuova legge eletdibatti-torale”. Se-condo Orfeo Goracci “Berlusconi e Renzi (il nuovo che avanza) hanno concordato e blindato (forse anche brindato) alla faccia della sovranità popo-lare, un testo antidemocratico, che per me rima-ne pienamente incostituzionale, dove i deputati saranno ancora nominati dai padroni/padrini dei partiti e dove sarà una minoranza a governare il paese. La proposta in discussione – aggiunge - fa sembrare la fascistissima legge Acerbo del 1923 un modello di democrazia e piena rappresentati-vità: quella legge consentì infatti l'elezione di Antonio Gramsci quando il suo partito non arri-vava al 4 percento. La legge Berlusconi-Renzi impedirebbe a un partito che dovesse ottenere il 7,9 percento (tra i 2,5/3 milioni di voti circa) di non essere rappresentato in Parlamento. Alla faccia della democrazia e della rappresentatività.

E' evidente che in questo schema vengono e-spulsi e messi al bando tutti i soggetti non omo-logati e non esecutori delle politiche della Banca Europea”. Goracci ricorda poi che “il Consiglio regionale è già passato da 30 a 20 componenti, con lo specchietto per le allodole del risparmio:

ma per risparmiare, e anche di più, sarebbe ba-stato, come ho detto anche in dibattito consilia-re, rimanere con 30 consiglieri con lo stipendio dimezzato. Con 20 consiglieri c'è il rischio (o la certezza) che non solo le forze politiche e le varie sensibilità di sinistra, destra, centro che non sia-no FI, PD e Cinque Stelle sia-non entreransia-no nell'As-semblea regionale, ma che anche i territori più deboli, demograficamente e per peso economico, non abbiano la possibilità di essere rappresenta-ti. L'unico modo per attenuare questo quadro devastante – conclude - è di approvare una leg-ge di rappresentanza proporzionale pura: già il numero di 20 rappresenterà una soglia di sbar-ramento (dal 4 al 6 percento) per essere eletti in Consiglio. In mancanza di ciò assisteremo all'an-nientamento di interi territori e a una transu-manza politica verso PD, FI, o Cinque Stelle. E addio alla nobile storia della Regione Umbria”.

“NESSUNA DECISIONE FRETTOLOSA, AB-BIAMO UN DOVERE MORALE VERSO LA CIT-TÀ DI PERUGIA” - NOTA DI VALENTINO (FI) SUL “TOTO SINDACO DEL CENTRODESTRA”

Il consigliere regionale di Forza Italia Rocco Va-lentino interviene in merito alle prossime elezioni comunali di Perugia e alla scelta del candidato sindaco del centrodestra. Per Valentino la coali-zione dovrebbe “marciare unita” evitando “deci-sioni frettolose”, dato che per la prima volta si trova in una posizione favorevole e una eventua-le divisione “non sarebbe capita dagli eeventua-lettori”.

Perugia, 12 febbraio 2014 - “La politica ha i suoi tempi e spesso è necessario parlare poco e riflet-tere molto. Non si possono e non si devono prendere decisioni frettolose, sia per il bene di Perugia che per il bene del centro destra. Oggi un centro destra che marcia diviso non sarebbe

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capito dai cittadini e noi del centro destra abbia-mo un dovere abbia-morale verso i perugini. Marciando uniti possiamo raggiungere l'obiettivo”. Lo affer-ma il consigliere regionale di Forza Italia Rocco Valentino. Per l'esponente dell'opposizione, che fa riferimento “alle polemiche apparse nei giorni scorsi sui giornali e sui profili Facebook”, “oggi Perugia vive un momento storico: per la prima volta il centro destra si trova in una situazione favorevole. Marciando uniti e compatti possiamo portare a casa un risultato storico: quel cambia-mento che abbiamo sempre sognato e che i pe-rugini sognano. Quindi chi polemizza è un irre-sponsabile: pensi a Perugia e non alla propria visibilità”. “Sono poco appassionato ai nomi, e non sono mai stato contrario ad un candidato della società civile – continua Valentino - ma questo deve essere una personalità in grado di catalizzare il consenso di quanta più cittadinanza possibile e questo non solo grazie alla sua imma-gine ma alla sua preparazione, credibilità e mo-ralità. Deve portare quel valore aggiunto alla coalizione che permette di fargli fare il salto di qualità verso la vittoria finale. Poiché credo for-temente e veramente nella vittoria del centro destra in questa tornata elettorale – aggiunge Rocco Valentino – non latitiamo, ma stiamo se-riamente riflettendo, consapevoli dell’opportunità politica e del fatto che la città di Perugia ha fi-nalmente capito che, come sosteniamo da anni, la sinistra a Perugia ha platealmente fallito. Nel caso in cui questa personalità della società civile non venga individuata, o non accetti, saremo ben pronti a candidare una personalità puramen-te politica, magari uno dei consiglieri comunali che in questi anni ha lavorato in Consiglio comu-nale per la città e con la città”. Valentino conclu-de spiegando che “il nostro faro e obiettivo è e sarà sempre il benessere della città, che oggi certamente non gode di ottima salute. Assillata da problemi che i Perugini ci chiedono a gran voce di risolvere al più presto: dalla economia al commercio, dalla droga alla sicurezza, dalle tasse e tariffe che li tartassano. 2500 anni fa Aristotele diceva: 'Ogni popolo ha il Governo che si merita'.

Spero che i cittadini oggi capiscano che Perugia merita di meglio. Molto di meglio. Quindi mar-ciamo uniti per sconfiggere la sinistra e dare dignità, lavoro e sicurezza alla nostra amata Pe-rugia”.

“BENE IL SUPERAMENTO DELLE UNIONI SPECIALI DEI COMUNI” - PER LIGNANI MARCHESANI (FD'I): “RICONOSCIUTE LE RAGIONI DELL’OPPOSIZIONE”

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesa-ni (Fd'I) accoglie favorevolmente il superamento delle Unioni speciali dei Comuni proposto dalla Giunta e chiede di rivedere l'impianto globale delle autonomie dell'Umbria e della gestione dei servizi affinché non vi siano sovrapposizioni che rendano difficili i processi di semplificazione.

Perugia, 12 febbraio 2014 - “Non si può che ac-cogliere favorevolmente il superamento delle Unioni speciali dei Comuni proposto dalla Giunta regionale. È però necessario rivedere l'impianto delle autonomie dell’Umbria e della gestione dei servizi una volta per tutte, evitando sovrapposi-zioni che rendono difficili, se non impossibili, i processi di semplificazione e quelli di gestione territoriale. Rivendichiamo ovviamente il fatto di esserci sempre opposti alle Unioni speciali dei Comuni anche in sede di approvazione della leg-ge, perché evidenti doppioni di quelle ordinarie previste nell’ordinamento statale”: sono le consi-derazioni del consigliere regionale del gruppo Fratelli d'Italia, Andrea Lignani Marchesani, sulle decisioni della Giunta in merito alle Unioni dei Comuni. “I fatti – spiega Lignani - ci stanno dan-do ragione, ma rimaniamo dell’idea che la

Perugia, 12 febbraio 2014 - “Non si può che ac-cogliere favorevolmente il superamento delle Unioni speciali dei Comuni proposto dalla Giunta regionale. È però necessario rivedere l'impianto delle autonomie dell’Umbria e della gestione dei servizi una volta per tutte, evitando sovrapposi-zioni che rendono difficili, se non impossibili, i processi di semplificazione e quelli di gestione territoriale. Rivendichiamo ovviamente il fatto di esserci sempre opposti alle Unioni speciali dei Comuni anche in sede di approvazione della leg-ge, perché evidenti doppioni di quelle ordinarie previste nell’ordinamento statale”: sono le consi-derazioni del consigliere regionale del gruppo Fratelli d'Italia, Andrea Lignani Marchesani, sulle decisioni della Giunta in merito alle Unioni dei Comuni. “I fatti – spiega Lignani - ci stanno dan-do ragione, ma rimaniamo dell’idea che la

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