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Politica comunitaria nel settore dell’olio d’oliva

2. L’olivo: una coltura mediterranea

2.6. Olivicoltura: il quadro economico ed istituzionale

2.6.3. Politica comunitaria nel settore dell’olio d’oliva

“L’Unione europea, con il regolamento 864/2004, ha riformato la politica agricola comune del settore dell’olio di oliva, introducendo il regime di pagamento unico, basato su titoli individuali assegnati ai produttori, il cui valore è ricavato dalla media degli importi percepiti nel corso delle campagne olearie 1999/2000, 2000/2001, 2001/2002 e 2002/2003, rapportata alla media delle superfici investite ad oliveto, oggetto delle domande di aiuto presentate nel quadriennio. A partire dalla campagna 2005/2006, l’aiuto comunitario non sarà più erogato sulla base del quantitativo di olio e delle olive da mensa prodotte, ma sulla base dei titoli assegnati e della superficie eleggibile olivetata condotta dal produttore, per la quale deve essere garantito il mantenimento delle buone condizioni agronomiche e ambientali, dei criteri di condizionalità in materia di sanità pubblica, salute delle piante, ed il rispetto dell’ambiente dettati dalla Commissione europea.

Dopo quaranta anni dell’iniziale Ocm dell’olio di oliva, dal 2006 gli olivicoltori saranno chiamati a confrontarsi con una modalità di sostegno completamente nuova, funzionante con il disaccoppiamento dei pagamenti diretti.

Il regolamento prevede per gli agricoltori che conducono superfici coltivate ad oliveto, il pagamento del 60% (parte “disaccoppiata”) dell’importo spettante in relazione ai titoli assegnati. Tuttavia, entro il primo agosto 2005, lo Stato membro poteva decidere sulla forma di disaccoppiamento (totale o parziale) e quindi di modificare tale percentuale, tale scelta per l’Italia è ricaduta sul disaccoppiamento totale degli aiuti, come emanato dal DM 3 agosto 2005.

Il disaccoppiamento rappresenta un sicuro vantaggio per l’olivicoltore specializzato che si assicura il pagamento definendolo una volta per tutte, senza ulteriori vincoli. Il disaccoppiamento ha introdotto un sostegno completamente svincolato dalla produzione: è consentito anche non coltivare la superficie ma in tal caso è necessario garantire comunque la manutenzione agronomica del fondo. Il pagamento integrale del sostegno è subordinato ad un unico requisito, quello della condizionalità, che si configura nel rispetto dei requisiti fondamentali in materia ambientale, di sicurezza alimentare e di buone condizioni agronomiche e ambientali minime in cui dovrebbero essere tenuti i terreni agricoli.

L’imprenditore potrà quindi concentrare la sua attenzione sulla competitività della propria azienda, in termini di riduzione dei costi, di qualità e differenziazione del prodotto.

Per contro il disaccoppiamento pone in modo evidente il problema della competitività delle produzioni nelle zone marginali e non meccanizzabili dove si concentra la maggior parte dell’olivicoltura ad alto valore ambientale e paesaggistico, in questi territori è necessario operare strategie di intervento collegate alla pianificazione regionale dello sviluppo rurale.

Dagli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale per il periodo 2007- 2013 è possibile cogliere alcune considerazioni di fondo: nei prossimi anni le zone rurali dovranno sicuramente fare i conti con i problemi legati alla crescita, all’occupazione e alla sostenibilità, ma questi vanno risolti sfruttando anche le opportunità che offrono i nuovi settori come il turismo e le attività ricreative in ambiente rurale. Il settore agroalimentare deve cogliere le opportunità che gli vengono offerte dalle nuove tecnologie e dall’innovazione per adeguarsi alla mutata domanda del mercato, sia a livello europeo che a livello globale. Infine non è da sottovalutare il ruolo delle aziende agricole come serbatoio di risorse naturali spesso ad elevata valenza paesaggistica.

Con la riforma della PAC la previsione dei prezzi e la conoscenza dei mercati in generale diverranno leve operative fondamentali per l’olivicoltore, decisive nella determinazione delle scelte aziendali, poiché con il disaccoppiamento diventano gli unici elementi che contribuiscono in maniera diretta ed indiretta alla formazione dei ricavi. L’olivicoltore nell’affrontare il mercato sarà sempre di più incentivato a rafforzare l’integrazione orizzontale con l’associazionismo e l’integrazione verticale di filiera. L’orientamento al mercato delle aziende olivicole sarà misurato dal livello di corrispondenza della qualità del prodotto alle richieste dell’utilizzatore (consumatore finale e industria).”

La valorizzazione dell’olio di oliva extra vergine nelle aree marginali dovrebbe basarsi sull’ottenimento di prodotti in grado di soddisfare le differenziate esigenze dei consumatori più evoluti e sul riconoscimento e sulla certificazione delle proprie specificità. In tale ottica, esistono importanti opportunità di valorizzazione73:

indicazione geografica protetta (IGP); denominazione di origine protetta (DOP); produzione biologica;

sensibilizzazione/educazione del consumatore;

2.7. Riferimenti bibliografici

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19

Lavee, S. (1996) op.cit., pp. 61-110. 20

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22

23

Lavee, S. (1996) op.cit., pp. 61-110. 24

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Barone, E., Di Marco, L. (2003), op.cit., pp. 12-35. 28

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Pisanu, G., Corrias, G. (1970), op.cit., pp.3-19.

Loreti, F., Pisani, P.L. (1986), “Lavorazioni del terreno negli arboreti.”, Riv. Di Agron., no.20, 2-3, pp.134-152.

39

40

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41

Morettini, A.. (1972), op.cit. 42

Ibidem 43

Ibidem 44

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45

Morettini, A.. (1972), op.cit. 46

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48

Barone, E., Di Marco, L. (2003), op.cit., pp. 12-35. 49

Rapoport, H.F. (1998) “Botanica y morfologia.” In: Barranco D., Fernandez- Escobar R., Rallo L. (Ed.), El cultivo del Olivo, Ediciones Mundi-Prensa, Madrid, pp. 37-60.

50

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52

Barone, E., Di Marco, L. (2003), op.cit., pp. 12-35. 53

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54

Per approfondire l’argomento si veda Fiorino, P. (a cura, 2003), op.cit. pp. 57-76

55

G. Bandino, M. Mulas, P. Sedda, C. Moro (2001), op.cit., p.97. 56

Matvejevic, P., (2006), op. cit., p. 79. 57

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58

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Ibidem 60

61

Lombardo N., (2003), “Descrizione delle principali cultivar di olivo da olio e da tavola italiane”., In: Fiorino, P. (a cura, 2003), op.cit. pp.169-193.

62 Lombardo N., (2003), op.cit. pp. 195-209. 63 Ibidem 64 Ibidem. 65

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69

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70

Ibidem 71

Amirante, P., (2003), op.cit. 72

Tratto da: UNAPROL- Consorzio Olivicolo Italiano, (a cura di), (2005), op.cit.

73

Proietti, P., Nasini, L. (2006), “La valorizzazione delle produzioni oleicole marginali”, In: Dettori, S., Filigheddu, M.R., (a cura di), (2006),

Multifunzionalità degli oliveti periurbani del Nord Ovest (Sardegna), pp.99-

Parte II