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POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 1. Aspetti organizzativi

Nel documento Relazione e Bilancio 2009 (pagine 166-171)

PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO

2. POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 1. Aspetti organizzativi

I fattori che generano rischio di credito sono riconducibili alla possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte, nei con-fronti della quale esiste un’esposizione, generi una corrispondente variazio-ne inattesa del valore di mercato della posiziovariazio-ne creditoria. Pertanto, deve considerarsi una manifestazione del rischio di credito non solo la possibilità dell’insolvenza di una controparte, ma anche il semplice deterioramento del merito creditizio.

L’assetto organizzativo del Banco assicura un adeguato processo per il pre-sidio e la gestione del rischio di credito, in una logica di separatezza fra funzioni di business e di controllo. Al Consiglio di Amministrazione restano riservati in via esclusiva, fra altri, le attribuzioni ed i poteri riguardo la de-terminazione degli indirizzi che incidono sulla gestione generale degli affari dell’azienda. In materia di controlli interni il Consiglio di Amministrazione approva gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio,

non-ché la struttura organizzativa della banca.

Lo stesso verifi ca che l’Amministratore Delegato, coadiuvato dal Direttore Generale, defi nisca la struttura dei controlli interni, e che le funzioni di con-trollo abbiano autonomia all’interno della struttura, ove assume particolare importanza il sistema delle deleghe previsto dallo Statuto e dettagliato nel Regolamento Interno. Si tratta di un sistema articolato che coinvolge diversi organi e funzioni, dal Comitato Esecutivo ai Quadri Direttivi e, nell’ambito delle deleghe operative, attribuisce poteri specifi ci in materia di erogazione e recupero crediti.

Alle diverse funzioni sono pertanto assegnate le responsabilità per le attività di valutazione e per l’assunzione dei rischi, nel rispetto dei limiti di autono-mia creditizia presenti nel Regolamento Interno ed in coerenza con l’artico-lazione organizzativa della rete commerciale.

In tale contesto:

• le Aree Crediti (per il credito ordinario) e Crediti Speciali (per il credito di medio-lungo termine, parabancario ed al consumo) uniformano i principi e le norme di carattere generale che sottendono all’erogazione ed al moni-toraggio del credito, tramite regolamento interno, allo scopo di assicurare che le attività di rischio assunte rispondano a criteri di prudenziale gestio-ne e siano compatibili con le disposizioni di vigilanza;

• l’Area Controllo Andamento Rischi effettua le attività di monitoraggio per prevenire e minimizzare i rischi derivanti dal deterioramento delle singole posizioni creditizie e sulla qualità del credito;

• l’Uffi cio Contenzioso gestisce le pratiche classifi cate ad incaglio ed in sof-ferenza, con l’obiettivo di ottimizzare la fase di recupero del credito anche attraverso l’utilizzo effi ciente di collaboratori e professionisti legali esterni;

• l’Area Revisione Interna, valuta la funzionalità e l’affi dabilità dell’intero sistema dei controlli interni, ed effettua, tra gli altri, i controlli sulla rego-larità operativa dell’attività creditizia;

• l’Uffi cio Risk Management ha il compito di sviluppare modelli e metodo-logie di misurazione del rischio di credito predisponendo periodica repor-tistica; le analisi prodotte attengono prevalentemente l’evoluzione del pro-fi lo di rischio del portafoglio crediti complessivo e/o di singole frazioni di portafoglio caratterizzate da particolari aspetti di rischiosità.

2.2. Sistemi di gestione, misurazione e controllo

I sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio di credito si svilup-pano in un contesto organizzativo che vede coinvolto tutto il ciclo del proces-so del credito, dalla fase iniziale di istruttoria al riesame periodico e a quella fi nale di revoca e recupero.

Nelle fasi di istruttoria del credito il Banco effettua indagini sia interne sia esterne al cliente da affi dare, e perviene alla decisione fi nale di concessio-ne del credito considerando anche tutto l’insieme di informazioni relative al soggetto economico, frutto di una diretta conoscenza della clientela e del contesto economico ove opera.

L’erogazione di prestiti personali o fi nalizzati è subordinata, oltre che all’ana-lisi di tutti gli elementi di valutazione acquisiti attraverso la documentazione richiesta, anche alla consultazione di banche dati ed a una serie di control-li fra i quacontrol-li sono presenti i punteggi di un sistema di scoring sociologico e comportamentale.

Nel processo di erogazione del credito, il Banco opera avendo come linea gui-da il frazionamento del rischio fra una molteplicità di clienti operanti in set-tori di attività economica e segmenti di mercato diversi. Inoltre, le attività di istruttoria inerenti al processo operativo che porta all’erogazione e al riesame

periodico sono sviluppate con l’obiettivo di erogare un credito congruo a li-vello di singolo nominativo in funzione sia dell’autonoma capacità di credito di quest’ultimo, sia della forma tecnica del fi do stesso e delle garanzie colla-terali. La congruità dell’accompagno fi duciario viene attentamente valutata anche sulla base delle esigenze fi nanziarie rappresentate dal cliente con l’im-postazione della forma tecnica maggiormente adeguata.

L’attività di analisi e monitoraggio del rischio connesso all’attività creditizia è assicurata dall’area Controllo Andamenti Rischi, che opera con il suppor-to di specifi che procedure operative. La fi nalità di un tempestivo sistema di monitoraggio è di individuare, quanto prima, segnali di deterioramento delle esposizioni per intervenire con azioni correttive effi caci. A tal fi ne la clientela è classifi cata per classi mediante l’analisi andamentale dei rapporti e della centrale dei rischi tramite procedure dedicate. Tale esame consente di sud-dividere la clientela che presenta anomalie nella conduzione del rapporto da quella con andamento regolare.

Sulla scorta delle evidenze che presentano fattori di deterioramento (princi-palmente riferiti alla conduzione del rapporto, all’andamento delle eviden-ze della Centrale dei rischi, al peggioramento della situazione patrimoniale e/o fi nanziaria, all’emergere di eventi pregiudizievoli) il credito è classifi cato sotto controllo oppure a rientro o a incaglio con sottoscrizione del relativo piano di smobilizzo. La gestione di tali crediti è effettuata sulla scorta delle direttive dell’Area Controllo Andamento Rischi, gli incagli sono direttamente gestiti dall’Uffi cio Contenzioso, mentre le delibere in materia di erogazione del credito sono di esclusiva competenza degli Organi Centrali.

Il primo presidio ad un monitoraggio effi cace dei rischi assunti è comunque rappresentato dalla struttura di Filiale, sia tramite un dialogo costante e con-tinuo con la clientela sia avvalendosi delle fonti informative di natura interna ed esterna. Da questo punto di vista appare fondamentale un’attiva presenza sulla piazza per cogliere tutte quelle notizie, di tenore sfavorevole, relative alla posizione fi nanziaria dell’affi dato.

Il Banco utilizza, a fi ni gestionali in ottica di Risk Management, un modello interno di rating (C.R.S. - Credit Rating System) sviluppato in seno alla Ca-pogruppo, in grado di classifi care ogni controparte in classi di rischio aventi probabilità di insolvenza omogenee. Tale sistema è un modello analitico di misurazione del rischio di insolvenza che utilizza metodi di inferenza stati-stica fondati sulla teoria soggettivista (o della probabilità condizionata). Ta-le modello permette di assegnare un rating sulla base delTa-le fonti informative utilizzate e del segmento di appartenenza (retail/corporate); in particolare, i criteri di segmentazione delle controparti, sono costituiti tenendo conto del settore di attività economica, della forma giuridica e della dimensione del fatturato (se presente) della controparte. Le classi di rating per le controparti in bonis sono otto (dalla AAA alla CC), mentre le classi che esprimono i cre-diti non performing sono quattro (crecre-diti scaduti, esposizioni ristrutturate, incagli, e sofferenze).

Ai fi ni del calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito, con decorrenza 1 gennaio 2008, il Banco ha seguito le regole previste dalla nuova normativa per il metodo standardizzato.

2.3. Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione del credito, pur alla presenza di valutazioni positive circa i requisiti necessari, il Banco acquisisce ogni qualvolta possibile garanzie accessorie reali e/o personali fi -nalizzate alla mitigazione del rischio.

Sul complesso dei crediti appare preminente la garanzia reale rappresentata

dall’ipoteca, riferita principalmente alla forma tecnica dei mutui (particolar-mente su immobili residenziali). In forma minore, ma pur sempre su livelli signifi cativi, sono presenti anche garanzie pignoratizie su valori mobiliari - e/o denaro.

Al valore delle garanzie reali è applicato uno scarto prudenziale in relazio-ne alla rischiosità insita relazio-nell’oggetto del pegno; le stesse sono sottoposte ad un costante monitoraggio in modo da verifi care il valore attuale rispetto a quello iniziale e consentire eventuali interventi in caso di riduzione del valo-re. Sull’acquisizione delle garanzie ipotecarie vengono applicati scarti previ-sti dalla Normativa interna e differenziati in funzione della tipologia di im-mobile, della durata del fi nanziamento e del segmento di appartenenza del prenditore. Le garanzie personali consistono principalmente in fi dejussioni rilasciate da persone fi siche e società. La loro valorizzazione viene sempre effettuata sulla base di una valutazione del patrimonio responsabile del ga-rante, nell’ambito delle fasi di istruttoria e/o rinnovo del credito.

Le garanzie ricevute dal Banco sono redatte su schemi contrattuali, in linea con gli standard di categoria e con gli orientamenti giurisprudenziali, appro-vati dalle competenti funzioni aziendali al fi ne di contenere i c.d. rischi legali.

Nel corso del 2009 si è concluso un progetto che ha portato a riorganizzare le attività inerenti il processo di gestione delle garanzie, in coerenza con quanto richiesto dalla nuova regolamentazione e con particolare attinenza ai con-trolli interni fi nalizzati alla verifi ca dell’eleggibilità.

Ad oggi il Banco non utilizza derivati creditizi per la copertura ovvero il tra-sferimento dei rischi creditizi e non ha effettuato cartolarizzazioni dirette.

2.4. Attività fi nanziarie deteriorate

Il passaggio a sofferenza avviene quando il cliente, alla luce degli elemen-ti oggetelemen-tivi in possesso degli uffi ci competenelemen-ti, dimostri di non essere più in grado di fare fronte ai propri impegni e quindi di essere in uno stato d’insol-venza, anche se non dichiarato in via giudiziale.

Sono in ogni caso classifi cati a sofferenza:

• i crediti in leasing quando sia stata dichiarata la risoluzione dei contratti per insolvenza, senza esito;

• i crediti al consumo quando siano stati effettuati tutti i tentativi di recupe-ro in via bonaria e agenzie di recuperecupe-ro crediti siano effettivamente interve-nute senza esito, con conseguente decisione di inviare lettera di decadenza dal benefi cio del termine;

• i mutui ad incaglio, quando i tentativi di defi nizione bonaria non sortisca-no alcun effetto e si decida quindi di far decadere il cliente dal benefi cio del termine;

• i crediti verso clienti entrati in procedure concorsuali, salvo che non si trat-ti d’amministrazioni controllate per le quali si possa ragionevolmente pre-vedere il rientro in bonis;

• crediti verso clienti che siano già stati appostati a sofferenza da altri Isti-tuti e che comunque dimostrino di non essere in grado di fare fronte agli impegni assunti verso il Banco;

• i crediti verso clienti contro i quali sia stata iniziata un’azione esecutiva dal Banco.

La classifi cazione dei crediti verso clientela tra le partite ad incaglio avviene tenendo conto della rischiosità appalesatasi, dell’oggettiva impossibilità di defi nizione bonaria, del mancato rispetto dei piani di rientro defi niti e della necessità di dare corso tempestivamente ad interventi di natura giudiziale, al fi ne di presidiare validamente i crediti.

Tra le partite incagliate sono in ogni caso incluse le esposizioni con specifi che caratteristiche descritte dalle disposizioni di vigilanza.

Per la classifi cazione tra le esposizioni ristrutturate, siano esse per cassa o

“fuori bilancio”, il Gruppo si attiene a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, valutando analiticamente la presenza dei presupposti prescritti dalla normativa.

Per quanto attiene le esposizioni scadute da oltre 90 e/o 180 giorni, esse ven-gono costantemente monitorate dall’Area Controllo Andamento Rischi me-diante l’ausilio di specifi che procedure informatiche.

Per quanto riguarda i criteri e le modalità di valutazione dell’adeguatezza delle rettifi che di valore, gli stessi sono improntati all’oggettività ed alla pru-denza.

La previsione di perdita rappresenta, infatti, la sintesi di più elementi de-rivanti da diverse valutazioni (interne ed esterne) circa la rispondenza pa-trimoniale del debitore principale e degli eventuali garanti. Il monitoraggio delle previsioni di perdita è costante ed organico, e comunque rapportato allo sviluppo della singola posizione. L’elemento temporale inerente l’attua-lizzazione del credito deteriorato è determinato da specifi che valutazioni, ef-fettuate per singoli tipi di attività, redatte da legali esterni che operano sulle singole piazze giudiziarie.

Informazioni di natura quantitativa A. QUALITÀ DEL CREDITO

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifi che di

Nel documento Relazione e Bilancio 2009 (pagine 166-171)