Sociologia urbana
Grafico 3: Popolazione urbana (blu) e rurale (rosso) (FAOStat)
contribuisce al climate change con effetti dannosi per i climi di tutto il mondo.
Sostenibilità ambientale:
Negli anni '70 il “club of Rome” ha pubblicato studi sulla limitatezza delle risorse naturali disponibili e sfruttabili dall'uomo (“rapporto sui limiti dello sviluppo”). La ricerca condotta dal MIT simula possibili scenari futuri in cui le risorse vengono consumate senza cognizione creando gravi squilibri ecosistemici fino a minacciare l'esistenza della stessa specie umana. Fino a quel momento non si era considerata l'importanza della limitatezza di risorse naturali ipotizzando che eventuali difficoltà si sarebbero risolte affidandosi unicamente alla tecnologia o alle regole del mercato. Negli anni '80 questo concetto venne applicato alle risorse ambientali per evidenziare il forte squilibrio tra paesi occidentali (industrializzati ed inquinanti) ed i paesi in via di sviluppo (con inquinamento dovuto al sovra sfruttamento delle risorse). La definizione di sostenibilità nacque in questo periodo ed è contenuta nel rapporto Brundtland pubblicato nel 1987 dal WCED:
“lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di
soddisfare i propri”1
Il concetto di sostenibilità pone le basi per una riflessione sul livello di sfruttamento delle risorse del pianeta ed una presa di coscienza sulla necessità di cambiare le modalità con cui le risorse vengono gestite per favorirne il rinnovamento e la conservazione.
1 World Commission on Environment and Development. (1987). Our common
Studi successivi estesero il concetto di sostenibilità al campo edilizio portando alla creazione di strumenti come il Green Building Tools (GB Tools). Il NEPP (Netherland National environmental policy plan introduce principi di ecologia urbana per la sostenibilità della vita nelle città1:
• Equità intergenerazionale: la generazione corrente deve offrire un ambiente sostenibile per le generazioni future.
• Principio di precauzione: in caso di incertezza evitare azioni che incidano negativamente sull'ambiente.
• Principio di fermezza: gli interventi non devono deteriorare le condizioni ambientali.
• Abbattimento alla fonte: condizioni ambientali critiche devono essere prevenute alla fonte.
• Chi inquina paga.
• Uso della migliore tecnologia disponibile per la riduzione dei livelli di inquinamento.
• Prevenire i rifiuti non necessari
• Isolamento, gestione e controllo dei rifiuti non riciclabili
• Internalizzazione: tema ambientale da integrare nelle azioni di gruppi responsabili
• Gestione del ciclo di vita dei prodotti
• Impronta ambientale: limite al livello di risorse consumabili
L'agricoltura urbana è sostenibile se praticata con accorgimenti che evitino l'uso (e specialmente l'abuso) di prodotti derivati dall'industria chimica e l'adozione di schemi ciclici per il trattamento delle risorse.
Biodiversità:
La biodiversità rappresenta la varietà di specie animali e vegetali. Nell'ambiente urbano gli ecosistemi naturali che creano biodiversità
vengono distrutti, tuttavia a causa delle relazioni sociali ed economiche tipiche degli ambienti urbani la biodiversità è spesso più elevata rispetto agli ambienti rurali circostanti. La causa di tutto ciò è da ricercarsi negli scambi attraverso il commercio di specie vegetali ed animali non autoctone favorendo la formazione di ecosistemi artificiali. Dato che la città è frutto di azione antropica è possibile progettare una città con una visione più ecologica degli ecosistemi, dove il costruito ha effetti non solo sull'uomo ma anche sulle specie animali vivono e interagiscono nell'ambiente urbano. Per favorire lo sviluppo della biodiversità nativa di un luogo viene applicato il concetto di ecosistema alla progettazione paesaggistica. Da qui nasce il concetto di biodiversità urbana, ossia
“la varietà o ricchezza ed abbondanza di organismi viventi e habitat individuati all'interno o ai margini di insediamenti umani.”1
In questa categoria rientrano: specie che proliferano in zone incolte, paesaggi agricoli, paesaggi industriali abbandonati, giardini ornamentali, parchi, spazi verdi. Per poter capire se c'è biodiversità in una zona bisogna distinguere le specie native da quelle non native. Per non nativo si intende una specie animale o vegetale “aliena” introdotta in un ambiente diverso da quelli documentati nel passato dove è avvenuta la sua naturale distribuzione.
La biodiversità in generale aumenta con l'età del centro urbano. E' influenzata molto dalle specie presenti nelle proprietà private che costituiscono mediamente più del 70% di una città e attraverso le scelte dei proprietari favoriscono la formazione o la distruzione di ecosistemi. Spostandosi da un ambiente rurale ad uno urbano la differenza di specie vegetali non native si aggira dal 30% al 50%. Le
1 Elmqvist, T., Fragkias, M., Goodness, J., Güneralp, B., Marcotullio, P. J.,
McDonald, R. I., ... & Wilkinson, C. (2013). Urbanization, biodiversity and ecosystem services: challenges and opportunities. Dordrecht: Springer. doi,
specie non native tendono ad essere invasive, quelle native
generaliste. L'aumento della biodiversità è inoltre correlato
all'espansione dei centri urbani: nei periodi di espansione le specie naturalizzate tendono ad aumentare.
La biodiversità e gli ecosistemi sono studiati per via della loro crescente importanza e pregio dal punto di vista naturalistico. La biodiversità urbana è l'unico modo possibile per creare ecosistemi agendo su un ambiente, quello urbano, che tipicamente tende a distruggere ecosistemi. Esempi tipici di questi interventi sono i parchi e le aree verdi, ma anche piccoli giardini privati possono influire sulla biodiversità di un luogo. L'agricoltura urbana rientra tra questi casi e contribuire all'aumento della biodiversità di specie vegetali ed animali. Le specie in ambito urbano sono riconducibili a 3 categorie:
• Specie native (presenti anche prima dell'urbanizzazione) • Specie regionali (presenti in aree più vaste)
• Specie non native (introdotte dall'esterno)
Le piante che vivono nell'ambiente urbano hanno una minor varietà genetica rispetto a quelle nate negli ambienti rurali. Il fatto è dovuto agli ostacoli posti dall'ambiente urbano che operano una selezione sugli esemplari (v. immagine).
Immagine 13: Variazione componenti biotici e abiotici nella biosfera
(Elmqvist, T. ... & Wilkinson, C. (2013). Urbanization, biodiversity and ecosystem services: challenges and opportunities. Dordrecht: Springer)
Una minor varietà genetica significa minor adattabilità ad un ambiente in caso di cambiamenti (ad esempio climatici). Il censimento delle specie in città produce risultati interessanti (v.