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Possibili misure preventive

3. FAKE NEWS

3.4 Possibili misure preventive

A metà gennaio si è riunito per la prima volta il team di 39 esperti che aiuterà la Commissione Europea ad affrontare il problema delle fake news e della discriminazione online.

Di un certo spessore sono le dichiarazioni della Commisaria Marija Gabriel: “Le tecnologie digitali hanno profondamente modificato il mondo in cui i cittadini accendono all'informazione” e hanno “un'enorme potenziale” per aumentare il pluralismo dei media, anche se non sono illegali né nuove, le fake news si diffondono a un ritmo preoccupante minacciando il benessere delle nostre democrazie e i valori democratici64”.

Il team si compone di esperti provenienti dal mondo accademico, dei media, così come dei social media e delle piattaforme online che si riunisce periodicamente e stili un report che sarà presentato in aprile dalla Commissione. Tra i 39 esperti, scelti tra 300 che hanno fatto domanda, ci sono quattro italiani: Gina Nieri, dirigente Mediaset, Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, Gianni Riotta, giornalista e docente universitario, Oreste Pollicino, docente di Diritto Costituzionale in Bocconi65. Non è ancora chiaro invece quali saranno i prossimi passi dopo i risultati del report in primavera. La Commissione infatti resta dell’idea che la principale responsabilità nella gestione del fenomeno resti in capo alle piattaforme e i social network e che, a fianco alle scelte nazionali per contrastare il fenomeno, sia necessario un approccio comune a guida Europea. Ci si chiede che forma avrà questo approccio, se di mere linee guida, raccomandazioni o magari una Direttiva.

Un altro punto che non è possibile tralasciare nella trattazione riguarda la posizione del leader globale in giornalismo Poynter che ha redatto il codice dei principi per l’International Fact Checking Network66 in grado di porre un rimedio definitivo alla diffusione delle fake news. Questo è quanto riporta lo stesso poynter sul proprio sito web: “Crediamo che un

64 europa.today.it/attualita/fake-news-ue-minaccia-per-le-nostre-democrazie.html

65www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/01/13/gruppo-alto-livello-per-lotta-fake-news_0a5afeda-ba72-4e70- 97e9-6ba01a105ee1.html

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controllo dei fatti non schierato politicamente e trasparente possa essere un potente strumento per un giornalismo responsabile. Viceversa, il fact-checking non fondato o parziale può aumentare la sfiducia nei media e negli esperti mentre inquina la comprensione pubblica. Questo codice di principi è indirizzato alle organizzazioni che pubblicano periodicamente relazioni apartitiche sull'accuratezza delle dichiarazioni da parte di personalità pubbliche, importanti istituzioni e altre affermazioni ampiamente diffuse di interesse per la società. È il risultato di consultazioni tra i revisori dei fatti di tutto il mondo e offre ai praticanti principi coscienziosi cui aspirare nel loro lavoro quotidiano”. Il controllo della fonte e della veridicità di una notizia sono dunque strumenti fondamentali per limitare la proliferazione di fake news sul web. In questa direzione si sta muovendo Facebook67 tramite il fact-checking che permette ad ogni utente di poter segnalare una notizia ritenuta falsa, o quantomeno non realistica. Tale segnalazione giunge al sito Pagella Politica che ad oggi è l’unico sito italiano ad aver sottoscritto i princip i internazionali del fact- checking del sopracitato istituto Poynter basati su neutralità, trasparenza e correttezza nello svolgere l’attività di verifica delle notizie. Constatata la non veridicità della notizia, questa non sarà cancellata né sarà contrassegnata come tale ma avrà una minore visibilità e posta nella parte bassa del news-feed. Inoltre, sotto al post, verrà pubblicata da FB l’analisi Pagella Politica e verrà inviata una mail informativa a coloro che hanno intenzione di condividere quella falsa notizia.

Lo stesso Zuckerberg nel corso della seconda audizione nel caso Cambridge Analytica spiega come Facebook ha intenzione di combattere le fake news con tre azioni già implementate: impedire a chi le diffonde di mettere contenuti a pagamento, costruire un sistema di intelligenza artificiale che riconosca e cancelli gli account, e una maggiore collaborazione con i fact-checkers a cui sottoporre contenuti segnalati68.

Tali strumenti sono già stati testati in altri paesi quali Olanda, Germania, Francia e Stati Uniti con risultati molto al di sotto delle aspettative, infatti in molti casi si è riusciti a eludere i fact-checkers grazie alla semplice modifica dell’URL dell’articolo, inoltre, in molti casi, le notizie contrassegnate come false hanno ricevuto ancora più condivisioni così che tali strumenti automatizzati non sono stati soltanto inefficaci ma addirittura controproducenti. A questo punto risulta chiaro che nella società di oggi dobbiamo convivere con queste fake news che si basano sempre su un particolare inverosimile, presentato oggettivamente così da essere rappresentato come ammissibile: una verità alternativa attendibile. Non sono quindi

67www.repubblica.it/tecnologia/socialnetwork/2018/01/30/news/arriva_in_italia_il_decalogo_di_facebook_contro_le_n otizie_bufala-187586926/

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collocate al di fuori del reale ma si ancorano saldamente allo stesso perché è proprio questo il loro punto di partenza da cui portano lo straordinario, negativo e positivo, nel quotidiano. Per questo non è possibile eliminare il problema delle fake news semplicemente bollandole come “bufale” in grado di minare il presunto mondo informativo delle verità, perché , così facendo, esse si realizzano ancor di più.

Semmai bisogna ammettere, per la nostra salute e sicurezza, che viviamo in una rete misinformativa di notizie, dove vero-finto si rincorrono, in cui le dinamiche cognitive ci riportano il racconto del realistico percepito e non del reale vissuto. Risulta difficile vivere in un mondo dove esistono queste false notizie, in cui il mito diventa informazione, ma se non lo facciamo si incorre nel rischio di dare il controllo dell’informazione stessa a organi pubblici o privati che lo faranno per noi. Siamo passati dunque dall’infanzia informativa, in cui pensavamo ci fosse una verità che qualcuno ci riportava, ad una adultità informativa in cui ognuno di noi con coraggio, fatica e consapevol ezza dovrà andare a cercare la propria verità che dipende dalla molteplicità dei livelli di credenza propria e altrui. Tramite questa ricerca si potrà affermare o modificare la propria opinione di vita, nell’allargamento dei criteri di veridicità e giudizio del reale. Se non vogl iamo vivere solo di verità ufficiali, le fake news e la post-verità sono dunque necessarie69.

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4. LIKE ADDICTION E SUE “PERVERSE” IMPLICAZIONI

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