• Non ci sono risultati.

Il potere della lingua: ripristino delle funzioni colpite da lesione cerebrale, apprendimento delle

lingue e relatività linguistica

A parità di condizioni, sappiamo che la gravità della lesione e la presenza di complicanze post - lesionali sono fattori da cui dipende il successo del ripristino delle funzioni cerebrali danneggiate. Un fattore importante che influenza la velocità e la completezza di un difetto è la condizione del cervello

5 M. Zettin, S. La Foresta, M. C. Quattropiani: L’intervento neuropsicologico olistico nelle cerebrolesi acquisite.

41

precedentemente alla lesione. Ovviamente si dovrebbe sapere che il cervello di una persona giovane ha maggiori potenzialità di compensare e di ripristinare le funzioni colpite rispetto al cervello di una persona anziana con una circolazione cerebrale difficoltosa e che ha perduto parte della sua plasticità originaria. Le osservazioni condotte sulla compensazione di traumi in ragazzi che hanno subito un danno al cervello, insieme all’analisi dei disturbi di funzione spesso insignificanti, indicano nell’età un fattore importante nel processo della riabilitazione completa post-traumatica.

La gravità e l’ampiezza della lesione cerebrale che ne risulta rivestono un ruolo importante nel determinare il successo del ripristino delle funzioni per mezzo dei processi di riorganizzazione che viene ottenuta tramite la creazione di sistemi funzionali nuovi, a cui partecipano aree del cervello fino a quel momento dedicate a funzioni differenti. I casi in cui ad esempio, le operazioni di calcolo, eseguite in precedenza con la semplice evocazione di abitudini linguistico – motorie cominciano a dipendere da schemi visivi oppure da riferimenti visivi a tabelle ausiliare, potrebbero essere considerati come degli esempi di questa modalità di riorganizzazione. Naturalmente, uno degli esempi più chiari ed evidenti per il recupero è il ripristino del disturbo dell’articolazione del linguaggio (causato principalmente dall’afasia) attraverso l’analisi di tutte le posizioni fondamentali della fonetica articolatoria necessarie per la pronuncia di un determinato suono.

Una volta fatto questo, il prossimo passo sarà quello di riorganizzare, con il tempo, il paziente ad avere una determinata competenza linguistica. Qui entrano

42

in scena due linguisti: Edward Sapir e Benjamin Whorf6. La loro ipotesi, quella che con il tempo ha preso il nome di Relatività Linguistica, afferma che lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è influenzato dalla lingua che parla.

Nella sua forma più estrema, questa ipotesi afferma che il modo di esprimersi determini il modo di pensare.

Whorf, in particolare, diede a quest’idea una maggiore precisione esaminando i particolari meccanismi grammaticali con cui il pensiero influenzava la lingua, sostenendo:

“La nostra analisi della natura segue linee tracciate dalle nostre lingue madri. Le categorie e le tipologie che individuiamo nel mondo dei fenomeni non le troviamo lì come se stessero davanti agli occhi dell’osservatore; al contrario, il mondo si manifesta in un flusso caleidoscopico di impressioni che devono essere organizzate dalle nostre menti, soprattutto dai sistemi linguistici nelle nostre

6 Edward Sapir (1884-1939) è stato un etnologo, linguista e antropologo polacco. Fu un grande luminare della linguistica strutturale.

Benjamin Lee Whorf (1897-1941) è stato un linguista e antropologo statunitense ed è considerato, insieme a Sapir, il padre della Relatività Linguistica

43

menti. Noi tagliamo a pezzi la natura, la organizziamo in concetti, e nel farlo le attribuiamo significati.”

Perché, come affermò tempo dopo il filologo ungherese Karl Kerényi:

“L’interdipendenza fra pensiero e linguaggio rende chiaro che le lingue non sono tanto un mezzo per esprimere una verità che è stata già stabilita, quanto un mezzo per scoprire una verità che era in precedenza sconosciuta. La loro diversità non è una diversità di suono e di segni, ma di modi di guardare il mondo.”7

È noto che nell’uomo alcune parti del lobo temporale e frontale dell’emisfero sinistro rivestono fondamentale importanza per la comprensione e la produzione del linguaggio. Va tuttavia precisato che il linguaggio, che è una funzione cognitiva tra le più complesse, non è legato a una singola struttura, ma si basa sull’integrità di una complessa rete nervosa con importanti nodi cortico - sottocorticali. L’emisfero di destra, per esempio, è molto importante per gli aspetti emozionali e pragmatici del linguaggio, e forse anche per alcuni aspetti linguistici delle lingue apprese successivamente alla lingua madre.

Si calcola infatti che circa il 50% della popolazione mondiale utilizzi un’altra lingua oltre a quella materna; eppure la capacità di parlare due o più lingue è stata a lungo considerata un’abilità particolare, posseduta da ristrette cerchie di individui. Questa valutazione può dipendere generalmente da due ragioni: in primo luogo dal fatto che, in termini evoluzionistici, le lingue sono fenomeni che, mentre cercano omogeneità di comunicazione all’interno dello stesso gruppo, fanno sorgere barriere tra gruppi diversi; in secondo luogo dai vari codici di

7 Wikipedia, Ipotesi di Sapir-Whorf (https://www.wikipedia.org/wiki/Ipotesi _di_Sapir-Whorf#Determinismo_linguistico)

44

comunicazione linguistica che sono stati sempre classificati in categorie arbitrarie e che hanno a che vedere più con fattori sociopolitici che linguistici.

A tal proposito, alcuni collaboratori del Laboratorio di psico – linguistica del CNRS (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) francese, hanno esaminato tramite risonanza magnetica funzionale alcuni soggetti di madre lingua che avevano acquisito una discreta conoscenza scolastica dell’inglese dopo i sette anni di età. È risultato che in tutti i soggetti, l’ascolto di un racconto in lingua materna induce una forte attivazione dell’emisfero sinistro e una certa attivazione dell’emisfero destro. L’ascolto di un racconto in lingua inglese ha invece suscitato risposte molto variabili nei vari soggetti, in alcuni dei quali è stata osservata solo l’attivazione dell’emisfero destro.8

8 S. Aglioti e F.Fabbro, Il cervello poliglotta e l’apprendimento delle lingue, (chihapauradelleneuroscienze.blogspot.it)

45

“Quando seguo uno dei ragazzi ricoverati nell’unità post-coma confesso spesso di pensare ai rispettivi genitori e di come sia loro cambiata la prospettiva futura.

Tuttavia, questo genere di lavoro, se così si può definire, regala anche immense soddisfazioni, come quando vengo a sapere che uno dei nostri ex pazienti ha ricominciato a lavorare, a studiare o comunque ha riconquistato una vita il più possibile normale. Questa è una cosa che ha il potere di regalarmi un’immensa felicità, perché penso alla sua famiglia e al fatto che i genitori potranno finalmente tornare a reinvestire sul futuro, quello loro e quello del proprio figlio.”

Intervista de “il portale della sicurezza stradale ASAPS” a Rita Formisano, primario dell’unità post-coma della Fondazione Santa Lucia di Roma

46

Conclusione

Questo studio ha cercato di evidenziare il percorso della riabilitazione post-traumatica sottolineandone e spiegandone i punti e i passi principali, tentando inoltre di rispondere alla domanda che ogni familiare e ogni amico della persona colpita solitamente si pone: “recupererà mai da questo trauma? Come sarà la sua vita una volta uscito dall’ospedale? Sarà la stessa persona di prima o la troverò cambiata?”.

Una possibile spiegazione a queste domande la si può riscontrare in questa tesi (che io considero in qualche modo “la mia storia”), contornata da fatti, vicende, avvenimenti ed episodi accaduti durante il mio percorso di recupero e alla quale ho voluto dare parola, cercando di dare una spinta, un incoraggiamento, uno stimolo a chi, come me, è stato nelle mie stesse condizioni o a chi crede che dopo un trauma del genere la vita di una persona sia priva di significato.

Il risultato ottenuto dalla mia ricerca dimostra che, con dei grandi specialisti, grandi dottori, grandi logopedisti coniugata a tanti sacrifici, ad una voglia incredibile di riprendersi e perché no, anche con un po’ di fortuna, si può riacquistare ciò che fino a qualche tempo prima credevamo non fosse più nostra:

la vita.

47

BIBLIOGRAFIA

 N. Basaglia, M. R. Magnarella, M. Cosma: Diario di bordo (2° edizione –

2008)

 L. Modena, A. Basso: Afasia, la perdita della parola (A.IT.A – Associazioni Italiane Afasici)

 M. Zettin, S. La Foresta, M. C. Quattropiani: L’intervento neuropsicologico olistico nelle cerebrolesi acquisite.

SITOGRAFIA

 A. Ferri, Il ripristino delle funzioni colpite nelle lesioni cerebrali, www.laboratorioneurocognitivo.it

 Wikipedia, Ipotesi di Sapir-Whorf, https://www.wikipedia.org/wiki/Ipotesi _di_Sapir-Whorf#Determinismo_linguistico

 F. Batisti, Il potere della lingua: Arrival, Sapir-Whorf e Finnegans

Wake liberano il mondo!, https://thebottomup.it/2017/03/18/arrival-sapir- whorf-finnegans-camurri/

 S. Aglioti e F.Fabbro, Il cervello poliglotta e l’apprendimento delle lingue, chihapauradelleneuroscienze.blogspot.it/il-cervello-poliglotta-e-

lapprendimento.html

48

Introduction

This thesis wants to highlight a problem that few people are aware of today:

head injuries, the difficulties that an affected person can encounter, and how one can recover and return to as normal a life as possible.

The motivations and goals that made me decide to deal with this subject have a dual purpose. Firstly, I wanted to tell my personal "miracle" story revealing the ordeal and the high mountain that I had to climb, like most people in a similar situation. Secondly, I wanted to describe the importance of rehabilitation that enables trauma patients to resume an acceptable life.

My thesis is divided into four chapters. In the first chapter, there are general descriptions on the composition of the brain and information on the brain lesions resulting in coma and subsequent recovery. The second chapter deals with developing a report on one of the most common cognitive function disorders for a person with a brain injury. In the third chapter the analysis focuses on the various pragmatic deficits that this condition provokes in the patient, therefore it will deal with communication disorders, neurolinguistic, neuropragmatic and other linguistic and extra-linguistic disorders. Finally, the fourth chapter discusses the importance of studying other languages (in addition to the mother tongue) for the restoration of functions affected by trauma, and through an experiment performed by the CNRS, the important role of the cerebral hemispheres in language acquisition is shown.

49