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Consumo finale energetico (ktep) anni 2010-2021

4 I CONSUMI E LA SPESA ENERGETICA DELLE FAMIGLIE 4.1 I consumi finali dei prodotti energetici da parte delle famiglie 26

4.3 La povertà energetica

Nel 2020, sono poco più di 2 milioni le famiglie italiane che versano in condizione di povertà energetica, pari a circa l’8,0%, registrando per il terzo anno consecutivo una riduzione. Le caratteristiche socio-economiche delle famiglie e le condizioni abitative Permangono profili di criticità connessi alla composizione e alle caratteristiche delle fasce di popolazione più esposte.

Secondo l’indicatore adottato dal PNIEC, la percentuale di famiglie italiane in povertà energetica nel 2020 è pari al 8%, segnando una ulteriore riduzione rispetto al 2019, per un totale che supera di poco i 2,01 milioni di famiglie.41

41 PNIEC 2020-Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Ministero dello Sviluppo Economico; Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Dicembre 2019.

314 256 286 321

Materia energia e rete costo specifico c€/km

79

Percentuale di famiglie che dichiarano di essere in arretrato con il pagamento delle bollette energetiche (EU-SILC), anno 2020

Fonte: Eurostat – EU SILC 2020

Figura 41

Nonostante il trend si confermi in miglioramento per il terzo anno consecutivo, permangono aspetti del fenomeno che richiedono un approfondimento, suggerendo la necessità di concepire interventi mirati da parte del decisore pubblico. In primo luogo, secondo i dati Eurostat relativi all’Indagine sul Reddito e le Condizioni di Vita delle Famiglie (EU-SILC), è aumentata nel 2020 la quota di cittadini italiani che dichiarano di essere in arretrato con il pagamento delle bollette energetiche (Figura 41). Nel complesso, dunque, nonostante si assista ad una riduzione del numero di famiglie in povertà energetiche, secondo l’indicatore PNIEC, la condizione di difficoltà nel soddisfare i propri fabbisogni energetici sembra essersi estesa ad un numero maggiore di famiglie. È verosimile che queste evidenze riflettano quanto emerso dai dati sulla povertà generale diffusi da Istat, secondo i quali nel 2020 si è verificato un deciso aumento dei poveri assoluti (7,7% dal 6,4% del 2019) e, al contrario, una contrazione della quota di famiglie in povertà relativa (10,4% dal 11,4% del 2019).42

Inoltre, non sembrano mutare i significativi divari a livello regionale. I grafici in Figura 42 evidenziano una condizione di svantaggio delle regioni del Sud Italia rispetto al resto del paese, con tassi di povertà energetica sensibilmente superiori al valore medio nazionale. Nonostante il miglioramento di circa 2 punti percentuali rispetto allo scorso anno, nel 2020 si conferma fanalino di coda la Sicilia, in cui il tasso di povertà energetica risulta pari al 17,9%. Seguono, a ruoli invertiti rispetto al 2019, la Basilicata (15%) e la Calabria (14%). A marcare ulteriormente la netta incidenza dei differenziali di sviluppo economico sulla vulnerabilità energetica è la presenza di sole regioni del Sud e delle Isole al di sopra della media nazionale, con tassi non inferiori al 10%. Diametralmente opposta la situazione riscontrata nelle regioni del Nord e del Centro. Le prime tre in termini di tassi di povertà energetica sono risultate il Veneto (5%), il Lazio (5,1%) e l’Emilia-Romagna (5,2%). Le rimanenti regioni sono tutte comprese tra il 5,3%

(Umbria) e il 6,3% (Piemonte).

42 Si veda: https://www.Istat.it/it/files/2021/06/REPORT_POVERTA_2020.pdf 1%

3%

5%

7%

2017 2018 2019 2020

80

Indice di povertà energetica. Dettaglio per regione, anno 2020

Fonte: Elaborazione ENEA su dati Istat – Indagine sulle Spese delle Famiglie 2020

Figura 42

Importanti osservazioni, rilevanti ai fini della definizione di politiche ad hoc, emergono rispetto ai differenti profili di vulnerabilità che emergono rispetto alle principali caratteristiche socio-economiche delle famiglie. La condizione lavorativa dell’individuo di riferimento nella famiglia influenza, per ovvi motivi, il grado di esposizione alla povertà energetica. Nei nuclei in cui il capofamiglia è disoccupato si osservano per il 2020 tassi di povertà energetica doppi rispetto alle altre fattispecie (15% contro 7%-8%).

Analogamente, una condizione di svantaggio rispetto alla media è sofferta dalle famiglie che affittano la propria abitazione rispetto a quelle che ne detengono la proprietà (14% contro 6%).

Indice di povertà energetica. Dettaglio per specifiche caratteristiche socio-economiche delle famiglie, anno 2020

Fonte: Elaborazione ENEA su dati Istat – Indagine sulle Spese delle Famiglie 2020

Figura 43

0%

4%

8%

12%

16%

Soggetto di riferimento disoccupato

Soggetto di riferimento occupato

Famiglie in affitto Famiglie proprietarie dell'abitazione

1 componente 5 e più componenti

81

Un maggiore rischio di ricadere in condizioni di povertà energetica è inoltre associato all’ampiezza del nucleo familiare. Sull’intero territorio nazionale, l’indice di povertà energetica cresce

proporzionalmente all’aumentare del numero dei componenti. Si stima che tra le famiglie di un solo componente l’incidenza della povertà energetica è pari al 5,6%, mentre nella classe di ampiezza maggiore (Cinque e più componenti) la quota sale al 12,1% (Figura 43).

Indice di povertà energetica. Dettaglio per classe di ampiezza familiare e sesso del capofamiglia, anno 2020*

Fonte: Elaborazione ENEA su dati Istat – Indagine sulle Spese delle Famiglie 2020

* Nota: per capofamiglia si intende il soggetto identificato come componente principale nella rilevazione Istat

Figura 44

Nuovamente, la caratteristica del sesso del capofamiglia rappresenta un elemento di eterogeneità tra le famiglie vulnerabili rispetto alle necessità energetiche. Fatta eccezione per il sostanziale allineamento nella classe “1 componente”, il tasso di povertà energetica nelle famiglie guidate da donne mostrano indici di povertà energetica più elevati rispetto alle famiglie guidate da uomini (Figura 44). Lo scarto è massimo nel caso dei nuclei composti da 2 componenti e da 5 e più componenti (circa 3 punti percentuali in entrambi i casi).

Indice di povertà energetica. Dettaglio per classe di anni di costruzione delle abitazioni, anno 2020

Fonte: Elaborazione ENEA su dati Istat – Indagine sulle Spese delle Famiglie 2020

Figura 45 0%

4%

8%

12%

16%

1 componente 2 componenti 3 componenti 4 componenti 5 e più componenti

Uomo Donna

0,00%

2,50%

5,00%

7,50%

10,00%

1900-1949 1950-1959 1960-1969 1970-1979 1980-1989 1990-1999 2000-2009 Dopo 2009

82

Per quanto riguarda l’anno di costruzione delle abitazioni (generalmente impiegato come proxy

“imperfetta” del livello della performance energetica) si conferma una maggiore concentrazione relativa di famiglie povere energetiche in abitazioni di più remota costruzione (1950-1959: 8,7%). Per le abitazioni più recenti, si osserva una sostanziale riduzione degli indici specifici di povertà energetica tra il 2019 e il 2020 (rispettivamente 8,6% e 7,8%). La classe mostra una percentuale di poveri energetici più elevate rispetto alle abitazioni costruire negli ultimi 20-30 anni (Figura 45). È opportuno sottolineare che su questa categoria è rilevante, seppur non direttamente collegabile all’indicatore di povertà energetica, l’effetto di eventuali interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica che aumentano le prestazioni dell’edificio.