• Non ci sono risultati.

B. TERAPIA ANTIVIRALE IN MEDICINA VETERINARIA

2. Poxvirus come agenti di zoonosi nell’uomo

Tre sono i generi che includono agenti zoonosici per l’uomo: Orthopoxvirus, Parapoxvirus e Yatapoxvirus (Lewis-Jones, 2004) (Tabella 2).

TABELLA 2: Principali poxvirus responsabili di zoonosi

Genere

Specie virale

Ospiti

Orthopoxvirus Camelpox virus (CMLV) Cammello, uomo

Cowpox virus (CPXV) Piccoli roditori, bovino, gatto, cane, uomo

Ectromelia virus (ECTV) Topo, uomo

Monkeypox virus (MPXV) Piccoli roditori, scoiattoli, primati non umani, uomo

Raccoonpox virus (RCNV) Procione, gatto, uomo?

Taterapox virus (GBLV) Topo del deserto africano, uomo?

Vaccinia virus (VACV) Uomo e ?

Variola virus (VARV) Uomo

Volepox virus (VPXV) Roditori, uomo?

Parapoxvirus Bovine papular stomatitis virus (BPSV) Bovino, uomo

Orf virus (ORFV) Pecora, capra, camoscio, bue

muschiato, uomo

Parapoxvirus of red deer in New Zealand

(PVNZ)

Cervo rosso della Nuova Zelanda

Pseudocowpox virus (PCPV) Bovino, uomo

Squirrelpox virus (SPPV) Scoiatollo

Yatapoxvirus Tanapox virus (TANV) Primati uomo incluso, insetti

Il variola virus (VARV) è l’unico orthopoxvirus ad avere come solo ospite recettivo l’uomo. Il vaccinia virus (VACV), la cui origine è sconosciuta, probabilmente non riconosce l’uomo come unico ospite naturale. Questa teoria sarebbe maggiormente supportata dall’identificazione di virus vaccinia-like come il buffalopox virus, il cantagalo virus e l’araçatuba virus. Il buffalopox virus è stato indicato come una sottospecie del vaccinia virus ed è presente in forma endemica nella popolazione bufalina in India (Dumbell e Richardson, 1993; Kolhapure et al., 1997). Il cantagalo e l’araçatuba virus sono invece stati più volte recentemente isolati in bovini in Brasile (de Souza Trindade et al., 2003; Nagasse Sugahara et al., 2004). L’origine di questi tre virus non è ancora certa, ma sulla base dell’elevata omologia con il VACV, è stato ipotizzato che, durante la campagna di vaccinazione della popolazione umana con il VACV, questo sia passato accidentalmente in ospiti animali recettivi per lo più selvatici, e che successivamente, con il contatto selvatico-domestico, esso si sia ripresentato come causa di lesioni pox-like nel bufalo o nel bovino. L’importanza epidemiologica e patogenetica di questi tre virus vaccinia-like risiede nel fatto che siano in grado di causare un elevato numero di infezioni nell’uomo, tanto da essere considerate delle zoonosi emergenti in questi Paesi (Dumbell e Richardson, 1993; Kolhapure et al., 1997; de Souza Trinidade et al., 2003; Nagasse Sugahara et al., 2004).

La trasmissione delle infezioni da poxvirus dagli animali all’uomo sono riconducibili per lo più al passaggio del virus a livello cutaneo in presenza di abrasioni, tagli, morsi. Nel caso dell’infezione da tanapox virus è stato ipotizzato anche il ruolo di insetti vettori (Downie et al., 1971), mentre per l’infezione da orf virus o da pseudocowpox virus, la trasmissione all’uomo può avvenire anche per via di fomites (Haig e Mercer, 1998). L’infezione sostenuta dal MPXV può essere anche trasmessa per via inalatoria ed è al momento anche l’unica zoonosi da poxvirus a poter essere trasmessa da uomo a uomo (Di Giulio e Eckburg, 2004).

Le infezioni zoonotiche da Orthopoxvirus causano nell’uomo lesioni cutanee di aspetto simile, spesso associate a linfoadenopatia e a sintomi sistemici di tipo febbrile (Lewis- Jones, 2004). L’evoluzione delle lesioni nell’arco di diverse settimane è caratterizzata dalla comparsa di vescicole-pustole, seguite dalla formazione di croste e di cicatrici (Baxby e Bennett, 1997). Nella maggior parte dei casi le lesioni sono poco numerose, ad eccezione dell’infezione da MPXV in cui è frequente una disseminazione delle lesioni

come nel corso del vaiolo. Questa zoonosi è anche quella più frequentemente associata a gravi ripercussioni generali e a fenomeni di mortalità tra i bambini (Di Giulio e Eckburg, 2004). Le infezioni sostenute dai parapoxvirus invece non sono generalmente accompagnate da febbre o da risentimento generale rimanendo localizzate a livello cutaneo; l’insorgenza di complicazioni è per lo più legata ad infezioni batteriche secondarie o a condizioni di immunodeficienza del paziente infetto (Tan et al., 1991; Hunskaar, 1986).

La diagnosi delle infezioni da poxvirus nell’uomo si basano inizialmente su dati di tipo clinico ed anamnestico, seguiti da indagini di laboratorio quali la microscopia elettronica, e la PCR che permette di distinguere non solo tra infezioni da Orthopoxvirus, Parapoxvirus e Yatapoxvirus, ma di identificare le diverse specie virali nell’ambito di uno stesso genere (Lewis-Jones, 2004).

La zoonosi causata dal cowpox virus è piuttosto infrequente ed è segnalata in Gran Bretagna ed Europa. Raramente l’infezione viene trasmessa dal bovino, più frequentemente dal gatto (Baxby et al., 1994), nonostante recervoir dell’infezione siano piccoli roditori.

Molto più importante è la zoonosi sostenuta dal monkeypox virus, che è un’infezione endemica in Africa ed in particolare in Zaire e Congo, dove i bambini sono i soggetti più a rischio (Di Giulio e Eckburg, 2004). Questa zoonosi è comparsa nel 2003 al di fuori del continente africano ed in particolare negli USA a causa dell’importazione di animali infetti, in particolare di una specie di roditore africano. L’infezione è stata successivamente trasmessa dal roditore alla marmotta e quindi all’uomo. Su 72 casi sospetti, solo 37 furono confermati da indagini di laboratorio più approfondite e circa il 26% delle persone infette richiesero assistenza ospedaliera. Non vi furono decessi, ma due bambini svilupparono una grave forma d’infezione con encefalite. Questo episodio di monkeypox negli USA ha sollevato grande attenzione sull’importazione di specie animali esotiche negli USA così come in tutto il mondo occidentale, circa il rischio di introduzione di nuovi agenti patogeni (Lewis-Jones, 2004; Frey e Belshe, 2004).

L’infezione da tanapox virus è nota nel continente africano ed è trasmessa all’uomo per contatto diretto con primati non umani, che fungono anche da recervoir del virus, ma probabilmente anche da insetti vettori (Lewis-Jones, 2004). Sono stati riportati casi di infezione da tanapox virus al di fuori del continente africano, ma per lo più legati a

incidenti di laboratorio o al ritorno da viaggi nelle aree infette con in anamnesi morsi di scimpanzè (Frey e Belshe, 2004; Stich et al., 2002).

Nell’ambito del genere Parapoxvirus, ci sono almeno tre virus che causano infezione anche nell’uomo: l’orf virus, lo pseudocowpox virus e il virus della stomatite papulosa. Tutti e tre riconoscono come serbatoio dell’infezione ruminanti domestici e selvatici e l’uomo rappresenta un ospite accidentale. Si tratta per lo più di zoonosi professionali e con carattere autolimitante, in cui le lesioni regrediscono nell’arco di alcune settimane. Anche i parapoxvirus dei pinnipedi, sono agenti zoonotici, come dimostrato da almeno due casi d’infezione in addetti alla cura di leoni marini e foche (Clark et al., 2005). L’attenuazione dell’immunità dopo la cessazione della campagna di vaccinazione negli anni ’80, l’aumento della circolazione di animali esotici, la possibilità che il virus possa trovare in una nuova area geografica un diverso recervoir, rappresentano tutti elementi di preoccupazione circa l’emergenza di infezioni zoonotiche sostenute da poxvirus. Mentre nei confronti del monkeypox virus esiste cross-protezione con il vaccinia virus, nel caso del tanapox virus, che è anch’esso un orthopoxvirus, o dei parapoxvirus non è stata segnalata. Il monkeypox virus è considerato insieme al vaccinia virus, il principale poxvirus candidato nel caso di un attacco bio-terroristico. Attualmente da un punto di vista immunitario la maggior parte della popolazione mondiale è altamente recettiva all’infezione in quanto anche coloro che hanno ricevuto l’immunizzazione nei confronti dello smallpox, possiedono una memoria immunitaria insufficiente a impedire l’infezione e probabilmente solo in grado di ridurre la sintomatologia. Inoltre, occorre considerare gli effetti dell’infezione su quella parte della popolazione con una ridotta capacità immunitaria, come i bambini, gli anziani, le persone affette da immunodeficienza, o i soggetti sottoposti a cure anti-rigetto post-trapianto.