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Premesse ed obiettivi generali ―

2 Parte Sperimentale ―

2.1 Premesse ed obiettivi generali ―

Il ricco patrimonio orticolo diffuso nel bacino Mediterraneo, ed in particolare quello presente nel nostro Paese, e le recenti acquisizioni relative alla valenza nutraceutica dei corrispondenti prodotti ci ha spinto a porre l‘attenzione su di esso per sostenere il processo di innovazione delle produzioni orticole.

In particolare, l‘ampia diversità di specie minori e/o neglette, utilizzate in Italia soprattutto nel passato, continua ad essere apprezzata soprattutto dalle comunità locali che tradizionalmente le utilizzano nella gastronomia tradizionale nelle diverse regioni del nostro Paese. Questo patrimonio di incomparabile valore, oggetto di studio da parte di diverse Istituzioni di ricerca nazionali ed estere, potrebbe rappresentare un punto di forza per sostenere il processo di innovazione in orticoltura per diversificare le corrispondenti produzioni. Tali specie possono avvantaggiarsi facilmente delle recenti acquisizioni scientifiche volte al miglioramento delle produzioni di specie ortive affini di maggiore diffusione al fine di migliorare i tratti agronomici e tecnologici delle cultivar diffuse in coltura. Tale necessità è sostenuta dalle diverse filiere produttive che rispondendo alle richieste del mercato pongono grande rilievo alla standardizzazione del prodotto ed alla sicurezza alimentare, richiesta per la certificazione di qualità delle corrispondenti produzioni.

Sulla base di tali considerazioni, la nostra attenzione è stata posta sul cavolo da foglia (Brassica oleracea var. acephala), coltura negletta diffusa in tutto il continente europeo, che fa registrare tratti diversificati soprattutto nei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraeno. Tale coltura, al pari di altre Brassicaceae da orto esprime tratti nutraceutici di pregio e potrebbe avvantaggiarsi facilmente dei recenti progressi del miglioramento genetico di colture affini afferenti alla stessa specie, quali il cavolfiore (Brassica oleracea var. botrytis) ed il cavolo broccolo (Brassica oleracea var. italica).

Il cavolo da foglia esprime, inoltre, un caso di studio di particolare interesse per la nostra regione dove esiste un‘ampia diversità genetica non solo per le suddette colture afferenti a B. oleracea ma anche per le probabili specie

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progenitrici rappresentate da diverse specie spontanee di Brassica caratterizzate dal condividere lo stesso corredo cromosomico, pari a n=9. Studi recenti stanno validando l‘ipotesi che il cavolo da foglia rappresenti il primo risultato del processo di domesticazione di B. oleracea e che nel bacino del Mediterraneo sia stata scritta la prima pagina della sua coltivazione. Un ipotesi interessante è che la Sicilia abbia contribuito notevolmente non solo al processo di domesticazione del cavolo da foglia ma che tale coltura abbia contribuitto assieme alle diverse specie spontanee di Brassica (n=9) all‘origine ed alla diversificazione di cavolo broccolo e di cavolfiore.

L‘importanza del corrispondente pool genico diffuso in Sicilia ha destato negli ultimi decenni l‘interesse di diversi ricercatori nazionali ed esteri per l‘importanza che riveste nel miglioramento genetico delle Brassicaceae per la resistenza a stress biotici e/o abiotici e per il miglioramento dei tratti nutraceutici dei corrispondenti prodotti. Tale pool genetico è sempre più minacciato dalla massiccia introduzione in coltura di ibridi F1 dotati di tratti agronomici e tecnologici di pregio che hanno limitato la diffusione delle cultivar locali e la propagazione dei corrispondenti materiali biologici operata di norma dagli stessi coltivatori. In ogni caso i meccanismi di autoincompatibilità genetica che caratterizzano le diverse colture ortive afferenti a B. oleracea agevolano l‘impollinazione allogama e di conseguenza l‘inquinamento genetico delle cultivar locali con ripercussioni notevoli sul processo di erosione genetico.

Il lavoro svolto negli ultimi decenni da diversi ricercatori ha consentino per fortuna la raccolta e la conservazione ex situ delle risorse genetiche nelle banche del germoplasma, ormai istituite e diffuse in tutto il mondo, ha permesso la definizione di strategie diversificate tese a ridurre i rischi di erosione genetica che interessa ormai numerose specie di interesse agrario. A tale strategia statica di conservazione del germoplasma di recente se ne sono affiancate alcune più dinamiche, rappresentate essenzialmente da protocolli di conservazione on farm, che pongono particolare importanza sull‘interazione esistente tra le attività umane tese alla selezione ed alla propagazione delle cultivar locali, e sull‘ambiente, con le sue evoluzioni soprattutto climatiche, che determina nel tempo l‘evoluzione dei pool genici, conservandone le corrispondenti frequenze alleliche.

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L‘importanza della salvaguardia del germoplasma italiano di Brassicacea da orto è sostenuta anche dai numerosi riferimenti bibliografici che attestano ed esaltano le peculiari caratteristiche organolettiche delle corrispondenti cultivar locali diffuse nel nostro Paese, ponendo particolare attenzione nei confronti delle proprietà nutraceutiche di questi ortaggi e soprattutto delle cultivar locali, particolarmente ricche di diversi composti antiossidanti.

In questo contesto si comprende bene l‘interesse di conservare in maniera scrupolosa il germoplasma di Brassica da orto e dei presunti parentali spontanei (n=9) diffuso nel nostro Paese e di attivare specifiche linee di ricerca per migliorare il profilo qualitativo dei relativi prodotti. In tale direzione è stato sviluppato negli ultimi decenni un programma di individuazione, raccolta, conservazione ex situ e valutazione del germoplasma di Brassicaceae diffuse in Italia, e specificatamente nella nostra Regione, da parte della sezione di OrtoFloricoltura del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agricole e Alimentari (DISPA) dell‘Università di Catania al fine di valorizzare i materiali genetici e qualificare le corrispondenti produzioni. Diverse accessioni di tale collezione e di altre opportunamente scelte tra quelle conservate in altre banche di germoplasma europee sono state oggetto di studio al fine di definire un quadro di riferimento della diversità che si registra per cavolo da foglia in Europa.

Come è ben noto l‘innovazione di prodotto oltre ad essere perseguita attraverso la valorizzazione dell‘ampio patrimonio genetico esistente, può essere sostenuta dalle moderne tecnologie di trasformazione. In particolare, la recente diffusione della IV gamma contribuisce a migliorare le caratteristiche del prodotto in fase di post-raccolta come si evince dalle recenti e diffuse esperienze tese alla valorizzazione di specie minori e/o spontanee che destano interesse per i corrispondenti organi vegetativi. Tali specie sono state oggetto di attenzione finora soprattutto per le comunità locali ciò a causa del rapido peggioramento della qualità dovuto alla rapida deperibilità che caratterizza il prodotto.

In tale ambito il lavoro svolto è stato rivolto oltre che sul cavolo da foglia, sulla produzione di germinelli. A quest‘ultimo riguardo lo stimolo di avviare specifiche attività di ricerca è stato sostenuto del crescente interesse del consumatore nei riguardi dei germinelli di cavolo broccolo che presentano alte concentrazioni di antiossidanti e specificatamente di glucosinolati che presentano

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una elevata attività anticancerogena. Sulla base di tali acquisizioni ci è sembrato opportuno valutare la produzione di germinelli per un‘ampia gamma di specie al fine di diversificare l‘assortimento di prodotti orticoli offerti sul mercato.

Le attività svolte nell‘ambito del corso di dottorato di ricerca si inquadrano nell‘ambito del tema dell‘innovazione di prodotto in orticoltura, della valorizzazione del patrimonio genetico delle specie di interesse agrario presente nel nostro Paese e dell‘attivazione di specifiche filiere produttive che integrano le moderne tecnologie di trasformazione dei prodotti agricoli.

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