• Non ci sono risultati.

Le parole citate in epigrafe hanno uno scopo ben preciso: quello di sottolineare l’importanza del concetto di misdirection all’interno della produzione di Christopher Priest, elemento che diventa cruciale per l’interpretazione di The Prestige. In particolare, nel tentativo di spiegare il suo ‘metodo’, lo scrittore parla della magia in questi termini:

All fiction misdirects the reader, or it can do. You hear thriller writers talking about it. What they mean is laying false clues, and all that. But when a magician uses ‘misdirection’ he’s up to something more subtle and interesting. A magician plays on the audience’s own assumptions so they misdirect themselves.59

58

Langford D., “Christopher Priest Interview”, SFX Magazine, September 1995, in http://www.ansible.co.uk/writing/cpriest.html

59

“Tutta la narrativa svia il lettore, o può farlo. Ne senti parlare dagli scrittori di thriller. Quello che intendono è inserire dei falsi indizi, e tutto il resto. Ma quando un mago applica lo “sviamento” si cimenta in qualcosa di molto più sottile ed interessante. Un mago gioca sulle supposizioni del pubblico così che siano loro a sviare se stessi.” Idem.

38

Come un vero illusionista, egli riesce a stupire i suoi lettori con l’Unbestimmtheit, ovvero l’imprevedibilità: attraverso un “sudden devastating reversal of what the reader knows or believes”60, si crea un processo attivo in cui il lettore è costretto ad interagire con l’autore nella creazione del testo, evitando così che la lettura si riduca alla mera assimilazione passiva di un prodotto preconfezionato. Nonostante sia considerato, e si consideri, uno scrittore di Science Fiction, il suo rapporto con il genere può essere rappresentato da una sorta di stato liminale, in bilico tra coscienza e percezione, sempre alla ricerca di un testo che non sia etichettato o costretto entro definizioni di genere.

Ciò detto, al fine di comprendere meglio il romanzo, è comunque utile qui tracciare il contesto in cui è inserito, analizzando la posizione che occupa all’interno del mercato letterario.

A proposito delle vicende editoriali dell’opera, lo stesso scrittore in un’intervista dichiara:

I delivered the manuscript to my British publishers at the beginning of 1995. They published it in September that year. It came out in the USA in 1996. In the years that followed the book has sold steadily to translation markets — I think we’re up to over 20 different languages now.61

In realtà, le traduzioni di cui si parla non hanno interessato diverse lingue, tra cui l’italiano: questo elemento, se paragonato alla commercializzazione e relativa diffusione di cui invece hanno goduto le opere di un altro autore neo vittoriano, G. Brandreth, soprattutto in Italia, rivela come la presenza delle opere di Priest nelle librerie sia in un certo senso ancora

60

“Un capovolgimento improvviso e devastante di quello che il lettore conosce o crede”. Idem.

61

“Ho consegnato il manoscritto ai miei editori britannici all’inizio del 1995. Lo hanno pubblicato a settembre di quello stesso anno. E’ uscito negli USA nel 1996. Negli anni a seguire il libro ha venduto assiduamente ai mercati di traduzione – penso che ad oggi siamo arrivati a più di 20 lingue diverse.” Iffergrin D., “The Prestige”, www.christopher priest.co.uk, October 2006

39

marginale, e su come i suoi romanzi siano considerati una lettura ‘per pochi’. Anche se più avanti si discuterà in maniera dettagliata delle diverse edizioni di The Prestige e del successo seguito all’uscita dell'omonimo film, di seguito riportiamo alcuni stralci delle recensioni che lo riguardano:

a) “Nothing quite prepares you for the sinister complexity and imaginative

flair of The Prestige. Few recent novels have felt so vividly, indeed hysterically,

imagined. But, in plotting his story’s fantastical triumphs and reverses, Priest has not neglected psychological plausibility. What makes The Prestige affecting as well as gripping are the flashes of remorse both magicians experience as their feud gathers unstoppable momentum. A magnificently eerie novel.” – Sunday Times, www.christopher priest.co.uk

b) “With its echo of Mary Shelley’s Frankenstein, the final scene is

magnificent, utterly alarming and genuinely moving. Priest’s mesmeric power is

formidable. His characters are eminently dislikable, yet perfectly recognizable and deeply intelligible. He makes you gallop through the book simply to find out what possesses them, and what they will prove capable of. Even so, he requires you to

remain alert, and rewards re reading.” – The Independent, BOOK REVIEW/Transports

of magic, 7 Oct 1995

c) “The Prestige is a brilliantly constructed entertainment, with a plot as simple and intricate as a nest of Chinese boxes […] a dizzying magic show of a novel, chock a block with all the props of Victorian sensation fiction. Imagine Possession rewritten by Barbara Vine, or Robertson Davies at his most smoothly diabolical.” – Washington

Post, www.christopher priest.co.uk

d) “It seems entirely logical that Priest’s latest novel should centre on stage magic and magicians. The particular brand of misdirection that lies at the heart of

theatrical conjuring is also a favourite Priest literary ploy. All Priest’s fictions since

the early 1980’s contain some measure of unreliability, as when we are shocked to

find that the narrator of The Affirmation has not been telling the truth to us, or to his own diary, or to himself. We trust narrators too easily. [In The Prestige] the trick is

done; before and after, Priest has rolled up both his sleeves; his hands are empty and he fixes you with an honest look. And yet […] you realize that it is necessary to read The Prestige again. It’s an extraordinary performance, his best book in years, perhaps his best ever. Highly recommended.” – The New York Review of Science Fiction, www.christopher priest.co.uk

e) “Priest builds the tension nicely, with the added impetus absent from the film version of the story's present day element, in which the magicians' descendants

struggle to make sense of their fraught and ultimately violent legacy. Why, for

example, is Westley so convinced, against all evidence, that he is one of a pair of twins? You don't have to be a fan of magic to find yourself absorbed in a narrative full of twists, turns and revelations. Behind all the surface trickery lies an intelligent and thoughtful novel about the nature of illusion and secrecy, and about the damage done to those who appoint themselves keepers of such dangerous secrets.” – The Observer, 19 Nov 2006

40

Stralci, va detto, che per certi aspetti rappresentano un caso più unico che raro: infatti, nonostante il libro non rientri nella categoria dei best seller, i recensori scelti dimostrano non solo di aver apprezzato l’opera, ma di averne colto quelli che ne costituiscono in effetti gli elementi chiave, e che saranno anche alla base dell’analisi specifica del romanzo che svilupperemo più avanti. In particolare, la New York Review of Science Fiction mette in risalto come il ricorso ad un narratore inattendibile sia una caratteristica di Priest, e come, minando la fiducia generalmente riposta in una narrazione in prima persona, lo scrittore riesca a provocare un vero e proprio ‘shock’ al lettore. Sia l’Independent che il Washington

Post fanno invece riferimento al rapporto tra il testo e la tradizione letteraria,

sottolineandone da un lato gli agganci alla Sensation Fiction vittoriana, e dall’altra il modo in cui la scena finale del libro richiama il capolavoro di Mary Shelley. Altri elementi sottolineati dai recensori sono la costruzione di una struttura a scatole cinesi, l’attenzione alla dimensione psicologica dei personaggi e la funzione quasi catartica assunta dalla ricerca condotta dai discendenti. E sono proprio le caratteristiche qui evidenziate che, se da un lato costituiscono veri e propri punti di forza del romanzo, dall’altro non ne permettono una definizione univoca.

Quanto a Priest, vale la pena di riportare qui il suo pensiero al riguardo:

The newest one, and therefore still a favourite. I think for the time being I’m too close to it to have any idea how it fits in relation to the others, but the usual Priest stuff about misremembering is in there, and a plot with many intricate developments. This novel, with Space Machine, is the most widely researched of my books. I must by now know more about magic than most people, but I still don't understand how tricks are done ... even when I find out.62

62

“Il più nuovo, e quindi ancora un favorito. Penso che per adesso gli sono troppo vicino per avere qualche idea di quale relazione abbia con gli altri, ma la solita roba di Priest riguardo il ricordare in maniera inesatta è lì, insieme a una trama con molti sviluppi intricati. Questo romanzo, assieme a

41

Per dirla con Priest, nelle pagine a seguire si cercherà appunto di capire ‘come funziona il trucco’, seguendo quegli indizi di cui egli stesso parla a proposito dei thriller, ma che in questo caso si riferiscono alla pista da seguire per delineare il ruolo svolto dal personaggio storico all’interno dell’opera.