• Non ci sono risultati.

2.2 Analisi della struttura

2.2.6 Tra scienza e storia: i temi dell’opera

I temi presenti nell’opera sono diversi e possono essere ricondotti ad un contesto socio culturale postmoderno e ad uno vittoriano. Tutti però derivano da un elemento che caratterizza l’intera storia: l’incontro. Bakhtin al riguardo scrive:

Quite frequently in literature the chronotope of meeting fulfills architectonic functions: it can serve as an opening, sometimes as a culmination, even as a denouement (a finale) of the plot.167

167

“Abbastanza di frequente in letteratura il cronotopo dell’incontro soddisfa funzioni architettoniche: può fungere da apertura, a volte come culmine, perfino come un epilogo (un finale) del plot.” Bakhtin M., op. cit., p. 98

112

La trama del romanzo è organizzata attorno a degli incontri: il primo riguarda i due illusionisti, ovvero l’incidente da cui ha origine la faida; l’incontro tra Kate ed Andrew porta al riesame del passato; il romanzo si chiude con un incontro, quello di Andrew e suo ‘fratello’ nella caverna168. Nell’analisi del cronotopo in oggetto, viene sottolineata la relazione tra quest’ultimo ed il motivo della divisione (o parting), della fuga, dell’acquisizione, della perdita, e per finire dell’apparizione (o epiphany)169. Tutti questi elementi sono sviluppati all’interno del testo, e di seguito se ne fornisce una breve descrizione:

1) La ricerca: Christopher Priest individua nella segretezza e nella curiosità gli elementi fondamentali del suo romanzo, e questo fa sì che la quest diventi il tema conduttore del lavoro. Ognuno dei personaggi conduce una propria ricerca: entrambi gli illusionisti cercano di superarsi in abilità e di svelare i segreti sia del palcoscenico sia della vita privata; Kate vuole arrivare alla verità sul suo passato; l’obiettivo di Andrew è ritrovare il fratello170. Più che la rivalità, è l’ossessione della ricerca a dar vita al legame che spinge le nuove generazioni al confronto. L’ossessione di Borden è la stessa che spingerà suo nipote Clive a recarsi a Caldlow, chiedendo di conoscere il segreto del trucco: come un male si trasmette per linea ereditaria, non a caso la ‘faida’ è continuata dai discendenti dei figli maschi. La ricerca presuppone che ci sia un enigma da sciogliere: adottando le modalità di analisi individuate da C. Bremond, è possibile ricavare il seguente schema:

168

In questa sezione rientra anche l’incontro tra Borden ed il prestige di Angier, che causerà la morte del primo.

169

In questo caso l’epifania riguarda sia i personaggi sia i lettori.

170

La ricerca di Andrew si suddivide in due parti: nella prima, il protagonista indaga sulla sua famiglia naturale per scoprire qualcosa sul fratello; nella seconda, dopo l’incontro con Kate, è coinvolto, pur senza volerlo, nella ricerca condotta da quest’ultima.

113

In questo grafico è sintetizzato il procedimento di indagine, parimenti condotto da Borden ed Angier. L’enigma rimane non svelato, in quanto Borden muore senza conoscere il vero potere della macchina di Angier, e quest’ultimo non sarà mai sicuro del fatto che Borden abbia un gemello, o meglio, solo il suo doppelgänger ne avrà la certezza.

2) La recita: uno degli elementi chiave è proprio la recitazione. Tutti i personaggi interpretano una parte: Angier è sia Lord Colderdale che il Great Danton (come si legge a pagina 325: “I have borrowed a technique from Borden, so that I am as well as myself”171, riferendosi al suo stato di prestige). Per quanto riguarda Borden, i due fratelli interpretano il ruolo di un singolo individuo, mentre Olive per un periodo diventa una spia. La stessa Julia, nel momento in cui si separa dal marito,

171

‘Ho preso in prestito questa tecnica da Borden, così che io sono così come me stesso.’ The Prestige, p. 325

114

recita la parte della vedova (condizione da preferire in quanto è accettata dalla società, a differenza del suo stato reale, ovvero quello di donna ‘separata’).

3) Il testo: di particolare importanza è la funzione rappresentata dal testo. All’interno del romanzo è presente una riflessione corposa sull’attendibilità degli scritti: si pensi ad esempio al testo di Borden, che viene rimaneggiato da Angier per vendetta. Lo stesso Priest, in un’intervista rilasciata a David Kendall nel 1998 – in occasione dell’uscita di The Extremes – afferma che il tema di questo libro non è tanto un tema ‘visibile’, come può essere quello della realtà virtuale o dei serial killer, bensì quello del testo nel testo. Allo stesso modo, se analizziamo la tematica principale di The Prestige, più che la magia o la ricerca, essa è proprio il rapporto testo/verità, cioè l’analisi del racconto in prima persona e l’inevitabile grado di non veridicità contenuto in esso. In merito a questo argomento lo scrittore esplicita:

On the unreliability of recollection. All fiction is set in the past. It’s a narrative form, based on storytelling. […] In our everyday lives stories are invariably misremembered. Anyone can try it: repeat a story you were told the other day, or describe something that happened to you last week. You never get it completely right: you have to improvise a little, blur details you can't quite recall, add a few twiddly bits for emphasis in short you make fiction of it. So the unreliability of memory is intrinsic to narrative, to fiction, and is therefore a principal subject for a modern novelist. The past is always uncertain.172

172

“Sull’inattendibilità del ricordo. Tutta la narrativa è ambientata nel passato. E’ una forma narrativa, basata sullo storytelling. […] Nelle nostre vite di ogni giorno le storie sono inevitabilmente ricordate male. Tutti possono sperimentarlo: ripeti una storia che ti è stata raccontata l’altro giorno, o descrivi qualcosa che ti è successa la scorsa settimana. Non l’avrai mai completamente esatta: devi improvvisare un po’, omettere i dettagli che non ricordi, aggiungere un po’ di pezzi complicati per l’enfasi – in breve devi farne un racconto. Quindi l’inattendibilità della memoria è intrinseca al racconto, alla narrativa, e pertanto un soggetto principale per uno scrittore moderno. Il passato è sempre incerto.” Gevers N., op. cit.

115

In questo caso non si tratta però del passato in generale, ovvero dei singoli eventi, bensì della ricostruzione narrativizzata dei ‘threads’ che può essere variata.

4) Il trauma: si è già menzionato il trauma subito da Kate Angier, e qui si intende metterlo in relazione al concetto di deferred action. Secondo V. Adami,

Trauma is thus defined by Freud as the successive movement from an event to its repression to its return.173

Questa definizione richiama la situazione di cui è vittima Kate: due eventi che non sono traumatici in sé, poiché il primo accade quando non si è ancora coscienti (a causa della tenera età), ed il secondo, che richiama il primo, serve esclusivamente a conferire il significato di trauma al primo. Inoltre, Freud (sviluppando le osservazioni di Pierre Janet) sottolinea la connessione tra elisione della memoria e precisione nel rievocare il trauma.

5) Le sedute spiritiche e la magia: tema caro alla letteratura neo Vittoriana. Come in

Nights at the Circus di Angela Carter (dove la protagonista, Mignon, lavora come

comparsa), Angier parla in maniera positiva delle sedute, affermando che non sono fatte per truffare ma per portare conforto. Di parere opposto è invece Borden, che giunge a sabotare una seduta organizzata da Angier (fornendo alla stesso tempo degli elementi utili al lettore): a sostegno dell’ipotesi che questo sia il punto di vista dello scrittore, si noti che Angier dedica ampio spazio a registrare le entrate derivanti da questa attività. Si accenna anche alle sedute spiritiche come parte

173

“Il trauma è così definito da Freud come il successivo movimento da un evento alla sua repressione al suo ritorno.” Adami V., Trauma Studies and Literature – Martin Amis’s Time’s Arrow as Trauma Fiction, Frankfurt am Main, Peter Lang, 2008, p. 12

116

dell’esibizione di un illusionista, anche se questo elemento è sviluppato in The

Illusionist. Per quanto riguarda invece la magia, esaminando la ‘contrapposizione’

tra realtà ed illusione, è possibile realizzare un quadrato semiotico (basandosi su quello proposto da A. Greimas) per descrivere le relazioni dei due elementi all’interno del libro:

Vita e Illusione sono le polarità opposte, in quanto l’esistenza della prima è pregiudicata dalla riuscita della seconda; Realtà e non Vita, rappresentano i sub contrari, in quanto entrambi gli illusionisti hanno fatto sì che il loro lavoro diventasse un’esperienza totalizzante a scapito delle loro famiglie. Il binomio Illusione e non Vita rappresenta la scelta effettuata da Angier e Borden, dunque si considera come deissi positiva; di conseguenza Vita e Realtà è una deissi negativa; infine le coppia Vita e non Vita rappresenta una contrapposizione negativa, mentre Illusione e Realtà, una contraddizione positiva.

6) Il doppio: tema ereditato dalla letteratura vittoriana. Nel testo viene rappresentato dalla relazione tra Angier ed il suo doppelgänger: infatti per certi versi è come se il fantasma si fosse nutrito di lui, quasi a richiamare Dorian Gray. Con le dovute differenze, nel lasso di tempo in cui esistono contemporaneamente sia Angier sia il prestige, la loro relazione potrebbe inoltre essere accostata a quella tra Mr Hyde ed il Dr. Jekyll.

117

7) La scienza: un tema complesso, che per certi versi può essere ricondotto a The Rime

of the Ancient Mariner. In rapporto all’idea di “peccato contro natura” (lo stato di

Angier corrisponde ad una life in death o death in life), dato che Angier nel suo tentativo di migliorare la propria esibizione crea una vita ed in seguito la distrugge, come se fosse un dimiurgo174. In questo caso il crimine è frutto della modernità, e non a caso lo scrittore sceglie di collegare l’elettricità al tema della clonazione, considerando quest’ultima come un effetto collaterale della prima. Inoltre, il protagonista decide di avvalersi della macchina quando è all’estero, e soprattutto è lontano dalla famiglia, a voler sottolineare l’elemento di trasgressione. La clonazione può essere considerata come un’evoluzione naturale del tema del doppio, infatti, mentre nella letteratura vittoriana si parla spesso di un doppio soprattutto dal punto di vista comportamentale (con qualità opposte rispetto al cosiddetto ‘originale’), qui si tratta invece di un essere uguale in tutto e per tutto, ragion per cui lo scrittore non distingue nettamente tra originale e prestige (cosa che potrebbe essere messa in relazione allo status dell’adaptation). Anche sulla scorta del giudizio di Butler che definisce Priest uno scrittore ‘morale’, il messaggio più rilevante risulta essere quello implicito che scrittore e lettore si scambiano fuori dalla narrazione, ovvero l’ammonimento sugli effetti deleteri che tale scoperta scientifica potrebbe avere. A sostegno di tale ipotesi, si ricordi

174

Quindi, richiamando Bakhtin, è presente la colpa e la relativa punizione, ma non vi è possibilità di redenzione, si tratta di una pena eterna, come appunto quella del vecchio marinaio o del suo predecessore, il ‘Wandering Jew’. Non sfugge inoltre il richiamo al famoso personaggio creato da C. R. Maturin, Melmoth the Wanderer, che vende l’anima al diavolo con la promessa della vita eterna: anche Angier, pur di superare Borden in abilità, scende a patti con il diavolo, solo che nel suo caso il diavolo è la scienza.

118

l’analogia tra Victor Frankenstein e Rupert Angier, due scienziati ‘sconfitti’ dalle loro stesse creazioni.175

8) L’invisibilità: The Prestige è per certi versi una continuazione di The Glamour, nel senso che l’autore prosegue qui l’analisi del tema dell’invisibilità. A differenza del precedente romanzo, qui l’invisibilità rappresenta sia la condizione dei fratelli Borden (uno dei due a turno deve rendersi invisibile per permettere all’altro di recitare la sua parte) sia quella di Angier (le sue vite sono tenute completamente separate). Quando l’ultimo prestige di Angier sopravvive, è come se l’altra parte di Angier prendesse corpo.

Per concludere, vale la pena di accennare che, in aggiunta a quelli indicati, ci sono altri temi ‘secondari’, come il viaggio (nel tempo, contrapposto alla relativa immobilità nello spazio), oppure quello del contrasto generazionale (nel libro Borden è favorevole alla tradizione ed Angier all’innovazione nel film i ruoli si capovolgono), ed un accenno ai problemi del double standard.