• Non ci sono risultati.

Il primo intervento dopo la nascita del Ministero riguarda le misure da intraprendere per la protezione del patrimonio culturale. In questo senso, inizia nel febbraio del 1975, il dibattito intorno all’approvazione del disegno di legge (1891) “Misure intese

alla protezione del patrimonio archeologico, artistico e storico nazionale”.

Si tratta di un provvedimento volto ad arginare le difficoltà che vengono constatate in quel periodo, riguardo allo stato del patrimonio culturale. L’intervento legislativo è considerato urgente, in particolare dopo i fatti di Urbino. Infatti nella notte tra il 5 e il 6 febbraio del 1975, vengono rubati dalla Galleria del Palazzo Ducale, il dipinto “La muta” di Raffaello e le opere di Piero della Francesca, la “Flagellazione” e la “Madonna di Senigallia”. L’accaduto colpisce profondamente l’opinione pubblica e come descrive Spadolini:

“La commozione del paese è enorme. Il furto di Urbino ha generato un caso nazionale, è stato sentito dalla stessa classe politica come un motivo di espiazione e di colpa. Sono giorni affannosi. Mi precipito con un elicottero a Urbino”120.

In questo clima prendono avvio i lavori parlamentari per approvare il testo legislativo. Il 19 febbraio del 1975, durante la seduta della Commissione Istruzione del Senato, viene sottolineata l’urgenza di attuare il provvedimento dalle varie parti politiche. Il senatore Papa (PCI) rileva che il disegno di legge dispone di misure !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

119 Cit. Ivi, pp. 164-165.

modeste per la crisi in atto, in particolare lamenta come non sia ancora stato fatto niente per colpire le centrali responsabili dei furti delle opere d’arte. Seppur sottolineando i limiti della normativa, ritiene necessario che la legge entri quanto prima in vigore. Auspica poi che sia per il Governo un impegno a provvedere al più presto e in modo adeguato, varando una riforma organica del settore, in prospettiva di un vero decentramento e di una democratizzazione dell’amministrazione dei beni culturali121. Il senatore Venturi (DC) richiama l’attenzione del Ministro sulla necessità di salvaguardare anche alcune opere minori di arte popolare, quali le edicole sacre, che costituiscono una preziosa testimonianza della civiltà contadina122. La complessità della materia trattata dal provvedimento viene sottolineata dal senatore Scarpino del gruppo comunista, che chiede l’utilizzo razionale delle scarse risorse destinate al Ministero, si raccomanda al Ministro di procedere in tempi brevi alla riforma del settore e conclude preannunciando l’astensione del suo gruppo123. Si dichiara favorevole all’approvazione del disegno di legge il sen. Dante Rossi (PSIUP) esprimendo l’auspicio che venga al più presto predisposto un programma pluriennale di interventi che tenga conto delle necessità di personale, ma soprattutto degli investimenti da compiere nel campo del restauro, della catalogazione e della sistemazione dei beni culturali, e sottolinea la necessità che in questa prospettiva si operi in corretto rapporto con gli enti locali124. Il senatore Urbani (PCI) dando atto a Spadolini di questo primo passo verso una concreta tutela del patrimonio, prospetta l’occasione di svolgere a breve un dibattito sullo stato attuale di questo settore, in modo particolare sull’utilizzo del personale e sulle strutture dell’amministrazione delle antichità e belle arti125. Conclude gli interventi dei membri della Commissione il sen. Dinaro (MSI-DN) dichiarando il suo parere favorevole al provvedimento mettendo in luce l’esigenza di un adeguamento dei numeri dell’organico sia dal

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

121 Cfr. Senato della Repubblica, VII Commissione Istruzione pubblica e belle arti, ricerca scientifica,

spettacolo e sport, 56°Resoconto stenografico, seduta del 19 febbraio 1975, p. 966.

122 Cfr. Ivi, p. 967. 123 Cfr. Ivi, pp. 968-969. 124 Cfr. Ivi, p. 971. 125 Cfr. Ivi, p. 972.

punto di vista quantitativo che qualitativo, nonché la necessità di reperire i fondi necessari nella buona riuscita delle intenzioni del disegno di legge126.

Nella replica il Ministro Spadolini si sofferma sui recenti episodi di furto di opere d’arte che rendono ancora più urgente l’approvazione del provvedimento legislativo in discussione. Pone in evidenza poi il recente utilizzo di nuove tecniche di furto che sono state spesso favorite da particolari condizioni ambientali. Per cercare di ovviare a questi pericoli, Spadolini intende integrare la normativa con la presentazione di un successivo disegno di legge che dia ai sovrintendenti poteri e fondi necessari alla installazione di sistemi antifurto che permetta la loro messa in funzione nei musei e nelle collezioni di competenza statale. Prosegue il Ministro sottolineando come queste misure di prevenzione devono essere collegate ad una maggiore attività di custodia per far si che siano efficaci e che dunque sia fondamentale l’aumento del personale127.

Sempre sul tema dell’assunzione di nuovi operatori Spadolini sottolinea che il provvedimento si propone si provvedere alla copertura dei posti in quel momento vacanti ed inoltre quelli che si verranno a creare entro il 1976 per il pensionamento di personale permettendo un ricambio immediato non sottoposto alla lentezza delle procedure di concorso per le quali viene proposta una revisione volta a superare i tempi morti. Il Ministro conclude il suo intervento affermando che con questa legge si vuole compiere un primo passo sulla via della soluzione dei problemi più urgenti che dovrà essere raggiunta attraverso un’azione concorde di tutte le forze politiche al fine di salvaguardare il patrimonio artistico del Paese128.

Il disegno di legge sulla protezione del patrimonio archeologico, artistico e storico nazionale, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni del Presidente della Commissione Istruzione del Senato Cifarelli, è un tentativo di rispondere all’allarme suscitato nell’opinione pubblica dagli ultimi avvenimenti riguardo ai furti e manomissioni del patrimonio artistico. In questo senso l’intervento legislativo non solo provvede all’assunzione di nuovi addetti ma anche a adeguare le funzioni degli organi periferici in maniera tale che possano intervenire direttamente e con rapidità

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

126 Cfr. Ivi, pp. 972-973. 127 Cfr. Ibidem.

sia attraverso misure straordinario di pronto intervento, sia in quelle ordinarie di difesa, conservazione, manutenzione, restauro e ripristino129.

A questo scopo mirano i primi articoli (artt.1-9) della normativa. Stabiliscono una serie di criteri tali da accelerare l’assunzione in ruolo di personale. Trasferiscono alle Sovrintendenze alle antichità e belle arti e agli Istituti ad ordinamento speciale: le competenza in materia di realizzazione di opere per la prevenzione dei furti e degli incendi nei musei statali. Devono inoltre provvedere alle opere necessarie per assicurare la conservazione e impedire il deterioramento delle cose di interesse artistico e storico. Ulteriormente è previsto lo snellimento delle procedure per l’esecuzione dei lavori di interesse archeologico, storico e artistico e di tutela del paesaggio. L’ultima parte (artt.10-21) riguarda le disposizioni in situazioni particolari e finanziarie. Infine sono previste norme che mirano a aumentare le sanzioni previste per le violazioni delle disposizioni di tutela delle cose di interesse artistico e storico130. Il provvedimento in definitiva è approvato dalla Camera e dal Senato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo del 1975 (doc.042)

Il 31 gennaio del 1975 alla presenza del Presidente della Repubblica Leone e con la partecipazione del presidente del Consiglio Moro viene inaugurata la Biblioteca nazionale centrale “ Vittorio Emauele II” di Roma presso la nuova sede del Castro Pretorio. L’evento è considerato da Sapdolini una vera festa della cultura131. Una circostanza questa, afferma il Ministro, attesa fin dalla prima apertura dell’Istituto nel 1876 quando l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Bonghi sottolineava la provvisorietà della sistemazione nelle sale del Collegio Romano e prospettava una nuova sistemazione, adeguata e definitiva132. Nel 1958, Moro nel ruolo di Ministro della Pubblica Istruzione dopo molti accertamenti e indagini individua nel comprensorio del Castro Pretorio il luogo adatto alla costruzione del nuovo edificio per la Biblioteca nazionale. L’anno successivo viene indetto il concorso per la

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

129 Cfr. I Beni Culturali, op. cit. pp. 199-200. 130 Ibidem.

131 cfr. Ivi, p. 246. 132 cfr. Ivi, p. 247.!

progettazione dell’edificio che vede la partecipazione di ben cinquanta progettisti tra i quali nel 1960 viene scelta l’idea di Vitellozzi, Castellazzi e Dall’Anese133.

La realizzazione del progetto procede ma non senza difficoltà derivanti, sia dalle particolari dimensioni dell’opera, sia dal ritrovamento di resti romani. L’area dell’edificio comprende quarantaquattromila metri quadrati e dodici sono i miliardi di lire spesi per la sua esecuzione. Come dichiarato da Spadolini, la Biblioteca nazionale ha bisogno di un immediato provvedimento di legge per sopperire alle elementari esigenze di manutenzione funzionamento dell’istituto134. In questo senso nella primavera di quello stesso anno viene presentata in Parlamento la proposta di legge: “Norme relative al funzionamento della biblioteca nazionale centrale

“Vittorio Emanuele II” di Roma”. Attraverso questa proposta si intende conferire

autonomia amministrativa e contabile all’istituto per consentire il suo regolare funzionamento. In dettaglio è prevista la nomina di un comitato per la gestione amministrativa, eletto tramite un regolamento ministeriale e disposto tramite decreto dello stesso Ministero. Al comitato spettano le funzioni di gestione dei fondi assegnati alla biblioteca sulla base di un bilancio preventivo e il rendiconto consuntivo annuale che devono essere approvati dal Ministero e trasmessi alla Ragioneria centrale a e alla Corte dei conti. Con l’art. 3 si stabilisce che le risorse finanziarie della biblioteca sono costituite da un contributo annuale del Ministero e che l’entità del contributo viene stabilita annualmente nel bilancio dello Stato. Per l’anno 1975 viene previsto un contributo straordinario di 850 milioni, una misura questa eccezionale che viene inquadrata nel piano organico dell’iniziativa politica per la migliore tutela del patrimonio storico e culturale italiano135.

Durante il dibattito al Senato emerge che il provvedimento presenta un carattere speciale e mira a rendere possibile il funzionamento della Biblioteca nazionale dopo il suo trasferimento nella nuova sede e inoltre rappresenta l’anticipazione di alcuni punti della futura riforma del settore verso una maggiore autonomia organizzativa degli organi del Ministero136. In definitiva la legge viene approvata il 27 maggio del 1975 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 13 giugno successivo (doc.045)

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

133 Cfr. Ivi, p. 249. 134!Cfr. Ivi, p. 222.! 135 Cfr. Ivi, pp. 222-223. 136 Cfr. Ivi, pp. 216-217.

Un’ulteriore normativa viene proposta dal Governo al Parlamento e riguarda l’adeguamento dell’organico dei custodi e guardie notturne dei musei e scavi di antichità dello Stato.

In sede deliberante la Commissione Istruzione del Senato si esprime in merito al disegno di legge dichiarando che con questo si supplisce, almeno in parte, alle carenze di personale di custodia nel settore delle antichità e belle arti, aumentando le dotazioni organiche e diminuendo del 50 per cento le riserve disposte a favore di determinate categorie. Viene inoltre sottolineata l’urgenza del provvedimento rilevando che dovrà poi essere affrontato il problema della revisione del trattamento economico del personale di custodia137. D’altro canto durante la discussione il senatore Scarpino (PCI) ricordando la drammatica situazione del patrimonio artistico, rileva che con questo intervento legislativo non si risolve il problema del personale di sicurezza: l’adeguamento degli organici avrebbe dovuto essere ben più ampio, tenendo conto dei risultati delle precedenti indagini delle Commissioni in materia di patrimonio culturale; si è invece di fronte ad un provvedimento settoriale, giustificabile solo per l’estrema urgenza di intervenire. Egli rileva quindi la necessità di evitare che i custodi siano adibiti a mansioni diverse dal servizio di vigilanza, e di provvedere che i servizi notturni siano svolti a turno da tutto il personale di custodia138. Proseguendo nel dibattito interviene il senatore Bertola (DC) dichiarando che date le condizioni di tutela del patrimonio artistico minacciato dalle intemperie e dai furti è auspicabile l’espletamento dei concorsi in maniera rapida selezionando il personale di custodia con i requisiti necessari di efficienza e anche culturali139.

In risposta alle questioni emerse, il Sottosegretario per i beni culturali Spigaroli ribadisce la volontà del Governo di fare fronte ai problemi riguardanti la valorizzazione e la tutela del patrimonio artistico, archeologico e storico attraverso l’elaborazione dei decreti delegati che delineeranno il nuovo Ministero. Proseguendo, ricorda comunque la necessità di adottare delle norme particolari come quella in discussione per far fronte ai problemi immediati140. In questo senso, gli avvenimenti !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

137 Cfr. Ivi, p. 229. 138 Cfr. Ivi, p. 230. 139 Cfr. Ibidem. 140 Cfr. Ibidem.

come il furto di dipinti, verificatosi ad Urbino e la ricorrente chiusura al pubblico dei più importanti musei e gallerie dello Stato a causa della mancanza di personale di custodia, a rendere necessarie ed urgenti norme come questa. Viene infatti disposto l’aumento della dotazione di custodi e guardie notturne a disposizione delle Soprintendenze alle antichità e belle arti. Secondo l’articolo 1 è previsto l’incremento di circa 750 posti da 4.253 a 5.000. Il provvedimento conferisce quindi al Ministro la possibilità di determinare il contingente del personale di custodia da assegnare in ciascuna Regione al servizio di custodia notturna. Questo tenendo conto dell’articolazione territoriale dei beni da vigilare. Sono quindi previsti concorsi che si svolgeranno tramite un esame orale su argomenti di carattere generale e riguardanti temi inerenti al servizio. La Legge (20 maggio 1975, n.175) viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10 giugno 1975 (doc.043).

Sempre nello stesso periodo viene preso in esame dal Parlamento il disegno di legge riguardante le norme di prevenzione antifurto e antincendio delle opere d’arte (doc.044). Come illustra Spadolini nella relazione al provvedimento:

“La catena di furti di opere d’arte culminata nel criminoso fatto di Urbino, che ha sconvolto la coscienza dell’intera nazione ed ha accentuato l’allarme nel mondo della cultura per le condizioni già gravi del nostro patrimonio artistico, rende necessario e urgente un disegno di legge che consenta all’Amministrazione dei beni culturali di mettere in opera le misure di prevenzione contro nuove e terribili minacce della delinquenza organizzata, tali da compromettere l’integrità di tesori inestimabili e arrecare discredito alle istituzioni”141.

È questo un provvedimento che stanzia sei miliardi di lire per l’installazione di sistemi antifurto ed antincendio, dando ai sovrintendenti competenti, la facoltà di procedere secondo le necessità presenti. Infatti si ritiene necessario conferire ampi poteri ai soprintendenti svincolandoli dall’osservanza di ogni formalità nella scelta dei fornitori che provvederanno alla fornitura e messa in funzione delle misura antifurto e antincendio in modo da poter procedere rapidamente all’adeguamento dei luoghi e delle opere che ne hanno bisogno. I soprintendenti hanno inoltre la facoltà di favorire, attraverso la concessione di contributi, le iniziative di enti o istituti !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

legalmente riconosciuti, compresi gli edifici ecclesiastici di grande valore artistico e culturale, volte alla tutela di opere di importante interesse artistico e culturale142. Il fine rilevante di questo intervento, oltre la salvaguardia del patrimonio è la fruizione delle opere da parte del pubblico che una volta messe in sicurezza possano essere esposte.