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I principi generali dell’organologia

Fu il 9 marzo 1758 che Franz Joseph Gall, medico tedesco di nascita ma viennese di adozione, annunciò con una lunga lettera indirizzata al barone Retzer, allora capo della censura imperiale, il suo nuovo sistema “organologico”:

Je puis enfin avoir le plaisir, mon cher Retzer, de vous présenter un aperçu de mon Traité sur les fonctions du cerveau et sur la possibilité de reconnaître plusieurs dispositions et penchants par la configuration de la tête et du crâne. (…) Au fait, mon but véritable est de déterminer les fonctions du cerveau en général, et celles de ses parties en particulier ; de prouver que l’on peut reconnaître différentes dispositions et inclinations par les protubérances ou les dépressions qui se trouvent sur la tête ou sur le crâne, et de présenter d’une manière claire les plus importantes vérités et conséquences qui en découlent pour l’art médical, pour la morale, pour

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Id., Notice historique sur le Dr. Gall, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», I, 1832, pp. 90-111.

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l’éducation, pour la législation, etc., et généralement pour la connaissance plus approfondie de l’homme.58

Le prime intuizioni circa l’organologia risalirebbero alle sue osservazioni da studente: a quell’epoca gli sarebbe infatti capitato di notare come tutti i suoi compagni abili nell’imparare a memoria fossero caratterizzati da grandi occhi sporgenti.59 Sul momento questa connessione passò inosservata, ma quando negli anni successivi si ripresentò in diverse occasioni Gall non potette credere che si trattasse di una mera coincidenza: “je commençai à soupçonner qu’il devait exister une connexion entre cette conformation des yeux et la facilité d’apprendre par cœur”.60 Ritenendo che questo principio di correlazione potesse applicarsi a tutte le altre facoltà intellettuali, iniziò a osservare la conformazione cranica di tutti gli individui che presentavano una facoltà particolarmente sviluppata, dando così vita ad una dottrina innovativa.61

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F. J. Gall, Lettre du Docteur F.-J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, sur les fonctions du cerveau, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», III, 1835, pp. 116-137; originariamente in «Neue Teutsche Merkur», III (1798), p. 310-335.

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Per quanto riguarda Gall e la nascita dell’organologia cfr. F. J. Gall, Cronaca di una scoperta (1810), ne L’organo dell’anima. Fisiologia cerebrale e disciplina dei comportamenti, a cura di C. Pogliano, Venezia, Marsilio, 1985, pp. 53-62. Inoltre cfr. Georges Lanteri-Laura, Histoire de la phrénologie: l'homme et son cerveau selon F. J. Gall, Paris, Presses universitaires de France, 1970 pp. 64-124; Angus Mclaren, A Prehistory of the Social Sciences: Phrenology in France, in «Comparative Studies in Society and History», 1981, vol. 23 (1), pp. 3-5; Marc Renneville, Le langage des cranes, pp. 27-75; John van Wyhe, Phrenology and the origins of Victorian scientific naturalism, Aldershot: Ashgate, 2004, pp. 13-19; Claudio Pogliano, Storie di cervelli, pp. 85-118. 60 F. J. Gall, L’organo dell’anima, p. 54.

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Le teorie e i metodi impiegati da Gall destarono molta curiosità, e in molti scrissero articoli e testi a riguardo. A tal proposito cfr. G. Mayer, Esposizione della dottrina di Gall sul cranio e sul cervello, Napoli, s.i.t., 1808; Anatomia del cervello del dottor Gall, in «Giornale della società d’incoraggiamento delle scienze e delle arti stabilita in Milano», III, 1808, pp. 328-334; IV, 1808, pp. 112-122; V, 1808, pp. 268-277; E. M. Bailly, Mémoire sur l’anatomie phrénologique, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», VI, 1833, pp. 126-129.

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Come dichiarato nel discorso introduttivo alla prima seduta del suo corso pubblico, il fine di Gall era quello di giungere alla conoscenza approfondita dell’uomo. Mentre gli animali sono connotati da caratteri pressoché costanti, nitidi, pronunciati, di modo che gli individui della stessa specie si assomigliano in tutti i luoghi e in tutti i tempi, tra gli uomini – di cui gli animali non sono che frammenti imperfetti – vi sono molte differenze particolari, sia negli individui isolati, sia nel medesimo individuo considerato nei differenti momenti della sua vita. L’uomo – notò Gall – è costantemente in contraddizione con se stesso; muta continuamente passando dalla calma alla passionalità, dalla giovinezza alla vecchiaia, dallo stato di salute a quello di malattia, da non sembrare neanche più la medesima persona. Al fine di approfondire la scienza dell’uomo diviene allora di fondamentale importanza abbandonare le speculazioni metafisiche e basarsi sull’esperienza e sui fatti. 62

Animato da spirito positivo, Gall indicò nell’osservazione diretta dei fenomeni il mezzo più appropriato per comprendere le modificazioni dell’essere umano, l’origine e lo sviluppo delle disposizioni, dei talenti, delle inclinazioni e delle facoltà; ed anche l’influenza che esercitano l’educazione, le pene e le ricompense, il clima, il sesso, l’età, il nutrimento e la religione.

Gall individuò l’organizzazione del cervello come ciò che determina e modifica intelletto e volontà, e decise di consacrare la sua vita allo studio della fisiologia del cervello allo scopo di gettare luce sulla scienza dell’uomo, disciplina

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F. J. Gall, Discours d'ouverture lu par M. le Docteur Gall, à la première séance de son cours public sur la physiologie du cerveau, le 15 janvier 1808, Paris, Firmin Didot, 1808, pp. 6-8.

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fondamentale e ancora incompleta. La dottrina da lui elaborata può essere sinteticamente esposta in sette punti:63

I. Facoltà e inclinazioni sono innate nell’uomo e negli animali; II. Facoltà e inclinazioni hanno sede e base nel cervello;

III. IV. Le facoltà sono, non solamente distinte e indipendenti dalle inclinazioni, ma anche tra di loro, e le inclinazioni tra di loro, sono essenzialmente distinte e indipendenti; devono, di conseguenza, avere la loro sede in diverse parti del cervello distinte e indipendenti le une dalle altre;

V. Dalla differente distribuzione dei differenti organi e dal loro diverso sviluppo risultano forme differenti di cervello;

VI. Dall’insieme e dallo sviluppo di organi determinati ne risulta una forma determinata, o dell’intero cervello o delle sue parti o degli organi parziali;

VII. Dal costituirsi delle ossa della testa e fino all’età più avanzata, la forma della superficie interna del cranio è determinata dalla forma del cervello; possiamo quindi essere sicuri di certe facoltà e di certe inclinazioni, finché la superficie esteriore del cranio si accorda con la superficie interiore.

Il fascino esercitato dalla fisiologia cerebrale nell’Europa di fine Ottocento le consentì d’infiltrarsi ovunque, propagandosi velocemente, come per contagio.64

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F. J. Gall, Lettre du Docteur F.-J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, pp. 119-127. 64

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Fossati iniziò ad occuparsi seriamente delle teorie di Gall sin dal suo arrivo a Parigi e, secondo quanto riportato nell’Autobiografia, nell’ottobre 1820 trascorse molto tempo a leggere e a studiare la dottrina del medico tedesco.65 Ne rimase tanto colpito che dedicò l’intera vita ad approfondirla e diffonderla, sottolineando in più occasioni come la paternità di questa scienza dovesse essere attribuita unicamente a Gall:

Doit vous convaincre qu’à Gall seul appartient la gloire d’avoir créé la physiologie du cerveau. Rappelez-vous que Spurzheim suivit pour la première fois un cours de Gall, à Vienne, en 1800, c’est-à-dire deux ans après la publication de cette lettre, et que plusieurs écrits, dans lesquels vingt-six organes cérébraux étaient démontrés, avaient déjà paru à cette époque en Allemagne. Spurzheim avait alors vingt-quatre ans, et Gall quarante-deux. La nouvelle science était fondée en 1798.66

Fedele al maestro, Fossati volle sempre tenerlo separato da Spurzheim. Questi, come già detto, dopo avere accompagnato Gall in un lungo viaggio di proselitismo in Europa, nel 1813 si emancipò dalla sua tutela, continuando per conto proprio la predicazione. Spurzheim soggiornò a lungo in Gran Bretagna, dove contribuì a fondare varie società frenologiche e nel 1832 sbarcò a Boston, accolto con tutti gli onori dalle università di Yale e Harvard. Cominciò così la penetrazione della frenologia anche nella giovane cultura americana, dove si trasformò in un vero e proprio business.67 Fu proprio per questo motivo che

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Fossati era un lettore e uno studioso instancabile e non mancò mai di annotare i testi e le opere di cui si occupò; nonostante gli impegni e il poco tempo a disposizione, nel 1820 lesse Les Ruines di Volney, le opere di Bausel, Cabanis, Molière, Voltaire, opere di medicina, di letteratura e di filosofia. Cfr. G. A. L. Fossati, Autobiografia, p. 62.

66 G. A. L. Fossati, M. le Docteur Fossati, Vice-Président de la Société Phrénologique de Paris, à M. le Docteur Elliotson, Président de la Société Phrénologique de Londres, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», III, 1835, cit., p. 114.

67 Per avere informazioni sulla diffusione della frenologia cfr. Claudio Pogliano, Storie di cervelli, pp. 119-144; Georges Lanteri-Laura, Histoire de la phrénologie, pp. 125-174; John van Wyhe, The History of phrenology on the web, http://www.historyofphrenology.org.uk/. Per gli Stati Uniti cfr. Claudio Pogliano, Il compasso della mente. Origini delle scienze dell’uomo negli Stati Uniti,

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Fossati, amico e allievo fedele, scrisse le parole sopra riportate al Presidente della Phrenological Society di Londra, desideroso che il suo maestro ottenesse tutto il merito e il riconoscimento che gli spettava.

È importante sottolineare che l’oggetto delle ricerche di Gall fu principalmente il cervello; il cranio, impronta fedele della superficie esteriore del cervello, costituì solamente una conseguenza; come egli stesso affermò: “l’objet de mes recherches est le cerveau; le crane ne l’est que comme une empreinte fidèle de la surface extérieure du cerveau, et n’est, par conséquent, qu’une partie de l’objet principal”.68 In altre parole, Gall considerò l’insieme delle disposizioni caratteriali di un uomo come l’insieme delle funzioni di molteplici organi localizzati sulla superficie del cervello e posti in diretto rapporto di grandezza con le corrispondenti protuberanze craniche; sul cranio vennero individuati solamente i segni esteriori delle differenze tra gli individui.

Si deve tuttavia notare che molti ammiratori di Gall confusero la sua dottrina organologica con la semplice cranioscopia, oggetto di aspre critiche. Alcuni frenologi si preoccuparono perciò di distinguere fra la teoria scientifica e la sua applicazione cranioscopica. Questo equivoco non deve essere considerato così strano, poiché le ventisette facoltà vennero localizzate proprio sul cranio, e non Milano, Angeli, 1983; B. Miraglia, Giovanni Antonio Fossati frenologo italiano, p. 92: Nella lettera qua citata, datata 24 novembre 1867, Fossati fa riferimento all’ «American Phrenological Journal» di New York, e a tal proposito scrive all’amico Miraglia: “osservate frattanto il frontespizio ingegnoso che gli Americani hanno messo in questo giornale, dove i diversi organi cerebrali sono rappresentati e posti in azione con immagini ben ideate. Se nonché essi hanno ammesso molte facoltà immaginarie e non scientificamente dimostrate. Qui notate che quei frenologhi, come in altri paesi, invece di occuparsi di perfezionare la fisiologia del cervello, danno un assai grande importanza alla cranioscopia e a dire la buona ventura. Non tardai a scrivere a New York per vedere se si potesse far prendere a quei frenologhi una più giusta direzione ai loro studi”.

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F. J. Gall, Lettre du docteur F. J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, sur les fonctions du cerveau, cit., p. 134.

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sulla corteccia. Fu sulla base dei sette principi sopra elencati e lasciandosi condurre dai presunti “fatti”, che Gall sostenne sempre la possibilità di riconoscere, proprio mediante la forma del cranio e della testa, tutte le facoltà e le inclinazioni e il loro relativo sviluppo, senza alcuna eccezione.

Con la teoria di Gall divenne sufficiente osservare la forma della testa per osservare anche l’anima di un individuo. Nessun ragionamento e nessuna speculazione avrebbero potuto corrompere i fatti: sarebbe bastato osservare con cura. Gall esaminò le teste di molte persone che avevano manifestato intensamente determinate facoltà, le confrontò con le teste di altri individui che avevano la medesima facoltà in grado più debole, e trovò che il cervello dei primi era costantemente più grande e voluminoso in determinate parti, mentre in coloro in cui la facoltà era più debole il cervello, in quelle medesime parti, era ridotto.69

Nella propria retorica, Gall pretese di accantonare le speculazioni filosofiche e metafisiche per osservare direttamente gli uomini. Questi nascerebbero poeti, pittori, musicisti, religiosi, coraggiosi o crudeli, di conseguenza occorreva tenere sotto osservazione individui le cui qualità fossero ben conosciute attraverso il loro comportamento e le loro opere.

Secondo la teoria innatista sostenuta da Gall, l’uomo non è affatto una tabula

rasa, bensì possiede sin dalla nascita delle facoltà determinate suscettibili di

ricevere mediante l’educazione uno sviluppo considerevole. La maggior parte di queste facoltà sono in comune agli animali e agli uomini, altre sono proprie solo

69 Ibid.

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di questi ultimi, e si elevano così al di sopra delle prime. Tutte queste facoltà sono costantemente in rapporto con l’energia del cervello e ciò fa sì che l’uomo, così come gli animali, sia sottomesso all’impero delle leggi della creazione. L’uomo differisce tuttavia dagli altri animali poiché dotato di ragione. Questa conferisce alle sue azioni una moralità che lo rende soggetto a punizioni o a meriti.70

L’innatismo delle facoltà professato da Gall fu oggetto di aspre critiche: sospettato di compromettere libertà e responsabilità. Contro i suoi accusatori egli rammentò sempre di non confondere l’atto con la facoltà corrispondente. Posto che un individuo manifestasse una certa propensione al furto, non per questo lo si doveva immediatamente etichettare come ladro: ragione, cultura e moralità potevano costituire un freno all’attuazione del gesto. Le inclinazioni andavano contrastate e neutralizzate grazie a motivazioni più forti, quali il sentimento della verità e dell’errore, del giusto e dell’ingiusto, i buoni costumi, la decenza ecc. Dotato di coscienza, di libertà di scelte e di responsabilità, l’uomo sarebbe in grado di orientare le proprie azioni, da giudicarsi tanto più lodevoli quanto più aspra la lotta per contrastare inclinazioni dannose.71

Come già accennato in precedenza, Fossati decise di presentare il maestro ai membri della Société phrénologique de Paris proprio effettuandone l’analisi cranioscopica, l’aspetto sicuramente più sorprendente della dottrina organologica. Sembrava incredibile poter riconoscere attraverso l’esame della

70 G. A. L. Fossati, Précis analytique du système de M. le Dr Gall sur les facultés de l'homme et les fonctions du cerveau, vulgairement cranioscopie, Bruxelles, Lithographie Royale de Jobard, 1828. 71

Cfr. F. J. Gall, Lettre du docteur F. J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, sur les fonctions du cerveau, pp. 120-121.

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forma della testa le inclinazioni, i talenti e le facoltà intellettuali di un individuo e numerosissimi uomini e donne, sollecitati dalla curiosità, si sottoposero a esame frenologico.

Pur destando grande interesse, l’applicazione pratica della frenologia si prestò a essere liquidata come craniomanzia. In molti credevano che fosse sufficiente aver seguito un corso di frenologia e sapere dove sono collocati i differenti organi del cervello, per poter essere in grado di pronunciare giudizi sui differenti individui esaminati. L’esercizio di questa arte da parte di individui non sufficientemente preparati non poteva far altro che indurli in errore, suscitando diffidenza e scetticismo nei confronti dell’organologia del cervello.

Nelle sue opere Fossati non mancò mai di invitare alla prudenza, sottolineando le difficoltà della cranioscopia: durante un esame è necessaria molta cautela affinché ne risulti un giudizio veritiero. In primo luogo si deve osservare la capacità del cranio, facendo attenzione a non confonderla con la grandezza della testa, successivamente si deve prestare attenzione alla forma generale della testa, allo sviluppo della fronte e della nuca e solo alla fine, si osserverà lo sviluppo degli organi particolari.72 Solamente applicando rigorosamente questi principi sarebbe stato possibile individuare i diversi gradi di intelligenza che riempiono lo spazio che si ha tra la stupidità più assoluta e la genialità a cui perviene l’uomo le cui facoltà intellettuali sono le più estese e piene di energia.

72 A tal proposito è possibile far riferimento al fatto che i frenologi furono sempre ostili all’angolo facciale di Petrus Camper. Lo stesso Gall affermò che: “L’essai fait par Camper ne pouvait qu’être malheureux; *…+ il ne tient compte que des parties antérieures du cerveau situées près du front; il néglige absolument toutes les parties cérébrales postérieures, latérales et inférieures. Cette méthode ne pourrait donc prononcer que, tout au plus, sur les facultés dont les organes son placés près du front ”, cit. in Claude Blanckaert, Les vicissitudes de l’angle facial et les débuts de la craniométrie (1765-1875), in «Revue de synthèse», 1987, vol. 108 (3), pp. 449-450.

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Abitudine ed esercizio si resero indispensabili al fine di individuare in maniera corretta le differenti forme della testa, quali parti corrispondenti del cervello rappresentino, e di conseguenza quali facoltà. Moltissime circostanze possono far cadere in fallo, e lo stesso Fossati dichiarò di non essersi mai pronunciato a riguardo durante il primo periodo dei suoi studi.73 La cranioscopia è un’arte fondata su basi certe, da considerarsi come un libro pieno di istruzioni e di avvertimenti utili per coloro che hanno gli strumenti necessari per decifrarlo.74 Mentre le espressioni del volto e i movimenti del corpo, oggetto della fisiognomica75 e della patognomica, possono essere contraffatti attraverso l’abitudine e l’esercizio, la cranioscopia porta alla conoscenza delle disposizioni innate di un individuo. Espressioni di collera, gioia, benevolenza e amore possono essere simulate, ma non sarà mai possibile mostrare una forma della testa differente da quella che si possiede; di conseguenza l’uomo stolto non potrà ispirare fiducia per la sua prudenza, l’uomo corto di intelligenza per la sua genialità; così l’uomo giusto, benevolo e sincero non avrà bisogno di dimostrare a parole la verità dei suoi sentimenti.

73 Cfr. G. A .L. Fossati, Observations cranioscopiques, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», II, 1833, p. 65.

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Ivi, p. 72. In una lettera del 18 aprile 1866 indirizzata all’amico Miraglia, Fossati espone le basi necessarie per poter divenire frenologi: “In Italia mancano generalmente buoni studi di filosofia, senza dei quali non si diventa buon frenologo; no: per esserlo è necessario avere studiato la filosofia, la così detta psicologia, la filosofia morale e le altre scienze congeneri, chi è digiuno di cosifatte cognizioni non sarà mai un vero frenologo”. B. Miraglia, Giovanni Antonio Fossati frenologo italiano, cit., p. 88.

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Per informazioni circa il rapporto tra frenologia e fisiognomica cfr. Claude Blanckaert, Les vicissitudes de l’angle facial et les débuts de la craniométrie (1765-1875), pp. 427-431; Giovanni Pietro Lombardo e Marco Duichin, Frenologia, fisiognomica e psicologia delle differenze individuali in Franz Joseph Gall, la cui seconda parte affronta, attraverso una serie di saggi, l’argomento in questione.

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Le ventisette facoltà cranioscopicamente individuate da Gall vennero considerate dai seguaci della dottrina un mezzo capace di condurre alla conoscenza di se stessi e degli altri; uno strumento in grado di portare alla luce impulsi e propensioni nascosti, in modo da salvare gli uomini onesti e individuare i propensi all’inganno prima che potessero nuocere. Quella di Gall risultò di conseguenza una scienza utile, un aspetto che venne sottolineato da Fossati nel discorso De l’influence de la pysiologie intellectuelle sur les sciences, la littérature

et les artes76 e da François Joseph Victor Broussais, uno dei maggiori convertiti francesi. La prefazione del suo Cours de phrénologie espone al pubblico i motivi che lo avevano condotto ad abbracciare e a propagare la dottrina. Quest’ultima viene definita una scienza vera e, come ogni verità, utile. La sua utilità non si limita a fornire un’analisi delle facoltà dell’uomo e degli animali, ma porta anche dei vantaggi pratici: questa dà la possibilità di riconoscere l’uomo intellettuale e morale mediante dei segni sensibili:

L’art de dissimuler est porté si loin dans notre degré actuel de civilisation, que c’est presque toujours au hasard que chacun donne sa confiance. Plus l’homme est fourbe et disposé à tromper, mieux il sait prendre le ton et la physionomie de l’homme franc et incapable de toute supercherie. L’expérience est donc toujours nécessaire; dans l’état actuel des choses, pour que l’on puisse être pleinement rassuré sur les liaisons que l’on est forcé journellement de contracter, soin in amitié, soit pour les affaires. Mais il est clair que cette expérience vient trop tard; chacun ne peut donc que gagner à la connaissance des signes extérieurs qui distinguent l’intrigant de l’homme probe et de bonne foi.77

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G. A. L. Fossati, De l'influence de la physiologie intellectuelle sur les sciences, la littérature et les arts. Discours pour l'ouverture d'un cours de phrénologie, Paris, Béchet, 1828. In questo discorso

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