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Giovanni Antonio Lorenzo Fossati, frenologo (1786-1874)

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INDICE

INTRODUZIONE ... 3

CAPITOLO I ... 7

1.1 Gli anni dell’infanzia e della formazione... 7

1.2 Il soggiorno a Parigi ... 15

1.3 I rapporti con Gall ... 20

1.4 I principi generali dell’organologia ... 33

1.5 Il cranio di Gall ... 44

APPENDICE ... 51

CAPITOLO II ... 62

2.1 Il viaggio in Italia ... 62

2.2 Lo stato della frenologia in Italia ... 81

2.3 Lorenzo Fossati e Biagio Gioacchino Miraglia ... 94

2.3.1 Lorenzo Fossati, George Combe e Cubí y Soler ... 98

CAPITOLO III ... 106

3.1 Le vicende italiane ... 106

3.2 Lorenzo Fossati patriota italiano ... 120

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CONCLUSIONI ... 152

APPENDICE ... 155

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INTRODUZIONE

La cronaca della frenologia, che ancora non aveva ricevuto quel nome, ha inizio nel 1798 quando il medico tedesco Franz Joseph Gall, annunciò con una lunga lettera destinata al barone von Retzer, la nascita del suo nuovo sistema “organologico”. La dottrina, le cui lezioni furono vietate nella Vienna di Francesco II, trovò terreno fertile a Parigi. È proprio nella capitale francese che la storia della fisiologia del cervello si intreccia con quella del medico Giovanni Antonio Lorenzo Fossati.

Fossati – nato a Novara nel 1786, laureato a Pavia, assistente di Giovanni Rasori a Milano, carbonaro esule a Parigi dal 1820 – rimase immediatamente affascinato dalla personalità di Gall e dalla sua teoria innovativa che, attraverso l’analisi della superficie del cranio, si proponeva di svelare i segreti dell’interiorità umana. Dal quel momento, consacrò tutta la sua vita allo studio e alla propagazione di quella dottrina positiva che, lasciando da parte le speculazioni metafisiche, avrebbe gettato luce sulla mente umana e portato grandi miglioramenti in ogni ambito del sapere, nonché nell’intera società.

La rivoluzione francese del 1789 aveva fatto emergere il bisogno di ritrovare un equilibrio politico, e di costruire una società stabile, capace di evitare conflitti e scelte irrazionali. In aggiunta, gli enormi progressi introdotti dalla rivoluzione industriale avevano creato un clima di ottimistica fiducia nella possibilità della

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scienza, e in particolare delle scienze naturali. È noto come su questo sfondo si sviluppino, in alcuni paesi europei, forme diverse di positivismo, movimento filosofico e culturale che assunse il metodo scientifico come l’unico valido in ogni campo del sapere, umano e sociale.

Durante il periodo della Restaurazione, la biografia di Fossati intreccia la fede frenologica con quella patriottica. Nel quadro politico europeo ridisegnato dal Congresso di Vienna, la condizione dell’Italia sembra regredita di qualche decennio: si ripropone una frammentazione territoriale frutto dei reciproci equilibri delle maggiori potenze europee. Tra queste, l’Austria esercita il suo dominio su una parte consistente della Penisola, in particolare sulla Lombardia e sul Veneto.

Tale condizione di subordinazione venne avvertita tanto più fortemente dalle élites dei popoli dominati in quanto, nel frattempo, era andata maturando la consapevolezza della necessità dell’indipendenza per un rinnovamento economico e sociale. L’egemonia asburgica venne identificata come il nemico principale da sconfiggere: si organizzò così una fitta attività di associazioni clandestine, tra cui la Carboneria, che raccolsero proseliti fra gli intellettuali della piccola e media borghesia.

L’insofferenza di alcuni settori della cultura esplose nei moti del 1820-1821. Le insurrezioni – volte a ottenere una Costituzione e l’indipendenza dallo straniero – furono duramente represse. I gruppi patriottici furono severamente colpiti e

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seguì un periodo di arresti, condanne ed emigrazioni forzate. Fu così che Fossati giunse a Parigi.

Il primo capitolo vuole ripercorrere le tappe fondamentali dell’infanzia e della formazione di Fossati, e le vicende che lo condussero da Novara a Milano e infine a Parigi, dove fece la conoscenza di Gall. Come si vedrà, tra i due uomini si stabilì immediatamente una profonda complicità che portò Fossati a essere l’allievo e il collaboratore più devoto del medico tedesco. Si esporranno inoltre i principi generali dell’organologia del cervello, e se ne vedrà la diretta applicazione sul profilo di Gall grazie al discorso Notice historique sur le docteur Gall, che Fossati compose per celebrare il maestro dopo la sua morte.

Il secondo capitolo narra, basandosi principalmente sull’Autobiografia inedita di Fossati, il viaggio che compì in Italia nel 1824, per tenere una serie di conferenze frenologiche a cui si mescolano considerazioni nazionaliste e anticlericali. Come si vedrà, la scrittura di Fossati è caratterizzata da un costante sentimento di insoddisfazione, di malessere, di struggimento, che incarnano lo spirito della cultura romantica. Sicuramente Fossati incontrò numerose difficoltà nella sua vita – a livello economico, sentimentale, politico e lavorativo – , tuttavia è necessario tenere presente che l’espressione dello stato d’animo doloroso che si prova nel non poter realizzare i propri obiettivi e raggiungere gli oggetti dei propri desideri, è tipico del periodo artistico-letterario che caratterizza la prima metà dell’Ottocento.

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Dopo aver ripercorso le principali tappe del viaggio di propaganda, si analizzerà lo stato della frenologia in Italia, cercando di comprendere quali furono i principali ostacoli alla sua diffusione nella penisola; si passeranno in rassegna i principali “poli frenologici” italiani, per poi esaminare il rapporto che Fossati instaurò con Biagio G. Miraglia, uno dei principali sostenitori della dottrina. Grazie alla corrispondenza tra i due studiosi, si verrà a conoscenza dell’opinione di Fossati sulle opere di due importanti frenologi: George Combe e Mariano Cubí y Soler.

Il terzo capitolo tratta delle ulteriori trasferte italiane di Fossati: a Genova, in occasione dell’ottavo Congresso degli scienziati italiani nel 1846; a Roma nel 1852 e a Milano nel 1865, per l’inaugurazione del Museo frenologico che venne allestito grazie al suo contributo. Dopo aver ripercorso la storia del gabinetto frenologico, si analizzerà il profilo di Fossati come attore risorgimentale.

Come si vedrà, sin dal suo arrivo a Parigi, Fossati si pose alla testa dei patrioti emigrati, fondando una società volta a sostenere le insurrezioni nazionaliste e pubblicando un periodico, Il nazionale italiano, politico e letterario. Prese parte ai moti insurrezionali del 1830-31 e del 1848 e, nonostante l’età ormai avanzata, partecipò alla Guerra d’indipendenza.

Parallelamente all’attivismo politico, Fossati continuò a essere uno dei più ardenti sostenitori e difensori della dottrina frenologica. Verranno così analizzati i principali discorsi e pubblicazioni, sino alle Questions philosophiques, sociales et

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CAPITOLO I

1.1 Gli anni dell’infanzia e della formazione

Giovanni Antonio Lorenzo Fossati1 nacque a Novara il 30 aprile 1786 da Giacomo Antonio Fossati, sovrintendente di un ospedale di quella città, e da Antonia Baliana. È lo stesso Fossati che ci racconta con minuzia l’evento della sua venuta al mondo:

Io nacqui dunque il giorno trenta aprile di questo anno 1786, alle ore otto della notte scorsa, come notò mio padre, che corrispondono alle ore quattro del mattino, in giorno di domenica, nell’appartamento che mio padre occupava nell’ospitale di Novara (…). Fui battezzato lo stesso giorno nel battistero del Duomo da mio zio Ambrogio Baliana, e mio padrino fu l’altro mio zio Antonio Baliana. Dissi di esser nato di sette mesi per il dolore che mia madre ebbe dalla malattia grave di mio padre. (…) essa mi allattò, ma dovette cessare di allattarmi trovandosi di nuovo incinta, mentre io non avevo che sette mesi.2

1 Per informazioni biografiche su G. A. L. Fossati cfr. G. A. L. Fossati, Autobiografia. L’autobiografia inedita appartenne al prof. Federico Patetta (1867-1945) che la donò, alla sua morte, alla Biblioteca Apostolica Vaticana, dove ad oggi viene conservata nel Fondo Patetta 1880. Il manoscritto, di circa 700 pagine, narra per esteso le sue vicende fino al 1873. Inoltre cfr. Fossati, Jean-Antoine-Laurent, in Biographie des hommes du jour, par Germain Sarrut et B. Saint-Edme, V, Paris, Imprimerie de Pierre Baudouin, 1840, pp. 176-186; Fossati, Giovanni Antonio Lorenzo, in Dizionario Biografico degli italiani, vol. 49 (1997), http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-antonio-lorenzo-fossati_(Dizionario-Biografico)/; Fossati in Les médecins de Paris jugés par leurs œuvres, ou Statistique scientifique et morale des médecins de Paris, par C. Sachaile de La Barre, Paris, Rue Saint Thomas du Louvre, 24, 1845, pp. 299-300; Giovanni Barbero, L’ammirabile vita di un novarese, patriota e scienziato, in «Bollettino Storico per la Provincia di Novara», LIV (1963), 1, pp. 20-47; Jacques-Étienne Belhomme, Notice sur la vie et les ouvrages du Dr. Fossati, Paris, Imprimerie Félix Maltese et C.ie, 1875; Biagio Miraglia, Giovanni Antonio Fossati frenologo italiano, in «Bollettino dell'Istituto Storico Italiano dell'Arte Sanitaria», 1931, 2, pp. 65-106; Marc Renneville, Le langage des crânes. Une histoire de la phrénologie, Paris, Institut d’édition Sanofi-Synthélabo, 2000, pp. 117-119.

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All’età di sei anni e mezzo compì i primi anni di studio presso lo zio Ambrogio Baliana, fratello della madre e parroco della Basilica di San Gaudenzio in Novara, il quale decise di prendere con sé il nipote e di occuparsi della sua prima educazione. Questi anni costituirono un periodo importante per il giovane Fossati che seguitò appassionatamente i suoi studi fino al gennaio 1802, anno in cui perse il padre, il quale – come calorosamente ricorda3 – lo amava moltissimo. A distanza di soli due anni si vide costretto a partire, da solo e a piedi, per cercare di raggiungere il capezzale della madre, colpita da una grave malattia, sperando di poter arrivare in tempo per darle un ultimo saluto prima della morte. Queste tragiche circostanze lo portarono all’età di diciotto anni a doversi occupare dei quattro fratelli.

Dopo aver ricevuto una prima educazione ai principi religiosi, si dedicò allo studio della filosofia, della logica, della metafisica e della matematica e seguì un corso sui doveri dell’uomo e del cittadino con il professor Silvetti. Completò questa prima parte dei suoi studi seguendo un corso di fisica generale e sperimentale e un corso di filosofia morale e politica: insegnamenti che fecero nascere in Fossati l’amore per la scienza4 e influenzarono tutte le sue opere successive, impregnate di conoscenze filosofiche e politiche.5

Nel 1803 si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pavia, allora una delle più famose d’Italia, come alunno interno del Collegio

3

Ivi, p. 8.

4 La passione per la scienza portò Fossati a spendere il poco denaro che riusciva a procurarsi per costruire autonomamente degli strumenti di fisica, al fine di ripetere in segreto gli esperimenti del suo professore. Cfr. Fossati, Jean-Antoine-Laurent, in Biographie des hommes du jour, p. 176. 5

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Caccia, che aveva sede presso quella città. Gli studi universitari ebbero la durata di cinque anni e Fossati stesso fornisce un quadro dettagliato delle materie affrontate durante ogni anno accademico:

Prospetto de’ studi dell’università di Pavia pari Liguri6

I anno. Elementi di geometria e algebra

Eloquenza italiana e latina Analisi delle idee

Lingua e letteratura greca

Elementi di geometria e algebra

Eloquenza italiana e latina Analisi delle idee

Lingua e letteratura greca II anno. Fisica generale

Fisica sperimentale Bottanica Anatomia umana Fisiologia Chimica generale Fisica generale Fisica sperimentale Bottanica Anatomia umana Fisiologia Chimica generale III anno. Materia medica

Istituzioni chirurgiche Patologia Anatomia umana Anatomia comparata Fisica naturale Istituzioni chirurgiche Materia medica Anatomia umana Anatomia comparata

Intervento alle sale chirurgiche dello spedale

IV anno. Clinica medica come spettatori Patologia

Anatomia umana Chimica farmaceutica Intervento alla chimica

Istituzioni chimiche Clinica chirurgica come osservatori

Anatomia umana delle operazioni chirurgiche Arte ostetricia Materiale legale Intervento alla chimica V anno. Clinica medica come pratici,

colle lezioni di medicina pratica Anatomia umana

Arte ostetricia Medicina legale Intervento alla clinica

Clinica chirurgica come pratico Anatomia umana e operazioni chirurgiche come operatori Chimica farmaceutica Esercizi anatomici e chirurgici sul cadavere

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Fossati seppe distinguersi nell’ambiente universitario sino a divenire discepolo prediletto di Antonio Scarpa7 e Giovanni Rasori8 che ben presto gli furono amici e compagni. Al terzo anno del corso chirurgico, ricevette la sua massima soddisfazione: all’età di quarant’anni ricordava ancora l’approvazione con lode – il grado massimo – ottenuto all’esame, come l’evento che più gli aveva provocato gioia sino a quel momento. Così scrisse: “È inesprimibile la contentezza che io provai per questo successo. Tutti gli altri gradi o distinzioni avute in seguito non mi hanno mai portato tanta gioia nell’animo come quella volta”.9 Nel giugno 1807 si laureò in chirurgia con Scarpa e rimase ancora un anno presso il Collegio Caccia, privilegio straordinario che sino a quel momento non era mai stato accordato a nessun altro alunno. Nel 1808 ottenne la laurea in medicina e l’anno successivo venne abilitato alla professione medica a Pavia. Pieno di ambizione e di speranza, decise di trasferirsi a Milano, allora capitale del napoleonico Regno Italico.

7 Antonio Scarpa (Motta di Livenza, 19 maggio 1752 – Pavia, 31 ottobre 1832) è stato un medico, chirurgo e anatomista italiano. Si interessò in particolare alla fisiologia del sistema nervoso e il suo lavoro nel campo dell'anatomia fu tanto rilevante, che diverse parti del corpo umano prendono ancora oggi il suo nome nella nomenclatura medica internazionale. L'anatomia sviluppata da Scarpa a Pavia non fu fine a sé stessa, ma a base e servizio della fisiologia e della chirurgia.

8

Giovanni Rasori (Parma, 20 agosto 1766 – Milano, 12 aprile 1837) è stato un medico, scrittore, patriota, accademico e rettore italiano. La sua carriera fu fulminea: laureatosi in medicina e filosofia ben presto diviene rettore del prestigioso Collegio Ghislieri, per essere poi nominato professore di patologia medica presso l'Università di Pavia nel 1795, nonché rettore del medesimo ateneo nel 1797, a soli 31 anni. Resta nella storia della medicina la sua teoria dei controstimoli, al tempo molto discussa e conosciuta come rasorismo. Fu inoltre fortemente contrario alla dominazione austriaca, tanto che nel 1814 venne arrestato mentre partecipava a una riunione di cospiratori. Condannato al carcere, venne liberato nel 1818, senza però riottenere alcun incarico d'insegnamento. Rasori dedicò l'ultimo suo ventennio d'esistenza allo studio e all'esercizio della professione medica nella città di Milano, dove morì nel 1837.

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Fu durante gli anni trascorsi all’università che il giovane Fossati cominciò a sentir nascere dentro di sé le prime idee di libertà e uguaglianza che lo accompagnarono per tutto il corso della sua vita. Come racconta, durante gli anni universitari imparò a gridare: «morte ai tiranni, morte agli aristocratici! Viva la libertà e l’uguaglianza».10 Nonostante il suo animo ardente e irrequieto si sottomise agli ordini del generale Bonaparte, incoronato Re d’Italia nel 1805. Questo evento causò cambiamenti profondi: a partire dal 1806 gli studenti dell’Università di Pavia furono costretti a vestire l’uniforme, vennero organizzati in battaglioni e tenuti a compiere esercizi fisici due volte a settimana. Malgrado la riluttanza provata, Fossati riuscì a distinguersi divenendo comandante dei suoi compagni, mentre continuava gli studi con grande passione.11

L’animo ambizioso di Fossati gli faceva sperare in un grande avvenire, ma in poco tempo ogni sua più rosea aspettativa venne distrutta. I primi anni a Milano trascorsero nel disagio, nell’isolamento e nella povertà, tanto che fu costretto a vendere tutto ciò che possedeva per rendersi autosufficiente e per istruire i fratelli. Nel 1809 si recò nuovamente a Pavia dove sostenne gli esami per esercitare liberamente la pratica medica e chirurgica. Ottenuti i nuovi diplomi, nonostante le condizioni precarie in cui era costretto a vivere, decise di fare ritorno nel capoluogo lombardo.

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Ivi, cit., p. 13.

11 A quel tempo Fossati si dilettava con la caccia, il canto, le armi, la musica e la miniaura. Tuttavia, percependo che queste attività lo allontanavano dai suoi studi, prese la decisione di abbandonarle in maniera definitiva. Cfr. Fossati, Jean-Antoine-Laurent in Biographie des hommes du jour, p. 177.

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Il medico di Novara, dotato di uno spirito tenace, decise allora di presentarsi all’ospedale civile sperando di essere assunto come allievo in chirurgia. Dopo aver sostenuto un esame che prevedeva di mostrare le proprie abilità nell’effettuare un salasso, fu posposto ad altri due aspiranti, l’uno mercante di ombrelli e l’altro fabbricante di calze. Il regolamento dell’ospedale di Milano prevendeva che venisse data priorità alla sola data di ammissione, inoltre i candidati protetti dai nobili, godevano della loro tutela e la loro candidatura era assolutamente preferenziale, scavalcando meriti e conoscenze. Con queste premesse è facile intuire che il profilo di Fossati ne uscì penalizzato.

Una svolta importante avvenne grazie alla conoscenza di Luigi Sacco, direttore generale della vaccinazione; di cui Fossati divenne presto aiutante nonché intimo amico. Questo legame gli aprì molte porte: ebbe la possibilità di attingere alla biblioteca privata di Sacco e apprendere ciò che ancora ignorava; inoltre il ministro degli interni del Regno Italico gli promise un sostegno per poter completare la sua istruzione a Parigi. Nel medesimo periodo Fossati entrò in rapporto con il dottor Locatelli presso l’ospedale della Maternità di Santa Caterina e venne nominato medico assistente all’ospedale civile, divenendo il protetto di Branca, il quale non faceva mai un’operazione senza il suo aiuto. Grazie alla sue conoscenze ma soprattutto alle sue capacità, Fossati ebbe la possibilità di continuare i suoi studi e di intraprendere con successo la carriera medica. Un rapporto fondamentale fu quello stabilito con il maestro Rasori, protomedico presso l’ospedale civile, che accordò a Fossati tutta la sua confidenza, instaurando con lui un rapporto professionale e politico. Fossati fu

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assiduo frequentatore della sua casa, dove si riunivano personalità come Foscolo e Romagnosi, e dove si cospirava contro l’occupazione straniera.

Fossati sembrava avere un futuro luminoso davanti a sé, ma gli sconvolgimenti verificatisi nel 1814 ostacolarono le sue prospettive: nel mese di aprile Milano fu occupata dagli Austriaci, dando così il via a moti rivoluzionari e a cospirazioni. In mezzo a questi contrasti si rafforzò nell’animo dei patrioti la volontà di indipendenza: decisero così di passare all’azione diretta. Fossati assieme a Rasori entrò a far parte della carboneria, riuscendo ad evitare per un pelo la sorte di cui fu vittima il maestro, catturato e incarcerato prima nella fortezza di Mantova e poi presso il Castello di Milano.12 Alcune vicende domestiche aggravarono ulteriormente la posizione di Fossati: uno dei suoi fratelli morì come prigioniero di guerra e una giovane sorella venne meno a causa della febbre. Nel mezzo a tali disgrazie cercò di non darsi per vinto e continuò a esercitare la pratica medica, ma l’epidemia di tifo che colpì la Lombardia quell’anno fece precipitare la situazione.

In meno di un mese dallo scoppio dell’epidemia, Fossati contrasse la malattia e la sua vita fu gravemente in pericolo. Fu tuttavia curato con successo attraverso i consigli che Rasori trasmetteva dalla prigione e, scampato a questo rischio, decise di riprendere servizio nella cura degli ammalati. Fu impiegato come direttore e medico in diversi ospedali, organizzò i servizi e curò i degenti con

12 Questi sono gli anni in cui Rasori chiama Fossati “il più distinto dei suoi allievi e il più caro dei suoi amici”. Non stupisce che proprio lui si sia recato il 9 marzo 1818, ad accogliere all’uscita del carcere il suo maestro e i suoi compagni che avevano finito di scontare la pena. G. Barbero, L’ammirabile vita di un novarese, cit., pp. 23-24.

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grande impegno, tanto che l’amministrazione gli espresse con una lettera tutta la sua soddisfazione. Nonostante l’esito positivo del suo operato, Fossati aveva contro di sé i partigiani dell’Austria e i medici nemici di Rasori: egli non solo non ricevette alcun riconoscimento ufficiale, ma venne ostacolato quando tentò di riprendere il suo antico impiego.13

Alla soglia del 1819 Fossati appare poco soddisfatto e avvilito: “Così arrivai al principio del 1819, occupato sempre in timidi lavori, continuavo il mio servizio di medico nell’Ospedale, ed avevo la consolazione di avere il direttore medico14 per amico”.15 Le idee repubblicane e la sua adesione alla carboneria, lo portarono a prendere un’importante decisione che influenzò la sua intera esistenza:

Oh! Quanto sono bizzarre le faccende umane, e quanta istruzione si può ricavare da questa storia? Ora sono giunto alla parte più importante della mia vita, ed è la risoluzione che presi di tentare la mia fortuna altrove, e di sottrarmi al pericolo d’essere incarcerato dagli austriaci, cioè, di viaggiare e di finire poi collo espatriare.16

Il soggiorno di Fossati a Milano era esposto a pericoli, dato il suo rifiuto di passare a servizio dell’Austria. Fu così costretto a rifugiarsi in Francia. Le disposizioni per il suo viaggio erano già state prese da tempo e, sotto sollecitazione del direttore Crespi, il 10 agosto 1820, intraprese il viaggio che da Milano lo condusse a Parigi. Aveva deciso, seguendo l’esempio di altri patrioti

13

J. -É. Belhomme, Notice sur la vie et les ouvrages du Dr. Fossati, p. 5. 14

Nel 1817 al direttore dell’ospedale Strambio, nemico di Rasori e di Fossati, successe Crespi, uomo illuminato e indipendente, il quale permetterà a Fossati di continuare i suoi studi e le osservazioni del maestro Rasori. Cfr. Ibid.

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G. A. L. Fossati, Autobiografia, cit., p. 52. 16

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italiani, di cercare fuori dalla penisola un suolo più ospitale, dove non si corresse il rischio di finire in galera o sul patibolo per la colpa di amare l’indipendenza e la libertà del proprio paese.17 Iniziò così una nuova importante tappa nella vita del medico.

1.2 Il soggiorno a Parigi

Il 22 agosto alle undici di mattina, sotto un cielo carico di pioggia, Fossati giunse a Parigi.

I medici della capitale francese lo accolsero cordialmente, consapevoli del suo importante contributo alla riforma della medicina in Italia. Fossati fece conoscere ai Parigini il rasorismo, pratica che consisteva nell’impiegare emetici come contro-stimolanti nelle malattie infiammatorie.18 Il successo che riscosse presso René Laennec all’ospedale Necker e presso Kappeler all’ospedale Saint-Antoine, non bastò a lenire dolore e sconforto per l’esilio cui era stato costretto.

Durante la sua permanenza a Parigi Fossati fu sempre angosciato per il destino della sua patria, rattristato dalla lontananza dai suoi affetti e insoddisfatto per non riuscire a raggiungere libertà e indipendenza economica, le quali “sono come la salute, non si apprezza mai tanto, come quando si recupera dopo averla

17

G. Barbero, L’ammirabile vita di un novarese, cit., p. 25. 18

Cfr. J. -É. Belhomme, Notice sur la vie et les ouvrages du Dr. Fossati, p. 6; Marc Renneville, Le langage des crânes, p. 117.

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perduta”.19 Nonostante l’impegno, l’attività e il forte spirito che sempre lo animò, fu costretto a vivere in economia, coabitando non felicemente con altri.

Fossati diede inizio all’anno 1826 prendendo la decisione di annotare gli avvenimenti più importanti della sua vita, ritenendolo un buon modo per riflettere sul suo comportamento e stile di vita. Erano ormai trascorsi sei anni dal suo arrivo a Parigi e, giunto alla fine del suo quarantesimo anno di vita, dichiarò di non aver ancora conseguito nulla di ciò che andava cercando nella sua vita:

Corsi dietro alla gloria mediante lo studio; alla fortuna mediante il travaglio, l’economia ed una saggia condotta; alla felicità spogliandomi di pregiudizi ed evitando ogni specie di dipendenza personale; alla soddisfazione dei miei più teneri sentimenti, cercando una donna che fosse in armonia col mio modo di sentire e in una buona posizione sociale a me convenevole, e nulla di questo ho ancora raggiunto. Quindi mi perdo di coraggio.20

Dopo il suo rientro a Parigi dal viaggio in Italia, Fossati attraversò un lungo periodo di depressione. Aveva acquisito reputazione scientifica ed esteso le sue relazioni sociali, ma ancora non era riuscito a rendersi autonomo. A causa delle sue precarie condizioni economiche era costretto a vivere presso una famiglia in cui si sentiva un estraneo, ma da cui era dipendente a causa della mancanza di mezzi di fortuna; era inoltre avvilito per non riuscire a trovare una donna da amare e che potesse essergli amica. Il buio periodo che attraversò si ripercosse sulla sua carriera: la noia, la depressione e il tedio gli impedivano di leggere, di scrivere e di occuparsi di una qualunque cosa. Sentiva il suo ingegno “come

19

G. A. L. Fossati, Autobiografia, cit., p. 50. 20

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inceppato tra rocce e spini insuperabili”,21 si sentiva come in mezzo al deserto e al termine dell’anno non trovava un solo motivo per essere contento di se stesso.

Nonostante l’insoddisfazione provata e lo spirito autocritico che sempre lo accompagnò, Fossati non mancò mai di darsi da fare anche in quei periodi che per lui furono più bui: nel 1825 partecipò infatti alla fondazione della Société de

phrénologie, che presiedette per molti anni, fino al 1852; pubblicò la sua

memoria sull’epilessia negli «Opuscoli Scientifici di Bologna» e scrisse diversi articoli per la «Revue Encyclopédique». Nel 1831 partecipò alla fondazione della

Société phrénologique de Paris e del «Journal de la Société phrénologique de

Paris», sul quale appariranno svariati suoi contributi.

Riguardo alla Société phrénologique de Paris, Renneville22 fornisce svariate informazioni: la Società fu creata il 14 gennaio 1831 e fu attiva fino al 1848, con lo scopo di “propager et de perfectionner la doctrine de Gall”, stimolare le scoperte su “l’anatomie humaine et comparée du système nerveux en général et du cerveau en particulier”, e studiarne i “phénomènes physiologiques et pathologiques”.23 I membri (che solamente nel primo mese raggiunsero il numero di centocinquanta) non appartenevano solamente alla categoria dei medici, ma anche a quelle di uomini politici, artisti, letterati e giuristi.

Oltre alla pubblicazione della rivista mensile, la Società avrebbe dovuto riunirsi periodicamente e tenere una seduta annuale pubblica (fissata per ogni 22

21

Ivi, cit., p. 131. 22

Marc Renneville, Le langage des crânes, pp. 129-151. 23

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agosto, giorno dell’anniversario della morte di Gall), durante la quale il segretario avrebbe riassunto sinteticamente i lavori della Società e reso omaggio ai membri deceduti.24

Tornando a Fossati, questi collaborò inoltre a «La Phrénologie», pubblicata dal 1837 al 1839 da Charles Place, all’Encyclopédie moderne de Courtin e al

Dictionnaire de la conversation. Nel 1829 ottenne dal Consiglio dell’Università,

sotto il ministero di Antoine F. H. Lefebvre de Vatimesnil – che a suo parere aveva una delle migliori organizzazioni cerebrali25 – l’autorizzazione a tenere dei corsi pubblici sulla fisiologia del cervello;26 un decreto del Re lo autorizzò inoltre a esercitare la pratica medica in tutto il Regno. Questa concessione era stata accordata a un numero molto ristretto di stranieri e in questa occasione Fossati non mancò di esprimere il suo entusiasmo. Una volta messosi in regola con le autorità potette così iniziare ad esercitare la professione medica, raggiungendo una certa agiatezza economica.27

Il 31 dicembre 1820 si concluse a Parigi un anno importante per lui, ricco di emozioni e di grandi cambiamenti:

24

La prima seduta annuale, come previsto, si tenne il 22 agosto 1831 e affrontò le tematiche dello spiritualismo, del materialismo e de l’instinct carnassier. Durante la seconda seduta, tra gli altri interventi, si ritrova un discorso di Fossati riguardante l’organo dei colori. Crf. ivi, p. 143-144; p. 147.

25 Cfr. G. A. L. Fossati, Autobiografia, p. 142. 26

Fossati, una volta assicuratosi di avere il permesso per un corso di cefalologia, ne fece stampare e distribuire un prospetto. Dopo la morte di Gall, non avendo più a disposizione la sua sala né il gabinetto frenologico, dovette affittare una stanza dove tenne le sue lezioni due volte a settimana e fu costretto a farsi prestare crani e teste frenologiche. Il corso, che aveva il costo di venti franchi, ebbe inizio il 23 febbraio 1829 e venne aperto con un discorso che trattò De la mission du philosophe. Le lezioni finirono il 29 maggio 1830, ma Fossati non ne rimase pienamente soddisfatto a causa dello scarso afflusso di pubblico. Cfr. ivi, pp. 142-144.

27

Cfr. J. -É. Belhomme, Notice sur la vie et les ouvrages du Dr. Fossati, p. 7; G. A. L. Fossati, Autobiografia, p. 142.

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Così giunsi alla fine di questo anno, che fissa un’epoca importante della mia vita. Un anno fa io ero ancora attaccato al duro servizio dell’Ospedale di Milano, ero agitato per l’oscurità in cui vedevo il mio incerto avvenire, per l’incertezza delle cose politiche italiane (…). Ora, eccomi in Parigi, ove il mio avvenire è ancora in mente degli Dei. Oh! Se l’Italia fosse almeno liberata prima che io sia costretto a rimettermi sotto il giogo austriaco! (…) La mia tenuissima fortuna mi obbliga alla più stretta economia (…) se la mia famiglia a Novara e i miei amici a Milano sapessero quanto mi costa sostenermi nella posizione che mi sono fatto, sarebbero meravigliati dalla forza della mia volontà, o mi darebbero del matto. Tiriamo avanti.28

In una vita piena di tormenti e di angosce, di grandissima importanza fu il rapporto che instaurò con Franz Joseph Gall, di cui divenne prima allievo e poi amico fidato. Il fascino che il medico tedesco esercitò su di lui fu fortissimo, tanto che decise di annotare le notizie sui loro rapporti sin dal primo incontro.29 Come riporta Belhomme, furono queste le parole che Gall rivolse a Fossati: «Il faut absolument, docteur, que vous étudiiez ma doctrine, et que nous nous regardions comme des bons amis».30 Da quel momento in poi la stima e l’affetto tra i due furono tali da dare vita a un legame solido e duraturo.

28

G. A. L. Fossati, Autobiografia, cit., p. 65. 29

È lo stesso Fossati ad annotare questa informazione nella sua autobiografia: “A principiare dal giorno del nostro primo incontro notai a parte le circostanze particolari dei miei rapporti con questo illustre filosofo, da che le mie relazioni con lui esercitarono una così grande influenza sulla mia esistenza ulteriore”. Ivi, cit,. p. 66.

30

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20 1.3 I rapporti con Gall

L’incontro con Gall fu determinante per Fossati. Questi abbracciò pienamente le dottrine frenologiche, le arricchì con nuove presunte scoperte e cercò di diffonderle in Italia. Non solo collaborò all’insegnamento privato, ma Gall gli affidò anche la revisione dell’ultima e più importante delle sue opere, Sur les

fonctions du cerveau et sur celles de chacune de ses parties.31 Il proselitismo di Fossati continuò ben oltre la morte del maestro, avvenuta nel 1828.

In poco tempo Gall conquistò un ruolo di primo piano nella vita di Fossati, che definì il loro legame come uno dei più felici eventi della sua vita.32 L’affetto e la stima che lo legarono al maestro furono tali che, quando nel settembre del 1821 dovette intraprendere un viaggio a Londra,33 si separò con difficoltà da colui con il quale aveva trascorso “i più deliziosi momenti” della sua esistenza.34 I due medici presero a frequentarsi immancabilmente ogni giorno, costruendo un rapporto che andò ben oltre la semplice collaborazione in ambito lavorativo. Fossati annotò con grande minuzia il tempo, i pranzi e le festività trascorse in compagnia dello stimato maestro e amico e leggendo le sue carte private è possibile immergersi nella quotidianità dei due medici.

31

F. J. Gall, Sur les fonctions du cerveau et sur celles de chacune de ses parties. Tome troisième. Influence du cerveau sur la forme du crâne, Paris, A. Boucher, 1825.

32 G. A. L. Fossati, Autobiografia, cit., p. 78. 33

Il viaggio a Londra ebbe lo scopo di far conoscere in Inghilterra le nozioni della medicina italiana. Durante la trasferta, Fossati entrò in rapporti Archibald Billing, uno dei medici più distinti di Londra, con il quale instaurò un rapporto di amicizia. Due anni dopo anche lo stesso Gall si recò a Londra; in quell’occasione incaricò Fossati i visitare i suoi malati e continuare i suoi lavori. Cfr. J. -É. Belhomme, Notice sur la vie et les ouvrages du Dr. Fossati, p. 6.

34

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21

Le due annotazioni sotto riportate – se pur semplici e schematiche – rendono l’idea del rapporto sia affettivo che professionale instauratosi tra i due studiosi:

30 novembre 1825. Pranzai da Gall, come da soventi, e d’altronde ci vediamo ogni giorno immancabilmente.35

17 ottobre 1826: presi la misura della statura di Gall nella sua stanza da letto. Messosi dritto contro il muro, io segnai con la lama di un coltello, messa a piatto sul vertice della testa, il punto fissato. Misurato poi, si trovò di essere la sua statura di cinque piedi, tre pollici, due linee.36

Le carte private di Fossati sono ricche di brevi annotazioni che fanno comprendere come egli fosse, ogni singolo giorno, al fianco del maestro, non solo in qualità di collaboratore, ma anche di intimo amico.

Gall provava una grande stima nei suoi confronti, decise quindi di incoraggiarlo a tenere in prima persona un corso pubblico sulla sua dottrina. La prima lezione ebbe luogo a casa dello stesso Gall, nella rue de Granelle n°50, il 4 gennaio 1824, potendo contare sulla collezione e sul sostegno del maestro. Fu così che Fossati si espose improvvisando e parlando pubblicamente in francese – lingua che padroneggiava in maniera imperfetta – di fronte a una numerosa società di medici e di persone colte.37 Sarebbe stata la presenza di Gall a fargli vincere la paura, e il ricordo di quell’evento lo avrebbe sempre fatto sentire in qualche modo accanto al suo maestro. Durante l’apertura del suo corso di frenologia del

35 Ivi, cit., p. 129. 36

Ivi, cit., p. 132. 37

Le lezioni sulla fisiologia del cervello si tennero ogni domenica e ogni giovedì e si conclusero l’11 aprile 1824. Gli uditori furono numerosi e plaudenti. Ivi, p. 100.

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1833, Fossati lo avrebbe ricordato agli uditori: nonostante Gall avesse cessato di vivere il suo genio era ancora presente tra i seguaci, incaricati di diffonderne dappertutto la dottrina.38

Oltre ad assistere Gall, a Parigi Fossati si occupava dei propri pazienti e scriveva articoli per varie riviste. Dopo il viaggio compiuto a Londra nel 1821, dal 1824 al 1825 percorse tutta Italia sino a Napoli tenendo lezioni e dimostrazioni e nel 1827 si recò in Olanda, viaggio che egli stesso definì molto utile.39 Nonostante quest’ultima trasferta, l’accoglienza favorevole del suo corso di frenologia tenutosi a casa di Gall e le lodi ricevute per la voce Encéphale comparsa sull’

Encyclopédie moderne de Courtin, il 1827 non fu un anno felice per Fossati. Più

volte si dichiarò affranto a causa della propria condizione abitativa, tuttavia non si sottrasse all’attività scientifica e didattica, proponendosi anche di perfezionare l’arte di parlare francese in pubblico e di ampliare la propria clientela. Nonostante i buoni propositi e l’impegno costante, anche l’anno seguente sembra essere stato per lui uno dei più tristi mai trascorsi.

Il 4 febbraio del 1828 Fossati annotò:

38

G. A. L. Fossati, De la Mission du philosophe au XIXe siècle et du caractère qui lui est nécessaire. Discours prononcé pour l’ouverture d’un cours de phrénologie en 1833, Paris, Germer Baillière, 1833.

39

Fossati rimase estremamente affascinato da alcuni oggetti giapponesi che ebbe modo di vedere in Olanda, in particolare la testa di un animale “sulla quale la cute è seccata, senza capelli e senza peli e somiglia a quelle che gli antichi dipingevano come satiri. La bocca sembra quella di un cane, il naso è quello umano, gli occhi sono inclinati in basso ed un poco ai lati; sulla parte superiore di questa testa ed un poco lateralmente vi sono piccole corna ossee. La capacità del cranio è maggiore di quella dell’orangotango, il foro occipitale è aperto posteriormente e non inferiormente”. Oppure “una specie di sirena, cioè un animale che rappresenta nella parte superiore una figura quasi umana, e dalle costole in giù la forma di un pesce. Il tronco e le braccia sono simili a quelle di un essere umano; la testa ha la mascella ampia e l’inferiore è sporgente, i denti sono tutti canini ed incisivi. La forma del cranio appare quella di una donna, ma di un terzo più piccola. Vi sono dei capelli neri e duri come crini molli”. Id., Autobiografia, cit. p. 135.

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23

Oggi all’ateneo, dopo mezzogiorno, feci una pubblica dissezione anatomica del cervello, e ciò a compimento del corso che Gall dà alla sera. Egli era presente, e molte persone assistettero a quella mia lezione. Finita che fu, ricevei ringraziamenti e complimenti da tutte le parti. – In quest’ occasione Gall mi regalò la scatoletta dei suoi ferri anatomici, di cui s’era servito fino allora. Si direbbe che presagiva che quella volta era l’ultima che io faceva per lui l’anatomia del cervello.40

La salute di Gall aveva preso a peggiorare a partire dal 1826, quando si presentarono problemi respiratori, con tutti i sintomi di un problema cardiaco. Nonostante il grave stato di malattia decise, nel dicembre del 1827, di tenere ancora il suo corso sulla fisiologia del cervello. Fossati ne vide le forze e le facoltà indebolirsi gradualmente: Gall faceva fatica a esprimersi e la sua memoria veniva meno. Negli ultimi giorni del marzo 1828 la situazione si aggravò ulteriormente e Fossati riporta un episodio che lo impressionò:41 il 3 aprile Gall dichiarò di avere un forte senso di stordimento e vertigine, con difficoltà di parola e paresi facciale. Nei giorni seguenti si ripresentarono le vertigini e la paralisi alla lingua si estese all’intero volto e alla parte destra del corpo. Ogni terapia si rivelò inutile e a giugno Gall venne trasportato nella sua casa di campagna a Montrouge. Fossati rimase al suo capezzale sino all’ultimo giorno, curandolo e tenendo al suo posto le lezioni del corso di frenologia. Il 22 agosto 1828 scrive:

Da ieri mattina in poi non ho più lasciato Gall; vi passai la notte e rimasi sempre nella sua camera, presso il suo letto, alcune persone vennero a vederlo in giornata. Dopo una lunga agonia Gall cessò di vivere alle ore 10 e

40

Ivi, cit., p. 138. 41

Id., Biographie du docteur Gall, in Questions philosophiques, sociales et politiques traitées d’après les principes de la physiologie du cerveau, Paris, Librairie d’Amyot, 1869, p. 353.

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mezzo pomeridiane. Io ebbi la soddisfazione di assisterlo sino all’ultimo momento, espirò nelle mie mani. Sua moglie non lo ha lasciato mai.42

Gall, poco prima di morire, aveva espresso il desiderio che fosse proprio Fossati a effettuare la sua autopsia e a prepararne la testa per collocarla nella sua collezione. Egli assolse il compito, e conservò in casa, fino alla propria morte, il cervello di Gall in un vaso di cristallo, come minuziosamente annotò:

24 agosto 1828. Oggi ebbe luogo l’autopsia del corpo di Gall: molti medici vi assistettero. Si trovò il cranio inspessito e pesante; tra il cranio e il cervello cinque oncie d’acqua incirca; peso del cervello due libbre, undici oncie e mezza grossa; polmone sano; dilatazione del lato destro del cuore specialm. di quel ventricolo; ernia inguinale del lato destro. – si levò il cervello intero e M. Dumoutier lo modellò in gesso per farne commercio !! Esso doveva esser gettato nel cesso, ed io lo presi, lo portai in casa mia in un catino, e lo riposi in un bel vaso di cristallo, e lo conservo ancora – il cuore fu lavato e fu posto in un vaso collo spirito di vino (…) la testa fu portata via per sbiancarla e porla poi nella collezione di Gall, come egli stesso aveva ordinato di fare.43

E ancora:

25 agosto 1828. M. Domoutier fece oggi l’imbalsamatura del corpo di Gall. Fui disgustato all’eccesso nel vedere tagliare tutto quel corpo orrendamente, senza dignità o riguardo. Fece una carneficina da macellaio. Aprì senza ragione tutta la colonna vertebrale.44

42

G. A. L. Fossati, Autobiografia, cit., p. 140. 43

Ibid. Inoltre cfr. Id., Biographie du docteur Gall, cit., p. 355. 44

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Il giorno dei funerali di Gall, Fossati – come traspare dalle sue parole45 – era fortemente scosso; gli sembrava che il mondo avesse perso un grande uomo, un genio a cui la natura aveva accordato una delle più fortunate organizzazioni cerebrali, e per lui inoltre era irreparabile la perdita dell’amico. In questa tragica occasione, nonostante le emozioni che lo agitavano, volle rendere omaggio al maestro, tenendo un toccante discorso in cui ripercorse tutte le tappe principali della vita di Gall, sottolineando i pregi e le qualità del grande filosofo.

La vita del medico tedesco viene considerata da Fossati come una prova del fatto che gli uomini di genio, per elevarsi al di sopra dei loro contemporanei, non hanno bisogno di avere sin dalla nascita una grande fortuna né il nome di una famiglia illustre: è sufficiente l’essere venuti al mondo con una fortunata organizzazione cerebrale. Gall nacque infatti in un piccolo villaggio del Granducato di Baden e nonostante non avesse ricevuto un’educazione scientifica dimostrò sin dall’infanzia di essere dotato di spirito positivo. Quando era ancora uno studente la sua capacità di osservazione gli fece mettere in rapporto l’abilità nell’imparare a memoria con una particolare conformazione degli occhi, questa – secondo la leggenda divulgata dallo stesso Gall – fu la chiave che aprì la strada a tutte le scoperte successive. Il medico tedesco avrebbe lasciato da parte l’astratto e le speculazioni metafisiche per abbracciare il metodo positivo e grazie all’osservazione empirica si sarebbe elevato al di sopra di tutti i filosofi precedenti, dando vita a una nuova dottrina delle facoltà umane.

45

Id., Discours prononcé par l’auteur aux funérailles du docteur Gall, en 1828, Paris, Germer Baillière, 1833.

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Fossati s’inserisce in una narrazione secondo la quale fu grazie a Gall che il cervello – considerato fino ad allora come una mera polpa, una massa informe – venne riconosciuto come l’organo più importante della vita animale e la sua vera struttura venne scoperta. Individuato come organo indispensabile alla manifestazione delle facoltà dell’anima e dello spirito si sarebbe così avuta la prova che non era un organo unico e omogeneo, bensì un insieme di più organi dotati di attributi comuni e proprietà specifiche. Gall individuò poi la sede dei vari organi e dimostrò la possibilità di conoscere le loro rispettive funzioni e il grado in cui queste vengono esercitate, attraverso lo sviluppo più o meno considerevole delle parti cerebrali corrispondenti.

Il panegirico continua sostenendo come il contributo dato da Gall alla scienza fosse stato di grande rilievo, segnando l’inizio di una nuova fase di investigazione scientifica sul cervello, sia per quanto riguarda lo studio anatomico di questo organo, sia per il ruolo e la funzione che doveva essergli attribuita. Lo si elogiava come il primo a condurre uno studio a carattere empirico di così vasta portata, evitando speculazioni filosofiche e metafisiche. Gall si sarebbe fatto guidare dal metodo positivo con l’obiettivo di individuare il rapporto tra l’attività psichica e la struttura cerebrale, mediante un’attenta osservazione dei comportamenti degli individui, della morfologia del cervello e della conformazione del cranio. La correlazione mente-cervello fu da lui investigata attraverso la localizzazione cerebrale, cioè tramite l’idea di collegare ogni facoltà psichica a una determinata area della corteccia cerebrale. Quest’ultima, di conseguenza, venne considerata come un sistema eterogeneo in opposizione alla tradizionale idea di omogeneità

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del cervello. Con la dottrina frenologica il cervello divenne l’organo di tutte le facoltà intellettuali e di tutte le qualità morali; Gall assegnò così alla mente una sede definitiva nel cervello e considerò i fenomeni psichici come funzioni di singoli organi.

Il profilo di Gall che emerge dal discorso di Fossati è quello di un vero e proprio eroe che, nonostante le critiche e le polemiche, sarebbe riuscito a dar vita a un movimento scientifico e culturale di vasta portata. Nonostante la divulgazione della dottrina fosse stata ostacolata dall’ignoranza, dall’ipocrisia e dalla perfidia, egli diede origine ad accademie e a società di sapienti diffondendo le sue teorie ad ogni angolo della Terra, da Vienna al Nord Europa, da Parigi a Londra, dall’America all’Asia. Fossati ne esalta la costanza e la perseveranza, qualità grazie alle quali il valore fondamentale delle sue scoperte sarebbe stato riconosciuto, facendo sì che moltissimi studiosi iniziassero a percorrere il cammino che egli aveva aperto.

Non solo un grande studioso e filosofo, ma anche un grand’uomo:

Mais, hélas! de ce grand-homme, il faut pourtant que nous nous séparions pour toujours. Ah! que cette séparation est cruelle près l’avoir connu! Adieu, mon excellent ami; incomparable philosophe ! Tu vivras dans la mémoire des hommes tant qu’il existera une histoire, et tant que le génie sera honoré sur la terre; et tu vivras dans mon cœur tant que j’existerai. Adieu pour la dernière fois. Adieu!46

Immediatamente dopo la morte di Gall, Fossati aprì una sottoscrizione per erigere un monumento alla sua memoria. A tal proposito, il 12 dicembre 1829, in

46

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occasione dell’apertura del suo corso di frenologia, Fossati pronunciò il discorso

Des honneurs posthumes.47 Il lungo panegirico tratta del bisogno, sentito da tutti gli uomini, di essere considerati, apprezzati e onorati. Fossati espone le conseguenze a cui tale desiderio può portare e mostra quali tipi di individui avessero ricevuto onori e riconoscimenti, nel corso del tempo. Più volte viene ripetuto che le distinzioni e le ricompense dovrebbero essere assegnate solamente a coloro che si siano distinti per virtù e talento, e solamente verso la conclusione viene reso esplicito l’effettivo scopo del discorso: raccogliere fondi per erigere un monumento in onore di Gall.

Ci vollero ben quattro anni per raccogliere la somma necessaria a realizzare un sarcofago in pietra, alla cui estremità un piedistallo reggeva un busto in marmo. Fossati si dichiarò solo in parte soddisfatto: il busto era fedele per la somiglianza, ma gli organi del cervello e le rispettive denominazioni sarebbero state rappresentate in maniera inesatta. Sulla scultura venne inoltre scolpita la parola

crânologie,48 termine che Gall non utilizzò mai per indicare la sua dottrina.49

47 G. A. L. Fossati, Des honneurs posthumes, in Questions philosophiques, sociales et politiques, pp. 264-261.

48

Si deve notare che nonostante si faccia attualmente riferimento alla dottrina di Gall con il termine frenologia, questa denominazione è impropria. Il medico tedesco non utilizzò mai questa parola, forgiata nel 1815 da Thomas Forster e adottata da Spurzheim. Gall parlò sempre di organologia, voce meno allusiva ed equivoca. Cfr. G. A. L. Fossati, Autobiografia, p. 146; Fossati, G. A. L. in Dizionario Biografico degli italiani; Giovanni Pietro Lombardo e Marco Duichin, La concezione organologica di Franz Joseph Gall: verso una teoria scientifica delle differenze individuali, in Frenologia, fisiognomica e psicologia delle differenze individuali in Franz Joseph Gall. Antecedenti storici e sviluppi disciplinari, Torino, Bollati Boringhieri, 1997, pp. 11-12; Claudio Pogliano, Storie di cervelli. Dall’antichità al Novecento, Milano, Editrice Bibliografica, 2017, p. 90; Marc Renneville, Le langage des crânes, p. 27.

49

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Questo non fu l’unico omaggio in onore dell’amico; come informa nella sua autobiografia,50 nel maggio del 1830 Fossati commissionò un’opera che lui stesso aveva progettato e che riuscì ad appagare le sue aspettative.

Il monumento commemorativo è costituito da una piccola pendola il cui quadrante è formato da un sole con raggi, intorno al quale vi sono delle stelle che rappresentano le ore. Elementi che, simbolicamente, avrebbero rischiarato la mente di Gall per condurla alla scoperta delle leggi che governano le funzioni cerebrali. Al di sotto vi è un piccolo mausoleo a forma di piramide, con un ritratto di Gall incorniciato da una serpe circolare che beve in una coppa, simbolo della medicina e dell’immortalità. Negli angoli della piramide vennero collocati lo scalpello anatomico, un cranio, un rotolo di carta, libri ed una lucerna, simboli

50

Id., Autobiografia, p. 145.

Figura 1.1 - Pendola fatta realizzare da Fossati in memoria di Gall. B. Miraglia, Giovanni Antonio Fossati frenologo italiano, p. 100.

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scelti da Fossati per indicare la scienza del maestro. Dietro un cristallo appaiono il nome di Gall, il suo autografo e una ciocca dei suoi capelli.51

Fossati non si limitò a questi mezzi per tenere vivo il ricordo del grande medico, ma per tutta la sua esistenza si impegnò per portare a termine il compito affidatogli. Durante gli ultimi giorni della sua vita – sentendo ormai venire meno le sue forze – Gall aveva convocato l’amico sul letto di morte, incaricandolo di proseguire sulla strada aperta.

Più volte Gall si rivolse a Fossati nei momenti di difficoltà, evento che si verificò anche quindici giorni prima della sua morte. In questa occasione Spurzheim – che era stato suo allievo e collaboratore – aveva espresso il desiderio di incontrarlo.52 Per due anni e mezzo i due avevano viaggiato assieme visitando Germania, Danimarca, Svezia, Olanda, Svizzera, tenendovi conferenze e dimostrazioni, fino ad approdare a Parigi nel novembre del 1807. La collaborazione tra i due studiosi ebbe però termine nel 1813, anno in cui maestro e allievo si separarono definitivamente. Quindici anni dopo Spurzheim cercò di riconciliarsi con il maestro ed egli chiese consiglio proprio a Fossati. Questi si mostrò favorevole a una riappacificazione tra i due – evento che avrebbe portato grande gioia sia tra gli amici di Gall sia tra gli amici della scienza – tuttavia questa ebbe luogo solo moralmente, senza potersi realizzare. Spurzheim si recò a Montrouge l’8 agosto,

51

Fossati tenne questo prezioso oggetto con sé, nella sua camera da letto, sino all’ultimo dei suoi giorni. Alla sua morte, Francesco Fortina, suo nipote, lo consegnò a Biagio G. Miraglia, grande amico dello zio e sostenitore della frenologia. Cfr. B. Miraglia, Giovanni Antonio Fossati frenologo italiano, p. 99.

52

G. A. L. Fossati, Biographie du docteur Gall, pp. 350-351; cfr. Id., Gall in Nouvelle Biographie Générale, Paris, Firmin Didot, 1857, vol. XIX, p. 280.

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ma non venne ricevuto. I medici, sotto l’autorità della moglie di Gall, dichiararono che l’incontro avrebbe potuto causare uno shock troppo forte, aggravando ulteriormente le condizioni di salute. I due, indipendentemente dalla loro volontà, non ebbero modo di vedersi mai più.

La morte di Gall segnò moltissimo Fossati, che si sentì abbandonato più che mai a se stesso. In seguito a questo evento interruppe ogni rapporto con la vedova, che a suo parere si era comportata in maniera disonesta. Durante la malattia di Gall, Fossati lo aveva rimpiazzato presso i suoi clienti, ambasciatori e abbonati, sperando che gliene restasse una parte, ma le cose andarono diversamente: la vedova di Gall comunicò che il defunto marito aveva designato il Dottor Horeff come suo successore, e ogni speranza di Fossati di procurarsi una buona clientela e di acquisire una reputazione scientifica, venne meno.53

Dopo la scomparsa di Gall, Fossati rimase uno dei più tenaci sostenitori della causa frenologica e il 3 dicembre 1830, durante una riunione con alcuni amici, decise di fondare la Società della dottrina di Gall. Egli ottenne che venisse abbandonata la denominazione di frenologica, da lui considerata impropria, visto che Gall non l’aveva mai accettata. L’idea di fondare la società fu dello stesso Fossati, che tuttavia, temendo di riscuotere poco seguito, decise di lasciare a Franςois-Philibert Fontaneilles e Matthias Dannecy la guida del progetto. In quel medesimo anno decise di cessare di collaborare alla «Revue Encyclopédique»,

53

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come aveva fatto negli ultimi cinque anni; terminò il suo corso di frenologia e non pubblicò niente, completamente assorbito dalla politica di quegli anni.54

Patriota appassionato, Fossati il 3 agosto 1830 aveva fondato a Parigi, con lo scopo di ottenere l’aiuto francese per cacciare gli Austriaci dall’Italia, la Società

dei patrioti italiani. La presiedette sin dall’inizio e quasi tutti i suoi membri erano

rifugiati politici. I membri napoletani avevano tuttavia formato un partito a sé e accettavano soldi in nome della società intera. A causa di questi imbrogli, Fossati decise di prendere misure adeguate e d’accordo con gli altri membri decise, il 30 ottobre, di sciogliere la società.55

Nonostante l’attivismo politico, Fossati non trascurò mai la causa frenologica. Continuò ad essere membro attivo della Société phrénologique e finalmente, nel 1832, riuscì ad ottenere la tanto ambita indipendenza economica. La sua reputazione era cresciuta, aveva ottenuto molti successi come medico e il suo reddito gli consentì di far fronte alle spese. Dopo tante angustie, noie e dispiaceri era finalmente riuscito ad avere un’abitazione propria e a vivere quello che definì uno dei migliori momenti della sua vita.56

L’amicizia che legava Fossati a Gall era così profonda che egli non mancò mai di onorare e ricordare il maestro, tanto che nel 1832, durante la prima seduta annuale della Société phrénologique de Paris, decise di rendergli nuovamente omaggio, presentando il fondatore della fisiologia del cervello proprio mediante

54 Ivi, p. 146. 55 Ibid. 56 Ivi, p. 150.

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la panoramica della sua organologia cerebrale, comparata con le inclinazioni, le facoltà e le qualità intellettuali che egli aveva manifestato nella vita.57 Il suo obiettivo – come si vedrà più avanti – fu quello di far conoscere agli altri, bene come lo aveva conosciuto lui, quell’uomo celebre con il quale aveva trascorso nella più grande intimità molti anni della sua vita. Fossati prese così Gall – talento precoce, uomo di una scienza profonda e di un genio miracoloso – come modello per tracciare un quadro della frenologia, esponendo nuovamente i principi generali della sua dottrina.

1.4 I principi generali dell’organologia

Fu il 9 marzo 1758 che Franz Joseph Gall, medico tedesco di nascita ma viennese di adozione, annunciò con una lunga lettera indirizzata al barone Retzer, allora capo della censura imperiale, il suo nuovo sistema “organologico”:

Je puis enfin avoir le plaisir, mon cher Retzer, de vous présenter un aperçu de mon Traité sur les fonctions du cerveau et sur la possibilité de reconnaître plusieurs dispositions et penchants par la configuration de la tête et du crâne. (…) Au fait, mon but véritable est de déterminer les fonctions du cerveau en général, et celles de ses parties en particulier ; de prouver que l’on peut reconnaître différentes dispositions et inclinations par les protubérances ou les dépressions qui se trouvent sur la tête ou sur le crâne, et de présenter d’une manière claire les plus importantes vérités et conséquences qui en découlent pour l’art médical, pour la morale, pour

57

Id., Notice historique sur le Dr. Gall, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», I, 1832, pp. 90-111.

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l’éducation, pour la législation, etc., et généralement pour la connaissance plus approfondie de l’homme.58

Le prime intuizioni circa l’organologia risalirebbero alle sue osservazioni da studente: a quell’epoca gli sarebbe infatti capitato di notare come tutti i suoi compagni abili nell’imparare a memoria fossero caratterizzati da grandi occhi sporgenti.59 Sul momento questa connessione passò inosservata, ma quando negli anni successivi si ripresentò in diverse occasioni Gall non potette credere che si trattasse di una mera coincidenza: “je commençai à soupçonner qu’il devait exister une connexion entre cette conformation des yeux et la facilité d’apprendre par cœur”.60 Ritenendo che questo principio di correlazione potesse applicarsi a tutte le altre facoltà intellettuali, iniziò a osservare la conformazione cranica di tutti gli individui che presentavano una facoltà particolarmente sviluppata, dando così vita ad una dottrina innovativa.61

58

F. J. Gall, Lettre du Docteur F.-J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, sur les fonctions du cerveau, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», III, 1835, pp. 116-137; originariamente in «Neue Teutsche Merkur», III (1798), p. 310-335.

59

Per quanto riguarda Gall e la nascita dell’organologia cfr. F. J. Gall, Cronaca di una scoperta (1810), ne L’organo dell’anima. Fisiologia cerebrale e disciplina dei comportamenti, a cura di C. Pogliano, Venezia, Marsilio, 1985, pp. 53-62. Inoltre cfr. Georges Lanteri-Laura, Histoire de la phrénologie: l'homme et son cerveau selon F. J. Gall, Paris, Presses universitaires de France, 1970 pp. 64-124; Angus Mclaren, A Prehistory of the Social Sciences: Phrenology in France, in «Comparative Studies in Society and History», 1981, vol. 23 (1), pp. 3-5; Marc Renneville, Le langage des cranes, pp. 27-75; John van Wyhe, Phrenology and the origins of Victorian scientific naturalism, Aldershot: Ashgate, 2004, pp. 13-19; Claudio Pogliano, Storie di cervelli, pp. 85-118. 60 F. J. Gall, L’organo dell’anima, p. 54.

61

Le teorie e i metodi impiegati da Gall destarono molta curiosità, e in molti scrissero articoli e testi a riguardo. A tal proposito cfr. G. Mayer, Esposizione della dottrina di Gall sul cranio e sul cervello, Napoli, s.i.t., 1808; Anatomia del cervello del dottor Gall, in «Giornale della società d’incoraggiamento delle scienze e delle arti stabilita in Milano», III, 1808, pp. 328-334; IV, 1808, pp. 112-122; V, 1808, pp. 268-277; E. M. Bailly, Mémoire sur l’anatomie phrénologique, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», VI, 1833, pp. 126-129.

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Come dichiarato nel discorso introduttivo alla prima seduta del suo corso pubblico, il fine di Gall era quello di giungere alla conoscenza approfondita dell’uomo. Mentre gli animali sono connotati da caratteri pressoché costanti, nitidi, pronunciati, di modo che gli individui della stessa specie si assomigliano in tutti i luoghi e in tutti i tempi, tra gli uomini – di cui gli animali non sono che frammenti imperfetti – vi sono molte differenze particolari, sia negli individui isolati, sia nel medesimo individuo considerato nei differenti momenti della sua vita. L’uomo – notò Gall – è costantemente in contraddizione con se stesso; muta continuamente passando dalla calma alla passionalità, dalla giovinezza alla vecchiaia, dallo stato di salute a quello di malattia, da non sembrare neanche più la medesima persona. Al fine di approfondire la scienza dell’uomo diviene allora di fondamentale importanza abbandonare le speculazioni metafisiche e basarsi sull’esperienza e sui fatti. 62

Animato da spirito positivo, Gall indicò nell’osservazione diretta dei fenomeni il mezzo più appropriato per comprendere le modificazioni dell’essere umano, l’origine e lo sviluppo delle disposizioni, dei talenti, delle inclinazioni e delle facoltà; ed anche l’influenza che esercitano l’educazione, le pene e le ricompense, il clima, il sesso, l’età, il nutrimento e la religione.

Gall individuò l’organizzazione del cervello come ciò che determina e modifica intelletto e volontà, e decise di consacrare la sua vita allo studio della fisiologia del cervello allo scopo di gettare luce sulla scienza dell’uomo, disciplina

62

F. J. Gall, Discours d'ouverture lu par M. le Docteur Gall, à la première séance de son cours public sur la physiologie du cerveau, le 15 janvier 1808, Paris, Firmin Didot, 1808, pp. 6-8.

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fondamentale e ancora incompleta. La dottrina da lui elaborata può essere sinteticamente esposta in sette punti:63

I. Facoltà e inclinazioni sono innate nell’uomo e negli animali; II. Facoltà e inclinazioni hanno sede e base nel cervello;

III. IV. Le facoltà sono, non solamente distinte e indipendenti dalle inclinazioni, ma anche tra di loro, e le inclinazioni tra di loro, sono essenzialmente distinte e indipendenti; devono, di conseguenza, avere la loro sede in diverse parti del cervello distinte e indipendenti le une dalle altre;

V. Dalla differente distribuzione dei differenti organi e dal loro diverso sviluppo risultano forme differenti di cervello;

VI. Dall’insieme e dallo sviluppo di organi determinati ne risulta una forma determinata, o dell’intero cervello o delle sue parti o degli organi parziali;

VII. Dal costituirsi delle ossa della testa e fino all’età più avanzata, la forma della superficie interna del cranio è determinata dalla forma del cervello; possiamo quindi essere sicuri di certe facoltà e di certe inclinazioni, finché la superficie esteriore del cranio si accorda con la superficie interiore.

Il fascino esercitato dalla fisiologia cerebrale nell’Europa di fine Ottocento le consentì d’infiltrarsi ovunque, propagandosi velocemente, come per contagio.64

63

F. J. Gall, Lettre du Docteur F.-J. Gall, en 1798, à M. Joseph Fr. de Retzer, pp. 119-127. 64

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Fossati iniziò ad occuparsi seriamente delle teorie di Gall sin dal suo arrivo a Parigi e, secondo quanto riportato nell’Autobiografia, nell’ottobre 1820 trascorse molto tempo a leggere e a studiare la dottrina del medico tedesco.65 Ne rimase tanto colpito che dedicò l’intera vita ad approfondirla e diffonderla, sottolineando in più occasioni come la paternità di questa scienza dovesse essere attribuita unicamente a Gall:

Doit vous convaincre qu’à Gall seul appartient la gloire d’avoir créé la physiologie du cerveau. Rappelez-vous que Spurzheim suivit pour la première fois un cours de Gall, à Vienne, en 1800, c’est-à-dire deux ans après la publication de cette lettre, et que plusieurs écrits, dans lesquels vingt-six organes cérébraux étaient démontrés, avaient déjà paru à cette époque en Allemagne. Spurzheim avait alors vingt-quatre ans, et Gall quarante-deux. La nouvelle science était fondée en 1798.66

Fedele al maestro, Fossati volle sempre tenerlo separato da Spurzheim. Questi, come già detto, dopo avere accompagnato Gall in un lungo viaggio di proselitismo in Europa, nel 1813 si emancipò dalla sua tutela, continuando per conto proprio la predicazione. Spurzheim soggiornò a lungo in Gran Bretagna, dove contribuì a fondare varie società frenologiche e nel 1832 sbarcò a Boston, accolto con tutti gli onori dalle università di Yale e Harvard. Cominciò così la penetrazione della frenologia anche nella giovane cultura americana, dove si trasformò in un vero e proprio business.67 Fu proprio per questo motivo che

65

Fossati era un lettore e uno studioso instancabile e non mancò mai di annotare i testi e le opere di cui si occupò; nonostante gli impegni e il poco tempo a disposizione, nel 1820 lesse Les Ruines di Volney, le opere di Bausel, Cabanis, Molière, Voltaire, opere di medicina, di letteratura e di filosofia. Cfr. G. A. L. Fossati, Autobiografia, p. 62.

66 G. A. L. Fossati, M. le Docteur Fossati, Vice-Président de la Société Phrénologique de Paris, à M. le Docteur Elliotson, Président de la Société Phrénologique de Londres, in «Journal de la Société phrénologique de Paris», III, 1835, cit., p. 114.

67 Per avere informazioni sulla diffusione della frenologia cfr. Claudio Pogliano, Storie di cervelli, pp. 119-144; Georges Lanteri-Laura, Histoire de la phrénologie, pp. 125-174; John van Wyhe, The History of phrenology on the web, http://www.historyofphrenology.org.uk/. Per gli Stati Uniti cfr. Claudio Pogliano, Il compasso della mente. Origini delle scienze dell’uomo negli Stati Uniti,

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