Parte I: Riflessioni di base
2 Principi di base della Pianificazione
2.4 Privilegiare la gestione integrata dell’offerta
Si promuove l’integrazione delle varie strutture e servizi al fine di migliorare l’accesso alle prestazioni Un ulteriore indirizzo di base della presente Pianificazione riguarda la promozione di nuovi approcci finalizzati a integrare le diverse prestazioni in un contesto comune, rappresentato nel grafico 2.4.1. L’integrazione dei servizi risulta essenziale al fine di consentire un’implementazione efficace dell’offerta socio-sanitaria disponibile sul territorio. La promozione di questo tipo di organizzazione non si limita agli enti di diritto pubblico, ma può concernere tutti gli enti attivi sul territorio.
Grafico 2.4.1: Obiettivo del principio di privilegiare la gestione integrata dell’offerta
La messa in rete degli erogatori di prestazioni è una realtà già presente sul territorio seppur con modalità e forme diverse. Questo approccio permette ai servizi di rispondere alle necessità specifiche della regione di riferimento, adattando la modalità d’intervento alle esigenze territoriali. L’aggregazione tra strutture dello stesso tipo e/o servizi di altro genere permette inoltre di fornire un intervento maggiormente dinamico e flessibile, che orienta l’offerta in percorsi di presa in carico su misura alle necessità della popolazione di riferimento.
9 Art. 2 LACD Ogni persona che a causa di malattia, infortunio, disabilità, maternità, vecchiaia o difficoltà socio-famigliari necessita di un aiuto può beneficiare delle prestazioni di assistenza e cura a domicilio.
Principi di base della Pianificazione Pianificazione integrata LAnz – LACD 2021-2030
Inoltre, dal punto di vista dei fruitori delle prestazioni, la gestione integrata tra differenti tipologie di servizio, e il conseguente orientamento ad avere un unico interlocutore, favorisce l’autodeterminazione dell’utente attraverso il miglioramento dell’informazione e consapevolezza all’interno del proprio percorso (maggior empowerment dell’utenza).
Oltre ai vantaggi appena elencati, la creazione di reti integrate permette alle strutture e ai servizi di acquisire maggiore autorevolezza sul territorio attraverso il raggiungimento di dimensioni che permettono lo sviluppo interno di figure professionali e competenze specialistiche in funzione dei bisogni dell’utenza seguita. Per l’ente pubblico risulta quindi fondamentale prevedere d’incentivare la promozione di nuove reti di servizi o lo sviluppo delle realtà già presenti.
Il grafico 2.4.2 rappresenta le diverse dimensioni dell’integrazione ipotizzabili per lo sviluppo della situazione del Canton Ticino. Attualmente, la maggior parte degli enti opera a un basso livello d’integrazione (forme di collaborazione con altri enti) e offre un unico tipo di prestazione. Una possibilità di integrazione, che si potrebbe definire “orizzontale” è quella tra enti che erogano le medesime prestazioni, come ad esempio avvenuto con l’Ente case anziani Mendrisiotto (ECAM), inizialmente con gli Istituti sociali di Lugano (LIS), con l’Associazione Melograno (Casa dei Ciechi di Lugano e Tusculum di Arogno), con le case per anziani Don Guanella (Tesserete e Maggia) e con le case comunali di Bellinzona.
Alternativamente vi può essere un’integrazione “verticale”, rappresentata dalla possibile associazione di enti che offrono diversi tipi di prestazioni, al fine di valorizzare le diverse competenze specifiche, favorendo un percorso di continuità nella presa in carico degli utenti. In questo senso vanno l’esperienza del LIS, che gestisce, per ora transitoriamente, anche il più grosso servizio d’assistenza e cura a domicilio d’interesse pubblico del Cantone (SCuDo), la collaborazione sviluppatasi tra il servizio d’assistenza e cura a domicilio del Locarnese e Vallemaggia (ALVAD) e la CPA Cinque Fonti di San Nazzaro e il progetto della rete Parco San Rocco, basato sul modello Curaviva 2030. Alcune di queste esperienze sono approfondite in uno specifico allegato.
L’integrazione è dunque massima quando un unico ente è in grado di offrire diverse tipologie di prestazioni.
Un consolidato esempio di tale forma organizzativa è dato dal modello Lindenhof del Canton Argovia che unisce prestazioni socio-sanitarie (cura in casa per anziani, centro diurno, appartamenti a misura degli anziani, cure e servizi a domicilio, ecc.) ad altre prestazioni (economia domestica, dentista, consulenza nutrizionale, parrucchiere, giardinaggio, ecc.), sotto un unico capello.
Grafico 2.4.2: Approcci per aumentare la gestione integrata dell’offerta
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Come visto in precedenza, il vantaggio di un approccio organizzativo integrato è riconducibile alla centralizzazione del dialogo con un solo interlocutore che facilita la comunicazione con gli utenti, l’ente pubblico e la cittadinanza in generale.
Ne beneficiano in particolar modo gli utenti che grazie ad un unico ente o ad un numero limitato possono usufruire di prestazioni maggiormente coordinate. Su questo aspetto si rimanda anche al paragrafo 4.1.1 (”Accessibilità e coordinamento”) per un approfondimento della prestazione del case-management (persona di riferimento del caso) e del network-management (coordinamento delle reti). Come evidenziato nel grafico 2.4.2, più basso è il livello d’integrazione organizzativa/gestionale, maggiore è il fabbisogno di case-management e di network-case-management.
Un ulteriore beneficio di questo approccio organizzativo integrato è che gli enti, collaborando, raggiungono una dimensione che permette loro di approfittare di varie sinergie ed economie di scala, consentendo di dotarsi più facilmente di un organico dotato di figure specialistiche dedicate (in generale inteso per tutti i settori, dell’amministrazione e delle cure), con conseguente ampliamento delle competenze dell’ente, e di avviare, realizzare e gestire progetti o sperimentazioni importanti e complessi, che sarebbero difficilmente sostenibili singolarmente. Inoltre, il raggiungimento di una certa dimensione in termini di dotazione di personale permette di implementare una politica più flessibile e adeguata ai bisogni specifici dei collaboratori, che possa garantire loro una varietà di attività e l’acquisizione di nuove competenze professionali.
Nell’ottica di ridurre l’importante frammentazione del settore socio-sanitario, è fondamentale che le reti integrate, presenti e future, si adoperino per sfruttare in maniera efficace ed efficiente le proprie potenzialità, instaurando nuove forme di collaborazione e supporto nei confronti di tutti gli altri servizi che operano nel proprio territorio di intervento.
La messa in rete delle strutture stazionarie prevede dei particolari incentivi
Le reti di cura integrate rappresentano uno dei principi cardine della Pianificazione, che mira a sostenere le realtà già presenti sul territorio e a promuoverne lo sviluppo di un numero crescente, attraverso un accompagnamento mirato e degli specifici incentivi.
Gli enti che operano all’interno di una rete di cura integrata possono già oggi beneficiare di alcuni incentivi nell’ambito del finanziamento:
- possibilità di utilizzo libero dell’utile d’esercizio per una quota pari al 50%;
- suddivisione del restante 50% tra fondo 1 (75%) e fondo 2 (25%);
- limite di accumulo del fondo 1 aumentato al 30% (+10% rispetto alle strutture non in rete) dei costi d’esercizio;
- periodo transitorio di tre anni con gli standard di finanziamento commisurati alle singole strutture.
Di recente, in parallelo con l’allestimento della presente Pianificazione, è stato promosso e attivato un gruppo di lavoro tecnico che si sta occupando di valutare l’adeguatezza degli attuali incentivi e di identificarne di nuovi, sia a ulteriore sostegno delle reti esistenti, sia per promuoverne di nuove. Alcune piste concrete sulle quali lavorare sono già state individuate:
- la definizione di standard di finanziamento specifici per le reti, con il riconoscimento di risorse legate all’organizzazione (es. specialista risorse umane, informatico, specialista della qualità, ecc.);
- il sostegno alla creazione di poli di competenza regionali (es. protocolli sanitari, LCPubb, ecc.);
- l’estensione del periodo transitorio con gli standard di finanziamento relativi alle singole strutture a 4/5 anni;
- il finanziamento di consulenze aziendali specifiche per la promozione di nuove reti (comunicazione, struttura della governance, identità di rete, ecc.).
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