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Le problematiche della rete

Nel documento Il Progetto Laguna (pagine 157-160)

PARTE II. Un'applicazione pratica: il Progetto Laguna

4.6 Le problematiche della rete

Le difficoltà che si sono incontrate in questa fase sono dovute principalmente alla definizione dei parametri necessari ad istituire la rete. Ci si è infatti trovati dinanzi alla necessità di dare delle direttive, di seguire determinate normative

164 Cfr. Supra, par. 2.4.

165 Approfondimento sulle reti oloniche, così come fornito alle aziende in allegato alla bozza preliminare del Progetto Laguna.

precise e di trattare di vincoli economici. La difficoltà principale è consistita nel riuscire a far coincidere il concetto di unirsi in rete ponendo anche le basi per una futura unione a livello giuridico, con quello della gratuità della rete, ritenuto fondamentale. Infatti l'idea di Domenico Simone ha sempre previsto un'unione tra le aziende che fosse libera e gratuita. Il concetto che sta alla base di quest'idea è che il Progetto Laguna deve rappresentare un'opportunità, non un costo; le caratteristiche dell'offerta del Progetto Laguna sono già presenti ed esistenti nel territorio. Si tratta solamente di superare una logica di conflitto interno e concorrenza, di unirsi insieme ed integrare le offerte di ogni singolo attore, andando a creare un prodotto unico di destinazione. Si tratta di promuovere nel suo insieme la destinazione laguna di Venezia sotto il marchio del progetto; solo così sarà possibile rivalutare la destinazione, renderla visibile e comunicabile all'esterno senza che ciò comporti uno sforzo economico insostenibile per la singola azienda, ed aumentarne quindi la domanda turistica relativa.

Questo non può che portare enormi benefici ad ogni singola azienda operante in laguna. Alle aziende viene solo chiesto di garantire degli standard adeguati di tutela e rispetto e protezione della laguna; viene richiesto di inquadrare la propria offerta, il proprio lavoro, in un'ottica di sostenibilità, sempre intesa nei suoi tre aspetti fondamentali: economica, ecologica e sociale. In sostanza viene chiesto ad ognuno di uniformare la propria offerta ai parametri di sostenibilità e turismo responsabile in modo da creare un'immagine di destinazione che sia coerente a quelli che sono i valori che si ritiene debbano essere quelli fondanti e riconoscibili per la nascente destinazione.

Si tratta fondamentalmente che ogni azienda conferisca all'interno della rete le sue peculiarità, e metta a disposizione gratuitamente le sue competenze. Così facendo si può venire a costruire un prodotto turistico che sia completo, grazie all'unione dell'offerta delle singole aziende. Tra esse ve ne sono alcune che non offrono prodotti prettamente turistici, ma che possono conferire le loro competenze tecniche e il loro know how gratuitamente alla rete, in cambio della visibilità che l'adesione ad un tale progetto può comportare, e che gli può

garantire un ritorno in termini di immagine e di opportunità lavoro.

Il compito dell'EBT sarà quello di vigilare sui comportamenti delle aziende, impedendo il prevaricare di alcune nei confronti di altre. L'Ente si pone quindi come organo di controllo e funge da garante per la riuscita di un progetto che per funzionare necessita di una massiccia dose di fiducia reciproca da parte di tutte le aziende coinvolte. L'Ente Bilaterale del Turismo, grazie alla sua caratteristica di bilateralità e grazie al fatto che è dichiaratamente non a scopo di lucro, ma che lavora esclusivamente per aumentare la qualità dell'offerta turistica veneziana, ha tutte le carte in regola per candidarsi a questo ruolo ed offrire le garanzie fondamentali necessarie.

Qualunque altra azienda potrebbe essere additata di voler trarre vantaggi e benefici personali grazie al Progetto, e di conseguenza non può porsi come leader poiché verrebbe a mancare la fiducia necessaria affinché ogni altra azienda conferisca all'interno della rete le proprie conoscenze specifiche senza timore. L'EBT garantisce invece una totale assenza di conflitti di interessi, si pone come organo super partes e, grazie alla sua storia e alla fiducia che le aziende ripongono in esso, può coordinare e tessere le fila di questo ambizioso progetto. In pratica l'EBT si pone nella posizione che dovrebbe assumere l'organo pubblico territoriale, in una normale azione di destination management o di destination governance; non essendoci per il momento la partecipazione del settore pubblico, in quanto si tratta di un progetto nato da un'idea privata, tale ruolo viene svolto dall'azienda che più di ogni altra può tentare di assomigliare ad un organo pubblico. Nel momento in cui l'organo pubblico territoriale decidesse di prendere parte al progetto assumerà le funzioni tradizionalmente attribuitegli dalla dottrina166.

L'obiettivo è stato dunque individuato nel mettere d'accordo due differenti posizioni:

• una rappresentata dalle aziende che ritengono che senza adeguati investimenti la rete, l'idea del Progetto Laguna sia inesorabilmente destinata a fallire;

• una rappresentata da tutta una serie di piccole aziende, che si vuole coinvolgere assolutamente in quanto operanti in laguna, che non possono o non vogliono rischiare di esporsi sin da subito attraverso conferimenti più o meno onerosi a vantaggio della rete.

Tale problematica è stata acuita da un fattore temporale: tutti questi processi di cui si sta parlando si sono verificati nell'arco di poche settimane, in una sorta di crescendo rossiniano che tendeva ad ingrandire e complessificare il Progetto giorno per giorno. In questa situazione non si era pronti per formalizzare una proposta di contratto di rete giuridicamente valida, che fosse attendibile ed immune da critiche. L'evoluzione dell'idea del progetto era stato troppo rapida e troppo vaga per arrivare ad un punto del genere senza rischiare di commettere gravi errori che potessero vanificare completamente la bontà del progetto.

4.7 La soluzione: una rete a più livelli e l'ideazione della Carta Etica della

Nel documento Il Progetto Laguna (pagine 157-160)