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Duccio Tognini, Emilia Tosa, Laura Vignali

La condivisione delle buone prassi didattiche utilizzate in modo specifico con allievi non italofoni, ha trovato un efficace volano nella nascita dei poli Italstu- dio descritti in precedenza. Negli stessi anni hanno preso campo una serie di progetti in diverse istituzioni scolastiche caratterizzati dalla sperimentazione di attività didattiche rivolte in modo integrato sia ad allievi italiani che ad allievi che utilizzano l'italiano come L2, progetti che nel corso del tempo si sono diffusi in diverse istituzioni scolastiche del Comune di Pistoia. Vi sono in particolare due progetti di rilievo che sono stati messi a punto da due scuole secondarie di I grado: "la Banca del Tempo" dell'istituto comprensivo "Raffaello" e "Insieme si può" dell'Istituto comprensivo "Martin Luther King".

Nel 2009 presso l'Istituto Comprensivo "Raffaello" è nato il progetto "la Banca del Tempo" per volere del Parlamento dei Ragazzi, una istituzione che voleva ricalcare i principi, le azioni e le modalità della Camera dei Deputati. I ragazzi hanno richiesto uno spazio e un tempo per potersi aiutare a vicenda, rendendosi conto che potevano sfruttare le competenze acquisite o  le attitu- dini in alcune discipline, per aiutare i compagni in difficoltà e nello stesso tempo essere aiutati a recuperare la spiegazione a cui erano mancati o capire meglio l’esercizio, il questionario, l’argomento ostico. Il progetto, ancora atti- vo presso l'I.C.S. Raffaello, prevede il seguente Modus operandi:

• Gli insegnanti individuano in tutte le classi i nominativi dei ragazzi tutor e degli studenti tutorati;

• Gli incontri si svolgono una volta a settimana da novembre ad aprile in ora- rio pomeridiano, e durano un’ora e mezzo, dopo una pausa di mezz’ora per una merenda in comune;

• Ad ogni incontro partecipano gli alunni di una o due classi (di solito paral- lele) con la supervisione di un insegnante. Ogni tutor si prende cura di non più di tre studenti per volta;

• Alla fine dell’anno scolastico ad ogni tutor viene rilasciato un credito attra- verso un documento che valorizza la sua esperienza.

Gli alunni hanno partecipato al progetto con serietà: per coloro che hanno evidenziato difficoltà specifiche, si è dimostrato proficuo affrontare lo studio di alcuni argomenti con i compagni. I tutor, allo stesso tempo, hanno avuto la pos-

sibilità di mettere alla prova le proprie competenze nell’esporre e la profondità delle proprie acquisizioni. Al di là del potenziamento e del recupero delle com- petenze, che pure ci sono stati e hanno avuto un peso, l’esito davvero significa- tivo del progetto è proprio quello del tempo scambiato e prestato: i ragazzi e le ragazze hanno sperimentato e messo alla prova la loro capacità di venire incontro agli altri, rafforzando in questo modo il senso di autoefficacia e l’autostima.

In questa dimensione in cui viene favorito il lavoro in piccolo gruppo e l'apprendimento tra pari (peer education), l'alunno che utilizza l'italiano come L2 ha una maggior possibilità di comunicare con i compagni, scambiando informazioni e strategie di risoluzione, migliorando così il proprio livello lin- guistico e lavorando per davvero nell’ottica dell’inclusione.

Uno dei punti di forza del progetto si è rivelata la trasferibilità, tanto che del medesimo modello operativo si è avvalso a partire dall'anno scolastico 2012/2013 all'Istituto "F. Pacini", scuola secondaria di II grado che presenta tre indirizzi: istituto tecnico economico, liceo linguistico, liceo scientifico- opzione scienze applicate. Una volta alla settimana, nei locali della scuola, si sono riuniti per due ore gli studenti stranieri e italiani interessati a lavorare insieme non solo per studiare ma anche per socializzare e per conoscersi reci- procamente. Dopo aver mangiato allo stesso tavolo, i tutor (ossia gli studenti più grandi che frequentano i vari indirizzi) e i ragazzi che hanno la necessità di imparare la lingua italiana e/o devono colmare delle lacune più o meno gravi in determinate discipline, hanno svolto i compiti per il giorno successi- vo oppure si sono esercitati nell’apprendimento della lingua. Il tutto sotto la direzione di un docente che coordina e organizza l’attività, il cui scopo va ben oltre la semplice “ripetizione” in quanto vuole promuovere un diverso modo di studiare  e quindi anche di rapportarsi con la scuola. In tal senso è stato im- portante creare un clima di convivialità teso a incentivare la voglia di intrec- ciare legami di amicizia e di collaborazione e, al tempo stesso, finalizzato ad aumentare l’autostima sia in chi “aiuta” che in chi “è aiutato”. Spesso l’aiuto è diventato reciproco ed è successo che studenti dotati in una disciplina abbiano chiesto ai compagni un sostegno in un’altra per loro più difficile. In questo modo si è cercato di creare le premesse per un lavoro individuale e di gruppo incentrato sull’impegno e sulla solidarietà reciproca.

Il secondo progetto citato all'inizio del presente paragrafo,"Insieme si può", è stato messo a punto nel 2011 presso l'Istituto Comprensivo "Martin Luther King" di Bottegone (PT) ed è ancora oggi attivo.

Le attività legate al progetto sono organizzate in tal guisa:

• Nel mese di ottobre i consigli di classe indicano gli alunni (che, a loro avvi- so, dovrebbero partecipare al progetto;

• Si costituiscono tre gruppi non troppo numerosi organizzati in classi paralle- le ed eterogenei a livello di composizione, che comprendono al loro interno anche allievi con bisogni educativi speciali (ragazzi che utilizzano l'italiano come L2, DSA, ragazzi in situazioni di disagio sociale, diversamente abili);

• I ragazzi hanno un pomeriggio aggiuntivo ogni settimana, per due ore (un'ora di metodo di studio materie letterarie; un'ora di metodo di studio materie

scientifiche) in presenza di un insegnante.

Durante i laboratori pomeridiani i docenti coinvolti nel progetto favoriscono il confronto tra pari, intervenendo solo in casi di difficoltà specifiche ed evitando di svolgere un recupero inteso in modo classico. Il punto di partenza dei labo- ratori pomeridiani è stato lo svolgimento da parte dei ragazzi dei compiti asse- gnati per casa, attività per la quale spesso hanno mostrato una scarsa autonomia e una grande difficoltà nella comprensione di quanto richiesto dagli esercizi.

Gli obiettivi principali del progetto sono incrementare le competenze lin- guistiche degli allievi e favorire un metodo di studio efficace, attraverso anche uno scambio di strategie di studio tra gli stessi allievi in modo da rendere gradualmente più autonomi quelli in difficoltà; migliorare l'autostima e au- mentare la motivazione degli allievi, valorizzando le potenzialità di ciascuno, in modo da creare un ambiente accogliente e inclusivo.

Le azioni del progetto hanno la caratteristica della “plasticità didattico-edu- cativa”: intervenendo sui singoli alunni in modo diversificato ma sempre in un contesto di gruppo eterogeneo, si evitano attività che allontanino gli allievi che utilizzano l'italiano come L2 dalla classe e si consente loro di incrementare le proprie competenze linguistiche e sociali all'interno del gruppo classe.

Questi progetti sono stati realizzati grazie ai contributi della Regione Toscana relativi al P.E.Z. (Piano Educativo Zonale). Le riunioni di progetta- zione presso il Comune di Pistoia, a cui hanno partecipato i referenti d'isti- tuto per l'intercultura ed il disagio, sono stati un'altra occasione importante di confronto e scambio tra docenti, nelle quali le buone pratiche messe a punto da singoli istituti si sono gradualmente diffuse in altri, grazie anche alla richiesta da parte della Regione e del Comune di progettare un'azione condivisa a livello di zona, evitando di disperdere risorse in molteplici di- rezioni e favorendo la costituzione di progetti in rete. Nell'anno scolastico 2014/2015 i docenti hanno convenuto che i modelli didattici proposti dai progetti sopra descritti potessero essere efficaci sia nelle azioni rivolte ad alunni con disagio, sia nelle azioni rivolte agli allievi che utilizzano italiano come L2 e all'intercultura: nascono in questo modo due progetti in rete de- nominati entrambi "Insieme si può". Le scuole, pur mantenendo la propria singolarità a livello gestionale, hanno condiviso gli obiettivi da raggiungere e le metodologie da applicare, riconoscendo come comuni denominatori de- gli interventi l'insegnamento tra pari, il mutuo aiuto, il costruire una comu- nità solidale. Vengono in questo modo superate le progettualità che riguar- dano esclusivamente gli allievi stranieri o gli allievi con disagio, arrivando ad introdurre nelle scuole del Comune di Pistoia un modello didattico che possa supportare le difficoltà e le potenzialità di ciascun allievo.