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prodotti fitosanitari (residenti e astanti) attraverso adeguate misure comportamentali

Nel documento in serra (pagine 66-69)

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Indispensabile l’impiego corretto dell’irroratrice al fine di prevenire contaminazioni accidentali.

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Verificare l’eventuale presenza di specifiche normative locali che regolamentano le modalità di esecuzione del trattamento.

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Esecuzione del trattamento

Sicurezza dell’operatore

Controllo delle eventuali perdite Scelte e comportamenti

per prevenire l’esposizione Gestione eventuale

interruzione del trattamento Operazioni a fine

trattamento e tempi di rientro

Controllo dei parametri operativi

e dell’orientamento degli ugelli Funzionamento

dell’irroratrice Gestione

del trattamento e dell’apprestamento

protettivo Valutazione delle condizioni

atmosferiche Sicurezza per residenti,

astanti e ambiente

EsEcuzionE dEl trattamEnto

La particolarità dell’ambiente protetto determina profonde differenze di carattere operativo rispetto al pieno campo; la più rilevante, in termini di sicurezza, riguarda la distribuzione dei prodotti fitosanitari.

proprio quale diretta conseguenza della presenza di una barriera fisica e, di conseguenza, dello svolgimento di attività in un sistema isolato dall’esterno, l’operatore oltre che responsabile del corretto impiego dei prodotti diventa soggetto sul quale deve essere posta la maggior attenzione al fine di evitare pericolose esposizioni sia durante, sia immediatamente dopo il trattamento.

Come riportato in precedenza, compatibilmente con la tipologia, la posizione e la gestione dell’apprestamento protettivo, è comunque richiesta l’adozione di alcune misure precauzionali nei confronti delle persone (residenti e astanti) e dell’ambiente.

Indipendentemente dal prodotto fitosanitario utilizzato, è obbligo dell’operatore adottare tutte le possibili precauzioni per evitare di entrare in contatto con la miscela durante la fase di distribuzione. In riferimento all’equazione “Rischio = Pericolo x Esposizione” descritta nell’introduzione propedeutica, considerando le diverse attrezzature in uso si possono individuare le seguenti casistiche:

Lancia a mano:

pompa a spalla,

attrezzature non portate dall’operatore;

Barre verticali trainate (trolley);

Barre verticali montate su veicoli semoventi;

Barra irroratrice orizzontale:

trattore non cabinato,

trattore con cabina pressurizzata;

Cannoni;

Attrezzature per la distribuzione in assenza dell’operatore.

In questa rappresentazione semplificata, il fattore esposizione è valutato in primo luogo in considerazione della vicinanza dell’operatore al getto della miscela; in secondo luogo, se rilevante, in funzione della possibilità di individuare un ulteriore livello di dettaglio legato al fattore attrezzatura (es. contatto con l’operatore) o al senso di marcia per effettuare l’applicazione dalla stessa imposto.

Il livello di esposizione trova una sintesi nell’affermazione che segue, valida in particolare laddove l’operatore ha un ruolo attivo continuativo nell’indirizzare la miscela verso la coltura, anche solo attraverso la guida della trattrice: quanto maggiore è la distanza dal getto erogato, tanto minore è l’esposizione.

Nel caso della lancia, la misura di base è determinata dal tipo (es. pistola) e dalla lunghezza della lancia stessa; la distanza dal punto di spruzzo varia poi, con effetti significativi, in funzione dei movimenti effettuati durante la distribuzione (es. braccio teso o piegato, spostamenti verso l’alto o verso il basso) o allontanandosi dalla miscela applicata (es.

camminando all’indietro).

esposizione di diversi tipi di lance

5.1 Sicurezza dell’operatore

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Altri fattori che possono influire sull’esposizione sono legati all’orientamento nello spazio della coltura, ovvero in orizzontale o in verticale; per quest’ultimo caso, il suo sviluppo vegetativo può ridurre la distanza tra due file contigue favorendo il contatto con superfici appena trattate (es. pomodoro).

Sempre dallo sviluppo della coltura possono dipendere i volumi di miscela impiegati ed il livello di nebulizzazione necessario per raggiungere le parti più interne.

Non ultimo, la presenza di movimenti d’aria all’interno della serra o del tunnel può influenzare il comportamento della componente gocce più fini della miscela erogata.

Numerosi studi effettuati sull’esposizione dell’operatore evidenziano differenze anche sostanziali tra le attrezzature impiegate (es. lancia e barra verticale trainata), tra lancia e pistola, tra uno o più ugelli per punta di spruzzo, tra applicazione camminando in avanti o indietro (ovvero verso il getto o in senso contrario ad esso), tra diverse pressioni adottate.

Tali differenze riguardano sia le parti del corpo interessate (es. braccia, testa, tronco, arti inferiori, ecc.) sia il livello di contaminazione riscontrato, evidenziando come la fase di pianificazione del trattamento sia di fondamentale importanza per effettuare scelte e adottare comportamenti in grado di prevenire o limitare il realizzarsi della combinazione “pericolo x esposizione” al momento del trattamento.

per la complessità dei fattori e delle relazioni tra essi, da cui dipende la sicurezza dell’operatore, è difficile dare indicazioni valide in assoluto; si possono però suggerire alcune buone pratiche da valutare in funzione della realtà nella quale ci si trova ad operare:

tra quelle disponibili, adottare l’attrezzatura più adatta alle condizioni operative in funzione dell’applicazione che si deve effettuare;

pianificare i trattamenti in modo da avere sempre a disposizione le attrezzature adeguate;

adottare i corretti parametri operativi evitando sempre volumi eccessivi e nebulizzazioni troppo spinte;

controllare eventuali perdite prima e durante l’applicazione. In caso di gocciolamento dalle tubazioni/

ugelli o di intasamento degli ugelli si deve interrompere l’erogazione e provvedere alla risoluzione del problema;

controllare sempre l’orientamento degli ugelli;

porre attenzione alla gestione dell’arieggiamento della struttura protettiva in modo da evitare correnti d’aria al momento del trattamento;

se del caso, tenere in considerazione le condizioni meteorologiche;

nell’utilizzo della lancia, inoltre:

durante l’applicazione muoversi sempre in modo da allontanarsi dal getto;

compiere movimenti regolari e coordinati con quelli relativi allo spostamento soprattutto se la punta di spruzzo ha più di un ugello;

nella scelta del tipo (es. pistola o lancia di lunghezza maggiore) considerare la facilità di regolazione del getto e la maneggevolezza in funzione dei movimenti richiesti per trattare la coltura;

avere l’assistenza di una seconda persona per gli spostamenti delle tubazioni mobili in modo da evitare che vengano colpite dal getto (a loro volta possono diventare fonte di contaminazione);

per nessun motivo bloccare la leva di apertura della lancia in posizione di “aperto” (una caduta accidentale la renderebbe incontrollabile);

in floricoltura, se possibile disporre il materiale da trattare in modo da evitare posizioni o movimenti

Nel documento in serra (pagine 66-69)