• Non ci sono risultati.

14 Curiose varianti del topos in cui mi sono imbattuta sono ad esempio una società stipulata fra il comico del duca di Mantova Carlo Ferdinando Pori e Bernardo Valdita cavadenti e venditore di medicamenti, che nel 1693 decidono di rendere vitalizia la loro società eleggendone a sede la bottega del Valdita sotto il campanile di S. Marco (ASV, Notarile atti, Notaio Marc’Antonio Bigaglia, b. 1562, n. 14, 21 marzo 1693). Il punto principale dell’accordo stabiliva “che dal tempo ut infra espresso durante la vita sì dell’uno come dell’altro d’essi, tanto nella bottega sudetta quanto fuori d’essa, così in questa come in ogn’altra città, terra e locho in qualunque tempo saranno chiamati et impiegati o se sarà ricercato operare nelle professioni che possedono, niuna eccetuata, habbino da impiegarsi e procurare ogni utile più possibile per la loro compagnia con quella pontual diligienza e fedeltà che usarebbero ogn’un di loro quando si trattasse per solo proprio conto.” Oppure, il caso ancora più interessante dell’attore Giuseppe Marliani, la cui fama fu consacrata a metà Settecento lavorando per la compagnia di Girolamo Medebach al Teatro di Sant’Angelo (si vedano T. Megale, Marliani, Giuseppe, DBI, ad vocem e Alessandro Zaniol, Goldoni tra attori e personaggi: Maddalena e Giuseppe Marliani, “Quaderni Veneti”, 10 (1989), pp. 133-168). Marliani fu in grado di incarnare la riforma goldoniana nel cruciale passaggio dalla maschera al personaggio: impersonava Brighella, e, in coppia con la moglie, la giovane ed esuberante attrice veneziana Maddalena Raffi, Goldoni esplorò tutte le potenzialità della coppia servo-servetta. Amatissimo da Goldoni, che lo definì “il più bravo, il più comico, il più delizioso del mondo”, il 31 luglio 1782 gli venne concesso da Giambattista Paitoni protomedico di manipolare e vendere un suo impiastro per l’ernia, “cerotto composto non solo di validissimi capi, ma condotto e ridotto per successive preparazioni, e fabbricato da uomo ben intendente e maestro nell’arte chimica”, cfr. ASV, Sanità, Notatori, reg. 773, c. 85r. I giudizi di Giambattista Paitoni, protomedico che avremo modo di conoscere molto bene, non sono certo viziati di gratuita generosità di lodi. Il 22 maggio 1795, morto da pochi mesi Marliani, la licenza di manipolazione e dispensa sarà usata da un certo Pietro Gavaruzzi, al quale pochi mesi prima Marliani l’aveva ceduta. Il Cerotto meraviglioso del comico, come recita la ricetta, passerà anche l’esame medico del 1795, cfr. ASV, Sanità, Notatori, reg. 787, c. 38v.

57 È evidente, dal grafico a torta relativo agli anni delle registrazioni nei Notatoti della Sanità, che non solo i dati sopravvissuti sulle licenze concesse ai ciarlatani sono solo una parte di quelle effettivamente emesse – a causa concessioni orali, mancate registrazioni etc. –, ma soprattutto che i ciarlatani propriamente detti, in tutte le loro declinazioni, non sono che una fetta, una parte limitata delle figure che chiedono una licenza o un privilegio per segreti, fra la metà del Cinquecento e la fine Settecento: il 6,9%.15 Il restante 93,1%, ripartito fra le differenti

professioni, sarà il nostro principale oggetto d’indagine nei capitoli che verranno, inclusivi dell’esplorazione delle figure che ricadono tra le professioni non identificate perché non dichiarate o esplicitate nelle fonti (43,5%).16 Qui ci limiteremo a qualche considerazione di

carattere generale.

Anche prima di giungere ad un’elaborazione quantitativa delle registrazioni dei Notatori, le carte portavano indizi della presenza di persone ‘altre’ rispetto ai ciarlatani. Alcuni volevano prendere le distanze dall’immagine già allora poco appetibile, fissata com’era nel binomio spettacolarizzazione-inganno. Un certo Cesare Corvino ad esempio, che da anni aveva il permesso di esercitare la medicina a Venezia, nel 1591 si presenta ai provveditori per chiedere di “cassare alcune cose nelli suoi privilegii, come di montar in banco, di vender rimedii per rogna, remedii per denti, polvere da vermi et diverse sorte di ogli, per non voler né intender più voler montar in banco né vender né adoperarsi in simile bagatelle, ma solo desidera che li sia levato queste cose dalli suoi privilegii per sua candidezza et satisfazione”17. Il Santo

Petrobelli distillatore, che nel 1592 ottiene dal Senato un privilegio ventennale per alcune sue polveri di uso interno, chiede “che le si degnino di far examinar [a] eccellentissimi medici peritti, acciò le conosca che io non voglio agabbar alcuna persona, ma che desidero di giovar alli poveri bisognosi.”18 Niente brama di guadagno fine a se stessa: forse desiderio di ritagliarsi un

onesto mestiere per vivere? Le prese di distanza continuano. Pietro Moretti, chirurgo, nel 1711 chiede di “fabbricare, e dispensare dette compositioni [tre segreti], con modo però diferente

dei ciarlatani, et lontano da’ ciurmatori, come appunto richiede la mia professione, e qualche caratere di

civiltà in cui son natto, e professo.”19 O ancora il medico Giambattista Prata, laureatosi a Pavia

15 Gentilcore, Medical charlatanism in Early Modern Italy, cit., evidenziando alle pp. 111-112 i limiti delle fonti utilizzate (tra le quali vi è anche il caso veneziano) conclude che dal loro spoglio risulta “a partial picture of charlatanry”. La sua parzialità però si riferisce alla ciarlataneria ‘sommersa’, non registrata dalle fonti, perché (giustamente) ritiene che tutte le 1.596 licenze da lui rintracciante nel corso della sua ricerca comparativa siano state rilasciate a ciarlatani: “The 1,596 licenses issued to 1,075 different charlatans the length and breadth of Italy over a period of over two and a half centuries bring us as close as possible to understanding charlatans and charlatanism ‘from the inside’ […] In an ideal world the 1,596 licenses would be able to give us complete details about charlatans and their activities during the period 1540-1800.” La parzialità di cui parlo limitatamente al caso veneziano invece sta nel fatto che i ciarlatani sono i destinatari solo di una parte delle patenti per segreti rilasciate, non dell’intero numero.

16 L’analisi quantitativa e qualitativa insieme dei dati complessivi, a partire da grafici a torta delle professioni ripartite per secoli, sarà condotta nella Parte II, cap. 5, Altre famiglie, altri segreti, altre stampe: medici, speziali, religiosi e “particolari”, mentre singoli casi-studio saranno affrontati nei restanti capitoli della ricerca. Quanto al 43,5% di individui dalla professione non dichiarata dalle fonti, è da escludersi che tutti costoro non abbiano un’identità professionale precisa, come vedremo approfondendo le storie di alcuni di essi, il cui profilo professionale si è svelato grazie all’incrocio con altre fonti.

17 ASV, Sanità, Notatori, reg. 736, c. 48v, 6 febbraio 1591.

18 Il corsivo è mio. ASV, Sanità, Notatori, reg. 736, cc. 73v-74r, 10 giugno 1592; una volta ottenuta la licenza, il 9 settembre dello stesso anno chiede ed ottiene il privilegio, cfr. ASV, Senato Terra, reg. 62, c. 76v (e filza 124).

19 In ASV, Sanità, Terminazioni, b. 88, n. 1233, si conserva anche la supplica del Moretti. La licenza è registrata l’8 luglio 1711 in Sanità, Notatori, reg. 746, c. 177r-v. “Non meno da un continuo studio, che dal viagiare più parti d’Europa, appresi io Pietro Moretti chirurgo approbato la total compositione della manupulatione et ingredienti che compongono il celebre cerotto di Norimberga, il balsamo detto Inocenziano, et il balsamo simpatico, già notte a questo eccellentissimo magistrato, da cui restò permessa la loro dispensa.”

58 e operante a Venezia, chiede nel 1714 che “a differenza de ciurmatori ed altra sorte di gente mi sia permessa la dispensa d’un rimedio per le rotture, altro per le piaghe, e finalmente d’uno per la renella, et calcoli ritrovati dalla longa esperienza efficacissimi per tali indispositioni.”20

Ma al di là di simili dichiarazioni - provenienti forse in certi casi dalle figure più deboli, che avvertono il pericolo di una confusione nell’immaginario comune col mestiere del ciarlatano – l’elaborazione quantitativa dei dati sulle professioni accentua ulteriormente la presenza delle altre identità nel corso del tempo, mostrando un loro costante incremento a scapito dei ciarlatani (Grafico 4):

0 25 50 75 100 Non id. Speziali Medici Religiosi Ciarlatani Chirurghi Dentisti, barbieri Droghieri, mercanti Chimici Nel '500 Nel '600 Nel '700 Totale: 375

Nel Settecento aumentano praticamente tutte le appartenenze professionali (a causa dell’aumento assoluto dei richiedenti autorizzazione), eccetto, assai significativamente, i ciarlatani, che diminuiscono. Il diverso trend potrebbe anche essere associato al progressivo scemare della presenza di antidoti nella tipologia di segreti che vengono presi in esame dalla Sanità veneziana: nel Settecento infatti i rimedi per veleni e morsi di animali velenosi sono in netta diminuzione rispetto al precedente secolo e mezzo, e soprattutto rispetto al solo secondo Cinquecento (Grafico 5). Diminuiscono i ciarlatani così come si contrae evidentemente la richiesta di antidoti che meglio si prestavano alla spettacolarizzazione della vendita: sintomo di una distensione anche in tema di paura di venefici? Certo i ciarlatani autorizzati iniziano a diminuire proprio mentre si consolida il loro topos letterario, così come

20 ASV, Sanità, Notatori, reg. 747, c. 179v; Sanità, Terminazioni, b. 89, n. 46, dove si conserva la supplica dell’agosto 1714. La licenza è accordata dal protomedico Gian Domenico Santorini, anche se il giudizio non pare entusiasta: “essaminate le ricette de’ rimedi proposti dal dottor Gian Battista Prata, mi onoro di esporre a vostre eccellenze che la ricetta per le rotture ha il suo plausibile per l’auttore et esperimenti. Che l’unguento per piaghe può esser giovevole quando non siano callose. Che il rimedio per li calcoli dipende e dalla fede dell’auttore e dall’esperimento, a questo però [= perciò] non ripugna la ragione. Finalmente che il rimedio per la renella può riuscir efficace, tanto più che lo suffraga una esperienza continua detta dall’auttore.” Gr afi co 4 . Pr of es sioni d eg li a utor i d i seg reti pe r s ec ol o, Ve ne zia 1 54 9-1798

59 gli antidoti sono un segreto meno appetibile e smerciabile contemporaneamente al perfezionarsi dello stereotipo dell’italiano avvelenatore. 21

0 10 20 30 40 50 60 70 Ferite/piaghe/tagli Vermifugo Morbo gallico Scorbuto/affezioni dentarie Antidoti Corroborante/ricostituente Peste Rogna/tigna Nel '500 Nel '600 Nel '700