Capitolo 2. Contesto nella quale ha avuto origine
2.1 I profeti del cambiamento
Il futuro distopico immaginato dallo scrittore Kurt Vonnegut nel suo romanzo del 1952, intitolato “Piano Meccanico”28, racconta un mondo nel quale piccole élite
gestiscono un’economia automatizzata lasciando il resto dalla popolazione ad un’esistenza priva di significato.
Quello dello scrittore americano, è solo un esempio delle rappresentazioni riconducibili a libri e film di fantascienza che raccontano lo stesso futuro nel quale l’uomo ha perso il controllo delle macchine da lui stesso create e la profezia keynesiana della disoccupazione tecnologica pienamente realizzata.
Il termine “robot” viene utilizzato per la prima volta sul dramma fantascientifico
“R.U.R. (Rossum's Universal Robots)”29, scritto nel 1921 dal ceco Karel Čapek, con il significato di “macchine che svolgono un lavoro pesante, un lavoro forzato”. La trama racconta il fascino e allo stesso tempo la paura dell’essere umano nei confronti della tecnologia.
Macchine e androidi da lui stesso generate che si evolvono a tal punto da diventare talmente autonomi e intelligenti da potersi ribellare al loro stesso creatore prendendo il suo posto non solo nel lavoro, ma ambendo al comando del pianeta e allo sterminio della razza umana.
Questa difficile convivenza tra uomo e robot, che di solito arriva allo scontro finale tra i due, è stata una trama ricorrente nelle opere di fantascienza che con l’evoluzione delle tecnologie, del digitale, delle intelligenze artificiali e del virtuale si è fatta sempre più complessa.
Matrix30, il film dei fratelli Andy e Larry Wachowski uscito nelle sale nel 1999, è forse l’emblema più recente di come l’evoluzione del genere fantascientifico si sia adattato alla pervasività e eterogeneità della rivoluzione tecnologica in corso.
28 Vonnegut Kurt, Piano meccanico, Milano, Feltrinelli, 2004
29 Čapek Karel, R.U.R. (Rossum's Universal Robots), Venezia, Letteratura Universale Marsilio, 2015 30 Matrix, L. Wachowski, A. Wachowski, 1999, USA.
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Anche se sono scrittori o registi quelli in grado di creare queste fantasie, negli anni la loro immaginazione ha trovato conferma in chi l’automazione la traduceva in dati, statistiche e previsioni economiche nel mondo reale.
Nel 1949, Norbert Wiener, matematico di fama internazionale del Massachusetts Institute of Technology, su richiesta del New York Times, scrisse un articolo sulla propria visione del futuro dei computer e dell’automazione.
Wiener sosteneva che “se siamo in grado di fare una cosa in modo chiaro e intellegibile, possiamo farla mediante le macchine” e avvertì che con il tempo ciò avrebbe
potuto portare a “una rivoluzione industriale di una crudeltà assoluta” alimentata da macchine capaci di “ridurre il valore economico del comune operaio al punto che non
varrà la pena assumerlo, a qualunque prezzo” 31.
Nel dopoguerra, la minaccia della disoccupazione tecnologica profetizzata da Keynes torna a farsi tema dibattuto e la discussione prende corpo in modo strutturato raggiungendo anche i tavoli della politica internazionale.
Come spiega il futurologo dell’Università del Michigan, Martin Ford32 nel suo libro,
nel 1964 il report della “Triplice Rivoluzione” fu consegnato ai media e inviato al Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson e ai Capigruppo del Congresso. Per “Triplice Rivoluzione” si intendeva la combinazione della rivoluzione tecnologica, con l’impatto dell’automazione e della cibernetizzazione, una rivoluzione sul fronte degli armamenti, con l’affermazione degli arsenali atomici e nucleari e una rivoluzione dei diritti umani, con l’esplosione di libertà che stava avvenendo in tutto il mondo.
Il documento, redatto da un gruppo di accademici, giornalisti e tecnologi di spicco dell’epoca, tra i quali il premio Nobel per la Chimica Linus Pauling e l’economista Gunnar Myrdal, può essere considerato la maggiore espressione dei timori dell’impatto sull’automazione montata dopo la Seconda Guerra Mondiale.
31 L’articolo di Norbert Wiener sull’automazione è trattato, con l’inclusione di ampie citazioni, in John
Markoff, “in 1949, He Imagined an Age of Robots”, New York Times, 20 maggio 2013
32 Ford Martin, Il futuro senza lavoro. Accelerazione tecnologica e macchine intelligenti, come prepararsi
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Il documento, attraverso la presentazione di studi e ricerche strutturate sul tema, aveva l’obiettivo di avvertire i più alti vertici di governo sulla possibilità che, senza adeguate misure ad hoc per contrastare le conseguenze dell’automazione, si rischiasse un’enorme disoccupazione, un forte aumento delle disuguaglianze e, alla fine, il crollo della domanda di beni e servizi a causa della caduta del potere d’acquisto dei consumatori.
Al termine della loro analisi, le soluzioni proposte dal comitato prevedevano un massiccio intervento statale per il potenziamento del servizio educativo, l’avvio di lavori pubblici in grado di assorbire occupazione e azioni volte ad una maggiore redistribuzione del reddito, anche attraverso l’introduzione di un reddito minimo garantito ad ogni individuo.33
Ma, come spesso accade, i profeti non vengono ascoltati ma rivalutati a posteriori.
Il documento della “Triplice Rivoluzione” portò alla creazione da parte dell’amministrazione Johnson di un tavolo di lavoro denominato “National
Commission on Technology, Automation, and Economic Progress” ma, dopo la
stesura di alcuni report, il lavoro della commissione si interruppe.
In fondo, le conseguenze catastrofiche sull’occupazione che l’automazione avrebbe portato nel primo dopoguerra sembravano esagerate: durante il boom economico degli anni Sessanta la percentuale di disoccupazione non superò mai il sette percento spinta da una crescita produttiva senza precedenti.
A partire dagli anni Settanta, però, le cose iniziarono a cambiare.
Come abbiamo visto nel primo capitolo, le innovazioni tecnologiche nascono e sono legate ai desideri degli uomini, alle necessità, ai problemi da risolvere, alle criticità economiche e politiche da affrontare.
33 Linus Pauling and the international peace movement:
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Tre, su tutte, le difficoltà che l’uomo contemporaneo è chiamato ad affrontare nel breve periodo e nelle quali la tecnologia può avere un ruolo determinante: la sostenibilità del sistema economico attuale per le sfide ecologiche e sociali che impone, l’invecchiamento demografico mondiale, il legame tra produttività e occupazione e quindi, più in generale, la distribuzione della ricchezza.