S OCIETÀ DI GARANZIA P AESI F ONDI PROPRI ** A MMONTARE GARANZIE IN ESSERE ** N UMERO DI IMPRESE BENEFICIARIE
3.5.3 Profili dimensionali del sistema dei Confidi
La realtà dei Confidi italiani è caratterizzata da un elevato numero di organismi di garanzia, espressione di un capillare radicamento nel territorio e di un contatto ravvicinato con imprese e banche. Circostanza questa che, se da un lato, si riflette sulla loro struttura dimensionale e patrimoniale, dall’altro rappresenta un elemento distintivo rispetto ai sistemi di garanzia operanti in altri paesi europei (AECM, 2004).
I sistemi di garanzia mutualistica operanti nei principali Paesi europei si distinguono dall’esperienza italiana per alcuni aspetti non secondari. In primo luogo, il numero degli organismi di garanzia in altri Paesi Europei è di gran lunga inferiore rispetto a quello del nostro paese (AECM, 2004). In secondo luogo, vi è a stretta correlazione con il sistema bancario che caratterizza in Europa i principali sistemi di mutua garanzia (CNEL, 2000). A questo riguardo, i paesi che hanno fatto scuola (e che pertanto hanno rappresentato per gli altri paesi un modello cui ispirarsi) sono, come già visto nel paragrafo 3.4, la Francia e la Germania che vantano in questo campo la tradizione di più antica data.
Da un confronto con i principali sistemi di garanzia operanti in Europa emerge che l’esperienza francese è quella che si discosta maggiormente dalla realtà italiana, in quanto si caratterizza per il forte grado di dipendenza degli organismi di garanzia (Sociétés de
caution mutuelle) dal sistema bancario, in particolare dalle Banche Popolari (Commissione
Europea, 2005).
In Germania, invece, gli organismi di garanzia sono considerati enti creditizi a tutti gli effetti e come tali assoggettati alla legge bancaria che impone loro gli stessi criteri di gestione previsti per la generalità delle banche. Un terzo aspetto importante riguarda la settorialità dell’azione degli organismi di mutua garanzia. Infatti, mentre nei principali paesi europei gli organismi di garanzia operano indistintamente nei confronti delle imprese appartenenti a qualsiasi settore di attività (industria, commercio, agricoltura e artigianato), in Italia si assiste ad una rigida ripartizione dei compiti tra Confidi, ciascuno dei quali è specializzato in un solo comparto di attività. Tale situazione, d’altro canto, riflette la netta separazione esistente tra le diverse associazioni imprenditoriali che sono a monte del sistema dei Confidi italiani come visto nel paragrafo 3.5.2.1.
Dai dati del 2003 relativi alle Società di Garanzia operanti in alcuni Paesi europei (Tabella 7), emerge che ai Confidi italiani fa capo il 35% del complessivo ammontare delle garanzie in essere nei Paesi Europei presi in considerazione (Commissione Europea, 2005) e che gli organismi di garanzia italiani si distinguono dalle altre società di garanzia
96 I Comitati tecnici sono, in genere, composti anche da imprenditori che condividono lo stesso rischio delle aziende
beneficiarie delle garanzie.
97 Le analisi condotte in vari periodi hanno dimostrato che le garanzie dei Confidi fanno registrare sia migliori
condiziono di accesso al credito (come dimostrato dai risultati dell’indagine di Pozzolo, 2004) sia un più basso indice di insolvenze (ABI, 2002, Gambacorta‐Columba‐Mistrulli, 2006). Inoltre secondo il Coordinamento Nazionale Confidi (2002) il tasso di insolvenze delle imprese socie dei Confidi è storicamente basso: oscillerebbe tra la 0,5% del comparto industriale e il 2,2% del terziario.
operanti in Europa per l’ammontare sia dei fondi propri, sia delle garanzie mutualistiche, e per il numero di beneficiari (grafici 4, 5 e 6). La stessa fonte indica che in Italia, quasi un milione di piccole imprese, nel 2003, erano associate ai Confidi con un controvalore stimato dei finanziamenti garantiti dal sistema dei Confidi pari a 17 milioni di euro, con importi medi che variano da Confidi a Confidi e da settore a settore. Le analisi econometriche, inoltre, denotano che a parità di condizioni, le imprese associate ad un confidi presentano minori rischi rispetto alle quelle non associate e che ciò si riflette sui tassi di interesse praticati dalle banche anche sui prestiti non garantiti (Banca d’Italia, 2006d).
Tuttavia, il fenomeno della garanzia mutualistica in Italia presenta, malgrado i risultati raggiunti, alcuni elementi di criticità legati all’eccessiva frammentazione del sistema, al localismo, alla ridotta dimensione, alla debolezza patrimoniale e strutturale e alla mancata evoluzione operativa degli stessi organismi di garanzia collettiva. Tali criticità possono rappresentare un ostacolo alla capacità dei Confidi di dotarsi di strutture tecniche in grado di proseguire nel tempo l’attività di valutazione delle imprese associate, e, al contempo, possono portare alla formazione di portafogli rischi esigui o troppo omogenei con conseguente elevata correlazione del rischio delle imprese.
I Confidi iscritti all’albo dell’UIC98 sono, a marzo del 2006, 1048, localizzati per il 34,9%
nel Nord Italia (365 Confidi), per il 20% nel Centro (208 Confidi) e per il 45,1% nel Sud (468 Confidi) (Grafico 7). In questa ultima zona, peraltro, pesa significativamente il contributo della regione Puglia, ove esistono ben 129 Confidi pari a circa il 28% del totale dell’area (Tabella 9)99.
Da quanto esposto si evince che la diffusione degli organismi di garanzia in Italia non è stata omogenea. I dati principali del fenomeno indicano che la loro operatività è particolarmente concentrata nelle regioni settentrionali dove maggiore è la presenza di piccole e medie imprese. I Confidi, invece, sono poco sviluppati nel Mezzogiorno (Bazzana, 2005; Colomba‐Gambacorta‐Mistrulli, 2006) in termini sia di valore complessivo delle garanzie, sia di numero delle imprese aderenti e di dimensione media dei consorzi. La limitata rilevanza dei Confidi nel Mezzogiorno è solo in parte spiegata dalla minore diffusione delle imprese rispetto ad altre aree del Paese. In parte è ascrivibile alla maggiore disponibilità di fondi pubblici per le aziende meridionali, come visto nel paragrafo 3.2.3, e alla maggiore opacità delle imprese meridionali100.
Tuttavia, le evidenze empiriche dimostrano che i vantaggi dalla partecipazioni ai Confidi in termini di costo del finanziamento non sono trascurabili: tassi di interesse più bassi in media di 0,2 punti con effetti più marcati per le aziende meridionali aderenti ai Confidi (0,7 punti), soprattutto se si tratta di aziende monoaffidate. Inoltre le imprese
98 L’elenco tenuto dall’Ufficio Italiano Cambi ai sensi dell’art. 155 comma 4 del d. lgs. 385/93 è la principale fonte di
informazione sulla consistenza del fenomeno.
99 Dei 1048 Confidi risultanti dall’UIC a marzo del 2006, oltre la metà fa capo alle 5 principali federazioni nazionali. Il
maggior numero di iscritti viene registrato dalla Fedartfidi, la federazione delle imprese artigiane, seguita dalla Federconfidi, il Confidi del settore industriale.
100 Già Brucciani (1985) osserva che l’operatività dei Confidi risulta concentrata nel Nord Italia e come lo strumento
dei consorzi fidi non sia utilizzato come strumento di crescita delle aree economiche meno sviluppate, ma costituisce solo l’espressione della domanda di un tessuto aziendale che nel suo complesso manifesta un contenuto spirito di associazionismo.
assistite da garanzie rilasciate da un Confidi hanno la probabilità di entrare in sofferenza di 1 punto percentuale più bassa; tale probabilità scende se l’impresa è residente nel Mezzogiorno (Colomba‐Gambacorta‐Mistrulli, 2006).