Il Programma LIFE (Programma per l’ambiente e l’azione per il Clima) è lo strumento finanziario con cui l’UE persegue una serie di obiettivi generali connessi alla protezione e al miglioramento della qualità dell’ambiente e del clima, mediante la sovvenzione di progetti atti a intervenire sui settori di azione stabiliti come prioritari. Esiste dal 1992 e ha cofinanziato più di 4500 progetti in tutta l’Unione e nei Paesi terzi, mobilitando oltre 9 miliardi di euro e contribuendo con più di 4 miliardi di euro alla protezione dell’ambiente e del clima. Il numero di progetti in corso si aggira costantemente sui 1100 (da http://www.minambiente.it).
LIFE Natura è uno strumento deputato alla conservazione della natura
che agisce direttamente sul territorio. Per questo motivo, soprattutto in un paese fortemente antropizzato come quello italiano, uno degli aspetti fondamentali dei progetti è l’interazione con le attività umane presenti nei siti d’intervento. Nella maggior parte dei progetti, le attività produttive costituiscono un problema da risolvere, mentre in altri un aspetto da incentivare (Picchi et al., 2006).
In Italia il lupo è stato oggetto dello svolgimento di 18 progetti cofinanziati dalla Commissione Europea, alcuni dei quali attualmente in corso: la popolazione alpina, di dimensioni notevolmente ridotte rispetto a quella peninsulare, è stata oggetto di 5 progetti LIFE, mentre la popolazione peninsulare ha giovato dello svolgimento di 13 progetti.
Sin dai primi progetti finanziati, le attività si sono concentrate su due aspetti principali che determinano la buona conservazione del lupo: la qualità dell'habitat e il conflitto con le attività umane. Benché a livello di popolazione alcuni aspetti di questi due fattori non siano considerati rilevanti per la sopravvivenza del lupo (ad esempio, la disponibilità di prede naturali), a livello locale le condizioni possono essere tali da richiedere un intervento particolare (es. rinforzo delle popolazioni di capriolo). Nel primo decennio del programma molti progetti includevano attività di monitoraggio e stima della popolazione locale di lupo tramite tecniche di radio-telemetria, a volte applicate parallelamente anche alle prede naturali. In seguito, anche in risposta all'espansione demografica e geografica della popolazione di lupo, le attività si sono sempre più spesso concentrate sul tema della conflittualità tra la presenza del predatore e le attività umane, per lo più legate alla pastorizia.
Alcuni progetti sono stati innovativi e pioneristici, introducendo nelle comuni pratiche di gestione la collaborazione con gli allevatori di bestiame domestico, l'adozione di misure di prevenzione quali reti elettrificate e altri tipi di recinti e cani da guardiania selezionati.
Recentemente si è data importanza al fenomeno del bracconaggio e dell'uso illegale del veleno, che provoca stragi non solo per il predatore ma anche per altre specie di fauna selvatica, e all'impatto del randagismo canino, che provoca l'ibridazione tra cani e lupi. L'istituzione di squadre cinofile
specializzate nel ritrovamento delle esche avvelenate, l'applicazione di procedure standardizzate nello svolgimento dei sopralluoghi veterinari in seguito a predazioni su bestiame domestico, l'individuazione del randagismo canino come importante fattore di minaccia alla conservazione del lupo, sono tutti elementi di rilievo che hanno trovato eco grazie alle attività di gestione svolte nell'ambito dei progetti LIFE.
La maggior parte dei progetti LIFE ha prodotto esperienze e documenti che hanno contribuito direttamente e indirettamente alla stesura del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, come ad esempio il progetto LIFE
WOLFNET e il suo documento finale “Carta di Sulmona”.
Oltre ai progetti LIFE dedicati al lupo, ci sono state numerose iniziative a scala locale, regionale e a livello di collaborazione tra aree protette che hanno riguardato la conservazione e la gestione del lupo (Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, gennaio 2017).
Di seguito vengono brevemente elencati i principali progetti LIFE che hanno avuto come protagonista il lupo:
- LIFE COEX (2004 – 2008) ("Improving Coexistence of Large Carnivores and Agriculture in Europe"), ha coinvolto Portogallo,
Spagna, Francia, Italia e Croazia ed è nato allo scopo di migliorare la coesistenza fra i grandi predatori e le attività agricole, attraverso lo sviluppo delle condizioni necessarie per mitigare le situazioni di conflitto. Il progetto ha raccolto esperienze nell'ambito della prevenzione dei danni causati dai grandi carnivori al bestiame domestico, cercando di comprendere le esigenze degli agricoltori e allevatori locali e contribuendo alla diffusione dell'utilizzo di mezzi di
prevenzione del danno, come recinzioni elettrificate e cani da difesa (da www.life-coex.net);
- LIFE EX-TRA (2009 – 2013), (Experience - Transfer) (Miglioramento
delle condizioni per la conservazione di grandi carnivori - Trasferimento delle migliori pratiche) si è svolto tra paesi del sud-est europeo (Romania, Bulgaria e Grecia) e Italia, è stato cofinanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma LIFE, ed ha avuto come obiettivo generale lo scambio di esperienze tra i diversi paesi e le aree protette italiane, per incrementare le conoscenze in merito alle migliori forme di conservazione di lupo e orso. L'idea del progetto è nata dall'esperienza ricavata dallo sviluppo del progetto
LIFE COEX (da http://www.lifextra.it/9);
- LIFE IBRIWOLF (2012 – 2014), svoltosi nella provincia di Grosseto, in
particolare nei Parchi regionali del Monte Amiata e della Maremma, ha avuto l’obiettivo di contrastare la perdita di identità genetica del lupo in un’area dell’Italia centrale dove la presenza di ibridi lupo- cane è stata accertata, operando in particolare per: identificare e rimuovere tutti gli ibridi da due aree pilota in Toscana, dove ne è stata riscontrata la presenza, diminuire la presenza di cani vaganti attraverso la loro rimozione ove possibile, sterilizzando e custodendo tutti gli individui catturati, aumentare nel pubblico la consapevolezza della minaccia rappresentata dagli ibridi - e dai cani vaganti - per i lupi e per la fauna in genere, creare una rete per contribuire allo sviluppo delle migliori soluzioni per affrontare il problema dell’ibridazione, anche nel lungo periodo, sviluppare linee guida per la gestione di ibridi lupo-cane, attrezzare delle aree in cui
gli ibridi catturati possano essere tenuti in cattività ed essere visti dal pubblico e creare una rete di amministrazioni pubbliche, dove la presenza di ibridi è stata riscontrata, al fine di stimolare la replica di esperienze di successo e il miglioramento di queste attività sperimentali (da http://www.ibriwolf.it);
Le attività svolte rappresentano un esempio di migliori pratiche, coinvolgendo le autorità responsabili della gestione del lupo e coinvolgendo il pubblico generico, che rappresenta la fonte di immissione di cani vaganti sul territorio.
- LIFE SLOWOLF (2010 – 2013) (Conservation and surveillance of the conservation status of the wolf (Canis lupus) population in Slovenia),
ha avuto come obiettivi la conservazione a lungo termine e il monitoraggio del lupo in Slovenia, la conservazione degli habitat e delle prede e il miglioramento della coesistenza tra predatore e popolazione (da www.volkovi.si);
- LIFE WOLFNET (2010 – 2013) (Sviluppo di misure coordinate di
protezione per il Lupo in Appennino), ha come finalità principale quella di sviluppare e mettere in pratica modelli teorici per la protezione e gestione del lupo nel contesto appenninico, attraverso una metodologia che sia condivisa e coordinata tra le molteplici istituzioni, enti, associazioni e operatori territoriali. Le aree coinvolte direttamente dal progetto comprendono i territori del Parco nazionale della Majella, del Parco Nazionale del Pollino, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi-Monte Falterona e Campiglia e della Provincia dell’Aquila (da www.lifewolf.net);
- LIFE+ ANTIDOTO (2009 – 2014), che si è svolto nel Parco Nazionale
del Gran Sasso e Monti della Laga (Italia), nella Regione Andalusia e nella Regione Aragona (Spagna), si è prefisso lo scopo di adottare e diffondere misure innovative per la lotta all'uso illegale del veleno (da www.lifeantidoto.eu; www.gransassolagapark.it);
- LIFE WOLFALPS (2013 – 2018) (Wolf in the alps: implementation of coordinated wolf conservation actions in core areas and beyond; Il
lupo nelle Alpi: azioni coordinate per la conservazione del lupo nelle aree chiave e sull’intero arco alpino), ha l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina di lupo. Il progetto interviene in sette aree chiave, individuate in quanto particolarmente importanti per la presenza della specie e/o perché determinanti per la sua diffusione nell’intero ecosistema alpino. Oltre al monitoraggio, tra le attività previste dal progetto vi sono misure di prevenzione degli attacchi da lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio, strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane e interventi per migliorare la comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze e incentivare la tolleranza nei confronti del lupo, così da garantire la conservazione di questo importante animale sull’intero arco alpino (da http://www.lifewolfalps.eu);
- LIFE PLUTO (2014-2019) (Strategia italiana di emergenza per
combattere l'avvelenamento illegale e minimizzare il suo impatto su orso, lupo ed altre specie) ha come scopo favorire la conservazione dell'orso (Ursus arctos), del lupo (Canis lupus) e dei rapaci necrofagi
attuando in Italia, su vasta scala, misure, quali i nuclei cinofili antiveleno, che consentano di prevenire e contrastare l'uso illegale del veleno, fenomeno che costituisce una delle principali minacce per queste specie. Gli otto nuclei cinofili antiveleno opereranno in tutta l'Italia centrale e meridionale coprendo complessivamente 11 regioni (da www.lifepluto.it; www.parcoforestecasentinesi.it); - LIFE M.I.R.CO-Lupo (2015 – 2020) (Minimizzare l'Impatto del
Randagismo canino sulla COnservazione del lupo in Italia): il progetto si svolge nel Parco Nazionale dell'Appennino tosco- emiliano e nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e si propone di assicurare migliori condizioni di conservazione per il lupo agendo, in particolare, sui cani vaganti e randagi che alimentano gravi minacce (come la perdita dell'identità genetica del lupo dovuta all'ibridazione con i cani vaganti), la mortalità dovuta ad attività illegali di bracconaggio o uso del veleno, anche non direttamente rivolte al lupo, la trasmissione di patogeni provenienti dalla presenza sul territorio di cani vaganti non vaccinati (da www.lifemircolupo.it; www.gransassolagapark.it;
www.parcoappennino.it);
- LIFE MEDWOLF (2012 – 2017) (Le migliori pratiche di conservazione
del Lupo nelle aree mediterranee), Progetto all’interno del quale sono state svolte le osservazioni per questa tesi, si è svolto in Italia, nel territorio della provincia di Grosseto, e in Portogallo, nei distretti del Guarda e di Castelo Branco. L'obiettivo del progetto è stato l’incremento dell’utilizzo di misure di prevenzione, che sono state cedute in comodato d’uso gratuito agli allevatori, al fine di ridurre il
conflitto tra la presenza del lupo e le attività antropiche nelle aree rurali delle due aree di studio, dove si è persa la tradizione culturale alla coesistenza con il predatore. MedWolf ha visto infatti per la prima volta la collaborazione tra associazioni di categoria rappresentanti il mondo agricolo, associazioni ambientali, istituzioni e centri di ricerca italiani e portoghesi (da http://www.medwolf.eu).