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Il progetto di Giovanni Astengo e la sua proposta

LE CONVENZIONI DI LOTTIZZAZIONE A PISA

16. Il progetto di Giovanni Astengo e la sua proposta

Ad inizio degli anni ottanta risultò evidente la necessità di aggiornare il piano regolatore pisano, attraverso un lavoro che producesse uno strumento sostitutivo a quello elaborato da Dodi e Piccinato. I motivi alla base di questo aggiornamento furono sostanzialmente tre300:

- La quasi totale edificazione delle aree di espansione predisposte nel 1973;

- L’avanzato stato di realizzazione del Centro Direzionale di Cisanello;

- La doverosa revisione degli strumenti urbanistici non più funzionali all’evoluzione legislativa della materia.

Inoltre erano intervenuti altri importanti avvenimenti che avevano modificato il panorama cittadino rispetto al 1965, come:

- La creazione del Parco Naturale Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli;

300

G. BERTI, Note di sintesi sull’urbanistica a Pisa, Pisa, 2013, p. 11

Area per edilizia popolare Area Commerciale

Complesso Concetto Marchesi Viabilità “asse attrezzato”

- L’avvento del CNR nell’area di S. Cataldo; - Il progetto di ampliamento dell’aeroporto;

- La definizione del percorso definitivo dell’Autostrada e della Superstrada Fi – Pi – Li.

Nel 1987 il Comune di Pisa diede a Giovanni Astengo301 l’incarico della consulenza generale per la revisione del P. R. G., con la possibilità di poter usufruire anche di un gruppo operativo costituito specificatamente per l’occasione.

Il modus operandi dell’equipe si caratterizzò per il fatto che inizialmente si volle redigere un quadro conoscitivo adeguato della situazione insediativa pisana, con le proprie caratteristiche strutturali e funzionali, attraverso l’utilizzo delle cartografie. Queste si dividevano in due tipologie:

- Quelle che documentano l’uso del suolo urbano ed

extraurbano, le quali rivestono un ruolo fondamentale per

determinare una vera e propria contabilità del territorio urbano, imprescindibile per poter desumere delle informazioni sulle dotazioni urbanistiche presenti;

- Quelle che documentano la stratificazione cronologica

dell’insediamento, le quali permettono una lettura critica circa

le modalità di crescita e di trasformazione urbana della città.

301

Giovanni Astengo (1915–1990), progettista alla scala edilizia, urbana e territoriale, docente universitario e fondatore del primo corso di laurea in Urbanistica in Italia. Nell'immediato dopoguerra è una delle personalità più attive nel dibattito sulla ricostruzione del Paese ed è propugnatore dell'esigenza di un vasto programma di piani, dalla scala nazionale fino a quella locale, entro i quali articolare e inscrivere un ordinato sviluppo del territorio nazionale. Nella sua attività si è occupato soprattutto di pianificazione urbanistica e territoriale, innovando la concezione del piano. Grazie alla sua definizione di urbanistica per l’Enciclopedia Universale dell’Arte, la “tutela e l’uso del suolo” sono entrati nella terminologia ufficiale giuridica e tecnica e riconosciuti come l’oggetto disciplinare della materia. Tra i suoi lavori il Piano regolatore generale di Gubbio, la consulenza per il Piano per l'area di sviluppo industriale di Taranto, il Piano regolatore generale di Bergamo (con L. Dodi), la consulenza per il Piano dell'area metropolitana di Ankara, Piano regolatore generale di Pavia (con G. Campos Venuti), la variante generale del Piano regolatore generale di Firenze (con G. Campos Venuti, F. Clemente, P. Maretto, L. Pontuale, G. Stancanelli), lo schema strutturale e Piano urbanistico comprensoriale della Valle dell'Adige, lo schema strutturale per l'area metropolitana Firenze – Prato - Pistoia.

Tutta questa analisi cognitiva preliminare portò Astengo ad evidenziare soprattutto l’inadeguatezza della gestione urbanistica per la realizzazione delle prescrizioni approvate con il piano Dodi – Piccinato.

Parallelamente a questi studi cartografici, furono portati avanti anche degli altri di tipo economico e demografico, i quali dimostrarono come nella nuova fase di pianificazione sia venuto meno il motore dell’espansione demografica302

: per questo motivo si era venuta a creare una sorta di competizione tra i territori per attirare dei moti migratori significativi, attraverso l’elaborazione di politiche insediative favorevoli.

Il piano venne dunque concepito come quel mezzo di organizzazione urbana capace di determinare una proposta più allettante rispetto a quella di altre realtà, individuando i due obiettivi pianificatori da perseguire in due elementi fondamentali, ovvero:

- Nell’offerta di una qualità abitativa migliore;

- Nella creazione delle condizioni, soprattutto infrastrutturali, che valorizzino Pisa come polo multimediale e come sede di conoscenze scientifiche attrattive di insediamenti produttivi e di ricerca303.

Il pensiero di Astengo non si limitò solamente allo studio della cornice dentro la quale deve essere inserito l’intervento, ma si spinse fino all’elaborazione di un’ideologia innovativa di redazione del piano, anticipatoria di quella indicata dalla Regione Toscana con la Legge Regionale 5/1995304. I vari passaggi redazionali sono cosi schematizzabili305:

302 Piano strutturale: Relazione Generale, a cura del Comune di Pisa, Pisa, 1997, p.

25

303

Piano strutturale: Relazione Generale, a cura del Comune di Pisa, Pisa, 1997, p. 25

304 G. BERTI, Note di sintesi sull’urbanistica a Pisa, Pisa, 2013, p. 21 305

G. ASTENGO, La metodologia della pianificazione, in Pisa: struttura e piano, volume I, Pisa, 1989, p. 19

- Formulazione di “schemi strutturali” di ipotesi di sviluppo su piccola scala;

- Confronto tra varie ipotesi;

- Individuazione dello schema ritenuto migliore; - Sviluppo del suddetto schema in forma preliminare;

- Verifica della funzionalità, fattibilità, compatibilità con gli obiettivi, le soluzioni tecniche e normative dello schema preliminare;

- Eventuali correzioni del preliminare;

- Discussione pubblica e raccolta delle osservazioni; - Ultime modifiche tecniche e finanziarie sulla fattibilità; - Adozione.

Tutte le considerazioni effettuate fino a questo punto sono riassumibili e ritrovabili nel progetto preliminare del Piano presentato nel 1990: nella presentazione di quella che viene definita come “prova generale”, Astengo parte dagli obiettivi generali << per il riordino e la rivitalizzazione, con la loro classificazione secondo priorità operative, per passare quindi alla identificazione delle singole soluzioni tecniche. >>306.

Gli obiettivi strategici della proposta del piano sono sintetizzabili in questa maniera307:

- La ridistribuzione spaziale delle strutture attrattive o di servizi che sono suscettibili di ricollocazione, come l’ospedale da trasferire a Cisanello e l’Università anche se non venne individuato un luogo specifico;

- La ristrutturazione di aree multifunzionali al fine di migliorarle; - La creazione di laboratori ad alta qualificazione sperimentale o

produttiva all’interno delle aree produttive stesse;

306 G. ASTENGO, Considerazioni conclusive, in Pisa: struttura e piano, volume I,

Pisa, 1989, p. 154

307

G. ASTENGO, Considerazioni conclusive, in Pisa: struttura e piano, volume I, Pisa, 1989, pp.153 - 159

- Il superamento dello zoning rigido, con la previsione di zone promiscue;

- Modificazione del sistema ferroviario ed uso della tratta Pisa – Pontedera come sistema di metropolitana.

La parte normativa venne articolata riprendendo la suddetta concezione di uno zoning non basato sulle tipologie o sulle funzioni che l’area deve svolgere, ma individuato secondo criteri morfologici e discipline d’intervento desumibili dall’inquadratura esposta in precedenza.

In questo modo si ottengono le seguenti zone308:

- Aree a destinazione prescritta mono o polifunzionale, nelle quali il piano poteva prescrivere tutti gli aspetti edilizi;

- Aree con edifici a volumetria definita, che sono i punti fondamentali della struttura urbana;

- Aree di intervento multiplo coordinato, destinate agli interventi di maggiore complessità, comprendenti operazioni di urbanistica estesa, come demolizioni, ricostruzioni ecc.;

- Aree di recupero in tessuto storico;

- Aree di rinnovo urbano, cioè quelle di recente urbanizzazione, nelle quali sono necessari interventi di potenziamento infrastrutturale;

- Aree destinate a grandi operazioni a tempi lunghi, come quelle destinate, ad esempio, alla realizzazione di un telaio infrastrutturale che permettano il collegamento di Pisa con il resto del territorio.

La proposta di Astengo non si concretizzò mai per via della sua prematura scomparsa e della successiva crisi dell’amministrazione, con il conseguente cambio politico.

Il lavoro e il pensiero esposto fino a questo punto risulta essere di fondamentale importanza sia per la trattazione sia per la storia

308

urbanistica moderna di Pisa, in quanto costituente la base filosofica e procedimentale di tutta la pianificazione pisana più recente.