“Il caso ““Orti E.T.I.C.I.”” nasce da un'esperienza collaborativa, tra enti pubblici e privati, che hanno cercato di condividere e raggiungere un obiettivo comune a partire dai propri obiettivi.
Il progetto “Orti E.T.I.C.I”, acronimo di "Orticoltura, Economia, Tecnica e Inclusione soCiale Innovativa", nasce nel 2008 con l’intento di promuovere innovazione responsabile e condivisione nel campo delle produzioni agricole di qualità e delle politiche di inclusione sociale, associando all’aspetto produttivo proprio dell’azienda agricola quello della riabilitazione sociale, attraverso l’inserimento lavorativo di persone appartenenti alle fasce deboli della popolazione e con bassa capacità contrattuale. Il progetto si svolge su terreni agricoli, destinati alla produzione ortiva biologica, messi a disposizione dal Centro di Ricerche Agro Ambientali E. Avanzi (nel testo CiRAA) dell’Università di Pisa” (www.ortietici.it). Il progetto ha come scopo la produzione di ortaggi biologici ma nel contempo di creare attraverso queste attività agricole luoghi di scambio interpersonale tra i vari utenti ma, soprattutto, piattaforme di scambio di esperienze e competenze tra tutti gli attori che fanno parte del progetto, sia pubblici che privati. La finalità ultima del progetto, come ribadito più volte in questa tesi mira all’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati. Questi soggetti, sono persone svantaggiate a bassa contrattualità che hanno avviato un percorso di recupero o reinserimento sociale e lavorativo.
“Nella fase sperimentale sono stati previsti prevalentemente inserimenti socio terapeutici e tirocini aziendali, che si configurano come opportunità di avvicinamento
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al mondo della formazione e del lavoro, supportate da un rimborso spese da parte del Servizio inviante o dal Centro per l’Impiego.
La varietà di tipologie di svantaggio è una delle caratteristiche che distinguono “Orti E.T.I.C.I.” da altri percorsi, generalmente costruiti su una fascia particolare di utenza. Questa scelta presenta certamente delle criticità, quali la diversità di capacità lavorativa e relazionale e la necessità di un’azione di tutoring più intensa per garantire una maggiore integrazione del gruppo di lavoro, ma offre anche la possibilità di creare un contesto che, proprio perché non “costruito” pensando alla condizione di svantaggio, può essere sperimentato come luogo in cui ognuno può sentirsi completamente, o quasi, libero” (www.ortietici.it).
I servizi maggiormente coinvolti nel progetto sono il Dipartimento di Salute Mentale, il Ser.T che si occupa delle dipendenze, quelli che lavorano dell’esecuzione esterna della pena (UEPE).
La storia
“Il progetto “Orti E.T.I.C.I.” nasce dalla necessità di valorizzare risorse pubbliche divenute di difficile gestione, a causa della riduzione di fondi disponibili nell'Università di Pisa per la gestione di risorse fondiarie assegnate ad alcuni Dipartimenti, per motivi di ricerca e sperimentazione. In particolare, emergeva con crescente evidenza la difficoltà di valorizzare un piccolo podere di circa sei ettari assegnato in gestione al Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie e, fino a quel momento, gestito con personale a tempo determinato pagato tramite risorse dell'Università” (Di Iacovo et al., pag. 27, 2013).
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In seguito, l’intuito iniziale nonché la molla che ha permesso la nascita del progetto deriva da una convergenza di necessità tra più interlocutori. L’Università di Pisa, infatti, come precedentemente affermato, aveva i terreni a disposizione, ma mancanza di personale; il Centro Interdipartimentale di Ricerca Agro-Ambientale "E. Avanzi" (CIRAA), aveva la necessità di continuare a sperimentare le varie sfumature del produrre biologicamente; l'azienda agricola BioColombini, che già affermata nel territorio pisano, necessitava di un’ampliamento delle produzioni in vista della costante crescita della domanda dei consumatori; ed infine la Cooperativa Sociale Ponteverde, già nota per la necessità di indirizzare i propri utenti verso esiti in cui il lavoro è al tempo stesso luogo di produzione, di inclusione sociale e autosostentamento. Questa collaborazione tra i diversi attori, come detto in precedenza, è tuttora di vitale importanza per l’AS innovativa e permette l’ampliamento del ventaglio di servizi offerti e il loro profondo legame con il territorio nonché un percorso che apre la strada verso la sostenibilità economica e il welfare sociale.
A partire dalla nascita del progetto fino ad oggi lo sviluppo e la crescita di “Orti E.T.I.C.I.” può essere suddiviso in tre fasi temporali ognuna delle quali è caratterizzata da una organizzazione particolare fra tutti gli interlocutori coinvolti. La prima fase prende vita nel 2008 e l’organizzazione del progetto è pensata sul triennio 2008 – 2011. Il progetto è regolamentato, attualmente come allora, da una convenzione tra il Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie dell'Università di Pisa (DBPA) e l’Associazione Temporanea di Impresa (ATI) appositamente costituita tra la Cooperativa Sociale Ponteverde Onlus di Pontedera, l'azienda
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Agricola BioColombini di Crespina (PI), il Centro Interdipartimentale di Ricerca Agro-Ambientale "Enrico Avanzi" (CIRAA) di San Piero a Grado (PI).
L’ATI, ha due importanti vantaggi. Permette, come detto in precedenza e in perfetta armonia con l’ideologia dell’agricoltura sociale innovativa, di creare un unico sistema di relazioni finalizzate alla valorizzazione del territorio in tutti i suoi aspetti. Il secondo vantaggio è quello di garantire un'inconfutabile chiarezza e trasparenza delle operazioni interne, circa l'uso delle risorse fondiarie messe a disposizione per le molteplici attività e il perseguimento degli obiettivi comuni.
Inoltre, l’ATI, permette ai tre soggetti di condividere sia le esperienze sia le competenze per il raggiungimento di un obiettivo comune. Il compito dell’azienda è stato principalmente occuparsi della produzione biologica e della commercializzazione dei prodotti attraverso i propri canali di vendita rappresentati soprattutto dai GAS. La programmazione delle colture è stata effettuata in accordo con il CIRAA al fine di soddisfare il più possibile la domanda dei consumatori (GAS, rifornimento delle mense scolastiche etc.). Il compito della Cooperativa è stato invece quello di gestire il processo di inserimento lavorativo, il monitoraggio e la valutazione degli esiti individuali gestendo i rapporti di lavoro anche dal punto di vista economico, fiscale, previdenziale ma anche dal punto di vista psico-fisico e sociale. La Cooperativa inoltre ha garantito la presenza di un tutor ovvero un operatore sociale con il compito di accompagnare gli utenti durante il lavoro e di gestire le relazioni tra gli utenti e i diversi servizi di provenienza. Infine il CIRAA ha gestito le lavorazioni, messo a disposizione alcuni terreni, le reti di relazioni con enti locali, nazionali e comunitari e le competenze tecniche del proprio personale che ha il compito principale di svolgere azioni di ricerca. Il CIRAA avvia tuttora processi
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formativi rivolti ai neo-laureati e tirocinanti al fine di sviluppare competenze teorico- pratiche nel settore dell’orticoltura biologica e dell’inclusione sociale (Di Iacovo et
al., 2013).
Il progetto è stato premiato con l'Award per la categoria "Agricoltura Sociale" dall'Agenzia Italiana per la Campagna e l'Agricoltura Responsabile e Etica (AICARE). Nel 2011 invece, vince la "Menzione Speciale Innovazione" al concorso nazionale "E.S.E.M.P.I" (Esperienze di Sviluppo Eccellenti per Metodi e Prassi Innovative), indetto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La seconda fase invece, ha previsto una nuova programmazione ed ha avuto come periodo di riferimento il 2011 – 2013. In questo triennio, come in quello precedente, oltre alla presenza costante di tutti gli interlocutori, ad avvicinarsi sempre di più al progetto, è stata la Società della Salute di Pisa. Il suo staff infatti, ha acquisito sempre più consapevolezza sul tema dell’agricoltura sociale e visto crescere l’interesse a sperimentare operativamente il suo impiego, valorizzando il progetto. A testimonianza di ciò, la SdS ha contribuito al sostegno del tutor sociale nella seconda programmazione attraverso un bando promosso dalla Regione Toscana. Di recente, la SdS sta curando direttamente i rapporti tra tutti i servizi sociali (Ser.T, DSM ecc.) e l’UEPE, ed il rapporto di co-terapia, formazione ed inclusione sociale e lavorativa mediata per il tramite del progetto “Orti E.T.I.C.I.” (Di Iacovo, 2012b).
A differenza della prima programmazione invece, nella seconda tutti gli interlocutori hanno modificato alcune funzioni operative al fine di correggere alcuni difetti presenti nel triennio precedente.
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Nel 2012, infine, il progetto “Orti E.T.I.C.I.” ha ricevuto il riconoscimento "Toscana EcoEfficiente 2012".
L’ultima fase invece, è in di progettazione e comprende il triennio che va dal 2014 al 2016. Come negli anni precedenti anche in questo caso è stata costituita una nuova Associazione Temporanea d’Impresa che prevede l’inserimento di nuovi interlocutori.
Il primo è il Dipartimento di Scienze Veterinarie, che ha già avviato azioni di sperimentazione ed innovazione nel campo dell'agricoltura sociale che hanno avuto evidenza regionale e nazionale su questa tematica, all'interno del "Progetto" metterà a disposizione le proprie competenze e la propria rete di collaborazioni nello svolgimento delle azioni di formazione, didattica, ricerca, sperimentazione, monitoraggio e validazione, azioni di comunicazione scientifica e divulgativa. Il Dipartimento di Scienze Veterinarie collabora all’organizzazione di terapie e attività assistite con gli animali (AAA e TAA) mettendo a disposizione le strutture e gli animali gestiti all’interno del Dipartimento stesso.
La società "Arnera Cooperativa Sociale Onlus" collaborerà alle attività di progettazione e conduzione di iniziative formative e riabilitative orientate a persone con più bassa contrattualità, in accordo con i soggetti responsabili sul territorio per l'erogazione di servizi sociali, sanitari ed educativi. All’interno del progetto svolge anche attività di promozione sociale e mette a disposizione la propria rete di servizi per la promozione e vendita delle produzioni agricole del progetto, il tutto in accordo con gli altri partecipanti all’ATI.
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Gli attori
Azienda Agricola Biocolombini
L’Azienda Agricola BioColombini, situata nei comuni di Lari e di Crespina, nella zona della Valdera in provincia di Pisa, nasce all’inizio del ’900 attraverso tre generazioni.
Da sempre si occupa della produzione di ortaggi e si estende per 18 ettari su cui, per la maggior parte, si producono ortaggi sia in serra che in pieno campo. Nel 1998 l’azienda si converte all’agricoltura biologica e dal 2001 apre i suoi canali di vendita verso i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) in Toscana. In seguito inizia le sue attività di agricoltura sociale, partecipando a progetti di inclusione socio-terapeutica e lavorativa.
Nel 2001 l’azienda partecipa al progetto in Valdera, il “Giardino dei Semplici”, elaborato da Mauro Gallevi, medico psichiatra in pensione che lavorava presso la ASL 5 di Pontedera e dall’associazione ORISS. Al termine del percorso, dei soggetti coinvolti, due persone vengono assunte in azienda mentre altre due persone con invalidità più gravi hanno proseguito, in accordo con il Servizio Sanitario di zona, con percorsi di terapia occupazionale. Lentamente così è cresciuta sia la visibilità aziendale che la reputazione dell’azienda su tutto il territorio locale. Inoltre, il metodo di coltivazione biologica ha permesso all’azienda di rafforzare i propri rapporti con i GAS assicurando un grado elevato di freschezza dei prodotti e un basso impatto energetico dei trasporti.
A conferma di questo, nel 2006, Colombini è il primo agricoltore che riceve il premio “Etica & Impresa”, un riconoscimento destinato alle imprese che si
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distinguono per la messa in atto di pratiche di responsabilità sociale (www.eticaeimpresa.net).
Col progetto “Giardino diventa Impresa”, in azienda sono nate possibilità di stage e tirocini, sia formativi che a scopo occupazionale.
Infine, nel 2008 partecipa attivamente al progetto “Orti E.T.I.C.I”. L’azienda, da parte sua, mette a disposizione le proprie competenze agricole e i canali commerciali. L’esperienza nel sociale da parte dell’azienda è un esempio di come possa essere valorizzato il territorio, come possa essere erogato un servizio pubblico e di come possa aumentare la visibilità aziendale e la sensibilizzazione da parte del consumatore. Ciò rappresenta una nuova via per la comunicazione e la crescita del valore dell’agricoltura sociale (Colombini, Guidi, 2011).
Cooperativa Sociale Ponteverde Onlus
“La Cooperativa Ponteverde Onlus, è una cooperativa sociale di tipo "B" che opera dal 1994 in tutto il territorio della Valdera e in altri Comuni della provincia di Pisa. L'interesse nei confronti dell'Agricoltura Sociale, inizia quando tale ente intraprende un proprio percorso di formazione e partecipazione alle iniziative di studio su tale tematica, aderendo alla prima edizione nel 2003 del progetto "Il Giardino dei Semplici", con Servizi e aziende del territorio, tra le quali l'azienda agricola BioColombini.
Nel progetto “Orti E.T.I.C.I.”, si occupa delle specifiche funzioni di: amministrazione del processo di inserimento lavorativo, di monitoraggio e valutazione degli esiti dei percorsi personalizzati costruiti per ciascun utente e di vendita dei prodotti ai Gruppi di Acquisto Solidali” (Parrini, pag. 197, 2013).
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Centro Interdipartimentale di Ricerca Agro-Ambientale E. Avanzi
Il Centro Interdipartimentale di Ricerca Agro-Ambientale "Enrico Avanzi", inserito nella riserva UNESCO "Selva Pisana", è una realtà unica nel campo della ricerca e della didattica, e conta circa 1700 ettari di terreno ma sono 710 etteri sono destinati per le colture agrarie. Nasce nel 1989, per riprendere e potenziare le attività che da anni si svolgevano nella ex-tenuta demaniale di Tombolo, a San Piero a Grado (PI). Tale Centro si pone quattro specifici obiettivi: didattica e formazione professionale; ricerca scientifica e sperimentazione; produzioni agro-zootecniche; servizi.
Il perno su cui ruota il meccanismo del CIRAA è rappresentato dalla ricerca di strumenti innovativi per la promozione e lo sviluppo dell'agricoltura multifunzionale. Le attività svolte, riguardano l’agricoltura sociale, l’utilizzazzione dei terreni per fini inclusivi ma anche didattici, in particolar modo di educazione ambientale. Esso, in quanto partner di Orti E.T.I.C.I., oltre a destinare, nella seconda programmazione del progetto, alcuni terreni propri ai lavori agricoli, gestisce le lavorazioni ed offre la robusta rete di relazioni che ha sviluppato negli anni, sulla tematica dell'Agricoltura Sociale, con gli enti locali, nazionali e comunitari.
“In ottemperanza a tali presupposti di ricerca e sviluppo, esso predispone peculiari processi formativi rivolti a neo-laureati e tirocinanti, al fine di trasmettere competenze teorico-pratiche inerenti ai principi ispiratori sui quali si erge il progetto. Il CIRAA, in conclusione, conformemente all'impegno profuso in risposta ai bisogni della società, redige un bilancio sociale nel quale, oltre a mostrare i risultati contabili/amministrativi ottenuti, espone ai vari stakeholder le azioni intraprese e le intenzioni future, per verificare la corrispondenza tra le iniziative attuate e le aspettative dei membri della comunità”.
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“A testimonianza del suo impegno nella ricerca di innovazioni nel campo agricolo, è stato qualificato, dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione del settore Agricolo forestale (ARSIA), quale "Polo toscano per il collaudo e il trasferimento dell'innovazione"” (Parrini, pag, 201, 2013).
Arnera nuova cooperativa
La Cooperativa Sociale “ARNÈRA” nasce nel 2014 da una fusione societaria tra le cooperative sociali Cerchio, Paideia, Ponte e Progetto, cooperative che già nel corso della propria storia hanno condiviso territorio, collaborazioni e iniziative sociali. Dalla sinergia creatasi tra queste cooperative, anche attraverso maggiori capacità di investimento, nasce un obiettivo comune finalizzato a rispondere, in modo più dinamico ed innovativo, ai nuovi bisogni che si vanno delineando sul territorio. “ARNÈRA” opera nelle diverse province della Toscana, attraverso un attenta lettura dei bisogni e delle tendenze territoriali che si esplicita nel tradurre i dati emersi in progetti di intervento. La cooperativa è attiva nei campi dell’infanzia, dei bambini/e, dell’adolescenza e della famiglia, della prevenzione e della presa in carico del disagio e delle dipendenze, della lotta all’emarginazione e all’esclusione sociale, dell’immigrazione, degli anziani, della formazione, comunicazione e consulenza. “ARNÈRA” è un’organizzazione multiprofessionale, che riconosce nella partecipazione e nella solidarietà tra i propri soci la risorsa fondamentale per lo sviluppo. Si configura come cooperativa sociale a scopo plurimo (di tipo A e B), in cui l’attività di gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e connessa con quella di inclusione al lavoro di soggetti svantaggiati. Crea lavoro ed offre servizi in stretto legame con il territorio, secondo un’ottica di rete e di empowerment. Essa mira, con una forte attenzione alla qualità, a promuovere la crescita degli individui e della
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comunità riconoscendone la complessità e sviluppando metodi di analisi, di azione e di valutazione. Collaborando con gli Enti Pubblici, orienta la propria azione sui valori fondamentali dell’accoglienza, del rispetto delle differenze, della promozione dell’esercizio dei diritti e della partecipazione civile.
Dipartimento di Veterinaria
La sede principale della Dipartimento di Scienze Veterinarie (Ex Facoltà di Medicina Veterinaria), inaugurata nel 1965, si trova a Pisa. Nel 2000, fu inaugurato il primo lotto della sede del Fu Dipartimento di Clinica Veterinaria a San Piero a Grado, a pochi chilometri da Pisa, dove, entro un certo numero di anni, verrà trasferito l'intero Dipartimento di Scienze Veterinarie. Attualmente nella nuova sede è operante l'Ospedale veterinario. Oltre a queste due sedi principali esistono altre due sedi distaccate di cui una è il Centro Interdipartimentale di ricerche agro-ambientali. Come specificato già in precedenza, il dipartimento di Veterinaria, entrando a far parte dell’ATI, permetterà l’ampliamento alla sfera delle produzioni animali, delle Attività assistite dall’animale (AAA), delle Terapie assistite dall’animale (TAA) e delle attività agricolo-zootecniche avviate, con la finalità di promuovere l’inclusione sociale e lavorativa di persone a bassa contrattualità e con un diverso spettro di problematiche.
Gli obiettivi e le modalità di applicazione
“L'intuizione iniziale di tale progetto, è assimilabile all'idea di vita activa introdotta da Hannah Arendt, nel suo omonimo libro, che richiama il modello della "Polis" quale fulcro di rapporti tra dimensione morale, individuale, etica e pubblica. La
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Polis, di fatto, è un modello di struttura tipicamente greca che prevedeva l'attiva partecipazione degli abitanti alla vita collettiva, ricercando una propria realizzazione nella costruzione del bene comune. È proprio questo impegno collettivo, questa rivitalizzazione delle basi delle fondamentali attività umane, la leva propulsiva del progetto analizzato che, conformemente ai valori identificati da Hannah Arendt, si fonda sull'attività lavorativa, sull'operare e sull'agire. Nello specifico, l'autrice, nel definire la vita attiva, intende l'attività lavorativa quale sviluppo biologico del corpo umano, il cui accrescimento spontaneo, metabolismo e decadimento finale sono legati alle necessità prodotte e alimentate nel processo vitale dalla stessa attività lavorativa; l'operare, quale condizione dell'uomo che si traduce nell'essere nel mondo, un mondo artificiale nettamente distinto da quello naturale, nel quale l'uomo deve operare per superare e trascendere tali limiti; l'agire, infine, quale attività che mette gli uomini in relazione, senza la mediazione delle cose materiali” (Arendt, 1964) (Parrini, pag. 192, 2013).
Gli esiti realizzati da Orti E.T.I.C.I., in risposta alle categorie di bisogni identificati dalla vita activa, sono i seguenti:
1. Attività lavorativa
a) Produzione di cibo fresco e di qualità biologica per i consumatori locali
b) Azioni di co-terapia per il miglioramento della qualità di vita delle persone partecipanti al progetto
c) Azioni di inclusione sociale attiva e miglioramento della qualità relazionale delle persone coinvolte
d) Miglioramento della qualità della vita delle famiglie dei fruitori e) Inclusione lavorativa di persone a bassa contrattualità
67 2. Operare (organizzazione di nuovi artefatti)
a) Valorizzazione delle risorse fondiarie a fini agricoli b) Costruzione del paesaggio peri-urbano
c) Organizzazione di nuovi sistemi di impresa ibrida
3. Agire
a) Costruzione di nuovi sistemi di relazione tra strati sociali diversi della comunità (consumatori, cittadini, fruitori dei servizi, soggetti di impresa, enti di ricerca) b) Costruzione di nuovi modelli organizzativi e relazionali nella gestione delle
risorse pubbliche e private e nei sistemi di produzione e distribuzione del valore per fronteggiare la crisi
c) Nuove speculazioni ideali rispetto alle ipotesi di convivenza pubblica
d) Nuova dimensione della costruzione della partecipazione e della responsabilità (Di Iacovo, pag. 106, 2013).
L'obiettivo di questa organizzazione sociale risponde ai principi dell’agricoltura sociale co-produttiva creando reti di relazioni tra soggetti pubblici e privati, che si uniscono per condividere le proprie esperienze, crearne di nuove e mettendo in campo le loro competenze. Si arriva dunque a creare un un’unica fusione di idee, iniziative e competenze che portano alla nascita di un progetto che lavora a 360° per lottare contro gli svantaggi sociale ma anche per trasmettere conoscenze attraverso principi di solidarietà. Il progetto, per funzionare correttamente, oltre a porsi degli obiettivi da conseguire, deve basarsi su una programmazione ben definita a livello organizzativo ma soprattutto a livello temporale.
Come accennato in precedenza, ci sono state due programmazioni, la seconda in funzione della prima. Le due programmazioni differiscono soprattutto a livello
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strutturale in quanto il Centro Interdipartimentale di Ricerca Agro-Ambientale si è trasformato da semplice partner con scopi finalizzati alla ricerca scientifica nella prima programmazione, a partner con una funzione di gestione delle attività produttive e incremento delle stesse grazie alla condivisione dei propri appezzamenti di terreno.
In questo passaggio dal primo triennio di programmazione (2008-2011) al secondo (2011-2013), a causa di contingenze di matrice esterna, si sono verificati ulteriori evoluzioni. Il numero dei GAS è aumentato in funzione dell’aumento della visibilità e sensibilizzazione del progetto. Ciò ha portato ad un aumento della produzione negli anni. I principali vantaggi derivanti da questo aumento, hanno portato ad un