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Il Programma Integrato di Rigenerazione Urbana di Martina Franca

Premessa

Da ormai troppo tempo perdura una pesante crisi che sta investendo il mercato e l’industria italiana delle costruzioni, con la stagnazione degli investimenti nelle infrastrutture pubbliche, una crescente disoccupazione nel settore della progettazione e il continuo incremento del ricorso delle imprese alla cassa integrazione straordinaria.

Oltre all’inderogabile necessità d’interventi sul risanamento del Bilancio dello Stato e di riforme per eliminare l’inefficienza e la pesantezza burocratica con cui ci si scontra quotidianamente, si devono individuare nuove strategie e nuovi mercati, capaci di dare concrete prospettive per uscire da questa prolungata situazione di emergenza.

Il tema della rigenerazione urbana sostenibile, a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime condizione del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra è, per gli architetti e gli ingegneri italiani, la questione prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni. Questione da intendersi non solo come materia rilevante nella pratica urbanistica, ma come una politica per uno sviluppo sostenibile delle città, limitando la dispersione urbana e riducendo gli impatti ambientali insiti nell’ambiente costruito: frenare il consumo di nuovo territorio, attraverso la densificazione di alcuni ambiti solo a fronte della liberalizzazione di altre aree urbanizzate, da tramutare in servizi e luoghi di aggregazione.

In città sempre più disgregate a causa dell’incontrollata crescita degli ultimi decenni, la riqualificazione delle periferie deve essere il punto di partenza per poter dare una svolta ad una situazione precaria sia a livello edilizio che ambientale. L’assenza di spazi pubblici di qualità e il consumo del suolo arrivato al livello di guardia, il costo energetico non più in grado di sopportare sprechi e lo smaltimento dei rifiuti e dei materiali non riciclabili, hanno determinato consapevolezza da parte dei cittadini con richiesta di interventi e di soluzioni.

La rigenerazione urbana rappresenta l’occasione per risolvere problemi come l’assenza di identità di un quartiere, la totale mancanza di spazi pubblici e l’elevata densità edilizia che rende impossibile gli allargamenti delle sedi viarie, la realizzazione di aree verdi e perfino la messa a dimora di alberature lungo i marciapiedi.

La riqualificazione degli spazi pubblici, incidendo sulla qualità della vita degli abitanti e sul loro senso di appartenenza ai luoghi può, infatti, costituire un fattore decisivo nella riduzione delle disparità tra quartieri ricchi e poveri, contribuendo a promuovere una maggiore coesione sociale: oltre agli aspetti relativi alla casa, gli interventi si devono porre l’obiettivo della riqualificazione delle infrastrutture urbanizzative e il trattamento delle tematiche sociali, economiche, ambientali.

Mediante una nuova concezione urbanistica e, quindi, tramite programmi urbanistici adeguati si può, infatti, generare un flusso economico virtuoso in grado di recuperare quelle parti di città, dove l’assenza di funzioni direzionali e d’insediamenti qualificati, la mancanza di servizi sociali e il deperimento degli spazi pubblici hanno prodotto forme di tensione ed esclusione sociale.

Nell’affrontare i temi del recupero e della valorizzazione delle aree periferiche con programmi complessi, si dovranno perseguire, anche attraverso l’impiego di risorse private, obiettivi di riqualificazione diffusa degli spazi pubblici, di risanamento e ripristino delle aree degradate, d’inserimento di funzioni e attività per servizi collettivi e attrezzature, volti a favorire i processi d’inclusione e sviluppo sociale.

Occorre quindi, in sintesi, promuovere efficaci e concrete azioni atte a trasmettere un nuovo concetto di urbanistica non limitato al governo dell’esistente, ma in grado di far fronte all’emergenza sismica e idrogeologica, produrre un reale contenimento dei consumi energetici e ridare un significato civile e dignitoso alle periferie.

Prima di descrivere i punti più importanti del Programma di Rigenerazione Urbana del Comune di Martina Franca è bene ricostruire un minimo il quadro normativo sui vari livelli di pianificazione, in modo da poter comprendere meglio questo recente strumento urbanistico.

Quadro normativo in materia di Rigenerazione Urbana

La Regione Puglia, promulgando la legge n.21 “Norme per la Rigenerazione Urbana” del 29 luglio 2008, ha promosso come affermato all’art.1 “la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio

economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati”.

I contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, i contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale, i contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di terziarizzazione e le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate costituiscono i principali ambiti di intervento.

I Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana rappresentano gli strumenti di intervento che, come esplicitato all’art. 2 della legge stessa, sono “volti a promuovere la riqualificazione di parti significative di città e sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico”. Essi devono fondarsi “su un’idea

guida di rigenerazione legata ai caratteri ambientali e storico

culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità e ai bisogni e alle istanze degli abitanti” e comportano “un insieme coordinato di interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio

economico”.

Tali programmi sono contemplati nel Programma Operativo FESR 2007

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2013,

finanziabili con la dotazione dell’asse VII “Competitività e attrattività delle città

e dei sistemi urbani”, secondo due linee di intervento: la linea 7.1 “Piani integrati di sviluppo urbano” e la linea 7.2 “Piani integrati di sviluppo territoriale”. Per la linea 7.1 è prevista l’azione 7.1.1 denominata “Piani integrati di sviluppo urbano di città medio/grandi” destinata alle città con popolazione superiore a 20.000 abitanti che abbiano avviato le procedure previste dalla suddetta L.R. 21/2008. Per la linea 7.2 è prevista l’azione 7.2.1 denominata “Piani integrati di sviluppo territoriale” destinata a Comuni o aggregazioni di comuni con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, secondo i criteri indicati nel Programma Pluriennale di Attuazione dell’Asse VII.

Nel Programma Pluriennale dell’Asse VII all’azione 7.1.1 si legge:

L’azione sostiene la realizzazione di Piani Integrati di Sviluppo Urbano delle città medio/grandi […].

I Piani, costruiti con la partecipazione degli abitanti, saranno per contenuti e finalità rispondenti alla legge regionale 21/2008, basati su un’idea

guida di rigenerazione […].

I Piani dovranno contenere uno studio preliminare dell’intera area di intervento riguardante:

La riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici […].

La riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni, spazi verdi e servizi […].

Il contrasto all’esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali […].

Il risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di

infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu […].

Nella stessa determinazione del dirigente del servizio assetto del territorio n.13 del 15.02.2010 si definiscono:

7.1 Piani integrati di sviluppo urbano - Obiettivo operativo è la rigenerazione

urbana attraverso piani integrati di sviluppo urbano fortemente caratterizzati da

azioni volte alla sostenibilità ambientale e, in particolare, alla riqualificazione della città esistente e al contenimento dell’espansione urbana, destinati ai sistemi di centri minori o alle aree delle città medio ‐ grandi dove si concentrano problemi di natura fisica, sociale, economica;

7.2 Piani integrati di sviluppo territoriale - Obiettivo operativo è la

rigenerazione territoriale attraverso piani integrati di sviluppo territoriale volti al

rafforzamento, riqualificazione, razionalizzazione e, dove necessario, disegno delle reti funzionali e delle trame di relazione che connettono i sistemi di centri

urbani minori con particolare riguardo a quelli fortemente connessi (o con elevato potenziale di connessione) dal punto di vista naturalistico e storico‐culturale.

Secondo la stessa L.R. 21/2008 tra le azioni che possono essere incluse nei programmi di rigenerazione urbana vi sono:

la riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, garantendo la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico

culturale, paesaggistico, ambientale;

la riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalità di gestione;

il contrasto dell’esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, socio

sanitario, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello sviluppo;

il risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di

infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano, sentieri didattici e museali, percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti a elevato grado di permeabilità, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella realizzazione delle opere edilizie.

Tali Programmi sono predisposti dai Comuni o proposti ai Comuni stessi da altri soggetti sia pubblici che privati, assumendo gli effetti di strumenti urbanistici esecutivi. Essi non possono comportare variante agli strumenti urbanistici comunali per trasformare in aree edificabili, aree a destinazione agricola, fatta eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione di verde e servizi pubblici nella misura massima del 5% della superficie complessiva dell’area di intervento.

La rigenerazione è dunque intesa come intervento integrato, che coinvolge non solo gli aspetti fisici interessati dalle operazioni di riqualificazione, ma anche quelli sociali ed economici del degrado urbano. I Comuni definiscono gli ambiti territoriali che rendono necessari interventi di rigenerazione urbana, predisponendo un Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana, da

approvarsi con apposito atto deliberativo del consiglio comunale ed applicando le procedure previste dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 11 della L.R. n.20/2001.

Il documento, basandosi sull’analisi della situazione urbanistica, edilizia, abitativa e socio‐economica della città di Martina Franca, nonché del degrado fisico, abitativo e socio‐economico, individua parti significative del territorio comunale e definisce:

gli obiettivi di riqualificazione urbana;

gli ambiti territoriali da sottoporre a programmi integrati di

rigenerazione urbana;

le politiche pubbliche;

i criteri per valutare la fattibilità dei programmi.

Il vecchio PRG (Piano Regolatore Generale)

Il quadro della pianificazione urbanistica vigente del Comune è oggi costituito dal Piano Regolatore Generale Comunale (approvato definitivamente, dalla Regione Puglia, il 5 maggio 1984 con Deliberazione n.1501 e non ancora adeguato alla L.r. 56/1980).

Le previsioni territoriali per destinazioni significative del PRG vigente, sono individuate a norma dell’art. 10 delle relative NTA:

“zona A – di risanamento e restauro conservativo”;

“zona B – di ristrutturazione”;

“zona C – di completamento”;

“zona E1 – espansione edilizia semintensiva”;

“zona E2 – espansione edilizia economica e popolare”;

“zona E3 – espansione edilizia, case isolate”;

“zona E4 – espansione edilizia estensiva”;

“zona F1 – agricola in Valle d’Itria”;

“zona H1 – verde pubblico”;

“zona H2 – verde privato”;

“zona I – verde sportivo ”;

“zona L – industriale”;

“zona S – servizi pubblici”;

“zona P – per attrezzature sportive”.

Alla pianificazione urbanistica esecutiva si riferiscono, inoltre, con specifico riferimento ai contesti di intervento:

il P.E.E.P. (ormai scaduto);

lo Studio di Fattibilità per la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana la S.T.U.;

il P.R.U.S.S.T. (Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio) per il territorio del sud est barese, Valle d’Itria e Terra delle Gravine;

i diversi Piani di Lottizzazione di iniziativa privata, realizzati nella zona industriale.

Negli anni ‘60 anche la città di Martina Franca venne investita dal boom edilizio che portò ad una rapida edificazione di molte aree poste a ridosso del centro storico e per poter regolamentare l’ulteriore sviluppo edilizio era necessario possedere un adeguato strumento urbanistico.

Dopo anni di processi burocratici in parte falliti, lo strumento urbanistico nella sua definitiva redazione fu approvato dalla Giunta Regionale con delibera n.1501 del 05/03/1984.

Tale strumento, attualmente vigente, oltre a disciplinare l’edificazione dei territori strettamente adiacenti al centro abitato, prevedeva anche l’edificazione di alcune zone esterne come Giuliani, Pergolo, S.Paolo e Chiancaro deputate per lo più ad una edilizia estensiva a basso indice di fabbricabilità fondiaria (0,5mc/mq). Inoltre, era prevista l’individuazione di altre aree nell’agro (borgate) destinate alla

residenza come Capitolo, Carpari, Ponticello, Ferrari, Casavola, Presidente, Specchia Tarantina, Orimini e Manampola. In ogni zona erano previste aree per servizi, verde pubblico e parcheggi pubblici in misura pari a 24 mq/ab (maggiore dei 18 mq/ab previsti per legge).

Il piano regolatore ha disciplinato l’edificazione dell’ampio territorio agricolo, individuando varie zone, alcune delle quali destinate anche alla residenza con un indice molto basso (0,03 mc/mq) e ha individuato alcune aree per l’attività industriale‐artigianale (in località Cicerone a 2 km circa dal centro urbano lungo la strada per Mottola, ed in località Trasconi a 6 km circa lungo la strada per Massafra).

Ai fini della viabilità, prevedeva due tracciati stradali (circonvallazioni) immediatamente esterni all’abitato ed alcuni sovrappassi ferroviari.

Il piano regolatore generale ha individuato le seguenti zone omogenee (la terminologia non risulta uniforme con quanto prescritto dal D.M. 1444/68): A – Centro Storico; B – Ristrutturazione ; C – Completamento; E – Espansione; L – Industriale; P

Attrezzature sportive; S – Servizi; H1 – Verde pubblico; H2 – Verde privato e F – Zone agricole.

Dopo l’approvazione del PRG si sono susseguite numerose vicende riguardanti modifiche, adeguamenti e varianti che non hanno in sostanza prodotto alcun atto ufficiale in termini di programmazione urbanistica della città che oggi deve convivere con uno strumento vecchio, concepito oltre 30 anni fa, attuato del tutto nelle sue previsioni relative alle zone residenziali e per giunta non adeguato alla legge urbanistica regionale n. 56/80.

Da tutto quanto sopra si possono trarre le seguenti considerazioni:

- le previsioni del P.R.G. vigente relative alle aree destinate alla residenza estensiva ad alto indice nonché alla edilizia residenziale pubblica risultano attuate, per cui le aree edificabili per simili interventi risultano pressoché esaurite;

- l’iter di adozione della Variante Generale al P.R.G non è mai stato ultimato, per cui, oltre alle indicazioni del P.R.G. vigente, approvato nell’84 ed in alcune previsioni ormai esaurito e superato, si ritiene utile

occupandosi della trasformazione e dello sviluppo di alcuni ambiti della città di Martina Franca

confrontarsi anche con le direttive e le indicazioni dei documenti urbanistici più recenti che risultano più aggiornati, anche se i relativi iter approvativi non hanno trovato conclusione (Variante Generale al P.R.G., presentata nel 2003; Relazioni inerenti la Verifica della Variante Generale al P.R.G., presentate nel 2005);

- il P.R.G. vigente, risalente al 1984, non risulta adeguato alle prescrizioni

della Legge Regionale n.56/80 per cui è possibile prevedere esclusivamente varianti per la redazione di P.E.E.P. e P.I.P. ai sensi dell’art.55 della stessa norma.

Per meglio comprendere quale sia la parte del territorio comunale regolato dal PRG vigente si riporta di seguito un’immagine esemplificativa.

Contenuti e obiettivi del Programma di Rigenerazione Urbana

L’Amministrazione del Comune di Martina Franca ha inteso perseguire politiche urbanistiche di natura complessa ed integrata in quanto l’ambito urbano della città è connotato da due aspetti negativi:

- il settore dell’edilizia non riesce a dare offerta adeguata alla necessità di mercato che oggi più che negli scorsi anni chiede alloggi a costi contenuti, atteso che lo strumento urbanistico vigente risale al 1984 ed ha esaurito le sue previsioni edificatorie in materia di edilizia residenziale pubblica;

- l’edificato esistente soffre della carenza di aree a servizio della residenza, soprattutto di verde attrezzato

La necessità di dare risposta amministrativa alle sopracitate circostanze riveste ormai carattere di urgenza e lo scopo di tale attività dovrà permettere da un lato la realizzazione di servizi per la collettività e dall’altro la creazione di condizioni favorevoli alla costruzione e vendita di alloggi a costi contenuti.

I Piani Integrati di Rigenerazione, in quanto strumenti complessi, possono fungere da strumento di governo sia tecnico che finanziario contemplando quindi una risposta che possa coniugare le due suddette esigenze primarie della città di Martina Franca.

L’elaborazione di uno o più Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana permetterebbe dunque di:

- acquisire al patrimonio comunale le numerose aree a standard inutilizzate e oggetto di contenziosi tesi alla loro ritipizzazione;

- offrire alla collettività alloggi a prezzi contenuti; - reperire plusvalenze per la realizzazione di servizi;

Andando più nello specifico il Programma di Rigenerazione Urbana (o i Programmi) intende raggiungere gli obiettivi, individuati in un documento programmatico preliminare (DPRU) approvato, che vengono elencati qui di seguito e tra i quali è messo in evidenza quello relativo alla Tesi in esame:

realizzazione di nuovi parcheggi pubblici, in particolare a servizio dei residenti e fruitori del centro storico;

creazione di nuovi spazi di socializzazione ed aggregazione ed

organizzazione di eventi culturali, e creazione di una rete di servizi commerciali e turistici;

adeguamento e potenziamento delle infrastrutture a rete presenti;

potenziamento del sistema di pubblica illuminazione per l’innalzamento del livello di sicurezza;

miglioramento delle condizioni di legalità e sicurezza a favore dei cittadini e delle imprese (intensificazione dei controlli, videosorveglianza, ecc.);

ampliamento delle aree pedonali ed eliminazione delle barriere

architettoniche ed ambientali;

riconversione di immobili pubblici sottoutilizzati o abbandonati per l’insediamento di servizi pubblici coerenti con il contesto o per la realizzazione di alloggi per utenze deboli;

miglioramento della funzionalità e fruibilità del sistema di trasporto pubblico (minibus elettrici ed altri interventi per la mobilità sostenibile);

acquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare gli ambiti del DPRU dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dell’art. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigue all’ambito e nella misura massima del 5% in estensione);

delocalizzazione delle strutture sportive dello Stadio comunale “G. D. Tursi” da via della Sanità all’ambito del Pergolo, in favore di nuove

attrezzature pubbliche, anche a servizio del mercato settimanale in centro urbano, con il contestuale potenziamento delle attrezzature sportive con annessi parcheggi nel quartiere periferico;

riorganizzazione e razionalizzazione del mercato settimanale (ambito 2) per una migliore fruizione degli spazi pubblici e per una riduzione dell’inquinamento acustico, atmosferico e veicolare;

riorganizzazione e sistemazione della viabilità carrabile e della mobilità pedonale interna all’ambito 2 e di quella collegamento con il resto della città, ed in particolare:

- risoluzione del nodo viario tra via del Tocco e via de Gasperi; - risoluzione del collegamento viario tra via del Tocco e via

Guicciardini;

- risoluzione del collegamento viario tra via Taranto e via Madonna Piccola;

riqualificazione degli spazi pubblici urbani e creazione di nuove centralità urbane per il Quartiere Sanità, per il Quartiere Carmine, su via Guglielmi e per il quartiere Palombelle;

riconversione dei fabbricati industriali in contrasto con il contesto, per allocarvi attrezzature, E.R.P. e servizi per la residenza e per i cittadini;

riqualificazione dell’area Votano;

realizzazione di collegamenti ciclo-pedonali e prioritariamente carrabili

in superamento della cesura esistente con il fascio ferroviario (tra gli ambiti 3 e 4), collegamento viario tra via Gramsci e via Vanvitelli- Mottola e nuovo sovrappasso ferroviario verso via Guglielmi;

miglioramento del nodo viario tra via Alberobello e via Mottola;

completamento della viabilità nel quartiere Montetullio e riqualificazione degli spazi pubblici urbani esistenti e creazione di nuove centralità urbane (anche a carattere commerciale o sportivo);

ridefinizione urbanistica dell’intero ambito del Pergolo a partire dalla soluzione delle problematiche inerenti la volumetria dell’ex Grand Hotel Castello e procedure urbanistiche e insediative al fine di dotare l’ambito

risoluzione di fenomeni di degrado legato ad immobili di soggetti privati (cantieri abbandonati e ruderi).

ulteriori interventi di rigenerazione urbana coerenti con la Legge Regionale 21/2008;

Individuazione degli ambiti da riqualificare

Quelli identificati (da un gruppo di lavoro esterno all’amministrazione in concomitanza con l’ufficio tecnico del Comune di Martina Franca) sono i possibili ambiti di rigenerazione e sono stati individuati perimetrando per ciascuno un tessuto omogeneo o che presenti criticità affini, come:

- carenza di servizi/spazi pubblici; - criticità della viabilità;

Come verrà dettagliatamente descritto in seguito, la zona interessata dalle infrastrutture oggetto della nostra Tesi si trova a cavallo tra due degli ambiti sopracitati, ed in particolare tra l’ambito 4 (Palombelle-Via Guglielmi) e l’ambito 3 (Carmine-San Francesco-Stazione).

Come si nota chiaramente dall’immagine qui sopra la parte cerchiata in rosso e contrassegnata con la sigla P6 intercetta in parte l’ambito 3 (viola) ed in parte l’ambito 4 (rosso).

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