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I progressi compiuti nel quadro di partenariato con i paesi terzi:

2.5 L'uso degli Accordi di riammissione da parte dell'UE come strumento per la

2.5.2 I progressi compiuti nel quadro di partenariato con i paesi terzi:

La Commissione europea da tempo è impegnata nell’elaborazione di una risposta coerente e coordinata sulla questione dei rifugiati e dei flussi migratori. Il 13 maggio 2015 la Commissione europea presentò l’agenda europea sulla migrazione che stabilisce un approccio globale per una gestione dei flussi migratori in tutti i suoi aspetti.

Nel settembre del 2015, vista la situazione di emergenza la Commissione201 presentò un pacchetto complessivo di proposte volte ad aiutare gli Stati membri dell'UE e i paesi limitrofi ad affrontare la crisi dei rifugiati che prevede:

1. Una proposta relativa alla ricollocazione di emergenza di 120 000 rifugiati da Grecia, Italia e Ungheria

2. Un meccanismo permanente di ricollocazione per tutti gli Stati membri 3. Un elenco europeo comune dei paesi d'origine sicuri, da inserire

l'Albania, la Bosnia-Erzegovina, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il Kosovo, il Montenegro, la Serbia e la Turchia,

4. Migliorare l'efficacia della politica di rimpatrio Per migliorare le politiche di rimpatrio degli Stati membri, la Commissione ha elaborato un manuale comune sul rimpatrio e un piano d'azione dell'UE sul rimpatrio.

5. Comunicazione sulle norme degli appalti pubblici per le misure di sostegno dei rifugiati

6. Affrontare la dimensione esterna della crisi dei rifugiati 7. Un fondo fiduciario per l'Africa

Le comunicazioni della Commissione rivolte al Consiglio e al parlamento europeo descrivono i progressi compiuti riguardo alle misure operative, agli impegni finanziari e alle azioni destinate ad attuare la legislazione dell’UE, che sono state proposti dalla Commissione e approvate dai capi di Stato e di governo il 23 settembre.

Il 25-26 giugno il Consiglio europeo202 decideva di avanzare sulle proposte della Commissione europea contenute nell'agenda europea sulla migrazione, ponendo l'accento sulla ricollocazione e il reinsediamento, sui rimpatri e la cooperazione con i paesi d'origine e di transito.

La Commissione con una comunicazione del 2016 (960)203, rivolta al Paramento europeo, al Consiglio, presenta una relazione sui progressi compiuti e sui risultati raggiunti nel quadro di partenariato con i paesi terzi nell'ambito dell'agenda europea sulla migrazione.

In questa relazione sulla migrazione la Commissione ha evidenziato i primi progressi compiuti nei paesi individuati come prioritari (Niger, Nigeria, Mali, Etiopia e Senegal).

La Commissione afferma che il quadro di partenariato ha in parte prodotto i suoi primi risultati in termini di riduzione dei flussi di migranti e di aumento del numero di arresti dei trafficanti.

Ciononostante è ancora lungo il “cammino” verso una cooperazione diretta al perseguimento di effetti sostenibili nel lungo periodo. La stessa Commissione osserva che le potenzialità del nuovo quadro di partenariato «non sono ancora state sfruttate per intero».

Secondo la relazione della commissione i principali problemi riscontrati

202Conclusioni del Consiglio– 25 e 26 giugno 2015, EUCO 22/15,

203COM(2016) 960 final, Seconda relazione sui progressi compiuti — Primi risultati tangibili

concernono; in primo luogo, lo scarso coordinamento, nel quadro di partenariato, dei settori quali il commercio, l’energia, l’agricoltura e l’istruzione; in secondo luogo, il difficile potenziamento e mantenimento dell’impegno di ciascuno Stato membro.

Il partenariato con i Paesi terzi, richiederà in futuro una collaborazione e un impegno maggiore, costante per combattere le cause profonde della migrazione irregolare.

A seguire riporto una breve panoramica dei progressi compiuti nei 5 Paesi terzi prioritari per l’Unione.

Niger

Secondo la relazione questo Paese sta portando avanti un programma di lotta al traffico di migranti per ridurre i flussi irregolari. In particolare, negli ultimi due mesi grazie all'impegno del Niger si sé registrati, da un lato, una riduzione dei flussi di migranti che attraversano il Sahara, da 70.000 ai 1.500 e, dall’altro, l’arresto di 102 trafficanti.

Il percorso è certamente lungo, ma la cooperazione con il Niger sta producendo i suoi primi risultati, le prossime azioni prefigurate dalla Commissione saranno indirizzate alla prosecuzione delle attività di contrasto al traffico di migranti, e alla stesura di un piano d’azione a lungo termine per offrire una alternativa sostenibile alle popolazioni interessate dal fenomeno migratorio.

Nigeria

La Nigeria è il paese prioritario con il quale l’Unione lavora meglio in materia di riammissione. Nel 2016, infatti, sono stati rimpatriati quasi 2.000 nigeriani che soggiornavano irregolarmente nell’UE.

Riguardo al Fondo fiduciario dell’UE destinato per l’Africa, i progetti approvati attualmente in Nigeria sono cinque, questi riguardano principalmente il nordest della Nigeria e interessano 280.000 persone (sfollati interni, rimpatriati e comunità di accoglienza). Tali progetti hanno come scopo offrire e migliorare le

opportunità, sia a livello economico che a livello sociale, alla popolazione nigeriana. Inoltre, in preparazione, vi sono ulteriori tre progetti dedicati al rimpatrio e al reinserimento dei migranti irregolari.

Senegal

Il Senegal solo negli ultimi tempi si è resa disponibile ad una più stretta collaborazione, ad oggi infatti pochissimi senegalesi in posizione irregolare sono stati riammessi in Senegal..

A livello finanziario, sempre nell’ambito del Fondo fiduciario, sono stati avviati dei progetti per favorire la creazione di posti di lavoro, soprattutto attraverso il sostegno economico rivolto alle imprese e alle aziende agricole locali. Ulteriori progetti sono in fase di elaborazione, da un lato, per incoraggiare il reinsediamento di 3.000 senegalesi e, dall’altro, per creare nuove opportunità economiche e sfavorire il fenomeno della migrazione ed in particolare quella illegale.

Mali

Nonostante un accordo sui rimpatri in vigore firmato il a l'Aja il 12 dicembre del 2016 tra l'UE e il Mali come nel caso del Senegal, si registrano i più bassi tassi di rimpatri. Dall’inizio dell’anno, infatti, solo 119 migranti sono stati rimpatriati. Tuttavia, il problema principale risiede nell’eterogenea procedura di rimpatrio fornita dai consolati dei vari Paesi membri. Per risolvere tali difficoltà, il Mali e l’Unione hanno stabilito dei procedimenti standard per agevolare il rimpatrio dei maliani che soggiornano irregolarmente nell’Unione.

Il Mali resta ad oggi uno dei principali beneficiari dei finanziamenti nell'ambito del Fondo fiduciario dell'UE per l'Africa. Oltre a quelli già approvati nell'ambito del Fondo fiduciario dell'UE per l'Africa dal gennaio 2016, si prevede una prossima approvazione di altri tre progetti in materia di registri anagrafici biometrici, reinserimento dei rimpatriati, campagne di sensibilizzazione sui rischi della migrazione irregolare e occupazione giovanile per 8 000 giovani in

ambiente rurale e urbano. Questi progetti forniranno assistenza a 16 000 migranti bloccati nel paese, agevoleranno il rimpatrio nei paesi limitrofi a 4 000 migranti in transito e aiuteranno il reinserimento sostenibile di 4 000 maliani nelle comunità d'origine.

Etiopia

Il Paese vive attualmente una forte instabilità interna e anche per tale ragione, in materia di rimpatrio e di riammissione, i risultati sono fortemente deludenti. Dall’inizio dell’anno, sono rientrati in patria solo 172 etiopi che soggiornavano irregolarmente nell’UE. La Commissione, pertanto, ha auspicato quali ulteriori tappe il rafforzamento del dialogo fra UE ed Etiopia e delle azioni di rimpatrio e riammissione.

In definitiva c'è ancora bisogno di tempo e impegno delle parti, soprattutto dei Paesi terzi affinché questo modello di partenariato raggiunga i risultati sperati. Occorre innanzitutto “portare a regime” i Paesi maggiormente cooperativi come il Niger e la Nigeria.

Parallelamente si chiede di intensificare la cooperazione in materia di migrazione con altri paesi terzi come l'Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, la Costa d'Avorio, la Guinea e il Ghana, con i quali si sta già lavorando. Il Fondo fiduciario dell'UE per l'Africa sarà allargato a Costa d'Avorio, Guinea e Ghana. Il 2 marzo la Commissione Europea204 con la Comunicazione n° 200/2017, ha risposta alla necessità di un riesame della politica di rimpatrio dell’UE, messa in evidenza dal vertice di Malta del 3 febbraio 2017, presentando un rinnovato piano d’azione dell’UE sul rimpatrio e una serie di raccomandazioni agli Stati membri su come rendere più efficaci le procedure di rimpatrio.

Nonostante i progressi compiuti nell'attuazione degli interventi previsti dal piano d'azione dell'UE sul rimpatrio del 2015, afferma la Commissione è ancora necessaria un'azione più risoluta per migliorare in misura significativa i tassi di 204COM(2017) 200 final Bruxelles, 2.3.2017, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, Per una politica dei rimpatri più efficace nell'Unione europea – Un piano d'azione rinnovato.

rimpatrio.

Le attuali sfide migratorie – sottolinea la Commissione – impongono di valutare approfonditamente come gli Stati membri possono utilizzare meglio gli strumenti giuridici, operativi e finanziari in materia di rimpatrio esistenti nell'UE. Procedure più rapide, misure più incisive contro la fuga, un approccio multidisciplinare da parte delle autorità nazionali e una cooperazione e un coordinamento migliori tra gli Stati membri sono tutti elementi che possono contribuire a garantire una politica di rimpatrio più efficace, senza ridurre la tutela dei diritti fondamentali.

La Commissione nel sottolineare che le sue raccomandazioni sono pienamente in linea con il diritto internazionale e i diritti umani, nonché con il principio di non respingimento, fornisce con questa Comunicazione orientamenti chiari sulle azioni concrete e immediate che gli Stati membri possono adottare per rendere più efficaci le procedure di rimpatrio all'atto di applicare la normativa dell'UE in materia.

Nello specifico, la Commissione raccomanda agli Stati membri di:

1. migliorare il coordinamento tra tutti i servizi e le autorità coinvolte nel processo di rimpatrio in ciascuno Stato membro entro giugno 2017 al fine di garantire la disponibilità di tutte le conoscenze e competenze necessarie per rimpatri efficaci, nel rispetto dei diritti delle persone da rimpatriare;

2. eliminare le inefficienze mediante la riduzione dei termini per i ricorsi, l'emissione sistematica di decisioni di rimpatrio senza data di scadenza e la combinazione delle decisioni sulla fine del soggiorno regolare con l'emissione della decisione di rimpatrio per non duplicare il lavoro; 3. combattere gli abusi del sistema, sfruttando la possibilità di valutare le

domande di asilo con procedure accelerate o, se ritenute opportune, con procedure di frontiera quando si sospetta che tali domande siano

presentate solo per ritardare l'esecuzione della decisione di rimpatrio; 4. impedire la fuga trattenendo le persone che lasciano intendere di non

voler ottemperare alla decisione di rimpatrio che li riguarda, per esempio rifiutandosi di collaborare nel processo di identificazione o opponendosi in modo violento o fraudolento ad un'operazione di rimpatrio;

5. accrescere l'efficacia delle procedure e delle decisioni di rimpatrio autorizzando la partenza volontaria solo se necessario e se l'interessato ne fa richiesta e concedendo il tempo più breve possibile per la partenza volontaria, tenendo conto delle circostanze individuali;

6. istituire programmi di rimpatrio volontario assistito che siano operativi entro il 1º giugno 2017 e garantire l'adeguata divulgazione delle informazioni sul rimpatrio volontario e sui programmi di rimpatrio volontario assistito e reintegrazione.

Inoltre la Commissione propone un rinnovato piano d'azione sul rimpatrio, indicando in esso interventi in ogni fase del processo di rimpatrio per affrontare i principali problemi connessi al rimpatrio sia a livello di Unione europea che in cooperazione con i paesi di origine e di transito.

Le azioni proposte a livello dell'UE prevedono tra l'altro di:

1. aumentare il sostegno finanziario agli Stati membri con 200 milioni di EUR nel 2017 destinati alle attività nazionali in materia di rimpatrio, nonché a specifiche attività comuni europee di rimpatrio e reintegrazione;

2. migliorare lo scambio di informazioni per eseguire i rimpatri, raccogliendo informazioni in tempo reale a livello nazionale e condividendole tramite l'applicazione di gestione integrata dei rimpatri, nonché accelerando i lavori di adozione delle proposte di riforma del sistema d'informazione Schengen e di Eurodac e di istituzione di un

sistema di ingressi/uscite dell'UE (EES) e di un sistema europeo di informazione per i viaggi (ETIAS);

3. scambiare le migliori pratiche per garantire programmi di reintegrazione uniformi e coerenti in tutti gli Stati membri al fine di evitare che i paesi di origine favoriscano i rimpatri dai paesi che offrono aiuti per la reintegrazione più consistenti o che i migranti irregolari vadano alla ricerca del rimpatrio volontario assistito più vantaggioso;

4. offrire pieno sostegno agli Stati membri tramite l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che dovrà potenziare l'assistenza pre- rimpatrio, aumentare il personale della sua unità di sostegno ai rimpatri e istituire entro giugno un meccanismo di voli commerciali per finanziare i rimpatri, nonché intensificare entro ottobre la formazione delle autorità dei paesi terzi in materia di rimpatrio;

5. superare le difficoltà della riammissione adoperandosi per concludere rapidamente i negoziati relativi agli accordi di riammissione con la Nigeria, la Tunisia e la Giordania e cercando di coinvolgere il Marocco e l'Algeria;

6. nell'ambito del quadro di partenariato utilizzare l'influenza collettiva in maniera coordinata ed efficace mediante approcci su misura con i paesi terzi per una gestione congiunta della migrazione e per migliorare ulteriormente la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione. La Commissione riferirà sui progressi compiuti nell'attuazione del rinnovato piano d'azione sul rimpatrio e della raccomandazione entro dicembre 2017.

2.5.3 L’accordo di riammissione firmato dall'Unione Europea con la