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2.   Contesti d’uso dell’infinito flesso portoghese

2.1.1. Proposizioni completive

L’infinito   flesso   può   essere   utilizzato   nelle   proposizioni   completive   in   dipendenza   da   differenti tipi di verbi e con funzione sia di soggetto che di oggetto della proposizione principale.

2.1.1.1. Proposizioni soggettive

Con funzione di soggetto, queste completive vengono introdotte da espressioni copulative impersonali di tipo esistenziale, dichiarativo e epistemico come ser/parecer “essere/sembrare”   + aggettivo o nome (é preciso “è   necessario”,   parece boa ideia “sembra  una  buona  idea”,  é pena “è  un  peccato”)  o  da  verbi  come  acontecer “succedere,   accadere”,  bastar “bastare”,  faltar “mancare”  e  simili.  Si  vedano  gli  esempi  [4]-[4e] tratti da Da Silva (2008: 229-231):

47 Tra i principali, ricordiamo Dias (1918), Rodrigues (1914, 1932), Sten (1953), Molho (1959), Maurer (1951 e 1968), Ali (1966: 61-86 e 1971), Carvalho (1984), Huber (1986). Si rimanda al Capitolo 1 per una rassegna  delle  principali  teorie  sull’argomento.  

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[4] Será difícil (eles) resolverem o problema.

Sarà difficile loro-NOM risolvere-IF3plur il problema. Sarà difficile che (loro) risolvano il problema.

[4b] O (eles) ganharem as eleições significa uma mudança radical. Il-ART.DET. loro-NOM vincere-IF3plur le elezioni significa un cambiamento radicale. Il fatto che (loro) vincano le elezioni significa un cambiamento radicale.

[4c] O facto de (eles) ganharem as eleições significa uma mudança radical. Il fatto di loro-NOM vincere-IF3plur le elezioni significa un cambiamento radicale. Il fatto che (loro) vincano le elezioni significa un cambiamento radicale.

Gli esempi [4b] e [4c] mostrano inoltre che queste completive possono essere introdotte da   modificatori   con   valore   nominalizzante,   come   l’articolo   determinativo   singolare   o e l’espressione  o facto de “il  fatto  di”.

In [4]-[4c]  l’espressione  del  soggetto  (eles) è facoltativa. Una volta che il soggetto venga   espresso,   però,   è   obbligatorio   l’impiego   della   forma   flessa   dell’infinito,   come   mostra  l’agrammaticalità  dell’esempio  [4d]:

[4d] * Será difícil eles resolver o problema.

Sarà difficile loro-NOM risolvere-IS il problema. * Sarà difficile loro risolvere il problema.

Se,  invece,  il  soggetto  dell’infinito  non  è  espresso,  può  essere  impiegato   l’IS.  In  questo   caso,  però,  come  mostrato  in  [4e],  l’infinito  denota  un  processo  in  senso  generico,  senza   riferimento   a   specifici   partecipanti   all’evento   descritto   (è,   cioè,   Nome   di   Processo   Indefinito):

[4e] Será difícil resolver o problema.

Sarà difficile risolvere-IS il problema. Sarà difficile risolvere il problema.

Laddove, dunque, il soggetto  dell’infinito  venga  espresso,  l’unica  forma  ammessa  è  l’IF.  

2.1.1.2. Proposizioni oggettive

L’IF   può   essere   utilizzato   nella   formazione   di   proposizioni   subordinate   oggettive   in   dipendenza da differenti tipi di verbi, che passiamo ora in rassegna.

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Verbi dichiarativi ed epistemici: dizer “dire”,   jurar “giurare”,   afirmar “affermare”,   declarar “dichiarare”,  achar “ritenere”,  pensar “pensare”  (cfr.  [5],  da  Maurer  1968:  53):

[5] Creio voltarem (eles) hoje.

Credo tornare-IF3plur loro-NOM oggi Credo che (loro) tornino oggi.

Quando, come in [5], non si ha coreferenzialità tra  il  soggetto  della  principale  (d’ora  in   avanti S1) e quello della subordinata (S2)   si   utilizza   l’IF.   Con   il   tipo   di   verbi   ora  

menzionato,   l’uso   dell’IS   implicherebbe   un’interpretazione   coreferenziale   tra   S1 e S2,

come  si  mostra  nell’esempio  [5b]  (da  Maurer  1968:  158):

[5b] Eles crêem ter desempenhado fielmente a sua tarefa.

Loro credono avere svolto-IS fedelmente il loro compito. Loro credono di avere svolto fedelmente il loro compito.

L’IF  può  comunque  essere  utilizzato  anche  nei  casi  in  cui  ci  sia  coreferenzialità tra S1 e

S2, secondo alcuni con valore enfatico sul soggetto (cfr. Maurer 1968: 205, Da Silva

2008: 240), oppure anaforico, laddove  esista  una  certa  “distanza”,  dovuta  alla  presenza  di   altro  materiale  linguistico,  tra  il  verbo  reggente  e  l’infinito, e dove pertanto sia necessario segnalare nuovamente il soggetto attraverso la flessione personale (cfr. Maurer ibidem, a proposito anche  di  altri  contesti  sintattici  in  cui  compare  l’infinito  flesso).

Verbi di percezione: ver “vedere”,   ouvir “udire”,   sentir “sentire”   e   simili,   come  

esemplificato in [6] (da Molho 1959: 33):

[6] Loison viu cairem alguns dos seus ajudantes.

Loison vide cadere-IF3plur alcuni dei suoi aiutanti. Loison vide cadere alcuni dei suoi aiutanti.

In  dipendenza  dai  verbi  di  percezione,  inoltre,  l’IF  può  comparire  anche  in  una  variante   preposizionale, ovvero introdotto da a “a”.   Tale costruzione è nota come infinito “gerundivo”  (Duarte  1992)  e  costituisce  una  variante  di  tipo  aspettuale  rispetto  alla  forma   non  preposizionale  dell’infinito.  Si  vedano  gli  esempi  [7]  e  [7b]  (da  Barbosa  &  Cochofel   2005: 397):48

48 Negli  esempi  [7]  e  [7b]  l’infinito  è  glossato  come  IF,  anche  se  nella  1a e nella 3a persona singolare la forma  è  identica  a  quella  dell’IS,  perché  si  considera  o pássaro un nominativo. Si tornerà in seguito su questo problema, che riguarda anche le costruzioni causative.

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[7] ??Vi o pássaro morrer, mas consegui salvá-lo. Vidi l’uccellino morire-IF3sing ma riuscii a salvarlo. ??  Vidi  l’uccellino  morire,  ma  riuscii  a  salvarlo.

[7b] Vi o pássaro a morrer, mas consegui salvá-lo.

Vidi l’uccellino a morire-IF3sing ma riuscii a salvarlo. Vidi  l’uccellino  che  stava  morendo,  ma  riuscii  a  salvarlo.

In  [7]  l’infinito   morrer designa un evento telico, nella fattispecie una culminazione (un achievement secondo la classificazione vendleriana), visto nella sua totalità. In [7b], invece, attraverso la preposizione a l’infinito  acquisisce  una  caratterizzazione  aspettuale   di   tipo   progressivo   che   fa   sì   che   non   sia   implicato,   nell’interpretazione   della   frase,   il   raggiungimento del culmine di tale processo telico.49

È opportuno ricordare che la perifrasi a + infinito è utilizzata per esprimere la forma  progressiva  dell’indicativo,  in  combinazione  con  l’ausiliare  estar “stare”:    Estão a ler um livro “Stanno  leggendo   un  libro”.   In  questi  casi,   l’infinito  compare sempre nella sua forma semplice.50

In   dipendenza   dai   verbi   di   percezione,   l’infinito   gerundivo   può   presentare   alternanza  tra  forma  flessa  e  forma  semplice,  come  del  resto  l’infinito  non  preposizionale:   tornando  infatti  all’esempio  [6],  anche  la  variante  con IS è ammessa.

Di fatto, i costrutti infinitivi (gerundivi e non) retti da verbi di percezione rappresentano uno dei contesti in cui esiste alternanza tra uso di IF e di IS. Questa proprietà caratterizza anche le costruzioni causative, che si illustreranno tra poco (2.1.1.3.).

Verbi di sentimento: lamentar, sentir “dispiacersi”,  gostar “piacere  (= ingl. to like)”,  e  

simili. Si vedano [8] e [8b] (da Sten 1953: 31):

[8] Lamentava não poderem ir no mesmo camarote.

Gli dispiaceva non potere-IF3plur andare nella stessa cabina. Gli dispiaceva che non potessero andare nella stessa cabina. [8b] Lamentavam não ter par.

A loro dispiaceva non avere-IS un compagno. A loro dispiaceva di non avere un compagno.

49 Cfr. Brito (1995: 33-ss.).

50 In generale, come si vedrà tra poco, in dipendenza da ausiliari modali o aspettuali la forma di infinito ammessa è soltanto la forma semplice, cfr. 3.a.

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Dal confronto di questi due esempi si può vedere che anche con questa tipologia di verbi l’impiego  dell’IS  implica  un’interpretazione  coreferenziale  di  S1 e S2.

2.1.1.3. Costruzioni causative

I verbi fazer “fare”,  deixar “lasciare”,  mandar “ordinare”,  obrigar “obbligare”,  permitir “permettere”  e  simili  sono  utilizzati  per  formare,  con  un  complemento  infinitivo  (o finito introdotto da congiunzione), le costruzioni causative.51 Se ne dà un esempio in [9] (da Soares 2008: 238):52

[9] A Maria fez os miúdos correrem.

Maria fece i bambini correre-IF3plur Maria fece correre i bambini.

Come  accennato  sopra,  anche  in  questo  tipo  di  contesto  sintattico  l’uso  dell’IF  varia  con   quello  dell’IS  (come  si  vedrà  in  seguito,  secondo  alcuni  parametri  specifici: cfr. Capitolo 2):  la  medesima  frase  sarebbe  perfettamente  grammaticale  anche  con  l’infinito  semplice   correr.53 A proposito di tale alternanza, vale la pena ricordare un altro contesto sintattico, simile a quello causativo dal punto di vista semantico, in  cui  sono  ammessi  sia  l’IF  che   l’IS:   i   verbi   dizer “dire”   e   pedir “chiedere   (per   ottenere)”   quando   reggono   un   complemento infinitivo introdotto dalla preposizione para “per”,   assumono   valore   direttivo/iussivo: dizer/pedir para + infinito ha infatti significato  di  “dire/chiedere  di  fare   qualcosa”.

Alla luce degli esempi forniti finora, emerge che laddove il soggetto non venga esplicitato   l’IF   è   il   mezzo   attraverso   cui   la   lingua   codifica   la   referenza   disgiunta   tra   principale   e   subordinata,   mentre   l’IS   viene interpretato di default come coreferenziale rispetto  al  soggetto  della  proposizione  principale  (cfr.  Schulte  2007:  517  “In the absence of any clear semantic, pragmatic or morphological indications that a different reference

51 Bisogna precisare, e nel Capitolo 2 si analizzerà questo aspetto in maniera più dettagliata, che i vari verbi causativi presentano differenti comportamenti  in  base  al  loro  significato  lessicale  e  quindi  alla  loro  “forza”   causativa (cfr. Comrie 1976, Shibatani 1976, Givón 2001b [1984], Simone & Cerbasi 2001).

52 L’analisi  dell’alternanza  tra  IF  e  IS  in  questi  due  particolari  contesti  sintattici  (infinitive   rette da verbi di percezione e da verbi causativi) sarà approfondita nel Capitolo 2.

53 Nel caso delle costruzioni causative esiste, quanto a tale alternanza tra IF e IS, una restrizione rispetto alla posizione  del  soggetto  dell’infinitiva:  se  l’infinito  segue immediatamente il verbo causativo, può comparire solo nella sua forma semplice. Quindi, si danno le frasi A Maria fez os miúdos correrem (IF) e A Maria fez

os miúdos correr (IS), mentre frasi come *A Maria fez correrem os miúdos non sono accettabili; cfr.

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pattern is the more likely one, the most common pattern, subject coreference, is the default reading for dependent infinitval clauses”).  

2. 2.Usi  preposizionali  dell’infinito

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