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Prospettive per la sostenibilità del turismo rurale

Nel documento Agricoltura, ambiente e società (pagine 70-75)

L’attività preponderante è rappresentata dall’al- loggio, che viene esercitato dall’82% delle aziende agrituristiche. L’Osservatorio nazionale dell’agriturismo9ha avanzato delle ipotesi per la

classificazione delle aziende agrituristiche che offrono alloggio combinato con altri servizi, ordinando i requisiti in sezioni tematiche. Una di esse tiene in considerazione il contesto pae- saggistico dell’azienda. I criteri richiamano comprensibilmente quanto enunciato nella legge quadro: distanza da fonti di inquinamen- to luminoso e sonoro; zona sottoposta a vincolo naturalistico o paesaggistico, edifici aziendali tradizionali, ecc..

L’offerta di altre attività - tra cui escursioni- smo, equitazione, osservazioni naturalistiche, ecc. - interessa il 55% delle aziende, mentre la ristorazione viene offerta dal 49% delle azien- de, ma contribuisce al fatturato complessivo del settore più dello stesso alloggio. La motiva- zione eno-gastronomica è tra le più frequenti nella scelta delle vacanze in agriturismo, soste- nuta dall’aspettativa di consumare pasti più genuini e tipici. Per questo motivo la ristora- zione è un elemento cruciale dell’attività agri- turistica, per il cui svolgimento è necessaria una particolare professionalità degli operatori, che devono essere in grado di valorizzare ade- guatamente le peculiarità delle produzioni aziendali e del territorio.

A completamento dell’offerta ristorativa si sono affiancate negli ultimi anni iniziative tematiche (strade del vino) diversificate sul territorio in base alla conoscenza della desti- nazione e alla gamma di prodotti offerti. Le aziende aderenti ai percorsi eno-gastronomi-

ci possono far leva sull’iniziativa per pro- muovere il territorio e il suo patrimonio distintivo, anche attraverso appositi piani di comunicazione.

Da un punto di vista strutturale, secondo l'indagine ISTAT sulle aziende agricole del 2007, le aziende agrituristiche hanno un’ampiezza media di 24 ettari, ben 4 volte superiore alla media nazionale. La diffusione delle aziende agrituristiche è relativamente maggiore nelle zone montane (quasi il 2% delle aziende), sebbene in valore assoluto siano le zone collinari ad avere la maggiore numerosità. Lo sviluppo dell'agriturismo nelle aree montane conferma ad esempio la vocazionalità agrituri- stica del Trentino Alto Adige, ma soprattutto il tentativo di diversificazione del reddito agricolo attraverso la fruizione di amenità naturalistiche e paesaggistiche.

L’attività agrituristica è più diffusa nelle azien- de con ordinamento tecnico misto (policolture - poliallevamento) e specializzate in coltivazio- ni permanenti, le quali grazie alla diversifica- zione delle proprie produzioni riescono meglio a collocare i prodotti agricoli (vino, olio, con- fetture, latte e derivati) nell’ambito dello svol- gimento dell’attività agrituristica e con la ven- dita diretta (fig. 2).

Prospettive per la sostenibilità del turismo

rurale

Il turismo rurale comprende varie forme di turi- smo collegate alle risorse della ruralità, che pos- sono coincidere con quelle dell’agricoltura e della trasformazione dei suoi prodotti, o com- prendere, oltre alle aree verdi e alle zone protet-

TAB. 3 - AZIENDE AUTORIZZATE ALL'ESERCIZIO DELL'AGRITURISMO NEL 2009

AZIENDE AUTORIZZATE NEL 2009 VARIAZIONE 2009/1998 AZIENDE AGRITURISTICHE SU AZIENDE TOTALI N. % % % Nord 8.576 45,1 148,0 1,9 Centro 6.541 34,4 281,1 2,4 Sud 3.902 20,5 236,6 0,4 Italia 19.019 100,0 194,7 1,1 di cui1: con ristorazione 9.335 49,1 196,6 - con alloggio 15.681 82,4 194,2 - con degustazione 3.400 17,9 302,8 -

con altre attività e servizi2 10.583 55,6 222,0 -

1 Un'azienda autorizzata può svolgere uno o più tipi di servizio.

2 Comprende equitazione, osservazioni naturalistiche, trekking, cicloturismo, corsi vari, attività sportive.

4. C

ONSER V AZIONE E V ALORIZZAZIONE DEL P A TRIMONIO RURALE

te, anche le risorse culturali e artistiche presen- ti nei centri rurali.

Il legame del turismo rurale con le risorse del territorio è oggetto di definizione normativa. L’articolo 1 della legge quadro 96/2006 che regola l’agriturismo enuncia nove obiettivi (dalla tutela delle risorse alla valorizzazione delle pro- duzioni, dalla promozione culturale allo sviluppo agro-forestale) che si possono ritenere validi per tutte le forme di turismo rurale anche interna- zionali, poiché ognuno di essi contribuisce al sostegno dell’agricoltura sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, attraver- so la promozione di idonee forme di turismo. La connotazione socio-economica del turismo rurale si concretizza nella capacità di occupare soprattutto giovani, con risvolti positivi anche sulla competitività delle imprese. La valenza ambientale della sostenibilità, invece, può esse- re letta come la capacità di mettere in atto azio- ni di conservazione e valorizzazione delle risorse fisiche e culturali. In molte regioni, il ruolo cen- trale che rivestono alcune colture (ad esempio la vite ed il vino, l’olivo e l’olio) è tale che il loro eventuale abbandono avrebbe conseguenze dis- astrose su tradizione, cultura e, di conseguenza, sull’attrazione turistica del luogo.

Le tematiche da affrontare nell’immediato futu- ro riguardano la conciliazione della domanda di fruizione delle risorse naturali, sociali, etiche e culturali con l’esigenza di garantire l’integrità del territorio e dei valori naturalistici. La

Commissione europea in una comunicazione sul turismo sostenibile sottolinea l'importanza di adottare un approccio integrato e programmato per lo sviluppo del settore. Gli stessi operatori italiani hanno più volte evidenziato che il suc- cesso delle imprese agrituristiche si fonda su un'adeguata strategia promozionale, che deve necessariamente essere condivisa e coordinata tra gli attori del territorio, nonché coerente con le potenzialità tecnologiche moderne.

1 Salzano E. (2010), “L’habitat dell’uomo bene comune”, in Cacciari P. (a cura di), La società dei beni comuni. Una rasse- gna, Ediesse, Roma.

2 Van der Ploeg J.D., (2006), Oltre la modernizzazione. Processi di sviluppo rurale in Europa, Rubettino, Soveria Mannelli (CZ). 3 Angelini M. (2010), “Scambio di semi e diritto originario”, in Cacciari P. (a cura di), La società dei beni comuni. Una rasse- gna, Ediesse, Roma.

4 Bourdieu P., La distinzione. Critica sociale del gusto, Il Mulino, Bologna 1983.

5 Properzi P., Stanghellini S., Venti D. (2005), Rapporto dal ter- ritorio 2005, Istituto nazionale di urbanistica, INU edizioni. 6 Torquati B.M., Giacchè G., Musottti F., Taglioni C. (2009) Agricoltura periurbana tra adattamento aziendale, funzioni rico- nosciute e funzioni percepite, Rivista di Economia Agraria, LXIV, n. 3-4.

7 Orefice G., Rizzuto M. a cura di (2009), Fattoria didattica. Come organizzarla, come promuoverla. Agra Editrice, Roma. 8 Belletti G. (2010), Ruralità e turismo, AgriRegioniEuropa, Anno 6, n. 20.

9 MIPAAF (2010), Analisi della domanda, dell’offerta e dei ser- vizi in agriturismo, Osservatorio Nazionale sull’agriturismo, MIPAAF, Roma. 0 10 20 30 40 50

Seminativi Ortofloricoltura Coltivazioni permanenti

Erbivori Granivori Ordinamento misto

Percentuale

Aziende agrituristiche SAU aziende con agriturismo

FIG. 2 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE E DELLA RELATIVA SAU PER ORIENTAMENTO TECNICO ECONOMICO

5. Agricoltura e coesione sociale

5. A

GRICOL TURA E COESIONE SOCIALE

5.1 LA FUNZIONE SOCIALE

DELL’AGRICOLTURA

L’agricoltura sociale (AS) è un fenomeno com- plesso, non ancora ben definito e delimitato, che risulta connesso a pratiche e riferimenti teo- rici anche molto differenti tra loro. Essa si con- figura, infatti, come un contenitore di risposte differenti a problematiche ed esigenze locali, contestuali, specifiche. Generalmente, per AS si intende l’insieme delle attività che impiegano le risorse dell’agricoltura e della zootecnica per promuovere azioni terapeutiche, educative, ricreative, di inclusione sociale e lavorativa e servizi utili per la vita quotidiana. Risulta fonda- mentale, da un’analisi delle esperienze in corso, che l’attività venga svolta in aziende agricole, ma negli anni si sono sviluppati diversi progetti anche in altri contesti, come testimoniato dalla presenza di orti terapeutici presso ospedali o centri diurni, attività agricole presso istituzioni carcerarie o cooperative sociali. Tali iniziative sono realizzate a beneficio di soggetti a bassa contrattualità (persone con handicap fisico o psichico, psichiatrici, dipendenti da alcool o droghe, detenuti o ex-detenuti) o sono indirizza- te a fasce della popolazione (bambini, anziani) per cui risulta carente l’offerta di servizi1.

L’AS si caratterizza inoltre per la presenza attiva di più soggetti che progettano e gestiscono le attività; si tratta spesso di accordi realizzati a livello locale (piani socio-sanitari di zona, proto- colli di intesa, accordi di programma, ecc.), che rispondono a esigenze specifiche mettendo in sinergia competenze e professionalità disponibi- li, il cui costo risulta molto più basso rispetto ai servizi socio-sanitari di norma erogati dai servizi pubblici.

Nel documento Agricoltura, ambiente e società (pagine 70-75)