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Proteina C reattiva e pro calcitonina

2 Alterazioni di laboratorio in corso di SIRS

2.2 Alterazioni del profilo biochimico

2.2.1 Proteina C reattiva e pro calcitonina

Il profilo biochimico è costituito da un numero piuttosto elevato di analiti che forniscono numerose informazioni al clinico.

Tra i parametri più importanti, che fanno parte del profilo biochimico, ritroviamo le

proteine di fase acuta o acute phase proteins (APPS). Una delle proteine di fase acuta più

importante è la proteina C reattiva (CRP). La CRP, nell’uomo, viene prodotta dal fegato201 entro 4-6 da uno stimolo infiammatorio, e l’emivita della proteina c reattiva è di 19h202la clearance della CRP rimane costante durante i processi patologici, quindi ciò che determina i livelli ematici di proteina c reattiva è la velocità di sintesi specchio dell’intensità del processo patologico di base203. In seguito alla scomparsa del focolaio

infiammatorio, la produzione di questa proteina di fase acuta si arresta entro 48h e torna a livelli normali entro 1-2 settimane201.

LA CRP canina ha un peso molecolare di 100 kDA204, le caratteristiche della CRP canina sono molto simili a quelle della CRP umana, la principale differenza risulta la glicosilazione di 2 delle 5 unità che costituiscono la CRP canina205206.

La CRP è stata la prima proteina di fase acuta ad essere descritta ed è un marker di infiammazione sistemica e di danno d’organo molto sensibile207.

In medicina umana sono presenti numerosi studi che hanno valutato la proteina C reattiva in corso di SIRS/sepsi208209210211.

Uno studio ha valutato la CRP e le alterazioni che si verificano nei parametri ematologici in 1257 pazienti affetti da SIRS e sepsi. La percentuale dei soggetti che costituivano il gruppo dei pazienti con sindrome sistemica è pari al 64.9%, ed il restante 35.1% costituiva il gruppo settico. Dallo studio è emerso che nel gruppo dei pazienti settici: età, APACHE II, SOFA, CRP durata del ricovero in terapia intensiva erano significativamente più alti rispetto ai pazienti con semplice SIRS212. Inoltre il conteggio dei globuli bianchi, neutrofili linfociti e piastrine erano significativamente più bassi nei soggetti con sepsi rispetto a quelli con SIRS72.

L’utilizzo della CRP in medicina veterinaria può far riferimento al monitoraggio di un’infezione213.

In medicina veterinaria una ricerca ha valutato il ruolo prognostico della proteina c reattiva in cani con SIRS o sepsi. Lo studio ha coinvolto 61 cani di cui 48 erano settici ed i restanti 13 presentavano malattia sistemica. I cani sono stati monitorati per un periodo di 3 giorni e quelli vivi dopo il 14°giorno venivano considerati sopravvissuti. Il tasso di sopravvivenza è pari al 61%214 e tra i sottogruppi possiamo vedere che 4 dei cani con SIRS sono deceduti e nel gruppo settico la mortalità è stata più elevata con 20 cani su 48 deceduti215, nessuna differenza è stata ritrovata tra i sopravvissuti e i deceduti75 nella

concentrazione di CRP. Ciò che è stato osservato in questo studio è che la riduzione della concentrazione della CRP durante la permanenza in terapia intensiva è sinonimo di un outcome favorevole, al contrario un aumento di questa è correlato a prognosi sfavorevole215.

La procalcitonina è una proteina con peso molecolare pari a 116 kDa ed è il precursore della calcitonina prodotto dalle cellule C della tiroide, la conversione in forma attiva è operata da enzimi proteolitici 215. Il range fisiologico di procalcitonina è pari a 0.5 ng/ml, livelli di questo pro ormone ≥ a 2ng/ml sono indicativi di sepsi216. Durante un’infezione

microbica si ha un aumento nell’espressione del gene CALC-I con un aumento del rilascio di pro calcitonina da vari tipi cellulari e tissutali217.

valutato contemporaneamente la CRP e la conta dei globuli bianchi ed ha messo tutto in relazione con il SOFA score. Tutti questi parametri sono stati valutati al 1°,3° e 5° giorno dopo il ricovero. I risultati ottenuti hanno confermato la capacità discriminatoria della procalcitonina; infatti i livelli di questa forma inattiva di ormone erano significativamente più alti nei soggetti in sepsi rispetto ai soggetti con SIRS non complicata, inoltre è stata trovata una correlazione positiva tra SOFA e PCT e CRP.218 La procalcitonina nei

soggetti deceduti si presentava significativamente più elevata rispetto ai sopravvissuti,non è stata ritrovata nessuna correlazione tra conta dei bianchi e out come del paziente218. Altri studi hanno confermato la capacità discriminante del pro ormone con valori di sensibilità che vanno dal 83-97% e di specificità del 81-96%219220.

In medicina veterinaria la valutazione della procalcitonina come marker di sepsi è molto recente. Una ricerca si è occupata della valutazione dell’espressione del gene CALC-I o CALCA responsabile della trascrizione da parte dell’mRNA della pro calcitonina nei tessuti in cani con SIRS. Durante processi flogistici ed infettivi221 l’espressione di proteine della famiglia CAPA, di cui fa parte anche la pro calcitonina, infatti tende ad aumentare. La popolazione presa in esame è costituita da 9 cani andati incontri ad eutanasia o morti naturalmente sottoposti ad esame autoptico con il consenso dei proprietari. Di questi 9 cani, 5 erano positivi al parvovirus. Dei restanti, 3 erano soggetti in cui si era sviluppata una sepsi batterica ed 1 era un paziente neoplastico. Durante l’esame necroscopico sono stati sezionati campioni di tiroide, fegato, milza e polmone. Tramite analisi molecolare il gene CALCA è stato ritrovato in tutti 9 cani a livello tiroideo, 6/9 presentavano il gene a livello splenico, 4/9 nel polmone e in 3 cani su 9 il gene è stato isolato nel fegato, nel gruppo di controllo l’espressione del gene era presente solo a livello tiroideo222. Quindi l’espressione extratiroidea del gene è presente nei cani in SIRS223.

Uno studio ha valutato in 3 cani settici la capacità di un kit ELISA di misurare la procalcitonina canina. Lo studio ha evidenziato come il test ELISA non sia in grado di rilevare la procalcitonina nel cane223. Quindi in medicina veterinaria il ruolo della

procalcitonina è poco indagato e conosciuto e sono necessari ulteriori studi per la valutazione del suo ruolo nella diagnosi e prognosi di sepsi.

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