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4.6 Sicurezza e tollerabilità del fingolimod

4.6.1 Punti generali

Negli studi analizzati, il fingolimod è generalmente ben tollerato. Il profilo di sicurezza complessivo era migliore per 0,5 mg, dose approvata, che 1,25 mg. Dato che l’efficacia dei due dosaggi rispetto al placebo e all’IFNβ-1a erano simili, il dosaggio di 0,5 mg presenta un rapporto rischio-beneficio migliore. Vi sono diversi eventi avversi associati al fingolimod quali mal di testa, influenza, diarrea, mal di schiena, tosse, dispnea, infezioni del tratto respiratorio inferiore, aumento degli enzimi epatici, bradicardia transitoria ed edema maculare [175,176].

4.6.1.1 Effetti epatici

Dopo la linfopenia, l’aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT) è l’anomalia più comunemente osservata in laboratorio; forme di aumento dell’aspartato transaminasi o della bilirubina sono invece più rari. Le anomalie erano generalmente lievi ed asintomatiche, con nessun caso di danno epatico sintomatico o segni di danni epatocellulari. Le anomalie erano reversibili, con ritorno alla normalità con la soppressione del trattamento. Il rischio di anomalie epatiche era di tipo dose- dipendente, così come per altre reazione avverse. In un’analisi integrata di tutti i pazienti coinvolti negli studi della sclerosi multipla, ALT≥3xULN (upper limit of normal), si è verificato in 94 dei 1172 (8,0%) trattati con fingolimod 0,5mg. Dopo la sospensione del farmaco, il tempo medio di recupero della normale concentrazione di ALT (≤2xULN) è di 64 giorni.

4.6.1.2 Effetti cardiaci

S1P regola la frequenza e la conduzione cardiaca [177]. S1P1, S1P2, S1P3 sono i recettori dominanti nel sistema cardiovascolare [178], inclusi i miociti atriali [179]. Il fingolimod, legandosi all’S1PRs nei miociti atriali, porta inizialmente all’attivazione dei canali del potassio colinergici proteina G-dipendenti (IKACh), suscitando una corrente di potassio, l’iperpolarizzazione della membrana e riduzione dell’eccitabilità delle cellule [180]. La desensibilizzazione del recettore rende questo effetto auto- limitante. Questo fenomeno è mediato dal recettore S1P3 nei ratti e nei conigli [181- 182] e negli uomini da S1P1. Negli studi clinici, il fingolimod induce un lieve effetto cronotropo negativo, raggiungendo il massimo 4-5 ore dopo la prima dose, attenuandosi nel tempo, pur continuando la terapia ed aumentando i livelli sanguigni [183]. In un’analisi globale di FREEDOMS and TRANSFORMS, vi erano riduzioni medie di ≈8bpm con la dose di 0,5 mg e di ≈11bpm con la dose di 1,25 mg [184]. La diminuzione della frequenza cardiaca di solito è asintomatica; negli studi di fase III, nei pazienti trattati con fingolimod sono stati riportati casi di vertigini, stanchezza, dolore al petto e palpitazioni <1% e non ci sono stati casi di sincope. Oltre le 24 ore, non si sono verificati dei casi di bradicardia sintomatica. Nell’arco di un mese, il trattamento cronico ha contribuito a portare la frequenza cardiaca ai valori basali. Il fingolimod può causare anche un rallentamento dose-dipendente della conduzione AV. In un’analisi condotta da FREEDOMS and TRANSFORMS, il blocco atrioventricolare di I grado era l’anomalia più comune, come un prolungamento dell’intervallo PR di 4,5 millisecondi con 0,5 mg e 11,3 millisecondi con 1,25mg. Il blocco di II grado era un evento raro ma anche frequente con il dosaggio di 1,25mg. L’incidenza di anomalie elettrocardiografiche era comparabile in gruppo di pazienti ai quali il farmaco era somministrato da almeno un mese.

4.6.1.3 Effetti vascolari

S1P ed il fingolimod hanno degli effetti complessi sulla funzione della barriera endoteliale, sul tono vascolare, sul flusso sanguigno e sulla pressione del sangue. Le cellule vascolari, linfatiche ed endoteliali esprimono alti livelli di S1P1 e livelli più bassi di S1P2 e S1P3 [185,186,187]. Gli effetti di S1P e del fingolimod a livello delle cellule endoteliali sono eterogenei, poiché si ha un aumento della tenuta delle giunzioni e quindi un aumento dell’effetto barriera in alcuni letti vascolari, mentre possono aumentare la permeabilità a livello di altri tessuti [188,189,190,191]. Gli effetti diretti di S1P sulle cellule muscolari lisce a livello vascolare si attuano principalmente ad opera del sottogruppo S1P3, che tende a causare vasocostrizione [192]. Tuttavia, S1P ed il fingolimod inducono l’espressione della ossido nitrico sintasi a livello endoteliale attraverso l’azione di S1P3, inducendo indirettamente vasodilatazione [193,194].

Edema maculare

Negli studi clinici condotti su soggetti affetti da sclerosi multipla, l’edema maculare è stato osservato nello 0,3% dei pazienti trattati con fingolimod 0,5 mg e 1,1% dei pazienti trattati con il dosaggio di 1,25 mg. La maggior parte dei casi si sviluppa nei primi 3-4 mesi di trattamento. Circa la metà sono sintomatici, mentre i casi rimanenti sono identificati tramite un esame oftalmologico. Diversi casi sono migliorati o completamente risolti con l’interruzione del fingolimod. La patogenesi che induce lo sviluppo dell’edema maculare è sconosciuta, ma si ritiene che possa essere correlata agli effetti del composto sulla funzione di barriera dell’endotelio.

Pressione sanguigna

Nella fase di studio III, i pazienti affetti da sclerosi multipla sono stati trattati con fingolimod 0,5 mg ed hanno subito un lieve aumento della pressione arteriosa (≈2 mmHg della pressione sistolica e ≈1 mmHg della pressione diastolica), nel corso dei primi 6 mesi del trattamento; con la continuazione del trattamento la pressione non tendeva ad aumentare ulteriormente [195]. L’aumento della pressione arteriosa può avere degli effetti sulla muscolatura liscia a livello vascolare.

Eventi vascolari vari

Sono stati osservati rari o singoli casi di ictus ischemico ed emorragico, di malattie occlusive a livello delle arterie periferiche e rari casi di encefalopatia reversibile. La sindrome è stata riportata nei pazienti trattati con fingolimod a dosaggi di 1,25 mg o 5 mg, ma non in soggetti trattati con fingolimod 0,5 mg.

4.6.1.4 Effetti polmonari

S1Ps sono espressi dalle cellule muscolari lisce delle vie aeree e SP1 perciò può

mediare, in alcune condizioni patologiche, l’iper-reattività delle stesse [196,197,198]. L’epitelio alveolare esprime i recettori S1P3, per cui la somministrazione di S1P modifica le attività e le funzioni della barriera epiteliale delle vie aeree. Negli studi di fase III nei soggetti affetti da sclerosi multipla, come reazione avversa è stata osservata la tosse nel 5-10% dei pazienti trattati con fingolimod contro il 4-8% dei casi evidenziati nei controlli. Un’altra reazione avversa osservata è la dispnea, segnalata nel 2-7% dei casi di pazienti trattati con fingolimod contro il 2-5% dei controlli [199]. Diversi pazienti hanno interrotto il trattamento con il fingolimod a causa dello sviluppo di forme inspiegabili di dispnea. In analisi condotte da FREEDOMS and TRANSFORMS, si osservava nel primo mese di trattamento una diminuzione della capacità di diffusione per il monossido di carbonio ed una riduzione, nell’espirazione forzata (FEV1), della concentrazione di fingolimod; questi valori nei periodi successivi si manteneva stabili. Nel FREEDOMS, dopo 24 mesi, era possibile osservare una riduzione della percentuale media basale del predetto FEV1 pari a 3,1% per il fingolimod 0,5 mg e del 2,0% per il placebo. Le riduzioni rispetto al DLCO basale erano del 3,8% con il fingolimod 0,5 mg e di 2,7% con il placebo. Nel momento in cui il farmaco veniva sospeso, gli effetti dell’FEV1 venivano invertiti. Attualmente non ci sono dati sufficienti per determinare la reversibilità della diminuzione del DLCO, dell’asma, della broncopneumopatia cronico ostruttiva o dell’ipertensione polmonare e per stabilire se questi siano dei rischi correlati con la somministrazione del fingolimod.

4.6.1.5 Infezione

Il fingolimod è un potente immunomodulatore, per cui i soggetti a cui viene somministrato sono più suscettibili ad infezioni. Tuttavia diversi fattori possono attenuare questo rischio. Il fingolimod sembra mantenere in particolare le cellule T che circolano regolarmente tra i linfonodi ed il sangue, rappresentate dalle cellule T naive e TCM (che includono le cellule T Th17), ma non le cellule T effettrici e TEM, che sono importanti per la sorveglianza e la memoria immunologica nei tessuti periferici. Molti aspetti della funzione immunitaria sono conservati con il trattamento farmacologico, tra cui il numero di linfociti nei linfonodi e nei tessuti, la capacità di generare anticorpi ed i meccanismi dell’immunità innata. Tuttavia, gli effetti preferenziali indotti sulla circolazione delle cellule naive T e TCM potrebbero influenzare le risposte immunitarie locali [200]. I volontari trattati con fingolimod per 1 mese potrebbero sviluppare delle risposte immunitarie mediate da IgG di tipo cellule T-dipendenti e cellule T-indipendenti, contro nuovi antigeni, anche se la risposta è leggermente diminuita e ritardata [201]. Le proporzioni di pazienti con eventi avversi di infezioni, anche gravi, sono risultate simili nei gruppi di trattamento in FREEDOMS ed in un approccio che integrava tutti gli studi riguardanti la sclerosi multipla, aumentate in parte dalla infezioni delle vie respiratorie inferiori (in particolare bronchite) tra i gruppi di trattamento. Nel complesso, le infezioni da herpes virus sono state diagnosticate nel 2-9% dei pazienti. In TRANSFORMS, si sono verificati, nel 5,5% dei pazienti trattati con fingolimod 1,25 mg, rispetto al 2,1% dei pazienti trattati con fingolimod 0,5 mg e 2,8% trattati con interferone β-1a. La maggior parte di queste infezioni era di lieve entità; 11 casi sono invece risultati gravi ed uno fatale, con lo sviluppo di varicella zoster disseminata primaria. Si è sviluppato anche un caso di herpes simplex encefalite fatale in TRANSFORMS. Non sono stati osservati dei casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva con il fingolimod. Non c’era alcuna relazione tra il livello di linfopenia e rischio di infezione nelle analisi FREEDOMS and TRANSFORMS. Non è stata osservata alcuna relazione netta tra i tassi di qualsiasi infezione dei linfociti per paziente all’anno, infezioni del tratto respiratorio inferiore o infezione indotta da herpes virus.

Neoplasie

Il fingolimod ha un’azione immunomodulante e degli effetti rilevanti anche sulla crescita cellulare, per cui può indurre un aumento del rischio di neoplasie. Negli studi TRANFORMS sono stati osservati tre casi di melanoma nel gruppo trattato con 0,5 mg di fingolimod e nessun caso negli altri gruppi. Tuttavia negli studi FREEDOMS è stato osservato un caso di melanoma in un soggetto trattato con fingolimod 1,25 mg e nel gruppo placebo. Non venne perciò delineata alcuna associazione chiara tra il melanoma o altre neoplasie con la sicurezza del fingolimod.

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