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Il Punto impresa digitale (PID)

CAPITOLO 3:LE PMI NELL’ERA DEL’INDUSTRIA 4.0

IV. L E MISURE DEL G OVERNO I TALIANO PER LE PMI DIGITALE

4.4 Il Punto impresa digitale (PID)

Il punto impresa digital (PID) è una programma per supportare le imprese nei processi di trasformazione digitale, è una struttura in cui le imprese possono ottenere consulenze e seguire percorsi di formazione mirati alla digitalizzazione aziendale. Essa aiuta a innovare la cultura aziendale e il processi operativi. Questo programma è finanziato dallo stato e sono più di 88 le camere di commercio quelle che lo hanno installato in Italia.

Nei Punti Impresa Digitale le aziende possono richiedere quattro tipi di servizi:

• Consulenza su caratteristiche e vantaggi delle tecnologie legate all’Impresa 4.0;

• Mappatura della maturità digitale dell’impresa e creazione di una strategia di crescita personalizzata, grazie a servizi di assessment e mentoring;

• Corsi di formazione personalizzati per settore digitale e tipologia di azienda; • Orientamento verso servizi più specialistici come Competence Center e

Innovation Hub.

I Punti di Impresa Digitale svolgono un ruolo fondamentale per gli imprenditori, e possono farlo affidandosi a specifici strumenti e risorse. Ogni struttura ha attrezzature materiali (locali fisici) e immateriali (banche dati, videocorsi, piattaforme…) che vengono usate per offrire servizi e consulenze.

Oltre agli strumenti, i PID mettono a disposizione anche alcune figure professionali specializzate. Il primo esperto presente nei Punti Impresa Digitale è il Digital Leader o Ambassador che ha il compito di coordinare le attività del centro ed è responsabile della compliancy normativa. Esiste poi il Digital Coordinator che gestire i rapporti con le aziende, coordina i Digital Promoter e accoglie l’azienda nella parte iniziale con un servizio di assessment. I Digital Promoter sono le figure

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più diffuse e numerose, infatti si dedicano alla parte legata alla promozione e alla comunicazione verso le imprese. Infine, in ogni struttura c’è un Digital Mentor che offre supporto specifico alle piccole e medie imprese. Queste quattro figure professionali lavorano insieme per aiutare le aziende a raggiungere i risultati di crescita.

Figura 26: Figure professionali del PID

I Punti impresa digitale delle Camere di commercio certificati tra le 40 best practice a livello europeo della PA89. A riconoscerlo è stato l'Istituto europeo della Pubblica amministrazione (EIPA) nell’ambito del premio dell'EPSA (European Public Sector Award) rivolto ai migliori progetti della pubblica amministrazione europea presentati da 28 Paesi.

La rete dei PID realizzata dal Sistema camerale per favorire la digitalizzazione delle imprese in chiave 4.0 ha ottenuto questo importanti e riconoscimenti a seguito della

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sua candidatura presentata da Unioncamere, attraverso Dintec, al premio dal tema “New solutions to complex challenges”.

Sempre nel sito delle camere di commercio sono elaborati i risultati fino al 2019; • Più di 70mila gli imprenditori che hanno apprezzato dei servizi dei PID (Punti

impresa digitale):

• Oltre 47mila hanno partecipato a corsi e agli eventi informativi e informativi tematici organizzati dai PID presenti in tutta Italia;

• 14mila imprese hanno misurato la propria maturità digitale con il test di autovalutazione SELFI4.0;

• Circa 2.000 imprenditori hanno effettuato un assessment approfondito condotto dai Digital Promoter all’interno del network;

• Oltre 10.000 aziende hanno avuto accesso ai quasi 60 milioni di euro stanziati attraverso voucher dai Pid per acquistare servizi di consulenza e formazione 4.0.

Il PID è nato per favorire la diffusione della cultura e della pratica del digitale nelle imprese di tutti i settori economici, ha mostrato la sua importanza nell’accompagnamento delle imprese alla trasformazione digitale.

L'industria 4.0 è vista come un insieme di gruppi tecnologici che possono essere gestiti indipendentemente l'uno dall'altro. Tuttavia, è l'insieme delle tecnologie che ci permette di offrire un approccio innovativo alla gestione industriale e nuove proposte di valore per le aziende.

L'Industria 4.0 rappresenta anche costi di diversa natura per le aziende. Quando si parla di costi, c'è anche la nozione di rischio: nuova organizzazione, rischio tecnologico, stress, modifica di funzioni e missioni, cambiamento degli ambienti di lavoro per esempio. Questi rischi sono rilevanti per gli interessi dell'Industria 4.0 per le PMI.

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Le PMI sono per natura più fragili ad investire nelle rivoluzioni tecnologiche, motivo per cui è importante consentire loro di beneficiare di aiuti e sostegni speciali per garantire la loro competitività, in un contesto di concorrenza internazionale sempre più forte. La dotazione delle nuove tecnologie è importante per la vita futura di PMI: Abbiamo visto quanto questo sia importante nell’esperienza COVID di questo anno 2020, dove è apparso indispensabile rivedere modelli organizzativi e crearne di nuovi. Le aziende più produttive e che hanno resistito in questa situazione di crisi sanitaria ed economica sono quelle con un livello alto di autonomia e di capitale umano competenti.

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Conclusione

La connettività di dati e oggetti è la componente che definisce l'Industria 4.0. La connettività di software, attrezzature, dati, big data da elaborare e cyber security diventano elementi essenziali che consentono di creare intelligenza in un sistema produttivo capace di una maggiore adattabilità nella produzione e di un'allocazione più efficiente di risorse.

Ma le sfide che le piccole e medie imprese (PMI) devono affrontare con l'avvento dell'Industria 4.0 sono molte. Le nuove competenze richieste, la sicurezza dei dati, le esigenze di investimento.

Per passare con successo all'Industria 4.0, l'azienda produttrice deve considerare le nuove competenze richieste e la necessità di personale qualificato nella gestione dei dati, programmazione, sviluppo di strategie ecc.

Innanzitutto, la principale sfida che l'azienda deve affrontare è formare i dipendenti e reclutare nuove risorse. Si tratta di trovare l'approccio più appropriato per l'azienda per riconfigurare con successo la catena del valore e per mantenere o costruire i suoi vantaggi competitivi. Le aziende devono assicurarsi che i propri dipendenti siano qualificati per l'Industria 4.0.

Le conseguenze buone o cattive dei cambiamenti della tecnologia dipenderanno dagli esseri umani e dalle decisioni prese dagli esseri umani, la sequenze storica che è partita dalla manifattura e ha portato alla grande impresa e quindi al taylorismo passa attraverso il toyotismo e l’automazione flessibile, per approdare finalmente ai lidi della produzione intelligente.

In secondo luogo, la sicurezza dei dati è una preoccupazione per tutte le aziende che hanno deciso di passare all'Industria 4.0.

La moltiplicazione dei dati e dei sistemi in azienda sottolinea l'importanza dell'aspetto della sicurezza IT. Quando le tecnologie sono state collegate alla rete

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interna e centralizzate nello stesso edificio è più facile mettere in sicurezza tutto. Ma una moltitudine di oggetti connessi, spesso ricollocati e accessibili tramite Internet, richiedono ora la gestione della cyber security. È quindi essenziale integrare gli elementi di sicurezza informatica nella costituzione dell'infrastruttura IT dell'azienda. Infine, le PMI manifatturiere devono fare investimenti significativi, per integrare le nuove tecnologie digitali. Pertanto, lo sviluppo di una strategia "Industria 4.0" e di un piano digitale è un obbligo per le PMI che vogliono prendere migliori decisioni di investimento per l'acquisizione e l'integrazione di nuove tecnologie.

Il piano digitale deve essere integrato nella pianificazione strategica dell'organizzazione. I suoi obiettivi saranno l'ottimizzazione degli strumenti attuali, la redazione del piano di acquisizione delle tecnologie future e la garanzia della loro coesione e integrazione, il tutto tenendo conto del modello di business.

L'Industria 4.0 cambierà il volto dell'intero sistema produttivo, dalla sua architettura e struttura organizzativa a prodotti, servizi e modelli operativi. Lo sviluppo e l'implementazione di queste soluzioni sarà certamente graduale, parte di un trend di lungo periodo, ma la situazione è già favorevole.

Le aziende che non conoscono le nuove tecnologie e investono in progetti pilota perderanno il loro vantaggio competitivo e perderanno l'opportunità di guidare la trasformazione che sta attualmente investendo il settore manifatturiero.

In conclusione, l’industria 4.0 ha prodotto un cambiamento tecnologico, ma anche sociale. Nella storia delle successive rivoluzioni industriali, il cambiamento del comportamento sociale degli individui è l’aspetto principale e la crisi è il fattore essenziale che impone la creatività e l’innovazione.

Albert Einstein nel suo libro Il mondo come io lo vedo, nel 1931, segnala “Non

possiamo fingere che le cose cambieranno se continuiamo a fare le stesse cose. Una crisi può essere una vera benedizione per qualsiasi persona, per qualsiasi nazione, perché tutte le crisi portano progresso. La creatività nasce dall'angoscia, come il

105 giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nascono inventiva, scoperte e grandi strategie. Chi supera una crisi vince se stesso”90.

In questo anno il mondo ha affrontato una grande crisi sanitaria (ancora in corso), il corona virus 2020, la più grave del secolo. Già sono apparsi tanti cambiamenti sia a livello sociale ed economico, sia a livello aziendale (esigenze alle aziende d’adattare nuove modelli organizzativi). Quindi è meglio prepararsi già per la fase successiva, la quinta rivoluzione industriale.

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LISTA DELLE FIGURE:

Figura 1: Evoluzione storica ... 6

Figura 2 La macchina a vapore ... 14

Figura 3: Schema di sintesi del Taylorismo & Fordismo ... 23

Figura 4: I cinque pilastri della terza rivoluzione industriale ... 25

Figura 5: I gruppi tecnologici a sostegno dell'industria 4.0 ... 35

Figura 6: Evoluzione del traffico dati ... 44

Figura 7:Acquirenti informatici globali, in millione ... 47

Figura 8:Modello business to business ... 48

Figura 9: Modello business to consumer ... 49

Figura 10: Modello consumatori to consumatori ... 50

Figura 11: Modello consumer to business ... 51

Figura 12:Offerta annuale di robot industriali nel mondo (unità) ... 60

Figura 13:Lo sviluppo dell'Internet of Things in Italia ... 61

Figura 14:Numero di sim card per la comunicazione M2M ogni 100 abitanti ... 62

Figura 15:Percentuale di imprese che hanno adottato tecnologie cloud, per Paese ... 62

Tabella 1:Composizione delle imprese italiane nel 2018 (Fonte: Istat, 2020) ...………...…63

Figura 16:Stock delle PMI innovativi ... 64

Figura 17: Il piano per la banda larga ... 65

Figura 18 Modello lean Manufacturing elaborato da John Krafcik, ex ingegnere di Toyota. ... 79

Figura 19:Indagine sul clima di fiducia delle imprese (novembre 2017) ... 93

Figura 20: Investimenti innovativi ... 94

Figura 21:Importo finanziato alle PMI con supporto del Fondo di Garanzia ... 94

Figura 22: Investimenti nelle tecnologie 4.0 ... 95

Figura 23: PMI nel'uso di strumenti infurmatici e internet ... 96

Figura 24:Imprese che hanno fornito formazione per sviluppare / aggiornare le competenze ICT del proprio personale... 97

Figura 25: Dati ICT 2019 ... 98

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