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Come si attrezza la piccola e media impresa di fronte a l'industria 4.0

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Economia e Management

Laurea Magistrale in

Strategia Management e Controllo

Tesi di Laurea

Come si attrezza la Piccola e Media Impresa di fronte a

l’industria 4.0

Relatore:

Prof. Marco Enrico Guidi

Candidato: Nadia Ben Adim Matricola: 554389

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INDICE

INTRODUZIONE ... 4

CAPITOLO 1: LA STORIA ED EVOLUZIONE TECNOLOGICA ... 6

I. LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE(1760-1890) ... 7

1.1 Il sistema di fabbrica ... 8

1.2 La Meccanizzazione ... 8

1.3 L’ Organizzazione del fattore umano ... 10

1.4 Il passaggio dalla fabbrica alla società in accomandita semplice ... 13

1.5 L'innovazione industriale ... 14

1.6 Il manager ... 15

II. LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ... 16

2.1 Le Nuove energie:L’ elettricità e Il petrolio ... 16

2.2 La rivoluzione nei trasporti e nella comunicazione ... 17

2.3 L'organizzazione ... 17

2.4 Il "american system of manufacturing" ... 18

III.LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ... 24

3.1 L’innovazione tecnologica dal - 1969 ... 24

3.2 I cinque pilastri della terza rivoluzione industriale: ... 25

3.3 L'impatto positivo ... 27

3.4 L’Organizzazione ... 30

CAPITOLO 2: LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: LA TRASFORMAZIONE DIGITALE... 33

I.PRESENTAZIONE DEL’INDUSTRIA 4.0 ... 33

II.I CARATTERI DEL’INDUSTRI 4.O:LE TECNOLOGIE ABILITANTI ... 34

2.1 L’ Analisi dei big data (Big Data e Data Analytics) ... 35

2.2 La simulazione ... 36

2.3 L’ Internet of Things (IoT) ... 37

2.4 I sistemi cyber fisici (CPS: Cyber Physical System) ... 38

2.5 Il Cloud computing ... 39

2.6 La Realtà virtuale e la realtà aumentata ... 39

2.7 La sicurezza informatica ... 40

2.8 La Comunicazione machine-to-machine (comunicazione M2M) ... 42

2.9 I Robot collaborativi ... 42

III.LA DIGITAL ECONOMY ... 43

IV.IMODELLI DI BUSINESS DELL’ECONOMIA DIGITALE ... 46

3.1 Il Commercio elettronico ... 46

3.2 I Servizi di pagamento ... 52

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3.4 La Pubblicità online ... 54

V.L’INDUSTRIA 4.0 E LA TRASFORMAZIONE DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA ... 55

4.1 Le tendenze nel mondo di lavoro ... 55

4.2 Le forme di lavoro ... 56

4.3 Le tendenze di lavoro per un’ impresa 4.0... 59

VI.LA SITUAZIONE ITALIANA ... 60

CAPITOLO 3:LE PMI NELL’ERA DEL’INDUSTRIA 4.0 ... 67

I.LA PICCOLA E MEDIA IMPRESA: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE ... 67

1.1 La Definizione della piccola e media impresa ... 67

1.2 L’importanza delle PMI ... 69

1.3 Le Caratteristiche delle PMI ... 71

II.L’AGILITÀ ORGANIZZATIVA E OPERATIVA ... 75

2.1 L’Agilità organizzativa ... 75

2.2 L’Agilità operativa... 78

III.IL PILOTAGGIO INDUSTRIALE DELLE PMI ... 78

3.1 Il Lean Manufacturingnelle PMI ... 78

3.2 L’ ERP Nelle PMI ... 81

3.3 La trasformazione digitale di PMI ... 82

IV.LE MISURE DEL GOVERNO ITALIANO PER LE PMI DIGITALE ... 86

4.1 Il Piano nazionale industria 4.0 ... 86

4.2 Il piano nazionale impresa4.0 ... 91

4.3 I risultati del piano nazionale ... 93

4.4 Il Punto impresa digitale (PID) ... 99

CONCLUSIONE ... 103

LISTA DELLE FIGURE: ... 106

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ... 107

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Introduzione

Nel mondo amministrativo sono usati termini come management, strategia, controllo, evoluzione ecc., che si sono modificati nel tempo con il cambiamento industriale, sociale e politico. I manager devono seguire la trasformazione per assicurare una buona gestione, l’evoluzione e l’equilibrio delle aziende, ed essere in linea con i cambiamenti, il progresso tecnico, le innovazioni, gli investimenti, i profitti ecc.

Per più di 200 anni, le aziende hanno vissuto una seria di rivoluzioni industriali, Il funzionamento del primo telaio nel 1784 trasformò l'ambiente industriale integrando l'energia meccanica attraverso la forza dell'acqua e del vapore. È stata la prima rivoluzione industriale. La seconda rivoluzione industriale iniziò nel 1870 con l'avvento dell'elettricità, della standardizzazione e dell'intercambiabilità, che portarono alla creazione di linee di produzione in catena di montaggio e alla produzione di massa. Nel 1969, l'arrivo dei computer e dell'elettronica nelle fabbriche portò a i controlli logici programmabili e all'automazione delle operazioni di produzione, dando il via alla Terza Rivoluzione Industriale. Dall'inizio degli anni 2000, con l'avvento di Internet, si sono sviluppate nuove tecnologie digitali che sono entrate nel mondo industriale. Il costo della tecnologia sta diminuendo anno dopo anno, rendendo queste nuove soluzioni sempre più accessibili alle aziende. È l'inizio della quarta era industriale.

Queste tecnologie hanno lo scopo di migliorare molte cose all'interno delle aziende e insieme consentono di continuare la loro crescita. Cerchiamo sempre di vendere meglio, per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti e soprattutto per fornire le informazioni giuste al momento giusto. La trasformazione digitale delle aziende è quindi un cambiamento profondo che arriva per soddisfare le esigenze future.

Con la caduta delle barriere internazionali, la mancanza di forza lavoro e l'arrivo di tecnologie digitali nell'ambiente di produzione, le aziende di tutti le taglie devono essere ingegnose per rimanere competitive. Per emergere, le aziende devono puntare

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sul concetto di valore percepito dal cliente, altrimenti chiamato, valore aggiunto. Le tecnologie digitali, Internet nel mondo degli affari e l'uso dei big data sono modi in cui le aziende possono generare valore in altri modi.

L'industria 4.0 è associata all'interconnettività, attraverso sensori, social network, Internet e software, che generano, elaborano e forniscono informazioni a valore aggiunto in tempo reale. Ciò favorisce l'integrazione e la connettività tra macchine, persone e organizzazioni. Per questi motivi, i concetti di Industria 4.0 sono sempre più utilizzati nelle grandi industrie e i paesi di tutto il mondo stanno compiendo sforzi significativi nella trasformazione digitale del proprio settore manifatturiero, al fine di ottenere un vantaggio competitivo nel mondo.

Le piccole e medie imprese (PMI) sono lente a iniziare la loro trasformazione digitale. La mancanza di risorse, il costo delle nuove tecnologie, così come la mancanza di esperienza nel settore digitale, sembrano limitare le azioni che le PMI possono intraprendere nella trasformazione digitale del proprio business.

Scopo del nostro lavoro è entrare nel campo dello sfruttamento dell'Industria 4.0 da parte delle PMI, al fine di ottimizzare la gestione industriale per vedere come adattarsi all’evoluzione tecnologica.

Il primo capitolo analizzerà la storia delle tre rivoluzioni industriali e il cambiamento che hanno generato nelle organizzazioni. Una rassegna della letteratura sull'Industria 4.0 sarà svolta nel secondo capitolo. Questo capitolo presenterà i cambiamenti dell’Industria 4.0 nelle tecnologie, nell’economia e nel lavoro. Il terzo capitolo ha l’obbiettivo di analizzare il mondo delle piccole e medie imprese. Dopo una presentazione delle loro caratteristiche, cerchiamo di capire il modo di effettuare la gestione strategica delle PMI per introdurre i cambiamenti dell’Industria 4.0. Dedichiamo il paragrafo finale alle misure del governo italiano per la trasformazione digitale. Infine le informazioni più sorprendenti di questo lavoro saranno presentate nella conclusione.

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Capitolo 1: la storia ed evoluzione tecnologica

Questo capitolo elabora la storia di tre rivoluzione che il mondo industriale ha conosciuto. Descrivo le principale caratteristiche delle tre rivoluzione e le tecnologie scoperti e loro impatto sull’organizzazione di lavoro.

Figura 1: Evoluzione storica

Fonte: Agenda digitale

I principali dati:

1784: la meccanizzazione della produzione grazie alla nascita della macchina a vapore e allo sfruttamento della potenza di acqua e vapore.

1870: l’avviamento della catena di montaggio per una produzione di massa grazie a l’introduzione dell’elettricità e del petrolio come nuove fonti energetiche.

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2011:l’interconnesse delle aziende grazie a nuove tecnologie digitale e la loro combinazione.

I. la prima rivoluzione industriale(1760-1890)

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Nel secolo diciassette una serie dei invenzioni trasformarono la manifattura del cotone in Inghilterra, la sostituzione delle macchine, Rapide, regolari, precise, e infattibili all'abilità e alla fatica umana; la sostituzione di fonti inanimate di energia a quelle animali, in particolare l'introduzione di macchine per la conversione del calore in lavoro, che misero a disposizione dell'uomo una nuova e quasi illimitata provvista di energia; l'uso di nuove e assai più abbondanti materie prime, in particolare la sostituzione di sostanze minerali a quelle vegetali o animali. L'insieme di questi miglioramenti costituisce la rivoluzione industriale che ha cominciato in Inghilterra, e poi fu trace in Europa e Nord America.

L'Inghilterra ha sviluppato i settori industriali esistenti introducendo nuove tecniche e passando all'uso del carbone. I commercianti approfittarono del fiorente commercio per sviluppare e organizzare i mezzi di produzione, fu l'inizio della manifattura. L'espansione del mercato si è intensificata mentre le tecniche non si sono evolute parallelamente. Innovazioni, nuove tecniche e nuove risorse hanno contribuito alla creazione di nuove strutture economiche.

La trasformazione interna del sistema di capitalista fu l'inevitabile conseguenza dello scoppio delle corporazioni nelle città. Una migliora organizzazione del lavoro ha aumentato i profitti dell'imprenditore. La formazione del capitale sono diventate la base e la logica del processo di produzione nel diciannovesimo secolo il capitalismo industriale ebbe un crescente successo. Il sistema di fabbrica ha avuto un ruolo di primo. Fu nello stabilimento che le innovazioni tecniche fiorirono e gli imprenditori iniziarono a svolgere nuove funzioni. È in questo contesto che è nato il pensiero 1 https://www.treccani.it/enciclopedia/rivoluzione-industriale/

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dell'organizzazione e della gestione.

1.1 Il sistema di fabbrica

La rivoluzione industriale è stata la base dello sviluppo della produzione centralizzata e industriale e di conseguenza la nascita del sistema di fabbrica. Al fine di aumentare la produzione a beneficio degli imprenditori, sono state sviluppate norme di fabbrica per stabilire il comportamento desiderabile dei lavoratori. Sono state sviluppate nuove procedure amministrative per ottimizzare l'orario di lavoro.

Nel 1760 l'Inghilterra importava circa 2 milioni e mezzo di libbre2 di cotone grezzo per alimentare un'industria sparsa per la maggiore parte nelle compagne del Lancashire, e connessa alla manifattura del lino tutto lavoro fatto a mano. Una generazione più tardi, nel 1787 il consumo di cotone era salito a 22 milioni di libbre, la manifattura del cotone era seconda soltanto a quella della lana per numero di addetti e valore di prodotto. Mezzo secolo dopo il consumo era cresciuto a 366 milioni di libbre;la manifattura del cotone era la più importante del regno per valore di prodotto, capitale investito e numero di addetti lavoravano in stabilimenti sotto la disciplina di fabbrica3.

Il sistema di fabbrica trasforma il lavoro e con esso l'ordine sociale, il modo di pensare e di vivere, la natura stessa delle società del mondo occidentale. Ecco come nasce.

1.2 La Meccanizzazione

Nella bottega artigiana, il proprietario della bottega e anche degli strumenti di lavoro produceva grazie agli suoi collaboratori e gli apprendisti il prodotto per un mercato

2 La libbra è una delle unità di misura di massa utilizzate nel Regno Unito ed in altri paesi anglosassoni, Stati Uniti inclusi. Una libbra equivale a 453,6 grammi.

3 David s. Landes prometeo liberato”la rivoluzione industriale in Europa dal 1750 a oggi”, piccola biblioteca Einaudi, 1993 p.56

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che allo stesso tempo faceva la commercializzazione del prodotto finito. Tutti i membri della bottega possedevano le stesse competenze e conoscevano tutte le fasi della lavorazione del prodotto, la bottega era un luogo di lavoro e di formazione. Anche se i lavoratori e attrezzi sono limitati ma questo lavoro richiedeva un maggiore competenza professionale. Il maestro stabiliva la quantità e la qualità del prodotto con una maniera molto precisa.

Altro tipo di lavoro si trattava della produzione a domicilio, in questo lavoro gli famiglie contadini lavorano da loro casa propria senza vincoli di tempo, e assicurando un produzione variante secondo alla domanda del imprenditore, questo ultimo forniva la materie prima (lana o cotone) agli famiglie. Questo tipo di lavoro diffuso soprattutto nel settore tessile.

Nelle altre settore manifatture era comparsa una altra forma principale che era concentrata nella lavorazione in un edificio (una fabbrica), dove ci sono lavoratori specialiste di stesso prodotto o combinandovi vari mestieri. Questo tipo di lavoro (produzione) che ha fatto il passaggio da un economia artigianale a un economia

industriale fondata sulla fabbrica dove nascono le meccanizzazione

dell’organizzazione e dei metodi di produzione.

La fabbrica è un luogo di lavoro separato da quello dell'abitazione; vi sono concentrati un gran numero di uomini, ma anche di donne e bambini che, in cambio di un salario, lavorano in modo disciplinato e sotto sorveglianza su un insieme di macchinari(di proprietà dell'imprenditore) mossi da energia inanimata.

Il lavoro è strettamente vincolato alla macchina che giorno e notte deve essere continuamente alimentata; è organizzato e parcellizzato. Svolto per segmenti assegnati sulla base di una crescente divisione del lavoro, con ritmi e tempi imposti; è semplificato, ripetitivo e scarsamente qualificato.

Grazie alle nuove invenzioni e al fine di soddisfare la domanda, il processo di meccanizzazione si stava sviluppando prima nell'industria tessile, che aveva subito

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una rivoluzione in termini di fornitura tecnica e di manodopera. Di conseguenza, invece di concentrarsi sul miglioramento dei processi di produzione, è stato posto sull'estensione delle attuali tecniche di produzione. L'introduzione della macchina vuole dire, per la prima volta completa separazione dal mezzo di produzione, la macchina impose una nuova disciplina. Il lavoro ora svolgere in fabbrica era un nuovo genere di prigione; l'orologio un nuovo genere di carceriere soltanto i più forti incentivi, potevano persuadere gli imprenditori ad avviare e ad accettare questi cambiamenti, e soltanto vantaggi chiaramente visibile potevano vincere la caparbia resistenza dei lavoratori al principio stesso della meccanizzazione.

Altre industrie hanno introdotto la meccanizzazione nel loro processo di produzione. Durante la Rivoluzione industriale queste idee di riforma organizzativa e tecnica si svilupparono allo stesso livello e costituirono la base di questo sistema di fabbrica. La nascita dell'industria meccanizzata, insieme all'aumento delle proporzioni e all'estensione delle applicazioni di altre invenzioni, causò una completa trasformazione della società.

1.3 L’ Organizzazione del fattore umano4

Per il lavoratore la trasformazione fu ancor più radicale, perché mise in gioco non solo il suo ruolo lavorativo, ma la stessa vita. La fabbrica la più antica era la bottega artigiana indipendente, con un padrone o mastro spesso assistito da uno o più lavoranti o apprendisti. Il cambiamento degli meccanismi di lavoro, l'aumento di la clientela, l'aumento di reddito medio, una grande produzione interna ed esterna e altre, furono una complicata del sistema di fabbrica e richiede una nuova organizzazione disciplinata del lavoratore.

Nella fabbrica e diversa della bottega artigianale il lavoro richiedeva un regolamento, una legge interna che organizzava il sistema di lavoro, e metteva una seria di

4 Fayol, H., Administration industrielle et générale: prévoyance, organisation, commandement, coordination, controle, Dunod, Paris 1956.

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principe; le condizioni di assunzione e di licenziamento; organizzava le orari di lavoro; le modalità di lavorare (definire gli divieti e le autorizzazione). Anche il datori di lavoro oltre al retribuito devo offrire al sue dipendente assegni familiare, assicurazione, pensione, formazione professionale, e una scala salariale.

L’organizzazione di lavoro non nasceva con un accordo tra lavoratori e imprenditore ma con la forma della società, e il cambiamento del principio di tempo. Per il lavoratore il tempo per il quale è impegnato (la giornata) si considera non più appartenente a lui; il fatto che il lavoratore "si prenda cura di se stesso, risparmia i suoi sforzi, non fa il suo dovere", durante il giorno è considerato un furto dal commerciante-produttore. La sfida più grande per l'organizzazione capitalistica della produzione sarà trasformare il tempo sinonimo di durata, che esprime l'esperienza umana, in una categoria astratta che lo riduce al lavoro. Secondo Landes (1983) l'orologio (sostituisce il tempo segnato dal giorno, dalla notte e dalle stagioni col tempo meccanico dell'orologio) e l'appropriazione del tempo erano creato un nuovo tipo di uomo “animato dallo spirito capitalista”. La meccanizzazione del tempo sono all'origine del principio organizzativo del lavoro capitalismo. Il controllo del tempo diventerà sempre più stretto; il tempo non lavorato verrà calcolato sottraendolo dal servizio erogato.

Il capitalismo industriale, si fonde con la rivoluzione industriale, rappresenta l'aggiornamento di base organizzative: il tempo e la tecnologia diventeranno le due armi principali che servono a disciplinare i lavoratori nella produzione capitalistica. Questa dimensione organizzativa del capitalismo si contrappone con l'istituzione del mercato e alla sua libertà formale: nella sfera della produzione privata, il lavoro di cui si appropria il capitalista non è più una merce libera; è un fattore di produzione tra gli altri che il proprietario capitalista ha il diritto di usare come vuole. Ma la libertà borghese legata al mercato, di cui possono usufruire anche i lavoratori, impedirà, a medio termine, al proprietario capitalista di godere appieno del suo diritto d'uso (di organizzazione).

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I lavoratori della prima rivoluzione industriale sono di vari tipologia secondo il loro sesso (in 1830 in Inghilterra le donne rappresentano 60% e i fanciulli o i ragazzi sotto i 18 anni il 46% dei lavoratori di fabbrica), di loro età, e di rapporto con la fabbrica, operai che lavora a tempo pieno; o parziale, qualificato o dequalificato. La diversificazione dei tipologia di lavoratore e anche la variazione della faccia salariale ha cambiato la società del secolo. E dando la nascita di nuove figure come l'imprenditore artefice quello è stato diverso dal mercante imprenditore è un uomo che nella sua prospettiva di guadagnarne di più, trasforma capitale proprio investito in merce. Il suo scopo e di guadagnare, assicurare e controllare il processo produttivo perché lui che assume la responsabilità della fabbrica. Secondo Max Weber5 la nuova figura ha spirito d’iniziativa, tendenza all'innovazione, mentalità pratica e investe e produce in base a calcoli razionali.

La nascita delle figure nuove ha creato un nuovo ripartizione di società, Karl Marx illustri "È perché confisca all'operaio una parte del valore del suo lavoro, il suo plusvalore, è perché la corsa all'accumulazione provoca la concentrazione e la sostituzione dell'uomo con le macchine, è perché la crescita del capitale a scapito del lavoro abbasserà inesorabilmente il saggio di profitto, è perché sta aumentando l'impoverimento della classe operaia che il capitalismo si prepara a una crisi intensa ... ", il fatto che il diciannovesimo secolo era piuttosto percepito, diceva Balzac come "il concubinato del lusso e della povertà".

La meccanizzazione dei compiti, di cui è emblematica la prima rivoluzione industriale, ha portato a violente controversie da parte di lavoratori privati del loro conoscenza e del loro modo di lavorare. Avrebbe dato vita a forme di reazione e di protesta sociale ad esempio Il luddismo6, Secondo il ricercatore americano Kirkpatrick Sale, il movimento iniziò nel 1811 quando un gruppo di militanti distrusse una notte nelle Midlands, in Inghilterra, una mezza dozzina di macchine presso un maestro tessitore, dando il punto di partenza per azioni simili durante da

5 Max Weber, L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, Firenze 1970

6Il luddismo è un movimento di protesta operaia iniziato nei primi anni del XIX secolo in Inghilterra, ed è caratterizzato dal sabotaggio della produzione industriale.

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poco più di un anno in tutto il paese7

. Attraverso il movimento operaio, il lavoro

acquisirà un significato socio-politico nella società. La nascita di questo forma di manifestazione esige allo stato d’intervenire per fissare le legge di lavoro e di organizzazione.

Ogni rivoluzione industriale a sua volta ha provocato questa sofferenza di fronte al cambiamento per una parte della popolazione, la paura della scomparsa del lavoro umano, ma anche l'entusiasmo di fronte al progresso tecnico e all'aumento della creazione di ricchezza.

1.4 Il passaggio dalla fabbrica alla società in accomandita semplice

L'aumento della popolazione offre maggiori opportunità per la produzione. Un circolo virtuoso è addirittura impegnato con il crescente numero di dipendenti che hanno un reddito regolare e vengono anche a mantenere la domanda. Inoltre, i quadri giuridici ora facilitano la movimentazione delle merci.

La crescita del sistema di fabbrica non ha solo comportato problemi con il fattore "lavoro". Il finanziamento e l'innovazione nei metodi di produzione sono stati anche fonte di preoccupazione per gli imprenditori. Quindi hanno iniziato a prendere l'iniziativa per fondare società in accomandita semplice. La gestione di una tale società era coinvolta nella costruzione di capitali per fare investimenti e conquistare il mercato. La gestione di una fabbrica si preoccupava maggiormente del miglioramento dei processi produttivi e dell'ampliamento della capacità produttiva. Nonostante il severo controllo, il processo di produzione e l'analisi dei costi sono rimasti un fenomeno impenetrabile. Ciò ha spinto gli scienziati a studiare il ruolo e la funzione dell'imprenditore.

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1.5 L'innovazione industriale

Figura 2: La macchina a vapore

fonte:Getty-image

L'innovazione tecnologiche fu il sviluppo di una seria di settore industriale, settore dei trasporti, settore tessile, settore minerario, settore siderurgico (l'industria del ferro) e settore meccanico. Ma La scoperta più importante di tutte avvenne a opera di James Watt che tra il 1765 e il 1781 invento e perfeziono la macchina a vapore. Questo strumento fu il progresso e la nascita di una società industriale, gli imprenditori capitalisti stavano iniziando a guadagnare potere e il ruolo dell'imprenditore come fondatore di una fabbrica stava diventando più importante. “Il Vapore non ha creato una grande industria. Ma gli ha dato il suo potere, ha reso la sua ascesa irresistibile come le forze a sua disposizione. Soprattutto, gli ha dato la sua unità. L'interdipendenza delle diverse industrie era, fino ad allora, molto meno stretta di quella odierna. Tra le rispettive tecniche c'erano solo pochi punti di contatto. I loro progressi sono stati compiuti separatamente e in modi molto specifici. L'impiego di una forza motrice comune, e per di più, di una forza artificiale, impone d'ora innanzi leggi generali sul progresso di tutte le industrie. I successivi miglioramenti della macchina a vapore hanno reagito anche all'estrazione mineraria e alla lavorazione dei metalli, alla tessitura e ai trasporti. Il mondo industriale è diventato come una grande fabbrica, dove l'accelerazione del motore, il suo rallentamento, il suo arresto, modificano l'attività dei lavoratori e regolano il ritmo di produzione”

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(montoux,1906)8. La macchina a vapore aiuterà successivamente a unificare il

sistema industriale, a fare del capitalismo industriale un sistema in cui parti sono interdipendenti.

Dopo il 1860, il termine "industriale" divenne integrato. Gli industriali stavano cercando di aumentare la redditività attraverso la produzione di massa.

1.6 Il manager

La meccanizzazione richiedeva un regolare processo di produzione, ma i lavoratori mostravano costantemente la loro ostilità nei confronti di questo duro ritmo di lavoro. Gli industriali occupati dai problemi generali della fabbrica, hanno assunto i dirigenti per occuparsi della gestione dell'azienda. Controllarono il corso quotidiano delle cose in fabbrica. La formazione del manager è stata svolta in pratica e lavorando ha acquisito familiarità con il processo di produzione, il sistema commerciale e i requisiti legali. In un momento in cui l'industrializzazione si stava intensificando e le persone si stavano abituando alla società industriale per le grandi imprese, c'erano domande sul modo in cui questi grande imprese erano gestiti.

È opportuno sottolineare, tuttavia, che nessuna nazione conobbe in questo periodo uno sviluppo pari a quello dell’Inghilterra, che godendo di molti vantaggi dovuti al fatto di essere stato il first comer, attorno alla metà dell’Ottocento divenne uno tra i paesi più industrializzati a livello mondiale9.

Dal 1830 la rivoluzione industriale si diffuse in Francia, poi negli Stati Uniti, in Germania, in Giappone e in Russia. Ma l'Inghilterra è molto più avanti rispetto ai suoi

8 Paul Mantoux. La Révolution Industrielle aux Dix-Huitième Siècle, The Economic Journal, Volume 16, Issue 63, 1 September 1906.

9 Per approfondimenti sulla prima Rivoluzione industriale: cfr.: S. Battilossi, Le rivoluzioni industriali, Carocci, Roma, 2002; R. Cameron, L. Neal, Storia economica del mondo, il Mulino, Bologna, 2002, pp. 263 e ss.; A.. Giardina et al.,

L’età moderna, Laterza, Bari, 2001, pp. 436 e ss; C. Singer et al., Storia della tecnologia, Bollati-Boringhieri, 1992, vol.

4; F. Assanteet al, Storia dell'economia mondiale, Monduzzi, Bologna, 2000, pp. 79 e ss.; G. Sabbatucci, V. Vidotto,

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vicini e gode di un'economia particolarmente potente. Oltre allo sviluppo economico, la rivoluzione industriale ha provocato grandi sconvolgimenti economici e sociali. Appare in un contesto particolare, favorevole al progresso e dove lo spirito capitalista si sta sviluppando sempre di più. Una seconda rivoluzione industriale avrà luogo in seguito a partire dal 1896.

II. La seconda rivoluzione industriale

Nell'ultimo quarto del'800 un grappolo d’innovazione da il via a un nuovo ciclo di sviluppo, si tratta d’innovazione strettamente dipendano dalla ricerca scientifica, la seconda rivoluzione industriale è la tendenza a una produzione di massa (metallurgia, chimica, meccanica). Essa richiede sviluppo dei mercati e cultura adatte alle grandi dimensione.

Durante questo periodo verranno implementati il taylorismo e il lavoro sulla catena di montaggio. La produttività dei lavoratori non qualificati sarà sfruttata al massimo per vedere la nascita della produzione in serie di prodotti identici.

2.1 Le Nuove energie:L’ elettricità e Il petrolio

L'elettricità è oggetto di ricerca che porta a molte applicazioni. Così, l'americano Thomas Edison creò la lampada a incandescenza nel 1879. Compaiono le prime compagnie elettriche con George Westhinghouse (Stati Uniti) che nel 1886 fondò la Westhinghouse Electric Corporation per la distribuzione dell'elettricità. Poiché viene trasportata, l'elettricità entrerà gradualmente nelle case (illuminazione, elettrodomestici), cambierà la fisionomia delle città, l’elettricità annuncerà il declino della macchina a vapore (realizzazione di motori elettrici).

Non è stato fino all'inizio del XX secolo che "l'oro nero" ha dato vita a un nuovo ramo industriale. Utilizzato principalmente come fonte di energia, il petrolio vivrà una nuova vita ha seguito di un impulso del mercato consumer: il vertiginoso

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aumento della domanda di combustibili liquidi legato alla commercializzazione del motore a benzina. Il petrolio è posizionato come una delle principali fonti di energia. L'elettricità inizia a essere dominata, la meccanizzazione si evolve: il progresso tecnico sta portando a un aumento della produzione e della ricchezza. Anche le città, che concentrano attività industriali, commerciali e finanziarie, stanno vivendo uno sviluppo senza precedenti, aiutate da forti migrazioni umane.

2.2 La rivoluzione nei trasporti e nella comunicazione

Questa seconda rivoluzione industriale ebbe luogo in gran parte negli Stati Uniti. Intorno al 1890 iniziò a estrarre e sfruttare la ricchezza naturale e minerale. Le innovazioni si sono verificate per la prima volta nel trasporto e nella comunicazione. Poi si è avvertito un improvviso cambiamento anche nel campo della distribuzione e del processo di produzione. Le ferrovie negli Stati Uniti hanno avuto un notevole impatto economico e organizzativo. A seguito dello sviluppo esponenziale della rete ferroviaria, le compagnie ferroviarie furono costrette ad adattare la propria organizzazione dividendo la rete in divisioni geografiche e standardizzando il loro funzionamento. L'innovazione in termini organizzativi che ne è derivata è stata una struttura decentralizzata.

Quindi le compagnie ferroviarie si organizzarono in società multidivisionali. La scoperta della corrente elettrica e l'invenzione del telegrafo elettromagnetico hanno contribuito efficacemente allo sviluppo di scambi commerciali. Gli Stati Uniti in espansione stavano vivendo una carenza di manodopera da parte delle società di produzione. Pertanto, gli industriali americani hanno cercato di sviluppare tecniche di produzione che consentissero di realizzare un'economia seria sul lavoro e allo stesso tempo questa produzione di massa era la risposta alla crescente domanda del mercato. 2.3 L'organizzazione

Alla fine del 19 ° secolo, l'equilibrio internazionale nel campo dello sviluppo industriale andò perso. In Inghilterra l'industria stava crescendo a un ritmo costante e

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basso. In America, al contrario, c'è stato un rapido sviluppo e le caratteristiche sono cambiate. La concorrenza tra le piccole imprese familiari ha portato alla creazione di grandi aziende che sono diventate gruppi giganteschi di società multifunzionali. Ma anche i nuovi settori industriali hanno visto il giorno in cui si sono sviluppati grazie alla scienza, così gli scienziati sono diventati uomini d'affari. Il progresso scientifico e tecnologico ha capovolto le industrie e innescato la seconda rivoluzione industriale. La comparsa d’imprese di grandi dimensioni ha portato all'inizio di un nuovo compito amministrativo, vale a dire il coordinamento. Nell'era degli organizzatori, i manager, i registi formano una nuova classe sociale e diventano consapevoli della loro forza. La tecnocrazia, l'era degli organizzatori, alla fine avrà successo al capitalismo.

2.4 Il "american system of manufacturing"10

La crescita della vita economica americana, l'espansione delle aziende, la varietà dei prodotti finiti e dei processi produttivi, di conseguenza il miglioramento della gestione aziendale è stato fondamentale. L'esecuzione efficiente della produzione richiedeva un migliore coordinamento e un coordinamento adeguato a sua volta richiedeva informazioni pertinenti. Un efficiente flusso di informazioni richiedeva lo sviluppo di procedure amministrative.

Per gestione del lavoro si intende l'organizzazione del processo lavorativo al fine di controllare lavoratori e dirigenti; si tratta dell'organizzazione del lavoro nel senso di attività disciplinata e regolata, che mira a perfezionarlo come strumento di capitale nella sfera produttiva. Il personale dirigente provvederà ad organizzare il lavoro nei suoi altri tre sensi legati alle istituzioni (proprietà, merce-lavoro legata al mercato, movimento operaio). La prima forma di gestione sarà qui esaminata attraverso il taylorismo, i metodi fordiani di organizzazione del lavoro e la corrente delle relazioni

10 Fayol, H., Administration industrielle et générale: prévoyance, organisation, commandement, coordination, controle, Dunod, Paris 1956.

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umane.

Il sistema americano di produzione è il sistema taylorista-fordista basato sulla divisione delle mansioni e sula catena.

2.4.1 Il Taylorismo: Un insieme di principi di gestione del lavoro.

Tra il 1893 e il 1911 F. W. Taylor11 pubblicò una serie di lavori di "management" che,

secondo lui, definirono le basi di una nuova scienza: la OSL, l'organizzazione scientifica del lavoro. La sua ruolo principale: la direzione scientifica delle aziende. Teorizza e sistematizza il movimento irresistibile che va dal lavoro specializzato dei lavoratori artigiani, dai mestieri tradizionali al lavoro non specializzato della grande industria che richiede solo un breve apprendistato.

Taylor partiva da due punte: da un lato, osserva il “bighellonare” dei lavoratori, come sono motivati sia da una naturale propensione alla pigrizia sia dalla strategia del management che approfitta del progresso tecnico per aumentare invece la produzione e incoraggiare una maggiore produttività attraverso aumenti salariali. D'altra parte, nota il rifiuto del lavoratore che mostra zelo da parte dei suoi colleghi.

Quattro principi sono alla base del sistema Taylor: divisione verticale del lavoro, divisione orizzontale del lavoro, retribuzione delle prestazioni e controllo del tempo. Primo principio: la divisione verticale del lavoro.

È la separazione tra il lavoro di esecuzione e il lavoro intellettuale di progettazione, assicurata dagli ingegneri dell’ufficio dei metodi. Attraverso il processo scientifico (studio della postazione di lavoro, scomposizione e semplificazione delle azioni, assegnazione di un tempo di esecuzione ad ogni compito elementare), determinano l'unico modo giusto per svolgere un compito (“the one best way”). Così, Taylor,

11 Frederick Winslow TAYLOR (1856-1915), ingegnere americano, promosse l'Organizzazione scientifica del lavoro e la gestione scientifica.

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responsabile del miglioramento dei metodi in una società mineraria, arriva al punto di mostrare all'operaio il modo giusto per caricare la sua pala per ottenere la più alta produttività media giornaliera.

Taylor quindi sostiene lo "sviluppo di una scienza che sostituisce il vecchio sistema di conoscenza empirica dei lavoratori". In un contesto negli USA segnato dal potere dei lavoratori sindacalizzati e dalla scarsa qualificazione della forza lavoro immigrata, questa proposta di Taylor non poteva che ricevere una buona accoglienza.

Si tratta quindi di trasferire la conoscenza dagli operai agli ingegneri. Questo processo implica una deviazione attraverso la sua intellettualizzazione e la sua codificazione formale perché questa conoscenza dovrà poi essere divulgata, non da un lungo apprendistato con gli anziani, ma da istruzioni inviate dalla gerarchia agli artisti formati in poche ore.

Secondo principio: divisione orizzontale dei compiti.

È la divisione dei compiti tra gli operatori. Ad ogni operatore viene assegnato un compito elementare per automatizzare e velocizzare le azioni. La divisione orizzontale dei compiti, eseguita per quanto possibile, si tradusse in un lavoro in catena di montaggio, innovazione Ford, applicata dal 1913 nei suoi stabilimenti. All'inizio del secolo, tuttavia, le macchine eseguivano solo operazioni semplici: l'uomo era insostituibile per manipolazioni complesse. La catena costringe così l'uomo ad adottare il ritmo della macchina.

Terzo principio: retribuzione delle prestazioni e controllo del tempo.

Taylor è ben consapevole del carattere paralizzante e alienante del lavoro così offerto al lavoratore: “Ma ora dobbiamo dire che è una delle prime caratteristiche di un uomo che è in grado di svolgere il lavoro di allevatore di suini. È che è così poco intelligente e così flemmatico da poter essere paragonato, per quanto riguarda il suo atteggiamento mentale, più a un bue che a qualsiasi altra cosa. L'uomo che ha una

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mente acuta e intelligente è, proprio per questo, inadatto a questa professione a causa della terribile monotonia di tale compito”. (TAYLOR, 1911).

L'unica motivazione per tale lavoro può quindi essere solo il denaro. Per questo motivo il pagamento delle prestazioni é richiesto: ogni task corrisponde a un tempo di esecuzione; il cronometro determina quindi la retribuzione del lavoratore in deroga al tempo di riferimento.

I salari di rendimento consentono quindi di lottare contro i tempi d’inattività, siano essi causati da una cattiva organizzazione o dalla tendenza spontanea dei lavoratori a scegliere il proprio ritmo (“la bighellona dei lavoratori”).

Quarto principio: Il coordinamento del lavoro tramite la gerarchia funzionale. Il sistema gerarchico funzionale è costituito da una molteplicità di linee gerarchiche. Secondo Taylor, il lavoratore deve avere tanti leader specializzati quanti possono essere distinti dalle diverse funzioni coinvolte nel suo lavoro: uno per il suo ritmo di produzione, uno per i suoi strumenti, uno per i suoi incarichi ...

Questo sistema ebbe meno successo di quello della centralizzazione gerarchica del Fayol francese, basata sul principio del comando unico. Secondo questi ultimi non si può evitare d’introdurre un polo di autorità, anche se significa delegare compiti che non implicano la coesione dell'azienda.

Il lavoro industriale si basa quindi sulla codificazione e sull'analisi dei processi e dei tempi di lavorazione. Il design è diverso dall'esecuzione. Il lavoro viene svolto individualmente vista la specializzazione. Aumentando la produttività attraverso bonus, bonus e salari a tempo e a cottimo, e al fine di rendere le attività meno faticose fisicamente, Taylor ha aiutato a meccanizzare i processi di produzione.

L’opere del lavoro taylorismo; l'organizzazione scientifica del lavoro, è nella sua essenza consiste piuttosto in una filosofia risultante in una combinazione dei quattro

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principi fondamentali di gestione: 1. Lo sviluppo di una vera scienza 2. Selezione scientifica del lavoratore

3. La formazione e lo sviluppo del lavoratore secondo i principi di questa scienza 4. Stretta e intima collaborazione tra amministrazione e dipendenti.

La storia dello sviluppo dell'organizzazione scientifica del lavoro, richiede cautela. La meccanica dell'organizzazione scientifica del lavoro non deve essere confusa con la sua essenza o la sua filosofia sottostante.

2.4.2 L'organizzazione fordista: miglioramento del taylorismo:

Ford, ha applicato i principi dell'OSL nella sua fabbrica e ha introdotto il lavoro in catena di montaggio. La sua organizzazione produttiva era basata da un lato sulla semplificazione della natura e dei metodi di produzione delle automobili e dall'altro sull'aumento dei salari dei lavoratori in modo da consentire loro di acquistare più facilmente le auto prodotte, dove l'aumento dei salari consentirà lo sviluppo del consumo di massa.

Il fordismo è l'organizzazione del lavoro messa in atto da Ford nelle fabbriche di automobili. Si tratta di un'organizzazione di produzione basata sul Taylorismo, a cui si aggiunge il lavoro in catena di montaggio (movimento meccanizzato dell'oggetto lavorato da un operaio all'altro).

I principi generali del fordismo

- Lavoro in linea dove le parti si muovono verso il lavoratore e non viceversa, - Viene imposta una cadenza,

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- Politica salariale alta: 5 $ al giorno

- Produzione di massa di consumo di massa.

Ma il fordismo ha dei limiti come la perdita di qualificazione del lavoro dei lavoratori che diventa ripetitivo e monotono che li porterà poi a difficoltà di riqualificazione, o la mancanza di risposte alle esigenze di diversificazione della produzione.

La schema sotto mostra una sintesi del sistema Taylorismo – Fordista

Taylorismo

Organizzazione scientifica del lavoro

Fordismo

Divisione del lavoro

One best

way Lavoro in catena di montaggio Standardizzazione Five Dollar

a day Verticale

Produzione di massa Regolazione Fordista Consumo di massa

Crescita Orizzontale

Produttività & Domanda

Figura 3: Schema di sintesi del Taylorismo & Fordismo

L'inadeguatezza del sistema Taylorismo-Fordismo agli sviluppi industriali porta a considerare un modello di produzione flessibile in grado di rispondere a nuovi imperativi economici, tecnologici e sociali.

Durante gli sviluppi storici del capitalismo industriale abbiamo visto che gli autori hanno iniziato a occuparsi sempre più di problemi organizzativi e gestionali. Sotto l'influenza della prima rivoluzione industriale, i metodi di produzione tradizionali

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sono gradualmente scomparsi. Stavamo cercando nuove forme di organizzazione. Taylor,Ford, Fayol12,…, consideravano l'organizzazione come un mezzo per monitorare il personale ai fini degli obiettivi definiti dalla direzione dell'organizzazione. Dopo la seconda guerra mondiale le due correnti sul comportamento dell'individuo e del sistema hanno sempre più attratto le idee scientifiche per giustificare i loro punti di vista.

Con lo sviluppo di reti decentralizzate, vale a dire Internet e "nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione", dando la via a una terza rivoluzione che è un periodo di una rinascita globale.

III. La terza rivoluzione industriale

La terza rivoluzione avverrà a metà del XX secolo grazie all'introduzione dell'elettronica e delle tecnologie informatiche. Consentiranno l'implementazione dell'automazione della produzione nelle fabbriche. Queste tecnologie sostituiscono e alleggeriscono i lavoratori nelle attività più difficili. In questo periodo appariranno la robotica e la produzione di grandi serie.

3.1 L’innovazione tecnologica dal - 1969

Un secolo dopo, esattamente nella seconda parte del XX secolo, l'avvento di una nuova energia e di nucleare, emergerà una terza rivoluzione industriale. Che Sarà quella dell'avvento dell'elettronica - con l'arrivo del transistor e del microprocessore in mente - ma anche delle telecomunicazioni e dell'informatica. Tante le nuove tecnologie che consentiranno la produzione di materiali miniaturizzati, che a loro volta apriranno le porte, in particolare quelle della ricerca spaziale e delle biotecnologie. Per l'industria, questa rivoluzione segna l'era dell'automazione della produzione avanzata abilitata da due importanti invenzioni: il controller, il controller

12 Henri FAYOL (1841-1925), ingegnere minerario francese, rilevò il lavoro di TAYLOR. È considerato uno dei pionieri della gestione aziendale e uno dei precursori della gestione

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logico programmabile industriale(automate programmable industiel (API)) e il robot. La terza rivoluzione industriale, è il risultato finale dopo la meccanica e l’elettricità è la tecnologia digitale, con l’adozione e la proliferazione dei computer e dei sistemi di conservazione dei documenti questa rivoluzione conosciuta anche come rivoluzione digitale. La terza rivoluzione industriale indica una serie di processi di trasformazione della struttura produttiva, e più in generale del tessuto socio-economico, avvenuti a partire dalla metà del Novecento nei Paesi sviluppati e caratterizzati da una forte spinta all’innovazione tecnologica e al conseguente sviluppo economico della Società. L’innovazione quindi legata alla nascita dei computer, dei robot, della prima navicella spaziale e dei satelliti.

3.2 I cinque pilastri della terza rivoluzione industriale:

Come nel caso delle due precedenti esperienze (la prima e la seconda rivoluzione industriale), cambierà in maniera sostanziale ogni aspetto del modo in cui viviamo e lavoriamo, Rifkin ravvisa siamo nel bel mezzo di una profonda trasformazione del modo in cui la società e strutturata un passaggio dal potere gerarchico al potere laterale. I cinque pilastri sono:

Figura 4: I cinque pilastri della terza rivoluzione industriale Energia rinovabili Innovazione nella mobilità Idrogeno di stoccaggio di energia Rete intelegente Immobili produtore d'energia

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1. Passaggio alle energie rinnovabili,

2. Immobiliare: edifici che diventano una somma di micro centri energetici con una capacità di trasferimento tra i siti,

3. Stoccaggio locale di energie intermittenti, 4. Uso d’internet per gli scambi di energia, 5. Veicoli elettrici.

Raggiungi Rifkin che ogni pilastro può funzionare solo in relazione con tutti gli altri. È questo il caratteri principale di questo terza rivoluzione industriale è il comportamento collaborativo.

Le energie rinnovabili sono ovunque: sole, vento, geotermia, maree ... e non solo in zone molto soleggiate e ventose ... “In 25 anni, milioni di edifici /.../ saranno riconvertiti o costruiti per servono sia come centrali elettriche che come abitazioni”. Questo ne genererà moltissimi lavori di costruzione. "Il sole non splende sempre, il vento non sempre soffia":Per massimizzare l’energia rinnovabile, e massimizzare i costi, sarà necessario sviluppare metodi di accumulazione che facilitino la conversione delle forniture intermittenti di queste fonti energetiche in un servizio affidabile. Batterie, ri-pompaggio dell’acqua, e altri mezzi possono fornire una limitata capacità di accumulazione. Per fortuna esiste un mezzo di accumulazione che è completamente disponibile e relativamente efficiente. L’idrogeno è il mezzo universale che “immagazzina” tutte le forme di energia rinnovabile per assicurare la disponibilità di una fornitura stabile ed affidabile per la generazione elettrica e, cosa altrettanto importante, per i trasporti. Ovviamente è necessario creare "reti elettriche intelligenti" (Cfr. Internet) che permettere alle imprese e all’utenza privata di produrre la propria energia e di scambiarla.

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permettono all’utenza privata, alle piccole e medie imprese e alle grandi imprese di produrre localmente energia rinnovabile – attraverso pannelli solari, eolico, piccolo idroelettrico, residui animali e agricoli, rifiuti organici, ecc. – e di utilizzarla per i loro bisogni elettrici. Tecnologie di contatori intelligenti permettono ai produttori locali di energia di venderla in modo più vantaggioso alla rete elettrica principale e di prendere elettricità dalla rete rendendo il flusso elettrico bi-direzionale. Le tecnologie di reti intelligenti sono composte di sensori e micro-chip disseminati in tutto il sistema di rete collegati ad ogni elettrodomestico. Il software permette a tutta la rete di conoscere la quantità di energia utilizzata in qualunque moneta in qualunque dei posti della rete. Questa “interconnettività” può essere usata per re-indirizzare i flussi energetici durante i picchi o le cadute e perfino di approfittare delle variazioni del prezzo di elettricità di momento in momento13.

Pertanto, questo derivare una radicale innovazione, una rivoluzione industriale su larga scala che stimola un nuovo slancio per l'economia e trasformazioni strutturali che sono sia quantitative (quantità prodotte e numero di posti di lavoro) sia qualitative (tipi di attività e lavoratori). In realtà, l'innovazione è un processo lungo e costoso che spesso comporta forti investimenti in ricerca e sviluppo (R&S), design, ingegneria e marketing. Questo deve essere un pilastro della strategia dell'azienda. Questo è il motivo per cui deve essere sistematico e permanente.

3.3 L'impatto positivo

La descrizione del contesto macroeconomico ci ha permesso di comprendere i vincoli esterni che portano le aziende ad innovare. L'azienda è soggetta a questo ambiente esterno e deve quindi innovare per sopravvivere. Tuttavia la ricerca e l'innovazione non dovrebbero essere viste come spese dispendiose con risultati incerti e confusi. Al contrario, sono potenziali fonti di vantaggi competitivi sostenibili, elementi di differenziazione ad alto valore aggiunto per l'azienda.

13 per approfondire Jermy rifkin,la terza rivoluzione industriale come il “potere laterale”sta transformando l’energia,

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“ Innovation is the ability to see change as an opportunity, not at threat” Steve job

L'innovazione è un fattore essenziale di competitività. Michael Porter (1985) sottolinea che è la chiave per la competitività delle aziende perché condiziona la loro capacità di mantenere vantaggi competitivi sostenibili nei mercati in evoluzione. È infatti un mezzo per l'azienda per migliorare la propria competitività non di prezzo (detta anche “competitività di prodotto” o “strutturale”) e quindi per mantenere un vantaggio competitivo nel lungo periodo.

La personalizzazione / differenziazione dell'offerta di prodotti, ad esempio, è essenziale per posizionarsi nei mercati globali in cui la concorrenza è esacerbata. In questo modo, grazie a un'innovazione rivoluzionaria, un'azienda può stare al passo con la concorrenza e stabilire una posizione di leadership nel proprio mercato. È così che Samsung, sull'orlo del fallimento nel 1997, è diventata uno dei leader mondiali nell'elettronica di fascia alta. Grazie, infatti, ad una oculata strategia di differenziazione rispetto ai competitor cinesi14.

L'implementazione di nuove tecniche di produzione (innovazioni di processo) consente inoltre di guadagnare competitività strutturale quando queste migliorano la qualità dei prodotti. Queste innovazioni di processo sono nella maggior parte dei casi sinonimo di significativi guadagni di produttività. L'innovazione in tutte le sue forme è quindi largamente favorevole alle dinamiche dell'azienda. Più in generale, può essere una risposta adeguata ai seguenti problemi:

- Conquista di nuovi mercati (i nuovi prodotti consentono di ricercare clienti in nicchie ancora non occupate dalla concorrenza).

- Risposta a bisogni latenti (innovazione guidata dalla domanda o "demand-pull", approccio di anticipazione e monitoraggio).

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- Creazione di nuovi bisogni (l'offerta che crea la propria domanda o "spinta tecnologica").

- Controllo dei vincoli esogeni (rimanendo all'avanguardia delle nuove tecnologie, un'azienda può controllare il flusso della loro diffusione e limitare gli impatti negativi di un'innovazione rivoluzionaria).

- Lealtà del personale (l'impegno a innovare può essere un fattore motivante per il personale e aiutare a trattenerlo in azienda).

- Miglioramento dell'immagine dell'azienda (aziende innovative come Sony, Google o anche Apple sono in cima alla classifica tra le aziende più ammirate a livello mondiale secondo uno studio condotto dalla rivista Fortune nel 2010).

La maggior parte delle aziende ha compreso appieno l'importanza dell'innovazione per la propria competitività. Hage & Powers (1992)15 ha osservato un aumento

notevole e talvolta storico (+ 12,8%) delle risorse destinate alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti all'interno delle 300 maggiori aziende mondiali. Questo aumento della spesa, sebbene spettacolare, fa parte di una logica strategica più antica che ha le sue origini negli inizi della rivoluzione informatica.

Un altro studio supporta questo stato di cose: realizzato nel 1982 da Booz, Allen e Hamilton (1982) su 700 società americane, osserva che lo sviluppo di nuovi prodotti ha rappresentato quasi il 30% del rispettivo fatturato. Un altro studio simile, condotto dall'Istituto Scientifico di Marketing nel 1990, ricorda che il 25% delle vendite di prodotti a livello macroeconomico ha avuto origine da un'innovazione che risale a meno di tre anni.

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3.4 L’Organizzazione

Tutti i compiti amministrativi in azienda hanno subito notevoli cambiamenti dagli anni '80, sia in relazione ai loro obiettivi, ai mezzi implementati o alla loro organizzazione. Questi cambiamenti sono stati possibili solo attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti che hanno consentito una nuova organizzazione del lavoro. Le funzioni amministrative, infatti, hanno risentito poco o nulla degli sconvolgimenti che il mondo della produzione ha conosciuto dal Settecento. Le tecnologie informatiche integrano le pratiche gestionali di regolazione e controllo del processo lavorativo; queste pratiche assumono una forma oggettiva che non può più essere contestata. Da quel momento, l'intera storia dell'azienda può essere letta come una costante ricerca di miglioramento dell'organizzazione per ottenere guadagni di produttività. L’azienda ha subito una serie di continui cambiamenti.

La prima e la seconda rivoluzione industriale sono il risultato di guadagni di produttività che producono volumi sempre più grandi, con risorse sempre più ridotte e con scadenze sempre più brevi. I crescenti guadagni di produttività corrispondono alla meccanizzazione della produzione che va di pari passo con lo sviluppo del taylorismo, quindi del fordismo basato sull'organizzazione scientifica del lavoro. D'altra parte, in questo stesso periodo, l'organizzazione del lavoro amministrativo, a differenza di quella dell'officina, ha visto pochi cambiamenti se non l'arrivo del telefono e della macchina da scrivere all'inizio del XX secolo. Questi due strumenti hanno consentito guadagni di produttività nella produzione della scrittura e nella comunicazione, ma hanno rafforzato il divario tra chi ha progettato le informazioni e chi le esegue. Dalla fine degli anni '70, l'informatizzazione del lavoro negli uffici rivoluzionerà l'organizzazione della gestione delle informazioni.

Dalla fine degli anni '80 gli strumenti informatici sarebbero stati inseriti in rete, l'organizzazione del lavoro si sarebbe gradualmente trasformata in un sistema informativo. Allo stesso tempo, l'ergonomia dei computer e la loro tecnologia hanno permesso di fornire a tutti il proprio personal computer. La sua espansione corrispondeva all'ergonomia che ne facilitava l'uso da parte di specialisti non IT.

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Così, dopo il workshop, l'ufficio è entrato anche in un processo di aumento della produttività attraverso lo sviluppo delle IT associato a una riorganizzazione del lavoro.

Tutte le attività amministrative stanno subendo modifiche che consentono: • Riduci i ritardi, anche in tempo reale,

• Ridurre i costi,

• Automatizza le attività amministrative, • Sviluppa e crea servizi,

• Sviluppare la capacità degli utenti di sfruttare le informazioni esistenti.

Questi cambiamenti ora interessano attività che vanno ben oltre i compiti amministrativi e il lavoro intorno alla progettazione e allo sviluppo è ora interessato, in particolare nella ricerca e sviluppo, nonché nel processo decisionale.

L’emergendo di una nuova forma di organizzazione del lavoro, centrata in particolare su attività collaborative che si fonda su un importante break culturale, persone dislocate in luoghi differenti, situazioni gerarchiche e temporalità differenti che sono implicate per coordinare e sviluppare il lavoro di gruppo. Grazie al ICT le funzioni dell’azienda sono modificati; informazioni sul processo decisionale, informazioni sulla comunicazione, creazione e dati sociali. Questa forma di organizzazione non si basa solo sull'individuo, ma sulla capacità che ha di lavorare con gli altri, base di valore e innovazione per le aziende.

Nuove forme d’impresa e organizzazione del lavoro richiedono sia nuove funzioni che nuove capacità manageriali. Il potente dinamismo e la concorrenza generati dalla globalizzazione del contesto imprenditoriale hanno portato a nuove forme di business. - microimprese che producono prodotti snelli - che operano sulla base di competenze chiave. Queste aziende sono specializzate, flessibili e adattabili, in grado di rinunciare a una produzione per un'altra quando le dinamiche di mercato lo impongono.

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Allo stesso modo, anche l'organizzazione del lavoro sta subendo trasformazioni poiché, a livello interno, appare meno gerarchica con specificazioni e differenziazioni di compiti meno rigide. A causa dei cambiamenti nel mondo degli affari, nonché nell'organizzazione e nel funzionamento delle aziende, i micro imprenditori hanno prestato maggiore attenzione alla gestione per garantire che i vari processi funzionino correttamente al fine di ottenere risultati previsto16.

Abbiamo visto l’evoluzione del’organizzazione in tre rivoluzione industriale, questo sviluppo e per una larga scala si tratta di piccoli e medie imprese (PMI), In molti altri paesi europei, le grandi imprese non sono comparse fino alla fine della seconda metà del XX secolo. Le grandi imprese sono concentrate in settori a monte del processo industriale ad alta intensità di capitale e di manodopera, mentre le piccole imprese si trovano più a valle.

La prima rivoluzione industriale ha utilizzato l'acqua e il vapore per meccanizzare la produzione, la seconda ha utilizzato l'energia elettrica per creare una produzione di massa e la terza ha utilizzato l'elettronica e la tecnologia dell'informazione per automatizzare la produzione. Oggi è in corso una quarta rivoluzione industriale che si basa sulla terza, e la rivoluzione digitale che è in atto dalla metà del secolo scorso. Una quarta rivoluzione con sviluppo esponenziale, caratterizzata da una fusione di tecnologie che offusca i confini tra la sfera fisica, digitale e biologica e che arriva a stravolgere le industrie di tutti i paesi. L'ampiezza e la profondità di questi cambiamenti annunciano la trasformazione d’interi sistemi di produzione, gestione e governance.

16 Per approfondire, Ana Millán Gasca,: Storia dell'ingegneria industriale, Springer Science & Business Media, Fabbriche, sistemi, organizzazioni, 2006.

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Capitolo 2: la quarta rivoluzione industriale:

La trasformazione digitale

Abbiamo parlato di tre rivoluzioni, la prima con la produzione meccanica a vapore, la seconda con la produzione in serie e l'arrivo di energia elettrica, la terza con la produzione automatizzata mediante automi e robot, e ora è la quarta. L'intero settore industriale è entrato in una fase di profondo cambiamento chi vede le tecnologie digitali integrarsi nel cuore dei processi industriali. Questa quarta rivoluzione industriale dà la luce a una nuova generazione di fabbriche. Possiamo chiamarle "Cyber-fabbrica", "Fabbrica digitale", "Industria integrata", "Fabbrica innovativa" o "Industria 4.0". Questa grande rottura tecnologica offre uno straordinario campo di innovazione, progresso e crescita. Caratterizzata dalla fusione tra mondo virtuale di Internet de-localizzato e il mondo reale di installazioni industriali, Industria 4.0 diventa il riferimento essenziale per la produzione industriale.

I. Presentazione del’industria 4.0

Il termine “industria 4.0” è forgiato nel 2011 durante la fiera di Hannover, dove i tre consulente del governo tedesco Henning kagerman, wolf-Dieter lukas e Wolfgang Wahlster hanno presentato un documento per il futuro della manifattura in germania su il titolo “industria 4.0: Internet degli cose sulla strada della quarta rivoluzione industriale”17. Per descrivere il modo in cui queste trasformazioni sconvolgeranno

tutti i settori dell'economia mondiale inaugurando la fabbrica intelligente, la quarta rivoluzione industriale, crea un mondo in cui sistemi virtuali e fisici del mondo della produzione coopereranno in modo flessibile.

Al giorno d'oggi, le tendenze di produzione della catena di montaggio sono state

17Temporelli Massimo, Colorni Francesco, Gamucci Bernardo;4 punto 0: Fabbriche, professionisti e prodotti della

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messe da parte e spostate verso l'era della personalizzazione di prodotti e servizi. L'Industria 4.0 consentirà di rispondere a questo problema di prodotti unici e personalizzati mantenendo costi equivalenti, nonostante i bassi volumi di produzione richiesti.

Il passaggio all'Industria 4.0 è associato all'introduzione dell'Internet of Things (IoT), dei sistemi cyber-fisici e all'ascesa delle reti interconnesse in tutto il mondo. I grandi produttori stanno ora ponendo la trasformazione digitale come una priorità strategica. L'Industria 4.0 consente l'integrazione su 3 assi dell'intera filiera catena del valore18: • Integrazione orizzontale: lungo tutta la catena del valore, macchine e le persone comunicano in tempo reale direttamente al centro operativo. Le aziende sono anche connesse tra loro, favorendo reti industriali e partnership.

• Integrazione verticale: la gestione di sistemi e sottosistemi attraverso flessibilità e riconfigurazione delle reti di produzione.

• Integrazione temporale: durante tutto il ciclo di vita del prodotto, oggetti dati registrati collegati sulla progettazione, produzione e utilizzo dei prodotti.

II. I caratteri del’industri 4.O:Le tecnologie abilitanti

19

Presentiamo in questa parte le tecnologie che determinano la capacità di innovare i processi, i prodotti e i servizi in tutti i settori economici dell’attività umana, le tecnologie del’industria 4.0 aiutano le piccoli e medie imprese (PMI) per avviare e avere successo nel passaggio alla 4.0. Vengono identificati 9 groppi di tecnologia abilitante rappresentati nella figura 5:

18 Wang, S., Wan, J., Li, D., Zhang, C., Implementing Smart Factory of Industrie 4.0: An Outlook. Int. J. Distrib. Sens. Networks 2016,

19 Ruessmann, M., Lorenz, M., Gerbert, P., Waldner, M., Justus, J., Industry 4.0: the future of productivity and growth in manufacturing industries, Engel, P., Harnisch, M., 2015.

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Figura 5: I gruppi tecnologici a sostegno dell'industria 4.0

2.1 L’ Analisi dei big data (Big Data e Data Analytics)20

I big data rappresentano uno dei fattori evolutivi nel mondo dell’analisi dei dati e della business intelligence.

I big data sono dati che superano i limiti degli strumenti di data base tradizionali. Il termine big data è poi utilizzato per estensione,anche per definire le tecnologie volte a estrarre conoscenza e valore da questa tipologia di dati. Big data è forse la principale parola chiave del 2012 nel campo informatico, anche se grandi aziende (come google) utilizzano tecnologie in grado di elaborare tali dati da diverso tempo, avendovi investito moltissime risorse. Il fatto che “big data” sia diventato lo slogan informatico degli ultimi tempi è dovuto alla disponibilità di tecnologie open source che utilizzano commodity hardware e alla disponibilità di piattaforme cloud, entrambi fattori che concorrono decisamente all’abbattimento dei costi.

20 Rezzani Alessandro “Big Data,Architettura tecnologi e metodi per l’utilizzo di grande base di dati” maggioli editore, 2013.

Industria

4.0

Analisi e Big Data Simulazione Internet of Thing Sistemi cyber fisici Claud computing Sicurezza informatica Robot collaboratori Communicazione M2M Realtà virtuali

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L'analisi dei big data è stata avviata da giganti del web come Google. L'obiettivo di Google era indicizzare le pagine web e collegare la richiesta dell’utente alle pagine Internet che molto probabilmente soddisfano le sue aspettative.

I big data sono disponibili in enormi volume e si presentano con formati destrutturati e caratteristiche eterogenee e spesso sono prodotti con estrema velocità. il volume dei dati è così grande ed esteso che le tecniche e il software di gestione dei database tradizionali non sono in grado di elaborarli. L'elaborazione di questi dati consente l'analisi predittiva e comportamentale, la previsione della domanda di mercato, la riduzione dei costi di gestione aziendale e dei dati, hanno accelerato il processo decisionale basato su i fatti e hanno offerto nuovi prodotti e servizi rivedendo il modello di business. Nel caso di analisi di dati di minore quantità, parleremo anche di analisi dei dati che mirano a identificare il valore sfruttabile nella massa di dati disponibili.

2.2 La simulazione

L'integrazione di diversi strumenti informatici consente di modellare e simulare le prestazioni del sistema produttivo. Gli strumenti di modellazione consentono di analizzare il comportamento del prodotto, le prestazioni delle linee di produzione e il coordinamento delle reti multi sito, che porta all'ottimizzazione di tutti i processi industriali.

Lo stampaggio, la saldatura, l’imbutitura, la piegatura, la calandratura, la fonderia, l’estrusione, persino processi piuttosto difficili da simulare come la fresatura o la sinterizzazione sono ormai simulabili e certamente molto adatti allo scopo di ottimizzare i processi. Anche la simulazione cosiddetta a eventi discreti, molto adatta a simulare come si comporta non già un singolo processo o macchina ma come funziona una fabbrica o un reparto dal punto di vista dei flussi di materiali e utensili,

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è una realtà solida21.

Nell’Industria 4.0 le imprese creeranno dei modelli di simulazione in grado di ricostruire con precisione tutte le operazioni necessarie alla produzione all’interno dell’azienda. E questi schemi di previsione saranno resi precisi e affidabili grazie all’uso dei dati e delle informazioni in arrivo dalle tecnologie come l’Internet of Things. Questo rende praticamente infinito il potenziale della simulazione perché con i dati giusti si potranno prevedere praticamente tutti gli aspetti della produzione legati a una PMI. Anche perché grazie al cloud si possono testare in tempo reale i modelli di simulazione in modo tale da cambiare in corso d’opera piccoli aspetti della produzione ogni volta che lo schema simulato lo consiglia.

2.3 L’ Internet of Things (IoT)

L'Internet delle cose (IoT) rappresenta un'infrastruttura intelligente delle tecnologie dell'informazione (TI) che consente la comunicazione e la cooperazione nei tempi reale tra le cose (macchine e dispositivi). L'IoT assicura la connessione tra il mondo fisico e il mondo virtuale e utilizza le dati trasmette da oggetti e le trasforma in informazioni che potenzialmente possono portare ad azioni concrete.

Questo definizione di successo include l’insieme di componenti e dispositivi tecnologici (sensori,GPS e altre) incorporabili in oggetti fisici e macchinari, che assicurano l’interfaccia tra mondo fisici e digitali e consentono di comunicare attraverso internet con altri oggetti, di scambiare informazioni di modificare il comportamento in base agli input ricevuti, di memorizzare istruzioni e dunque di apprendere dall’interazione. È un campo che schiude soluzioni inedite, oltre le possibilità prima inimmaginabili, personalizzazione dei prodotti fino al singolo esemplare, dialogo in tempo reale tra mercato, progettazione, fornitori e produzione, ricadute importanti sulle caratteristiche degli impianti dei volumi produttivi e della

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