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QIDDUS YOHANNES

Nel documento "I restauri di Sandro Angelini in Etiopia" (pagine 97-106)

Al margine occidentale della città si trovano le rovine della chiesa di Qiddus Yohannes eretta al tempo dell‟imperatore Iyasus II (1730-55).

Solo qualche tratto di muro rimangono a testimonianza della chiesa circolare.

Le celebrazioni si tengono oggi nell‟antica sacrestia un edificio rettangolare in stile Gondar adornato da torri rotonde con cupola. 102

Forse la piccola chiesa in origine era una residenza, a pianta rettangolare con quattro torri rotonde sormontate da cupolette agli angoli.

In questo edificio il tetto in lamiera venne eliminato ed il tetto venne ricostruito piano. La pulizia e lo scavo a Qiddus Yohannes mise in luce le rovine della chiesa rotonda. 103

99 Angelini Sandro, M2CA/10 b, p.1, 2,Faldone 06.

100 Angelini Sandro, M2CG/060, p.2,Faldone 06.

101 Angelini Sandro, M2CG/063 a, p.2,Faldone 06.

102 Pascher Lothar, 2005, p. 149,150.

98 L’INTERVENTO.

L‟interevento compiuto da Sandro Angelini e la sua squadra sui castelli di Gondar e dell‟abbazia fortificata di Debra Beran Sellasie, non è stato semplice sia per la condizione in cui vessavano i monumenti sia per problemi tecnico-pratici.

Come scrive Angelini in una sua relazione uno dei primi problemi è stato la ricerca della sabbia per la composizione delle malte, con l‟intento di trovare la composizione più idonea al monumento e più vicina alla colorazione delle malte originali.

Ma non sono state rintracciate le cave che devono aver fornito la sabbia in origine. Quasi tutti i monumenti presentavano i “segni” dei restauri compiuti egli anni 1937-38.

L‟eliminazione della vegetazione su tutti gli edifici e gli scavi per la ricerca della strutture originarie, sono stati necessari per riportare i livelli del terreno alle quote originarie.

Importanti sono stati alcuni ritrovamenti di strutture nascoste o interrate tra cui un basamento con architettura a lesene e basi in tufo rosso presso il palazzetto di Mentuab, le fondazioni degli edifici vicini al Castello di Iyasus e di fronte all‟ingresso del Castello di Fasilides, i ritrovamenti delle scale e delle strutture sepolte fra il Castello di Iyasus e quello di Fasilides.

Tutte le sovrastrutture inopportune recenti vennero eliminate.

Durante la missione sono stati eseguiti rilievi architettonici (planimetrie, piante, sezioni) dei monumenti (Abbazia e Castello di Kuskam, Castello di Fasilides, Castello di Bacafà, Palazzina di Mentuab, Castello di Guzara, Chiesa di Debre Berhan Sellasié, Bagno di Fasilides, tre ponti, una ventina di chiese sul Tana), oltre a una documentazione fotografica prima e dopo le operazioni di restauro.

Sono stati compilati due inventari, uno per i monumenti e uno per gli oggetti d‟arte (pietre scolpite ed alcune ceramiche). 104

Nelle raccomandazioni Sandro Angelini prescrive alcuni consigli che sarebbe opportuno che l‟autorità seguisse per la salvaguardia del sito.

Secondo l‟architetto il taglio di alberi nei dintorni dei monumenti dovrebbe essere proibito (in occasione di alcune feste all‟interno della cinta muraria venivano recisi grossi esemplari arborei) e provvedere a introdurre nuove piantagioni nel rispetto della flora ambientale.

La circolazione veicolare nell‟ambito dei monumenti dovrebbe essere proibita e l‟accesso al sito esclusivamente pedonale, la linea elettrica allontanata.

99 Inoltre dovrebbero essere tolti gli animali tenuti in gabbie di dimensioni al di sotto degli standard di giardino zoologico e potrebbero essere introdotte gazzelle che nutrendosi dell‟erba dei prati ne garantirebbero la tosatura. 105

I lavori iniziati nel 1969 vennero sospesi, come per Axum per la situazione politica di scontri che stava attraversando il paese, vennero ripresi nel 1972.

Sandro Angelini per questa missione ebbe diversi collaboratori, alcuni avevano già partecipato alle altre missioni di restauro in Etiopia, Francesco Salvi per il restauro delle architetture, Sandro Allegretti e Giuseppe Carrara per il restauro delle pitture murali in particolare per la chiesa di Debre Berhan Sellasié, l‟equipe era stata integrata dall‟Architetto di Parigi Jean Claude Coulon, dall‟Architetto americano Alexander Flores, dal restauratore fiorentino Gabriele Ricceri e dal messicano Moreno.106

Sicuramente in questo lavoro Angelini fece tesoro dell‟esperienza precedente di Lalibela dimostrando nuovamente di avere un‟ottima organizzazione lavorativa gestendo interventi in un contesto politico difficile e su un‟area molto ampia.

105 Angelini Sandro, M2CA/5 Raccomandazioni p.2 / Relazione M2CA/6, p.3,4, Faldone 06. 106 Angelini Sandro, Relazione M2CG/059, Faldone 06.

100 Sul Lago Tana, dove sulle isole erano sorti diversi conventi.

Alcune di queste chiese cilindriche e sormontate da un tetto a cono, non si differenziano dalle capanne se non per le dimensioni maggiori, sono importanti per le loro pitture dai colori vivaci con raffigurazioni di Cristo, della Madonna, dei Santi (in particolare San Giorgio), degli Apostoli e scene tratte dal Nuovo e dal Vecchio Testamento, dove può esserci stato un aiuto di alcuni artefici europei. 107

La maggior parte di questi monasteri erano sorti nel XIV secolo.

Sandro Angelini fece una missione di ricerca e di studio durante il 1972, per catalogazione dei monumenti e per predisporre possibili futuri restauri dei monasteri, non venne eseguito nessun intervento. 108

107 Dainelli Giotto, 1939, pag.90-92.

101 I restauri di Sandro Angelini in Etiopia, esperienza che diede il via a molte altre sue collaborazioni internazionali, diffusero la conoscenza di questo paese e dei suoi monumenti.

Il suo entusiasmo affiora nelle lettere che scriveva alla moglie e ai figli.

La sua conoscenza delle tecniche costruttive e dell‟uso dei materiali dovrebbero essere insegnamento e stimolo per i restauratori presenti e futuri.

102 IMMAGINI FOTOGRAFICHE

CAPITOLO 1

1966 Sandro Angelini con la Principessa Ruth Desta a Lalibela.

103 1970 Sandro Angelini con il restauratore Sandro Allegretti a Ghenet Mariam, vicino Lalibela.

104 1972 Una parte dell’equipe di restauro a Lalibela: da sinistra Francesco Salvi, Francesco Gamba, Sergio Giudici, Sandro Angelini, Luì Angelini, Alberto Sartirani.

1970 Sandro Angelini con il Negus Haile Sellassie in occasione del conferimento dell’Ordine di Menelik.

105 1972 Sandro Angelini sul Lago Tana.

106 CAPITOLO 2

Nel documento "I restauri di Sandro Angelini in Etiopia" (pagine 97-106)