La costruzione del quadro conoscitivo ha rappresentato la prima fase di progetto: attività fondamentale, propedeutica e di orientamento per la fase progettuale di avvio e costruzione del network.
L’indagine conoscitiva, nei suoi numerosi filoni e campi di indagine, è stata condotta dal gruppo di lavoro con un approccio
fortemente integrato, alla cui base risiede la definizione e condivisione di scelte, metodologie ed impostazioni.
Il carattere multidisciplinare del progetto, che spazia dalle scienze ambientali a quelle economiche, dal paesaggio alle produzioni agricole, dall’antropologia alla didattica, dall’edilizia alla fruizione territoriale, ha reso interrelate, sinergiche e complete le azioni di ogni partner.
Allo stesso modo, ogni attività di costruzione del quadro non si è esaurita in sé stessa; oltre a fornire materiale per la fase conoscitiva ha costituito le basi per l’impostazione del modello di gestione e di definizione del
network.
Il metodo di analisi adottato nella costruzione del quadro conoscitivo, è stato differenziato
per il Cluster del Naviglio Pavese ed il Cluster della Valgrigna.
Questa scelta è stata determinata dalla volontà di cogliere al meglio le caratteristiche peculiari di entrambe le aree - diverse sotto vari punti di vista (ubicazione, territorio, storia, cultura, economia) - entrare
CLUSTER NAVIGLIO PAVESE
L’indagine conoscitiva ha riguardato le sei cascine che compongono il cluster e che sono situate entro un raggio di 2 km dal Naviglio Pavese; cascine multifunzionali, che svolgono attività differenti: ospitalità, ristorazione, vendita prodotti, oltre a quella agricola, che rimane prevalente. Cascina per cascina sono stati analizzati lo stato di fatto, le specifiche potenzialità economiche ed agronomiche, la cultura, la storia e le tradizioni familiari, le caratteristiche di inserimento nel paesaggio ed i possibili spazi di innovazione.
Nello specifico si è prestata una particolare
attenzione alla capacità di ciascuna di contribuire attraverso le proprie specificità ed eventuali eccellenze alla costruzione di un Cluster collaborativo, in cui la capacità di
ciascuna cascina di produrre beni culturali, paesaggio e servizi può essere presa come esempio da estendere ad altre cascine e parti del territorio.
Il lavoro di indagine, che ha portato alla costruzione del quadro conoscitivo e del quadro interpretativo, è stato sostanzialmente svolto attraverso:
• Incontri del gruppo di lavoro per mettere a punto la metodologia
• Interviste agli imprenditori agricoli • Sopralluoghi alle cascine
• Coinvolgimento di soggetti istituzionali locali e territoriali
• Coinvolgimento attivo degli imprenditori agricoli
• Elaborazione di mappe valoriali
presi in considerazione ha richiesto una certa flessibilità e l’utilizzo di diverse metodologie, selezionando caso per caso quella ritenuta più opportuna.
Nei primi mesi del 2015, tra gennaio e marzo, sulla base dell’impostazione metodologica condivisa, sono state condotte presso tutte le cascine del Cluster diverse interviste
con i proprietari e/o conduttori, al fine di
approfondire la conoscenza diretta sia del luogo che dei soggetti e mettere in luce gli aspetti più propriamente storico-etnografici e di tipo amministrativo-gestionale, quest’ultimi utili per l’impostazione del modello di gestione.
Il quadro delle informazioni raccolte attraverso le interviste è stato arricchito da diversi sopralluoghi; si è proceduto anche con analisi di tipo speditivo, come rilievi fotografici per valutare le caratteristiche fisiche, lo stato di conservazione.
L’approccio fortemente integrato e multidisciplinare con cui è stata condotta l’analisi conoscitiva, ha portato al
coinvolgimento ed alla partecipazione di soggetti istituzionali e territoriali esterni al gruppo di lavoro, al fine di poter restituire al
meglio la composizione e l’articolazione degli attori e del territorio preso in considerazione. Hanno così preso parte attiva, attraverso numerosi tavoli di confronto, la STER Sede Territoriale Regionale di Pavia (che ha fornito alcuni materiali a supporto della costruzione del quadro conoscitivo), la Provincia di Pavia (per un confronto su tematiche quali istruzione, mobilità, turismo), l’Istituto d’Istruzione Superiore Volta di Pavia (del quale una selezione di studenti ha preso parte al corso sulla manutenzione degli edifici rurali), la NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (coinvolta per lo sviluppo di un progetto legato alla realizzazione di dispositivi mobili).
Di grande importanza per la costruzione del quadro conoscitivo, la conoscenza reciproca e l’avvio del network, sono stati i momenti
di incontro (sopralluoghi, focus group,
workshop) organizzati e svolti insieme agli
imprenditori agricoli, proprietari e conduttori delle cascine coinvolte. Questi incontri sono
stati determinanti per lo sviluppo della successiva fase progettuale.
Dopo un primo incontro conoscitivo e d’impostazione del lavoro, gli imprenditori agricoli sono stati coinvolti nel progetto attraverso specifiche metodologie di partecipazione diretta.
CLUSTER VALGRIGNA
La costruzione del quadro conoscitivo del
Cluster Val Grigna ha seguito un percorso
diverso rispetto a quello delle cascine del Naviglio Pavese. Sostanzialmente differenti sono alcune condizioni di base, in particolare la struttura della proprietà ed il contesto progettuale attivo nell’area. La maggior parte delle malghe/alpeggi è di proprietà pubblica (dei Comuni di Gianico, Artogne, Esine, di Regione Lombardia e gestite da ERSAF), ma sono presenti anche alcuni alpeggi di proprietà privata; in entrambi i casi, malghe e alpeggi sono dati in gestione a conduttori privati. Per quanto riguarda il contesto progettuale, negli anni passati sono stati realizzati diversi investimenti ed azioni (Accordo di Programma, Contratto di Foresta), che il gruppo di lavoro ha necessariamente tenuto in considerazione. La costruzione del quadro conoscitivo degli Alpeggi della Valgrigna, parte quindi
e sviluppare attraverso specifiche analisi di contesto.
Sono stati organizzati sopralluoghi
conoscitivi negli alpeggi del Cluster Val
Grigna, attivando specifici incontri con alcuni degli attori del territorio: proprietari privati, il Consorzio Montecampione e i tecnici del Comune di Artogne. Ulteriori sopralluoghi hanno consentito di incontrare direttamente in loco i malghesi ed i pastori durante lo svolgimento delle proprie attività. E’ stata inoltre promossa ed organizzata da ERSAF, nel settembre 2015, una giornata in cui “cascina e malga si sono incontrate in quota” per confrontarsi, scambiare opinioni, punti di vista e segreti sull’arte di fare il formaggio. Elisa Pozzi dell’Azienda Agricola Zipo di Zibido San Giacomo (MI) è salita in montagna per incontrare in malga Marta Andreoli, titolare dell’omonima azienda agricola con sede ad Artogne (BS), e Sonia Spagnoli, titolare dell’Azienda Agricola “La Casara” con sede a Gianico (BS).
MATERIALI PRODOTTI IN FASE DI
COSTRUZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO
• Intervista a Mariagrazia Papetti (AESS) • Registrazioni interviste (AESS)
• Video “Nuclei Rurali: 5 cascine tra Milano e Pavia si raccontano” (AESS)
• Questionari semistrutturati (UniPV DEA) • Report di ciascuna cascina (UniPV DEA) • SWOT analysis (UniPV DEA)
• Mappe SWOT analysis (DASTU)
• Carta del reticolo idrografico, carta degli elementi ambientali, carta dell’urbanizzato, carta delle infrastrutture, carta degli
insediamenti rurali, carta delle zone agricole, carta della SAU, carta delle funzioni, carta degli spazi costruiti (DASTU)
• Carta degli elementi culturali, carta delle caratteristiche fisiche, carta della mobilità dolce, carta della ricettività turistica (STER PV) • Mappe dei servizi ecosistemici e mappe specifiche di presenza/scarsità di tali servizi, mappe dei macroareali differenziati, tabelle e grafici di analisi (Parco delle Risaie)
• Attività preliminari per l’intervento di ristrutturazione a Cascina Basmetto (Parco delle Risaie)
• Schema dei temi più importanti emersi durante il confronto con gli imprenditori agricoli (“Temi e relazioni per il Sistema Naviglio Pavese” ERSAF e DASTU)
• Tabelle di sintesi per l’organizzazione delle informazioni raccolte (“Sintesi Cluster Cascine ERSAF”)
• Individuazione degli itinerari e pianificazione del ciclo di eventi (UniPV DST)
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2.3.2 L’ANALISI SWOT: DEBOLEZZE E PUNTI DI FORZA DELLE CASCINE
Il Dipartimento di Studi Economici ed Aziendali dell’Università di Pavia, sulla base di interviste dirette, ha sviluppato per ciascuna cascina/azienda un’indagine utilizzando la metodologia della valutazione
SWOT. Tale analisi indaga:
• i Punti di Forza, ovvero i fattori interni all’azienda che permettono di acquisire una posizione di vantaggio competitivo per se stessa e per il network;
• i Punti di Debolezza, identificati da fattori interni che determinano una limitazione al mantenimento della posizione competitiva e/o allo sviluppo dell’azienda e del network, o una carenza di risorse necessarie al mantenimento e allo sviluppo dell’azienda e del network;
• le Opportunità, ovvero fattori esterni all’azienda favorevoli allo sviluppo della stessa e del network;
• le Minacce, ovvero fattori esterni all’azienda sfavorevoli allo sviluppo della stessa e del
network.
Il tempo (Tempo di riferimento della SWOT) considera un orizzonte temporale prevalentemente di breve-medio periodo (2-3 anni) rispetto al momento dell’indagine.
L’indagine è stata centrata su quattro aree di analisi che hanno definito le prospettive di riferimento: la prospettiva economico
finanziaria e patrimoniale dell’azienda; la prospettiva dei processi interni, ovvero
l’insieme delle attività che l’azienda sviluppa per finalizzare un prodotto/servizio; la prospettiva relativa alle capacità/
disponibilità all’innovazione, ricerca e
apprendimento; la prospettiva dell’impatto
sociale, economico locale.
Ai fini dell’indagine è stato strutturato dall’Università di Pavia un ricco questionario - condiviso ed integrato dai partner di
progetto - e sono state effettuate interviste dirette agli imprenditori agricoli: strumenti che hanno permesso di fare emergere ed analizzare i possibili fattori comuni del
network e le specificità delle singole cascine.
L’attività è stata collegata all’identificazione di una possibile attività comune (nella fattispecie lo sviluppo del progetto del servizio di affitto di biciclette presso le cascine di progetto) come esemplificazione di un’attività di network in relazione alla quale costruire, sempre a scopo esemplificativo, un modello di Business Plan.