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II. Elementi di riflessione sugli esiti inattesi dell'aiuto professionale 1 L' integrazione socio-sanitaria: i principi e la definizione normativa.

3. Quadro teorico specifico di riferimento: la funzione di un modello teorico.

La sfida dei professionisti che agiscono nel servizio sociale è in prima linea quella di intervenire nel far fronte ai problemi sociali e, attivandosi in questa prospettiva, si comportano orientati da una cornice valoriale, teorica e di metodo tipiche della professione. Nel corso della ricerca è d'obbligo un necessario e costante riferimento a modelli teorici specifici del Servizio Sociale, per una lettura delle situazioni che possa sempre avere una solida base teorica e sia legittimata in questa.

Il tema della ricerca ci proietta direttamente verso un'interpretazione teorica riferita al lavoro di rete, il quale presuppone un’interdipendenza con le famiglie ed il territorio, e all'approccio sistemico, che fa riferimento alla collaborazione interprofessionale. Utilizziamo quindi una chiave di lettura sistemica, senza tralasciare che i fatti sociali possono in qualche modo anche avere un'interpretazione secondo un approccio ecologico secondo cui le interazioni di

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Giada Maria Serena Cauli

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diversi livelli contestuali influenzano lo sviluppo della persona e prendono in considerazione le complesse interrelazioni tra l’organismo umano e i cambiamenti ambientali attraverso i diversi contesti e le varie fasi della vita. La sfida più rilevante che i servizi territoriali sono stati chiamati a fare è stata l’individuazione di una metodologia di costruzione partecipata, l’assunzione di logiche di sistema integrato a livello di ambito territoriale ma anche nel governo e nella gestione delle politiche sociali. E si tratta di una sfida di proporzioni enormi, considerata la scarsa attitudine e tradizione del nostro paese, delle nostre istituzioni, dei nostri tecnici, a costruire insieme attraverso la condivisione e la partecipazione.

Il lavoro territoriale di rete e il coordinamento tra i diversi livelli di Servizi e altre realtà presenti, è stato sostanzialmente affidato alla volontà e alla capacità di comunicare e di collaborare sul campo degli stessi professionisti appartenenti a quei servizi.

La cultura e la prassi dominante nei Servizi ma anche più in generale nelle Politiche Sociali, è tale per cui i vari attori spesso, pur consapevoli della complessità dei problemi che si trovano di fronte, non riescono a gestirne la complessità e sono portati a ridurli alla dimensione del proprio ruolo tecnico o professionale.

Un tale assetto è, ovviamente, terreno fertile per la nascita di problemi di discontinuità, vuoti e sconcerto, tanto nell'analisi delle situazioni che nella progettazione e gestione degli interventi, con perdita di efficienza, economicità, efficacia e con penalizzazione dell'utenza, talvolta costretta a fare da collante tra i vari servizi.

La difficoltà maggiore legata alla disfunzionalità dei servizi non è tanto connessa alla carenza di risorse quanto piuttosto al loro impiego e al mancato

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coordinamento tra gli interventi, alla mancanza dunque di un lavoro di rete integrato.

La parola chiave del lavoro sociale è diventata lavoro di rete. Il lavoro di rete è una opzione strategica, in quanto il solo in grado di promuovere risposte unitarie a bisogni complessi del cittadino, che non possono essere adeguatamente affrontati da sistemi di risposte separate sociali e sanitarie.

Una maggiore integrazione tra il sistema dei servizi sociali ed il sistema dei servizi sanitari è obiettivo strategico che richiede, sia da un punto di vista istituzionale che gestionale e professionale, un’azione coordinata ed integrata del Comune e della Asl.

La contemporanea attenzione alle dimensioni personali, istituzionali e sociali degli interventi, la professionalità riflessiva, la dimensione etica e valoriale fanno da sfondo a una rivisitazione dei passaggi cruciali degli interventi. Il lavoro sociale è caratterizzato da contemporanee e a volte contraddittorie esigenze di rigorosa metodologia e di valorizzazione della dimensione umana76.

Il pieno riconoscimento di un lavoro sociale complesso e dei problemi che esso affronta, ha portato all'affermazione di un approccio unitario che riconosce le dimensioni personali, sociali e istituzionali come centrali. Il metodo77 unitario assume la sfida di collegare i livelli e le dimensioni dell'intervento sociale, e di guardare ai problemi e alle situazioni sempre da più prospettive: quella delle singole persone, ma anche quella più ampia del contesto sociale e istituzionale78.

La relazione persona-ambiente-istituzioni costituisce pertanto oggetto dell'azione professionale, in base all'assunto secondo cui ogni situazione possono essere

76 Cfr. Fargion S., Il metodo del servizio sociale. Riflessioni, casi e ricerche, Carocci Faber, Roma 2013. 77 Bartolomei A., Passera A.L., L'assistente sociale, Edizioni CieRre, Roma 2005, pag. 137, “Per metodo

intendiamo il procedimento logico, ordinato e sequenziale di attività orientate al raggiungimento di un risultato prefigurato, sulla base di ipotesi congruenti, che può essere conoscitivo od oprativo a seconda dello scopo e delle finalità che guidano l'implemetazione dlle attività stesse.”

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compresi e analizzati nella loro complessità ricorrendo dunque ad un ottica sistemica, che permetta di ricomporre tutti gli elementi che hanno concorso alla formazione di quella situazione specifica.

L'esigenza di avere dei modelli teorici nasce dalla consapevolezza che l'agire professionale non è determinato solo da abilità e saper fare, ma richiede anche il possesso del “sapere professionale”, un sistema dunque di conoscenze teorico- disciplinari specifiche che metta in grado l'operatore di conoscere e interpretare le situazioni, valutare i significati e i vissuti.

Come formulato da Dal Pra Ponticelli, nel processo di costruzione di un modello è necessario valutare preliminarmente se vi è compatibilità tra la teoria presa in esame e i principi e i valori del servizio sociale e se gli atteggiamenti professionali, che questo ritiene fondamentali possano trovare un supporto e un potenziamento dall'applicazione di questa ottica79.

Nell'approccio sistemico, l'individuo viene considerato come un sistema aperto, con particolare attenzione alle interrelazioni e ai processi comunicativi, e il Servizio Sociale si presta a costruire interventi per il cambiamento, con funzioni promozionali finalizzate all'autonomia.

Per sistema possiamo intendere un insieme di parti collegate tra loro da relazioni comunicative dove ogni sistema può essere considerato come un “sub-sistema” o un “micro sistema” di un altro sistema. << La teoria sistemica si basa sul presupposto fondamentale che è quello dell'equilibrio dinamico, per il mantenimento del quale il sistema deve necessariamente e continuamente modificarsi per adattarsi ai mutamenti, alle spinte al cambiamento, agli effetti indotti dai cambiamenti in atto.80>>

79 Campanini A., L'intervento sistemico, Carocci Faber, Roma, 2002, pag. 31 80 Bartolomei A., Passera A.L., op. citata, 2005, Pag. 111

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Nel vagliare i concetti dell'approccio sistemico, i riferimenti alla prospettiva ecologica sono in particolare dovuti alla considerazione che l'assistente sociale, più di altri professionisti, rivolge la sua attenzione all' interazione tra l'essere umano e il suo ambiente81. In questa prospettiva la situazione della persona va

valutata considerando le esigenze e le capacità della stessa ma anche le caratteristiche più significative del suo ambiente e i rapporti tra le persone e l'ambiente, nonché le risorse e le carenze dello stesso.

Anche Dal Pra Ponticelli82 nel riprendere i concetti di adattamento e ambiente, parla dello stesso come << di un processo attivo e creativo mediante il quale gli esseri umani modificano le loro condizioni ambientali per renderli conformi ai loro bisogni e alle loro aspirazioni e viceversa cambiano attivamente se stessi per adeguarsi alle richieste accettabili o immutabili dell'ambiente>>.

Il quadro che ne deriva è estremamente complesso e dinamico. E' evidente in questo senso il collegamento con la pratica professionale del Servizio Sociale che opera per il cambiamento delle situazioni problematiche e multiproblematiche, al fine di intervenire sulla crescita dell'autonomia e sul miglioramento della qualità della vita degli individui. La funzione del Servizio Sociale Professionale trova dunque riscontro teorico con i presupposti operativi del modello sistemico. <<Applicando l'ottica sistemica, si dà spazio al soggetto e alle sue relazioni, si potenzia la capacità dell'assistente sociale di leggere il bisogno, non fermandosi semplicemente a quanto viene richiesto esplicitamente dall'utente, o peggio ancora selezionando la domanda sulla base delle risposte che il servizio può offrire>>83.

81 Campanini A., op. citata, 2002, pag. 28

82 Dal Pra Ponticelli M., (a cura di), I modelli teorici del Servizio Sociale, Astrolabio, Roma, 1985, pag. 164

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