• Non ci sono risultati.

550 a.C. — seconda meta` VI sec. a.C.

Grave difficolta` dei debitori: Servio Tullio cer- co` di limitare i casi di nexum e si occupo` perso- nalmente dell’estinzione di debiti contratti dai cittadini.

Dion. Hal., 4.9.6-7; 4.10.2; 4.11.2. Cic., rep., 2.38. Zonar., 7.9.

Dion. Hal., 4.9.6: o%roi le+m t<lx&m o\uei*komse| g>dg vqe*a dia+ pemi*am a\dt*masoi* ei\rim a\podot&mai, sot*soi| boghei&m pqohtlot*lemo|.... e\j sx&m e\latsot& vqgla*sxm di*dxli diakt*rarhai sa+ vqe*a. Dion. Hal., 4.10.2: diakthei*rg| de+ sg&| e\jjkgri*a| sai&| e<ng&| g<le*qai| a\pocqa*uerhai jeket*- ra| sot+| t<povqe*ot|, o%roi sg+m pi*rsim a\dt*masoi g#ram utka*sseim, si*rim o\uei*kotri jai+ po*rom e%jarso|, e\peidg+ sa+| a\pocqaua+| e>kabe, sqape*fa| hei+| e\m a\coqy& pa*msxm o<qx*msxm a\pgqi*hlei soi&| dameirsai&| sa+ vqe*a.

Dion. Hal., 4.11.2: ....oi< dameirsai+ le+m o%si sot+| pe*mgsa| t<lx&m ot\j ei>ara sg+m e\ketheqi*am a\uaiqehg&mai pqo+| sa+ vqe*a t<p\ at\sx&m a\pavhe*msa|....

Cic., rep., 2.38: ille regio ornatu ius dixisset obaeratosque pecunia sua liberavisset.... Zonar., 7.9: ....pqo+| heqapei*am sot& dg*lot.... vqg*lasa* se at\soi&| e\di*dot....

Commento:

Per bibliografia e commento sull’episodio rimando al CAPITOLO I Difficolta` politico-sociali, crisi finanziarie e debiti fra V e III sec. a.C.

498 a.C.

1.

498 a.C. I Tarquinii dopo la cacciata da Roma tentarono di ritornare nell’Urbe, creandosi favore popolare con la promessa di risolvere il problema dei debiti.

Dion. Hal., 5.53.2-3.

Dion. Hal., 5.53.2-3: g>dg d\ t<peji*mei so+ pokt+ sot& dglosijot& le*qo| jai+ e\mo*rei, la*kirsa de+ so+ a>poqom jai+ t<po+ damei*xm g\macjarle*mom lgje*si sa+ jqa*sirsa s{& joim{& uqomei&m" ot\ ca+q e\lesqi*afom e\m sai&| e\notri*ai| oi< damei*fomse|, a\kk\ ei\| derlot+| sa+ sx&m t<povqe*xm a\pg&com rx*lasa jai+ x%rpeq a\qctqxmg*soi| at\soi&| e\vqx&mso. Sat&sa dg+ lahx+m e>pelwem o< Saqjt*mio| ei\| sg+m po*kim a%la soi&| pqe*rberi sx&m Kasi*mxm a\mtpo*psot| sima+| a>mdqa| ue*qomsa| vqtri*om, oi= rtmio*mse| ei\| ko*cot| soi&| a\po*qoi| jai+ hqartsa*soi|, jai+ sa+ le+m g>dg dido*mse| at\soi&|, sa+ d\ ei\ jase*khoiem oi< barikei&| e\paccekko*lemoi, pokkot+| pa*mt sx&m pokisx&m die*uheiqam" jai+ ci*mesai rtmxlori*a jasa+ sg&| a\qirsojqasi*a| ot\ lo*mom e\kethe*qxm a\po*qxm, a\kka+ jai+ dot*kxm pomgqx&m e\ketheqi*a| e\kpi*rim t<pavhe*msxm....

Gia` da tempo la maggior parte del popolo era turbata ed eccitata, e soprattutto i poveri e coloro che erano oppressi dai debiti non prestavano piu` la dovuta attenzione al bene comune. Infatti gli usurai non mostravano alcuna moderazione nell’uso del proprio potere, ma trascinavano in prigione i debitori e li trattavano come se fossero schiavi che avevano comprato. Allora Tarquinio, consapevole della situa- zione, mando` alcune persone insospettabili a Roma con del denaro insieme agli ambasciatori dei Latini, e queste, parlando con uomini indigenti e con quelli piu` sfrontati, diedero loro il denaro e prometten- done di piu` se i Tarquinii fossero tornati, corruppero la maggior parte dei cittadini. E cosı` venne tra- mata una congiura contro l’aristocrazia non solo da uomini liberi in difficolta` economiche, ma anche da schiavi senza scrupoli, allettati dalla speranza di ottenere la liberta`....

2.

498 a.C. I cittadini, chiamati alle armi contro i Latini, ri- fiutarono l’arruolamento per i debiti contratti.

Dion. Hal., 5.63.1.

Dion. Hal., 5.63.1: Paqarjetafo*lemoi de+ sa+ ei\| so+m po*kelom e\pisg*deia jai+ sa+| dtma*lei| a\q- na*lemoi jasacqa*ueim, ei\| pokkg+m e\me*pipsom a\lgvami*am, ot\ sg+m at\sg+m a<pa*msxm pqohtli*am ei\| sa+ e>qca paqevole*mxm. oi< ca+q e\mdeei&| bi*ot jai+ la*kirsa oi< sa+ vqe*a soi&| rtlbakot&ri diakt&rai ot\ dtma*lemoi pokkoi+ ruo*dqa o>mse| ot\v t<pg*jotom e\pi+ sa+ o%pka jakot*lemoi ot\d\ e\bot*komso joimxmei&m ot\demo+| e>qcot soi&| pasqiji*oi|, ei\ lg+ wgui*raimso at\soi&| vqex&m a>uerim" a\kka+ jai+ jasakei*weim sime+| at\sx&m sg+m po*kim e>kecom jai+ paqejeket*omso a\kkg*koi| lg+ uikovxqei&m po*kei lgdemo+| at\soi&| a\cahot& lesadidot*rz.

Mentre (i Romani) stavano preparando tutto il necessario per la guerra e cominciavano ad arruolare truppe, vennero a trovarsi in grande difficolta`, vedendo che non tutti i cittadini mostravano il mede- simo ardore per la campagna militare. Infatti gli indigenti e in particolare quelli che non erano in grado di estinguere i debiti ai creditori, e costoro erano in gran numero, quando venivano chiamati alle armi, si rifiutavano di obbedire e non erano disposti ad unirsi ai patrizi in qualunque azione militare, qualora questi non avessero decretato loro la remissione dei debiti. Anzi, alcuni persino minacciavano di abban- donare Roma e si esortavano a vicenda a soffocare il loro amore per una citta`, che non spartiva con loro alcun beneficio.

Commento:

zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

3.

498 a.C. Marco Valerio Publicola a nome di alcuni senatori prospetto` la possibilita` che venissero rimessi i debiti.

                          Venne menzionata l’abolizione dei debiti in Gre- cia ai tempi di Solone.

                          Seguı` una lunga discussione sulla remissione dei debiti.

                          Ferma opposizione di Appio Claudio Sabino che considero` tale scelta una concessione pericolosa.                           Alla fine prevalse la proposta che la plebe ottenesse solo una proroga delle scadenze per la riscossio- ne dei debiti fino alla fine della guerra.

Dion. Hal., 5.63.2. Dion. Hal., 5.64.1-2.             Dion. Hal., 5.65.1. Cfr.:

Plu., Comp. Sol.-Publ., 26 (3).1; Sol., 15.2 ss.             Dion. Hal., 5.66-68.             Dion. Hal., 5.66.1; 5.67.5; 5.68.1.             Dion. Hal., 5.69.2.

Dion. Hal., 5.63.2: se*x| le+m ot#m paqajakei&m at\sot+| oi< pasqi*jioi jai+ lesapei*heim e\peiqx&m- so, e\pei+ d\ ot\he+m e\ci*momso lesqix*seqoi pqo+| sa+| paqajkg*rei|, ot%sx dg+ rtmekho*mse| ei\| so+ botketsg*qiom e\rjo*potm si*| et\pqeperse*qa kt*ri| e>rsai sg&| jasevot*rg| sg+m po*kim sa- qavg&|. o%roi le+m ot#m e\pieijei&| sg+m ut*rim jai+ le*sqioi soi&| silg*lari sx&m bi*xm g#ram, paqz*- motm a\uei&mai sa+ vqe*a soi&| pe*mgri jai+ pqi*arhai pokisijg+m et>moiam o\ki*cot diauo*qot, leca*- ka le*kkomsa| e\n at\sg&| jeqdamei&m i\di*y se jai+ dglori*y.

Inizialmente i patrizi cercavano di esortare e convincere i plebei a cambiare idea, poiche´ in risposta alle loro proposte questi non diventavano affatto piu` moderati, allora si radunarono in Senato, per vedere quale sarebbe stato il metodo piu` adatto, per porre fine al tumulto che turbava lo stato. Pertanto tutti quei (senatori) che erano ragionevoli per natura e di moderate ricchezze consigliavano che si condonas- sero i debiti ai poveri e si ottenesse a basso prezzo la benevolenza dei concittadini, giacche´ in tal modo essi avrebbero ricavato grandi guadagni sia pubblici che privati.

Dion. Hal., 5.64.1-2: # Gm d\ o< sat*sg| g<cot*lemo| sg&| cmx*lg| La*qjo| Ot\ake*qio|, ti<o+| Po- pki*ot Ot\akeqi*ot, e<mo+| sx&m jasaktra*msxm sg+m stqammi*da, sot& jkghe*mso| dia+ sg+m ei\| so+ dglosijo+m et>moiam Popkijo*ka.... g\qehi*rhai se ke*cxm a%pamsa| sot+| a\po*qot| jai+ peqii]o*m- sa| jasa+ sg+m a\coqa+m ke*ceim, ‘Si* d\ g<li&m e>rsai pke*om, e\a+m mijg*rxlem sot+| e>nxhem poke- li*ot|, ei\ soi&| dameirsai&| a\cx*ciloi pqo+| sa+ vqe*a cemgro*leha, jai+ sz& po*kei sg+m g<celomi*am jasarjeta*ramse| at\soi+ lgde+ sg+m e\ketheqi*am soi&| rx*lari utka*nai dtmgro*leha;’. L’autore di questo consiglio fu Marco Valerio, figlio di Publio Valerio che aveva contribuito alla cac- ciata dei re e che per la benevolenza che nutriva verso la plebe era chiamato Publicola.... Egli disse che la plebe era esasperata e che stava arrivando nel Foro gridando: ‘Quale vantaggio otterremo mai noi dalla vittoria contro i nemici esterni, se saremo trascinati in carcere dai creditori a causa dei debiti e se, dopo aver posto le basi della supremazia della patria, noi stessi non potremo conservarci liberi nella persona?’.

            

Dion. Hal., 5.65.1: \Enaqihlgra*lemo| de+ pokka+ jai+ e\j pokkx&m paqadei*clasa po*kexm se- ketsai*am paqe*rveso sg+m \Ahgmai*xm po*kim leci*rsot so*se stcva*motram o\mo*laso| e\pi+

roui*y, ot\ pqo+ pokkx&m vqo*mxm, a\kka+ jasa+ sot+| pase*qa| at\sx&m, a>uerim vqex&m wguira- le*mgm soi&| a\po*qoi| Ro*kxmo| jahgcgrale*mot....

(Valerio Publicola) dopo aver passato in rassegna molti esempi tratti da numerose citta`, alla fine cito` il caso di Atene. Questa citta`, in tempi non molto lontani, ma all’epoca dei loro padri, sotto la guida di Solone, aveva decretato la remissione dei debiti ai poveri....

Plu., Comp. Sol.-Publ., 26 (3).1: > Idiom de+ sot& Ro*kxmo| g< sx&m vqex&m a>meri|, z’ la*kirsa sg+m e\ketheqi*am e\bebai*xre soi&| poki*sai|. ot\de+m ca+q o>ueko| mo*lxm i\ro*sgsa paqevo*msxm, g=m a\uaiqei&sai sa+ vqe*a sot+| pe*mgsa|...

La misura soloniana di remissione dei debiti assicuro` la liberta` ai cittadini nel momento in cui l’ugua- glianza stabilita dalle leggi venisse a mancare, quando persone meno abbienti risultarono oppresse dai debiti.

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

495 a.C.

1.

495 a.C. Contrasto fra plebe indebitata, che, impiegata in campagne militari, non riusciva a risollevare le proprie sorti finanziarie, ma era esposta alla perdi- ta della liberta` personale, e senatori.

Episodio del centurione indebitato:

                          Questi accorse nel Foro, fuggendo dalla detenzio- ne del creditore, e racconto` la sua triste vicenda, mostrando sul corpo i segni delle violenze subite.                           Altri cittadini indebitati seguirono il suo esempio e giunsero nel Foro.

Liv., 2.23. Dion. Hal., 6.26.             Liv., 2.23.3-7.             Liv., 2.23.8; 2.23.10- 11.

Dion. Hal., 6.26.1: ....a\pg*vhgm dot&ko| t<po+ sot& dameirsot& rt+m soi&| ti<oi&| dtri*m.... ....Venne condotto via come uno schiavo dal creditore insieme ai suoi figli....

            

Liv., 2.23.3-7 : Magno natu quidam cum omnium malorum suorum insignibus se in forum proiecit. Obsita erat squalore vestis, foedior corporis habitus pallore ac macie perempti; ad hoc promissa barba et capilli ef- feraverant speciem oris. Noscitabatur tamen in tanta deformitate, et ordines duxisse aiebant, aliaque militiae decora volgo miserantes eum iactabant; ipse testes honestarum aliquot locis pugnarum cicatrices adverso pec- tore ostentabat. Sciscitantibus unde illi habitus, unde deformitas, cum circumfusa turba esset prope in con- tionis modum, Sabino bello ait se militantem, quia propter populationes agri non fructu modo caruerit, sed villa incensa fuerit, direpta omnia, pecora abacta, tributum iniquo suo tempore imperatum, aes alienum fecisse. Id cumulatum usuris primo se agro paterno avitoque exuisse, deinde fortunis aliis; postremo velut ta- bem pervenisse ad corpus; ductum se ab creditore non in servitium, sed in ergastulum et carneficinam esse. Inde ostentare tergum foedum recentibus vestigiis verberum.

            

Liv., 2.23.8 : Nexi vincti solutique se undique in publicum proripiunt, implorant Quiritium fidem. Liv., 2.23.10-11 : At in eos multitudo versa ostentare vincula sua deformitatemque aliam. Haec se meritos dicere exprobrantes suam quisque alius alibi militiam....

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

2.

495 a.C. Editto consolare di Servilio per lenire la gravo- sita` dei debiti, emanato su pressione del Senato preoccupato di fronte al rifiuto della plebe di com- battere contro i Volsci : nessun cittadino doveva essere trattenuto in catene o in prigione, in modo da permetterne l’arruolamento, e nessuno poteva occupare o vendere i beni di un soldato, finche´ questi fosse in servizio, ne` trattenere come pegno i suoi figli o nipoti. Emanato l’editto, i debitori accorsero numerosi per arruolarsi.

                          E` attestata la presenza di nexi nelle file dell’eser- cito. Liv., 2.24.1; 2.24.6-8. Dion. Hal., 6.27-6.29.1. Zonar., 7.14.             Liv., 2.25.3.

Liv., 2.24.1: Inter haec maior alius terror: Latini equites cum tumultuoso advolant nuntio Volscos infesto exercitu ad urbem oppugnandam venire.

Liv., 2.24.6-8: Contioni deinde edicto addidit fidem, quo edixit ne quis civem Romanum vinctum aut clau- sum teneret, quo minus ei nominis edendi apud consules potestas fieret, neu quis militis, donec in castris esset, bona possideret aut venderet, liberos nepotesve eius moraretur. Hoc proposito edicto et qui aderant nexi pro- fiteri extemplo nomina, et undique ex tota urbe proripientium se ex privato, cum retinendi ius creditori non esset, concursus in forum, ut sacramento dicerent, fieri. Magna ea manus fuit....

(Il console) diede poi credito alle sue parole con un editto con cui decretava che nessun cittadino ro- mano potesse essere trattenuto in catene o in prigione, in modo che gli fosse tolta la facolta` di arruolarsi negli eserciti consolari; inoltre che nessuno potesse occupare o vendere i beni di un soldato, finche´ que- sti fosse alle armi ne´ trattenere come pegno i suoi figli o nipoti. Appena pubblicato l’editto, i debitori asserviti, che erano presenti, subito si arruolarono, e da ogni parte della citta` vi fu un accorrere nel Foro di prigionieri che scappavano da case private, dove i creditori non avevano piu` il diritto di trattenerli, per andare a prestare il giuramento militare. Grande era il numero di costoro....

            

Liv., 2.25.3: Iamque ab omni parte munimenta vellebantur, cum consul, quamquam cuncti undique, et nexi ante omnes, ut signum daret clamabant, experiendi animos militum causa parumper moratus....

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

3.

495 a.C. Dopo vittoria su Aurunci, un tentativo consolare di estinguere i debiti venne ostacolato da Appio Claudio.

Liv., 2.27.1-2.

Liv., 2.27.1-2: Fusis Auruncis, victor tot intra paucos dies bellis Romanus promissa consulis fidemque sena- tus exspectabat, cum Appius et insita superbia animo et ut collegae vanam faceret fidem, quam asperrime poterat ius de creditis pecuniis dicere. Deinceps et qui ante nexi fuerant creditoribus tradebantur et necte- bantur alii. Quod ubi cui militi inciderat, collegam appellabat. Concursus ad Servilium fiebat; illius pro- missa iactabant; illi exprobrabant sua quisque belli merita cicatricesque acceptas.

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

494 a.C.

1.

494 a.C. Proposta di restituire ai debitori la liberta`. Liv., 2.28.6-7.

Liv., 2.28.6-7: Dimisso senatu consules in tribunal escendunt; citant nominatim iuniores. Cum ad nomen nemo responderet, circumfusa multitudo in contionis modum negare ultra decipi plebem posse; numquam unum militem habituros ni praestaretur fides publica; libertatem unicuique prius reddendam esse quam ar- ma danda, ut pro patria civibusque, non pro dominis pugnent.

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

2.

494 a.C. Editto del dittatore Manio Valerio emanato di fronte all’attacco di Volsci, Equi e Sabini ed ana- logo a quello di Servilio. Ne risulto` una completa adesione alla leva.

Liv., 2.30.3; 2.30.6.

Liv., 2.30.3: cum Volsci Aequique et Sabini forte una omnes in armis essent.

Liv., 2.30.6: Edictum deinde a dictatore propositum confirmavit animos Servili fere consulis edicto conve- niens; sed et homini et potestati melius rati credi omisso certamine nomina dedere.

Commento:

Per commento e bibliografia sull’episodio rimando al paragrafo III.1 Opposi- zione al dilectus nel V e IV secolo a.C. in CAPITOLO III Schiavitu` per debiti ed esercito nei primi secoli della repubblica.

3.

494 a.C. Secessione plebea causata dai debiti, sotto la dit- tatura di Manio Valerio.

                          Discorso del magister militum Q. Servilio.                           Discorso di Menenio Agrippa.

Liv., 2.31.7-9. Cic., rep., 2.58. Inscriptiones Italiae XIII 3 nos. 60 (Roma); XIII 3 nos. 78 (Arez- zo) = CIL XI 1826. D.C., 4 fr. 17. Zonar., 7.14.             Dion. Hal., 6.41.2-3; 6.45.3; 6.46.3.             Dion. Hal., 6.83.4-5.

Liv., 2.31.7-9: Ita trifariam re bello bene gesta, de domesticarum rerum eventu nec patribus nec plebi cura de- cesserat; tanta cum gratia tum arte praeparaverant faeneratores quae non modo plebem sed ipsum etiam dicta- torem frustrarentur. Namque Valerius post Vetusi consulis reditum omnium actionum in senatu primam habuit

pro victore populo, rettulitque quid de nexis fieri placeret. Quae cum reiecta relatio esset, ’Non placeo’ inquit ’con- cordiae auctor; ....Quod ad me attinet, neque frustrabor ultra cives meos neque ipse frustra dictator ero. Nonostante questo triplice successo sul fronte di guerra (vittorie su Volsci, Sabini ed Equi), l’attenzione dei patrizi e dei plebei non si era allontanata dagli eventi interni: a tal punto con la loro influenza ed il loro comportamento gli usurai avevano preparato il terreno per mandare a vuoto le speranze non solo della plebe, ma anche del dittatore stesso (Manio Valerio figlio di Voleso). Infatti Valerio, dopo il ri- torno del console Vetusio, fra tutte le proposte da discutere in Senato presento` per prima quella in fa- vore del popolo vincitore, e pose all’ordine del giorno la questione dei debitori asserviti, ma, essendo stata respinta la sua risposta, disse: ‘Non sono gradito come promotore di concordia.... Per quel che mi concerne, io non ingannero` piu` oltre i miei concittadini ne´ rimarro` dittatore invano.

Cic., rep., 2.58: Nam cum esset ex aere alieno commota civitas, plebs montem sacrum prius, deinde Aven- tinum occupavit.

Inscriptiones Italiae XIII 3 nos. 60 (Roma): [Faenore gravi] populum sen[atus] hoc auctore l[iberavit]. Sellae curuli[s locus] ipsi posteri[sque ad] Murciae s[pectandi] caussa pub[lice datus] est. Prin[ceps in sena- tum] semel l[ectus est].

Inscriptiones Italiae XIII 3 nos. 78 (Arezzo) = CIL XI 1826: M. Valerius Volusi f. Maximus, dictator, augur. Pri[[mus]] quam ullum magistratum gereret, dictator dictus est. Triumphavit de Sabinis et Medul- linis. Plebem de sacro monte deduxit, gratiam cum patribus reconciliavit. Faenore gravi populum senatus hoc eius rei auctore liberavit. Sellae curulis locus ipsi posterisque ad Murciae spectandi caussa datus est. Princeps in senatum semel lectus est.

Bibliografia:

T.J. CORNELL, The Beginnings of Rome. Italy and Rome from the Bronze Age to the Punic Wars (c.1000-264 BC), London-New York 1995, pp. 256-258.

Crise et transformation des socie´te´s archaı¨ques de l’Italie antique au Vesie`cle av. J. -C., Actes de la table ronde organisee´ par l’E´cole franc¸aise de Rome et l’Unite´ de recherches e´trusco-italiques associe´e au CNRS (UA 1132) Rome 19-21 novembre 1987, Collection de l’E´cole Franc¸aise de Rome 137, Rome 1990. F. DEMARTINO, La ‘gens’, lo stato e le classi in Roma antica, in Studi V. Arangio Ruiz, Napoli 1953, IV, pp. 25-49. J. GAGE´, La ‘plebs’ et le ‘populus’ et leurs ecadrements respectifs dans la Rome de la premie`re moitie´du Vesie`cle av. J. C., in id., Enqueˆtes sur les structures sociales et religieuses de la Roma primitive, Coll. Latomus 152, Bruxelles 1977, pp. 313-337.

R. GU¨ NTHER, Die Entstehung der Schuldsklaverei im alten Rom, «AAntHung» 7 (1959), pp. 231-249. D. KIENAST, Die politische Emanzipation der Plebs und die Entwicklung des Heerwesens in fru¨hen Rom, «BJ» 175

(1975), pp. 83-112.

M.A. LEVI, Roma arcaica e il connubio fra plebei e patrizi, «PP» 38 (1983), pp. 241-259.

M.A. LEVI, La grande Roma della plebe, «C&S» 115 (Luglio-Settembre 1990), pp. 87-93.

R.E. MITCHELL, Patricians and Plebeians. The Origin of the Roman State, Ithaca-London 1990.